首页 | 本学科首页   官方微博 | 高级检索  
相似文献
 共查询到20条相似文献,搜索用时 31 毫秒
1.
We compared two groups of patients with idiopathic epilepsy, 41 patients whose seizure frequency was not controlled by adequate therapy and 39 patients in good seizure control, in respect of hematology, kidney and liver function tests, serum IgG, IgA and IgM concentrations and drug concentrations. The only difference that emerged were in the serum immunoglobulins, which were raised in the drug refractory group, significantly (p<0.01) so in the case of IgG. Failure of seizure control did not depend on inadequacy of drug dose or of blood concentration. Although the serum Ig changes do not warrant the assumption of an immunological origin for drug resistance, they do suggest a useful research line.
Sommario La determinazione delle concentrazioni ematiche di farmaci antiepilettici ha permesso di ottenere il controllo delle crisi nella maggior parte dei pazienti. Ciò nonostante, nel 30% dei pazienti non si hanno risultati soddisfacenti. Sono state perciò studiate le possibili alterazioni biochimiche o farmacologiche che potrebbero essere alla base della mancata risposta alla terapia. Sono stati confrontati due gruppi di pazienti affetti da epilessia idiopatica: in 41 la frequenza delle crisi in tre anni non era cambiata nonostante una terapia adeguata (pazienti resistenti) mentre in 39 pazienti si aveva un buon controllo delle crisi. Sono stati eseguiti i seguenti esami: ematologici, tests di funzionalità epatica e renale, concentrazione serica della IgG, IgA e IgM. La concentrazione ematica dei farmaci è stata determinata con una tecnica immunochimica (EMIT). Nel caso di pazienti in cura con Carbamazepina, la valutazione dei livelli di farmaco libero e totale nel siero, è stata eseguita in cromatografia liquida. determinando anche la concentrazione della Carbamazepina 10, 11 epossido. è stato notato che, per la maggior parte dei farmaci, non c'è differenza nella % di pazienti in range terapeutico tra i pazienti resistenti e i controlli: i livelli plasmatici di Fenobarbital sono maggiori del range terapeutico nel 25% dei resistenti e nel 15% dei controlli; i livelli plasmatici di Difenilidantoina sono nel range terapeutico nell' 16.7% dei resistenti e nel 50% dei controlli. La concentrazione delle immunoglobuline seriche è più alta nei pazienti resistenti e, in particolare, l'aumento delle IgG risulta statisticamente significativo (p<0.01). La mancata riduzione delle crisi nei nostri pazienti non è dovuta ad un inadeguato approccio terapeutico o ad una inadeguata concentrazione ematica dei farmaci; tuttavia l'alterazione osservata nella concentrazione serica delle IgG nei pazienti resistenti non è sufficiente per sostenere la causa della resistenza al farmaco su base immunologica.
  相似文献   

