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1.
Clinical features and MR imaging in children with repaired myelomeningocele   总被引:2,自引:0,他引:2  
The aim of the study is to define the role of associated malformations in the clinical evolution of children affected by myelomeningocele. MRI investigation of the spinal cord was carried out on 25 patients between the age of 7.3 and 18.10 with MMC repaired and followed up for at least 7 years. The relation between associated malformations demonstrated by MRI and clinical trend was analysed. The results are the following: 1) presence of asymptomatic tethered cord in all cases; 2) high frequency (92%) of Chiari malformation; 3) presence of syringomyelia in 20% of patients, symptomatic in 1; 4) presence of ventricular enlargement in 72% of cases without increased intracranial pressure syndrome. For a better therapeutic approach prospective MRI studies are needed in order to follow up associated malformations.
Sommario Scopo di questo studio è di contribuire alla definizione del ruolo delle malformazioni associate nell'evoluzione clinica del bambino affetto da mielomeningocele (MMC), sia essa stazionaria che peggiorativa. Sono stati studiati con Risonanza Magnetica 25 soggetti con MMC in età compresa tra i 7 anni e 3 mesi e i 18 anni e 10 mesi, seguiti con un lungo follow up clinico (almeno 7 anni). Sono state analizzate le relazioni tra le malformazioni associate, riscontrate all'esame di RM, e l'andamento clinico. I dati emersi sono i seguenti: 1) la presenza in tutti i soggetti di tethered cord fino ad ora rimasto asintomatico; 2) un'alta prevalenza (92%) di malformazione di Arnold Chiari; 3) una percentuale di siringomielia del 20%, corrispondente ai dati di letteratura con sintomatologia clinica presente in un solo caso; 4) la presenza di dilatazione ventricolare nel 72% dei casi, in assenza di sintomi di ipertensione endocranica. Si sottolinea l'importanza dell'individuazione precoce e di un follow up con RM degli aspetti malformativi per una più corretta condotta terapeutica.
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2.
BB-CK activity was measured in 11 patients with stroke and in 10 controls. Blood samples were taken 36 hours after the clinical stroke onset in every patient. Sera were stored at −80° and analyzed within two months. The creatine kinase isoenzymatic pattern was determined by ion-exchange column separation and gradient elution system. The mean BB-CK concentration in patients with stroke was significantly higher than in controls (p<0.01). In the group of “stroke” patients we found a correlation between severity of brain damage, as suggested by the clinical picture and CT scans, and serum values of BB-CK.
Sommario Nel presente lavoro sono stati determinati gli isoenzimi della CK, dopo separazione su colonne a scambio ionico e dosaggio cinetico all'U.V., nel siero di 11 pazienti con ictus cerebrale e di 10 soggetti di controllo, non affetti da patologia neurologica. I campioni di sangue venoso sono stati prelevati 36 ore dopo l'inizio della sintomatologia, sono stati congelati a −80° ed analizzati entro 2 mesi. La concentrazione media dell'isoenzima BB della CK nei pazienti con ictus è risultata significativamente più alta che nei controlli (p<0.01). Nel gruppo di pazienti con ictus è stata trovata una correlazione fra la gravità del danno cerebrale, determinato sulla base del quadro clinico e dei reperti tomodensitometrici, e la quantità dell'isoenzima BB nel siero.
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3.
In a retrospective study we evaluated the platelet count in 45 patients mean age 73±9 years, with cerebral infarction (C.I.) documented by CT, and 45 age and sex-matched controls randomly selected. In 12 patients changes in platelet count were examined prospectively, starting from the acute event for 30 days. In the retrospective study the mean platelet count in C.I. was significantly lower than that found in controls: 260, 220±86,076/mm3 and 302, 422±65,747/mm3 (p<0.05) respectively. In the prospective study the mean count was 213,330±79,930/mm3. A progressive increase up to the 9–12th day was observed, achieving a mean of 305,630±83,470/mm3 (p<0.01), not statistically different from controls. The 40–45% decrease of platelet count shows that about half of the circulating platelets had rapidly disappeared from the systemic circulation, presumably related to an increase in vivo platelet activation and aggregation.
