Hyperglycemia at ischemic stroke onset as prognostic factor |
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Authors: | G Cazzato M Zorzon G Masè L G Iona |
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Institution: | (1) Istituto di Neurologia dell'Università di Trieste, Trieste, Italy;(2) Istituto di Clinica Neurologica, Ospedale di Cattinara, Strada di Fiume, 34149 Trieste |
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Abstract: | To find out whether the high blood glucose values sometimes found in the first stage of ischemic stroke have any prognostic
value, we considered 76 patients hospitalized within 24 h of an acute cerebral infarction, documented by CT brain scan and/or
necropsy, whose fasting blood glucose was recorded before any treatment was given. The patients were sorted into 3 groups:
diabetics, normoglycemic nondiabetics and hyperglycemic nondiabetics. On the CT findings cases with large cortical and/or
subcortical infarcts were analyzed separately from those with lacunar infarcts. The clinical symptoms on admission proved
to be more severe (p<0.02) and 30-day mortality higher (p<0.02) among the hyperglycemic nondiabetics, who also showed a highly
significant (p<0.00001) preponderance of large cortical and subcortical infarcts over lacunar infarcts. Multivariate analysis,
which took account of variables of known relevance to the prognosis of cerebral infarction (age, sex, arterial hypertension,
severity of the clinical pattern, type of brain lesion), confirmed the statistically discriminant power, in terms of mortality,
of belonging to the hyperglycemic nondiabetic group. The results of the study confirm that hyperglycemia at stroke onset in
nondiabetic patients is an adverse prognostic factor and suggest that it may be a reaction to stress, depending on the size
of the infarcted area.
Sommario Al fine di stabilire l'eventuale significato prognostico degli elevati tassi glicemici, talora riscontrabili nelle fasi più
precoci di un ictus cerebrale ischemico, sono stati presi in considerazione 76 pazienti ricoverati nelle prime 24 ore dopo
un infarto cerebrale acuto, documentato con TAC del cranio e/o autopsia, la cui glicemia a digiuno è state rilevata prima
dell'inizio di qualsiasi intervento terapeutico.
I pazienti sono stati divisi in 3 gruppi: diabetici, non diabetici normoglicemici e non diabetici iperglicemici. A seconda
dei reperti della TAC del cranio sono stati separatamente analizzati i casi con estesi infarti corticali e/o sottocorticali
e quelli con infarto lacunare.
La sintomatologia clinica all'ingresso è risultata più grave (p<0.02) e la mortalità a trenta giorni maggiore (p<0.02) nei
pazienti non diabetici iperglicemici nei quali si è constatata inoltre una preponderanza altamente significativa (p<0.00001)
di grossi infarti corticali e sottocorticali. L'analisi multivariata, che ha tenuto conto delle principali variabili di nota
importanza per la prognosi dell'infarto cerebrale (età, sesso, ipertensione arteriosa, gravità del quadro clinico, tipo di
lesione cerebrale). ha confermato il ruolo discriminante statisticamente significativo, riguardo alla mortalità, dell'appartenenza
al gruppo dei non diabetici iperglicemici.
I risultati dello studio confermano il ruolo prognosticamente sfavorevole dell'iperglicemia nella fase di esordio di un infarto
cerebrale nei pazienti non diabetici e suggeriscono come essa possa avere un significato di reazione allo stress in rapporto
all'estensione del'area infartuata.
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Keywords: | Acute cerebral infarction blood glucose level prognosis |
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