2.
Progressive myoclonus epilepsy (PME) without Lafora bodies, or Baltic myoclonus epilepsy, is characterized by stimulus-sensitive myoclonus, generalized tonic-clonic seizures, and an irregularly progressive course beginning between 6 and 15 years of age. The EEG displays spike-and-wave paroxysms with irregular dominant activity. Baltic myoclonus epilepsy is a single-gene disorder inherited in an autosomal recessive pattern. Early cases were reported from Estonia, and many are now found in Finland, suggesting that the gene frequency is increased in those sharing the Finno-Ugric linguistic base. The use of phenytoin should be avoided in this disorder since its continued administration alone or with other antiepileptic drugs is associated with intellectual and motor deterioration, aggressive behavior, increasing ataxia, and even death. Treatment with valproate and the concomitant elimination of phenytoin have been associated with marked improvement in most cases. Baltic myoclonus epilepsy must be distinguished from Lafora body PME, which is relentlessly progressive and invariably fatal, but can usually be differentiated on clinical grounds.
Sommario La mioclono epilessia progressiva (MEP) senza corpi di Lafora, detta anche mioclono epilessia baltica, è caratterizzata da un mioclono riflesso, da crisi tonico-cloniche e da una evoluzione irregolarmente progressiva che inizia dai 6 ai 15 anni. L'EEG mostra attività parossistiche a tipo di punte onda su di un'attività di fondo irregolare. La mioclono epilessia del baltico è una forma con ereditarietà monogenica di tipo autosomico recessiva. I primi casi sono stati descritti in Estonia, ed ora anche in Finlandia, ad indicare che la frequenza genica aumenta nella popolazione di lingua Finno-Ugrica. La dintoina non deve essere utilizzata in questa affezione, in quanto, in mono o politerapia, determina un peggioramento delle funzioni motorie ed intellettive, dell'aggressività e dell'atassia ed addirittura può avere effetti letali. In molti casi la progressiva sostituzione della dintoina con il Valproato ha determinato un significativo miglioramento. La mioclono epilessia baltica deve essere distinta — e lo si può fare anche in base ai dati clinici — dalla mioclono epilessia progressiva con corpi di Lafora, che ha una evoluzione progressiva e sempre fatale.
  相似文献   

3.
96 monotherapies with carbamazepine, phenytoin, phenobarbital and primidone were assessed in 42 patients with partial epilepsy. Those whose seizure frequency was reduced by 75% or more were considered to have improved. In 54 comparisons of monotherapies significant improvement in seizure frequency was achieved in only 16.7% of cases. Nonresponding patients showed practically no change across all comparisons according to the Fischer test.
Sommario In 42 pazienti con epilessia parziale, sono state analizzate un totale di 96 monoterapie con Carbamazepina, Fenitoina, Fenobarbital o Primidone. Sono stati considerati migliorati i pazienti che durante la seconda o terza monoterapie hanno presentato una riduzione delle crisi pari o maggiore al 75%. Tra i 54 confronti effettuati tra le varie monoterapie, solo una esigua percentuale, pari al 16.7% ha presentato un miglioramento significativo della frequenza delle crisi.Nei pazienti farmaco-resistenti, la frequenza delle crisi osservata confrontando le varie monoterapie con il test di Fischer è praticamente invariata.
  相似文献   

4.
A single-blind, placebo-controlled multicenter trial of vigabatrin was carried out in 101 epileptic patients (mostly with partial seizures) refractory to conventional therapy. The study design included four consecutive periods: (i) an observation phase (run-in), (ii) a placebo period, (iii) fixed-dosage add-on vigabatrin (2 g/day) and (iv) dose titration (up to a maximum of 4 g/day) to optimize clinical response. Each period lasted 8 weeks, except for the titration phase, which could be extended to 16 weeks. 90 patients completed the trial. Eleven dropped out, one patient developing absence status and 4 cases showing an increased seizure frequency. In the patients completing the trial, the median number of seizures/month decreased from 16 (inter-quartile range 8–34) during placebo to 5 (2–10) during the last 8 weeks on vigabatrin (p<0.0001). Both partial and generalized tonic clonic (mostly secondary) seizures were significantly reduced. A greater than 50% reduction in seizure frequency (compared to placebo) was observed in 60 patients. Sedation and weight gain were the most frequently reported adverse events.
Sommario Centouno pazienti affetti da epilessia farmaco-resistente (nella maggior parte dei casi con crisi parziali) sono stati inclusi in uno studio policentrico con vigabatrin somministrato in aggiunta alla terapia preesistente secondo un disegno sperimentale controllato in singolo cieco. Il protocollo prevedeva 4 fasi consecutive (osservazione basale, placebo, vigabatrin 2 g/die, vigabatrin a dose individualizzata in base alla risposta clinica, sino ad un massimo di 4 g/die), ciascuna della durata di 8 settimane ad eccezione della fase di ottimizzazione della posologia che poteva essere prolungata a 16 settimane. Novanta pazienti hanno completato lo studio, mentre 11 (tra cui 1 che ha presentato stato di piccolo male e 4 che hanno riferito un aumento della frequenza delle crisi) hanno interrotto il trattamento precocemente. Nei pazienti che hanno completato lo studio, la frequenza mensile delle crisi è diminuita da un valore mediano di 16 (range interquartile 8–34) durante placebo a 5 (2–10) durante l'ultima fase di trattamento con vigabatrin (p<0.0001). Sia le crisi parziali che le crisi generalizzate tonico-cloniche (per lo più secondariamente generalizzate) sono diminuite significativamente. Una riduzione delle crisi di oltre il 50% è stata osservata in 60 pazienti. Gli effetti collatterali più frequentemente osservati sono stati sedazione ed aumento ponderale.
  相似文献   