Sommario In uno studio retrospettivo è stata riconsiderata la conta delle piastrine in 45 pazienti con età media di 73±9 anni, affetti da infarto cerebrale acuto (I.C.), documentato all'esame TAC, ed in 45 soggetti di controllo. In 12 pazienti è stata condotta anche una valutazione prospettica per un periodo di 30 giorni. Nei pazienti con I.C. il numero delle piastrine è risultato in condizioni basali significativamente ridotto in confronto a quello dei controlli rispettivamente 260.220±86.076/mm3 e 302.422±65.747/mm3 (p<0.05). Il valore più basso è stato riscontrato nei primi due giorni dall'evento acuto con successiva normalizzazione entro 9–12 giorni. Il decremento massimo è risultato di circa il 40–45%. In conclusione: in corso di I.C. acuto una gran parte delle piastrine scompare dalla circolazione sistemica entro le prime 24–48 ore, verosimilmente per un aumento “in vivo” dell'attivazione e dell'aggregazione piastrinica.
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4.
60 cases of chronic spinal muscular atrophy (CSMA) were followed-up for a period varying from 5 to 40 years. The neuromuscular impairment was evaluated by Norris’ ALS score, both at the time of last examination and retrospectively at the time of diagnosis. Age at onset of symptoms was the most important factor in the progression of the neuromuscular damage. Monomelic or asymmetric location of symptoms at the time of diagnosis and duration of the disease were not significantly correlated to the worsening of ALS score.
Sommario Sessanta casi di atrofia muscolare spinale cronica (CSMA) sono stati seguiti per un periodo compreso tra 5 e 40 anni. Per mezzo dell’ALS score di Norris è stato quantificato il danno neuromuscolare, sia al momento dell’ultima visita, sia, retrospettivamente, al momento della diagnosi. Il più importante fattore nella definizione della progressione del deficit è risultato essere l’età all’esordio dei sintomi. Non è stata evidenziata una relazione significativa tra una localizzazione monomelica o asimmetrica dei sintomi ed il peggioramento dell’ALS score.
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5.
This study examines the immediate and long-term results of surgical treatment for intracranial meningioma in patients aged 65 and over. Average patient age was 69 years. The most frequent localizations were the convexity (29.8%) and the sphenoid wing (20.1%). Preoperative risk factors included hypertension (16.1%), cardiopathies (16.1%), diabetes (12.9%) pneumopathies (12.9%) and peripheral vascular diseases (9.6%). All patients were assessed according to the Karnofsky Performance Status (KPS). Operative mortality was 18.5% (23 cases). At long term follow up (minimum 4 months, maximum 12 years, average 5 years) 31.5% of patients were cured, 32.3% had improved and 4% had worsened. The risk factors that mainly influenced results included poor preoperative clinical condition as expressed by low KPS, while the most frequent medical postoperative complications that increased the rate of operative mortality were brain edema, infections and lung embolism.
Sommario In questo studio vengono esaminati i risultati immediati e a distanza nel trattamento chirurgico dei meningiomi endocranici in pazienti con età superiore a 65 anni. L'età media dei pazienti era di 69 anni. Le localizzazioni di più frequente riscontro furono la convessità (29.8%) e l'ala di sfenoide (20.1%). I fattori di rischio preoperatori comprendevano l'ipertensione (16.1%), le cardiopatie (16.1%), le pneumopatie (12.9%) e le malattie vascolari periferiche (9.6%). Tutti i pazienti sono stati esaminati mediante il Karnofsky Performance Status (KPS). La mortalità operatoria è stata del 18.5% (23 casi). Al controllo a distanza (minimo 4 mesi, massimo 12 anni, media 5 anni) il 31.5% dei casi risultò guarito, il 32.3% migliorato, mentre era peggiorato il 4%. Tra i fattori di rischio che maggiormente hanno influenzato i risultati includiamo le cattive condizioni cliniche preoperatorie espresse da un basso KPS, mentre le complicazioni postoperatorie di maggior interesse internistico più frequenti e che hanno contribuito ad elevare la mortalità operatoria sono state l'edema cerebrale, le infezioni e l'embolia polmonare.
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6.
Medulloblastoma in young children: some EEG aspects   总被引:1,自引:0,他引:1  
EEG studies have been carried out on 17 children aged between 4 months and 3 years, with subsequently verified medulloblastoma. No abnormalities were seen in 2 cases, while a moderate generalised abnormality was found in 7 patients. In the other cases, posterior 1 to 4 per second slow activity often of high amplitude, was the commonest finding, being irregular in 5 cases and rhythmic in 2. No relationship was observed between asymmetries of EEG activities and the size or site of the tumour. None of the 17 children had seizures.
Sommario 17 bambini, di età tra 4 mesi e 3 anni, con medulloblastoma susseguentemente verificato, hanno ricevuto studi EEG. Nessuna anormalità è stata vista in 2 casi, mentre in 7 pazienti è stata trovata una moderata anormalità generalizzata. Negli altri casi l'alterazione più comune era attività lenta posteriore a 1–4 c/s, spesso di elevata ampiezza; questa attività era irregolare in 5 casi, e ritmica in 2. Nessuna relazione è stata osservata tra asimmetrie delle attività EEG e le dimensioni o la zona in cui il tumore fu trovato. Nessuno dei 17 bambini presentò convulsioni.
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7.
The aim of this study was to look for the presence of spindling in the different stages of remission of the vegetative state to underline all possible correlations with lesional sites, severity of coma and final outcome. The nocturnal polygraphic recordings from 30 patients were examined: 20 (15M, 5F, mean age 31.7 years, range 16–41) had originally suffered a traumatic brain injury, 10 (4M, 6F, mean age 40.5 years, range 24–48) had hypoxic brain lesions. Evidence of spindling, always reduced in density and duration, was found in 44% of these patients, prevalently in the traumatic patients (53.3% versus 30% of hypoxic patients). No subjects in the full stage 0, 0–1 of the vegetative state (apallic syndrome) presented spindling. No significant correlation was found between spindling and the following parameters: gender, the time between the onset of coma and the polygraphic recording, or the site of the lesion.
Sommario Scopo del lavoro è stato quello di osservare la presenza di fusi da sonno nei vari stadi di remissione dello stato vegetativo (sindrome apallica) e valutarne le eventuali correlazioni con le sedi della lesione, la severità del coma e l'outcome finale. Le registrazioni poligrafiche notturne sono state effettuate su 30 pazienti: 20 (15 maschi, 5 femmine, età media 31,7 anni, range 16–41) traumatizzati cranici, 10 (4 maschi, 6 femmine, età media 40,5 anni, range 24–48) con lesioni da ipossia cerebrale. La presenza di fusi da sonno sebbene ridotta di densità e durata, è stata riscontrata nel 44% dei pazienti, con una prevalenza nei traumatizzati cranici del 53,3% contro il 30% degli ipossici. Non sono stati riscontrati fusi da sonno nei primissimi stadi di remissione (0 e 0–1) dello stato vegetativo. Non è stata osservata alcuna correlazione tra la presenza di fusi da sonno ed i seguenti parametri: sesso, intervallo tra insorgenza del coma e momento della registrazione e sede della lesione.
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8.
Acute confusional states and agitated delirium are among the most common psychopathologic disorders in the elderly. However, they are rarely reported in the course of infacts in the territory of the posterior cerebral artery. This study involving thirteen patients aged more than 65 years suggests that acute confusional states from posterior cerebral artery infarcts are less rare than usually thought, although the diagnosis may be difficult during the acute phase. The risk factors are no different from those observed for infacts in other cortical areas, suggesting that this syndrome is due to structural damage of the brain rather than the other, usual causes of confusion in the elderly (intoxications, dysmetabolic diseases or dementia). The recognition of acute confusional states from posterior cerebral artery infarcts and its distinction from other causes of confusion is important in elderly patients because of the different diagnostic, prognostic and therapeutic implications involved.
Sommario Gli stati confusionali e deliranti acuti sono tra le manifestazioni psicopatologiche più frequenti nei pazienti anziani. Tuttavia essi sono raramente descritti in corso di infarti nel territorio dell'arteria cerebrale posteriore. Il nostro studio, basato su 13 pazienti di età superiore a 65 anni, suggerisce che stati confusionali o deliranti acuti secondari ad infarti nel territorio dell'arteria cerebrale posteriore in pazienti anziani sono meno rari di quanto generalmente si ritenga, ma la diagnosi clinica quò essere difficile durante la fase acuta. I fattori di rischio non risultano diversi da quelli di altri infarti. indicando che tale sindrome è dovuta al danno strutturale piuttosto che alle altre usuali cause di confusione (intossicazioni, malattie dismetaboliche o demenza). Il riconoscimento degli stati confusionali acuti da infarti della cerebrale posteriore e la loro distinzione da altre cause di confusione in soggetti anziani ha grande importanza a causa delle differenti implicazioni di ordine diagnostico, prognostico e terapeutico.
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9.
Amyotrophic lateral sclerosis in Palermo, Italy: an epidemiological study   总被引:1,自引:0,他引:1  
The incidence, prevalence and natural course of ALS were determined in the population of the province of Palermo, Italy. The average annual incidence calculated for the years 1973 through 1984, was 044./100.000 inhabitants. The prevalence rate on prevalence day December 31, 1984, was 1.67/100.000 population. The male/female ratio was 1.38. The mean age at onset was 54.3±11.02. The most common clinical form was the conventional one (61.4%); the bulbar form was more frequent among females than males. The mean duration of the disease was 33.7±35.8 months. The longest duration belongs to the pseudopolyneuritic form. The median survival was 36 months: 16 months for the bulbar, 36 months for the conventional and 51 months for the pseudopolyneuritic form.
Sommario Questa indagine si prefigge di valutare l'incidenza, la prevalenza ed il decorso naturale della Sclerosi Laterale Amiotrofica nella provincia di Palermo nel periodo compreso tra il 1973 ed il 1984. L'incidenza annuale media è di 0,44/100.000 abitanti; il tasso di prevalenza al 31 Dicembre 1984 è di 1,67/100.000 abitanti. Il rapporto M/F risulta di 1,38; l'età media di esordio è di 54,3±11,01. La forma tipica è quella più comune (61,4%), mentre la forma bulbare è la più frequente tra i soggetti di sesso femminile. La durata media di malattia è di 33,7±35,8 mesi, sopravvivendo maggiormente i pazienti affetti dalla forma pseudopolineuritica. La sopravvivenza media è di 36 mesi. Una analisi differenziata per le singole forme evidenzia una sopravvivenza media di 16 mesi nella forma bulbare, di 36 mesi nella forma tipica e di 51 mesi nella forma pseudopolineuritica.
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10.
We have investigated the autonomic function of 95 patients with Parkinson disease (PD) by testing their cardiovascular reflexes and compared the results with those of 53 healthy volunteers. 51.1% of the patients were on antiparkinsonian therapy. The patients showed a smaller heart rate response to deep breathing with a mean exhalation-inspiration difference of 87.73±7 (p: 0.0005), a smaller heart rate response to standing with a mean 30 ∶ 15 index of 1.18±0.25 (p∶ 0.01), and a smaller blood pressure rise to handgrip with a mean rise of 9.53±8.76 mmHG (p∶ 0.005). We found a higher percentage of patients with established sympathetic lesion (41% vs 34%) or atypical patterns of global autonomic function involvement (33% vs 26%), but the percentage of subjects with parasympathetic lesion was similar in both, patients and controls (16% vs 15%). We found no significant difference on cardiovascular performance between treated and untreated patients. The patients with autonomic impairment were older than the patients with normal autonomic function. Our findings suggest that patients with PD have a true autonomic dysfunction.
Sommario Abbiamo studiato la funzionalità del Sistema Nervoso Autonomo in 95 pazienti affetti da Malattia di Parkinson (PD), valutando i riflessi cardiovascolari e confrontando i risultati con quelli ottenuti da 53 volontari sani. Il 51.1% dei pazienti Parkinsoniani era in trattamento farmacologico. I pazienti hanno mostrato una ridotta risposta della frequenza cardiaca alla ventilazione profonda, alla stazione eretta e un ridotto aumento pressorio dopo esercizio isometrico. è stata riscontrata una più alta percentuale di pazienti con lesioni simpatiche stabilite (41% vs 34%) e con quadro atipico di coinvolgimento globale della funzione autonomica (33% vs 26%), ma la percentuale di soggetti con lesioni parasimpatiche era simile nei pazienti e nei soggetti di controllo (16% vs 15%). Non è stata riscontrata una significativa differenza alle performance cardiovascolari tra pazienti in trattamento farmacologico e non trattati. I pazienti con disturbi autonomici erano più anziani di quelli con normale funzione autonomica. I dati suggeriscono la presenza di una vera disfunzione autonomica nei pazienti affetti da PD.
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11.
Congenital protein S deficiency is an important risk factor for venous and, more rarely, arterial thrombosis. Here, we describe the case of a 35-year old patient with cerebral ischemia, protein S deficiency and carotid stenosis. Other members of the family were found to have the same protein S deficit and a history of venous thrombotic manifestations.
Sommario I deficit congeniti di proteina S costituiscono un importante fattore di rischio di trombosi venosa e più raramente arteriosa. Descriviamo il caso di una paziente di 35 anni con ischemia cerebrale, deficit di proteina S e stenosi carotidea; lo studio familiare ha evidenziato altri membri con lo stesso difetto di proteina S e con storia di manifestazioni trombotiche venose.
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12.
The presence of a dense appearance of the horizontal part of the middle cerebral artery (the “dense middle cerebral artery sign”) was looked for on CT scans taken on admission in 90 consecutive patients with ischemic stroke in the carotid artery distribution. The outcome of the 14 patients with the sign was poorer than that of 76 patients without the sign (Odds ratio 4.3). We suggest that this sign could be a useful prognostic variable in the acute phase of an ischemic stroke.
Sommario è state ricercata retrospettivamente la presenza della immagine iperdensa del tratto orizzontale della cerebrale media (“dense middle cerebral artery sign”) negli esami TAC eseguiti in 90 pazienti consecutivi con sintomatologia riferibile ad ischemia acuta nel territorio del circolo carotideo. L'evoluzione clinica dei 14 pazienti in cui il segno della cerebrale media iperdensa è stato rilevato è stata peggiore degli altri 76 (Odds ratio 4.3). Gli autori suggeriscono che il rilievo di questo segno può rappresentare una utile indicazione prognostica precoce nei casi di ischemia cerebrale acuta.
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13.
56 cerebral ischemia patients up to the age of 40 were investigated using a strict clinical and instrumental protocol in order to elicit the relative importance of the various iatrogenic factors involved. In addition to atherosclerosis risk factors (smoking, hypertension, ischemic heart disease, diabetes, dyslipidemia) other possible causes of cerebral ischemia were sought (arteritis, migraine, head injury, oral contraceptives, coagulation disorders, cardiogenic embolism, etc.). 50% of the patients examined had at least two atherosclerosis risk factors and 55% had other causes singly or in association with atherosclerosis.
Sommario Cinquantasei pazienti affetti da ischemia cerebrale di età uguale od inferiore ai 40 anni, sono stati seguiti con un rigido protocollo clinico e strumentale, allo scopo di chiarire l'importanza relativa dei diversi fattori patogenetici. Oltre ai fattori di rischio per malattia aterosclerotica (fumo, ipertensione, cardiopatia ischemia, diabete, dislipidemia) sono state ricercate altre possibili cause di ischemia cerebrale (arteriti, emicrania, trauma cranico, terapia estroprogestinica, disturbi della coagulazione, fattori embolici cardiogeni, ecc.). è risultato che il 50· dei pazienti esaminati presenta almeno due fattori di rischio per aterosclerosi e che nel 55· dei pazienti erano presenti altre cause di ischemia cerebrale da sole o in associazione con l'aterosclerosi.
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14.
A 56-year old patient presented 3 months after initiation of an antituberculous regimen with Isoniacid (INH, 5 mg/kg daily), Ethambutol (20 mg/kg daily) and Rifampicin (675 mg daily) a mild sensory polyneuropahty and a bilateral retrobulbar neuritis wich progressed to a severe optic atrophy. Multiple hyperintense foci were detected with NMR-imaging in the cerebral white matter suggestive of demyelination. INH and Ethambutol are known for their neurotoxic effects but suggestion was made that neurologic signs may not be due to drug neurotoxicity but could be induced by immunological processes initiated by the tubercle bacillus. In the reported patient the suspected tuberculosis of the urogenital tract was never proved histologically. Most likely his neurological symptoms were therefore caused by the administration of INH and Ethambutol. Patients with a low serum zinc level and a slow, acetylation of INH are reported to be at special risk; both factors were present in our patient.
Sommario Un uomo di 56 anni ha presentato, 3 mesi dopo l’inizio di una terapia antitubercolare con Isomiazide (INH, 5 mg/kg. al giorno), Etambutolo (20 mg/kg. al diì) e Rifamicina (675 mg. al dì), una polineuropatia sensitiva e una neurite retrobulare bilaterale esitata in una grave atrofia ottica. Alla NMR vennero evidenziati molti foci nell’ambito della sostanza bianca cerebrale suggestivi per una demielinizzazione. INH ed Etambutolo sono notoriamente neurotossici, ma si è ritenuto che i segni di sofferenza possono essere indotti da processi immunologici promossi dal bacillo turbercolare. Nel caso riportato la sospetta tubercolosi delle vie urinarie non è stata provata istologicamente. Quindi è più probabile che in questo caso i sintomi neurologici sono stati provocati dall’INH e dall’Etambutolo. I malati con livelli serici di zinco bassi e con una ridotta acetilazione di INH sono notoriamente a più alto rischio; nel nostro paziente questi due elementi erano presenti.
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15.
Little has been written on the treatment of cognitive and behavioral disorders in children following serious head injuries with coma. We have used the behavioral modification method known as Token Economy in 20 head-injured patients having a mean age of 11 years. The treatment, which involved the children's families, proved at one-year follow-up to be highly successful in normalizing maladaptive behavior.
Sommario Gli autori, analizzando la più recente letteratura sull'argomento, notano che vi è una relativamente scarsa attenzione rivolta alle conseguenze sul piano più prettamente cognitivo e comportamentale, in pazienti con grave trauma cranico e coma in età evolutiva. Descrivono nel loro lavoro l'applicazione della Token Economy, una tecnica che fa capo ai metodi noti come Analisi e Modificazione del Comportamento, in un gruppo di 20 pazienti con trauma cranico chiuso con un'età media di 11 anni. Il trattamento ha avuto, con un follow-up di un anno, un buon successo riguardo alla scomparsa dei comportamenti disadattivi residui dal trauma cranico.
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16.
The frequency of the two tau-fractions in isoelectric focusing examination of cerebrospinal fluid proteins has been studied in 674 neurological patients. The double tau-fraction was found in 151 patients (22.4%); this finding was not characteristically associated with any particular disease, but its frequency was high in hereditary diseases (13 cases out of 30; 43.3%), mainly Charcot-Marie-Tooth's disease.
Sommario La frequenza della comparsa di una frazione tau sdoppiata in due bande all'esame delle proteine del liquido cerebrospinale con isoelettofocalizzazione è stata studiata in un gruppo di 674 malati neurologici. Tale reperto è stato riscontrato in 151 casi (22,4%); non è risultato caratteristicamente associabile a una qualche singola entità morbosa ma è apparso significativamente più frequente nel gruppo dei pazienti con affezioni eredo-degenerative (13 casi su 30; 43,3%), ed in particolare, con malattia di Charcot-Marie-Tooth.
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17.
We report ana anlysis of 12 cases in which periodic activity was observed in more than one EEG recording in patients with subacute sclerosing panencephalitis (4 cases), encephalitis of unknown etiology (1 case) and vascular disease (7 cases). In the patients with infective disease periodic high voltage potentials were elicited from all over the brain and the background rhythm was markedly impaired. In the patients with vascular disease the bursts were localized, reversible and sometimes recurrent. The impression gained is that a periodic EEG pattern denotes a pathological modification of behavior of the cerebral cortex rather than any particular disease.
Sommario In questo lavoro abbiamo analizzato 12 casi nei quali era presente una attività periodica osservata in più registrazioni, sostenuta da: panencefalite sclerosante subacuta (4 p.), encefalite ed eziologia sconosciuta (1 p.), patologia vascolare (7 p.). Nei soggetti affetti da una patologia infettiva l'attività periodica era costituita da ampi potenziali diffusi a tutto l'ambito encefalico, in presenza di un ritmo di fondo notevolmente compromesso. Le alterazioni, al contrario, nei soggetti con patologia vascolare erano invece localizzate, reversibili e talora ricorrenti. I risultati vengono discussi e si sottolinea l'impressione che detto quadro EEG sia indicativo di modificazione patologica di comportamento della corteccia cerebrale piuttosto che l'espressione di una determinata patologia.
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18.
The so-called contingent negative variation (CNV) is a slow brain potential representing a complex of variously overlapped “endogenous” components of behavior related to different reasonably well-known neurocognitive processes. CNV complex evoked with a standard paradigm (S1-2 sec-S2-motor response) and reaction time (RT) to imperative signal (S2) were recorded and measured in 11 patients with initial presenile idiopathic cognitive decline (PICD), 8 with presenile Alzheimer-type dementia (PAD) and 10 healthy age-matched controls. Significant group differences were obtained for measures of some CNV components, particularly of the late pre-S2 CNV. No significant CNV activity, very prolonged RTs and sometimes characteristic post-imperative negative variation (PINV) were observed in the majority of patients with PAD. These results suggest that CNV complex and RT changes similar to those observed in our patients may constitute a valuable clue for the study of pathophysiological brain functioning in the early stages of presenile idiopathic mental deterioration.
Sommario Scopo della presente ricerca è lo studio mediante metodiche standard di averaging, delle modificazione dell'onda d'aspettativa, sue principali componenti (complesso CNV) e tempo di reazione (RT) delle risposte motorie in pazienti affetti da forme iniziali più o meno gravi di decadimento mentale presenile idiopatico. Sono stati esaminati 19 pazienti (età media: 59.5) e 10 soggetti sani di controllo di pari età (media: 59.6). Otto pazienti presentavano un quadro clinico di demenza presenile di tipo Alzheimer (PAD), mentre in 11 soggetti era stata formulata una diagnosi di possibile forma iniziale presenile di demenza primaria (PICD) poiché non raggiungevano i criteri clinici del DSM-III e del NINCDS-ADRDA Report. Tutti i pazienti sono stati sottoposti preliminarmente and esami clinici, TAC, NMR, EEG con analisi spettrale ed a test psicodiagnostici. Per evocare il complesso CNV-RT si è adottato un parametro di stimolazione molto semplice ed idoneo anche per malati con deterioramento mentale. Oltre all'EOG ed agli RT, l'attività di tipo CNV è stata registrata da regioni frontali, centrali e parietali con referenza bimastoidea. Si sono osservate differenze significative di alcuni componenti fra i gruppi di soggetti esaminati e nella maggioranza dei dementi mancava una vera attività di tipo CNV, gli RT erano enormemente prolungati e sovente si sono registrati caratteristici “post-imperative negative variations” (PINV). I risultati ottenuti confermano l'utilità di queste metodiche nella diagnosi precoce delle demenze primarie presenili.
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19.
Cerebral ischemia was recorded in 1,9% of 1277 patients with myocardial infarction. In most cases ischemia involved the carotid artery system, usually causing a hemiparesis or hemiplegia. Patients were mostly elderly, and the ischemic episode worsened their prognosis. The pathogenesis was surely often of embolic origin but several facts suggest that other mechanisms were also involved. Anticoagulant therapy, at least in the form in which it was used in these patients, i.e. subcutaneous administration of calcium heparin 5000 I.U. b.i.d. for thrombophlebitis prophylaxis, does not seem to prevent these complications.
Sommario Su 1277 pazienti con infarto, si sono avuti fenomeni ischemici in ambito cerebrale nell' 1,9% dei casi. è risultato colpito quasi sempre il circolo carotideo, e ne è risultata in genere una emiparesi o una emiplegia. I pazienti colpiti erano per lo più anziani, e l'incidente ischemico ne ha aggravato la prognosi. Per quanto riguarda la patogenesi, essa sicuramente è spesso di natura embolica: una serie di considerazioni fanno ritenere operanti anche altri meccanismi. La terapia anticoagulante non sembra in grado di prevenire queste complicazioni, almeno nelle forme con cui è stata attuata in questi malati, e cioè con calcieparina sottocute per la prevenzione delle tromboflebiti.
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20.
We describe the case of a young man addicted to heroin with the clinical pattern of symmetrical brachial neuropathy, without other neurological involvement. Lead poisoning was detected and chelating therapy induced a marked improvement of the clinical symptoms. The possible toxic effect of heavy metals in the pathogenesis of brachial and lumbar plexopathies during heroin addiction has previously been suggested by other authors, but never detected.
Sommario Viene descritto il caso di un giovane paziente che ha presentato una neuropatia brachiale simmetrica, senza altri coinvolgimenti neurologici, in concomitanza con l'uso di eroina. In questo paziente è stata evidenziata una intossicazione da piombo e il trattamento chelante ha determinato un notevole miglioramento del quadro clinico. L'effetto tossico dei metalli pesanti nella patogenesi delle plessopatie brachiali e lombari nei soggetti eroinomani è già stata prospettata da altri Autori, ma mai dimostrata.
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