5.
150 children with Rolandic paroxysmal epilepsy (RPE) aged 3 to 12 years were followed up clinically and by EEG for 16 years. Antiepileptic drugs were administered initially for 2 years and then suspended for 6–12 months. Treatment was resumed in the 29 patients who had seizures during the drug-free interval and was maintained for a further 5 years.80.6% of all patients were in clinical remission after the 2-year treatment period. Some patients had seizures while on drugs, others during the drug-free interval. Seizure frequency declined with age. No seizures occured after the age of 14 or in the 8 years following final discontinuation of drug therapy. The need for prolonged drug treatment is therefore questioned.
Sommario 150 bambini affetti da Epilessia a Parossismi Rolandici, di età compresa tra i 3 e i 12 anni, sono stati tenuti sotto controllo clinico ed elettroencefalografico per un periodo di sedici anni.È stato effettuato un trattamento con farmaci antiepilettici per 2 anni. Dopo 6/12 mesi di wash-out farmacologico, in 29 pazienti che hanno manifestato crisi, la terapia farmacologica è stata ripristinata e mantenuta per 5 anni.Dopo i primi due anni di terapia, si è avuta una remissione clinica nell'80.6% dei casi. Alcuni pazienti hanno manifestato crisi durante l'assunzione della terapia, altri durante il periodo di wash-out. In ogni caso l'incidenza delle crisi diminuisce con il crescere dell'età dei pazienti. Al di sopra dei 14 anni non sono state registrate crisi, e l'osservazione durante gli otto anni successivi alla sospensione definitiva della terapia farmacologica non ha rivelato la comparsa di alcuna crisi.Viene quindi discussa la necessità di un trattamento farmacologico prolungato in corso di Epilessia a Parossismi Rolandici.
  相似文献   

6.
Paroxysmal choreoathetosis: An epileptic or non-epileptic disorder?   总被引:12,自引:0,他引:12  
The pathophysiology of paroxysmal kinesigenic choreoathetosis (PKC) is controversial. Some classify it as a non-epileptic movement disorder, others consider PKC as a form of reflex-epilepsy but postulate that the epileptogenic source is within basal ganglia rather than in the cortex. An extensive invasive longterm monitoring in a girl with PKC demonstrated a consistent ictal discharge arising focally from the supplementary sensory-motor cortex (SMC), with a concomitant discharge recorded from the ipsilateral caudate nucleus, without significant spread to other neocortical areas. An hypothesis is presented to explain how a focal discharge within the supplementary motor cortex, demonstrated for the first time to occur in a patient with PKC, might cause phenomenologies distinct from the habitual SMC seizures and strongly suggesting a basal ganglia semeiology.
Sommario La fisiopatologia della coreoatetosi parossistica kinesigenica (PKC) è controversa. Alcuni la classificano come un disturbo del movimento non epilettico, altri considerano la PKC come una forma di epilessia riflessa, ma ne postulano l'origine nei nuclei della base piuttosto che nella corteccia. Il monitoraggio prolungato con elettrodi intracranici in una ragazza con PKC ha dimostrato che la scarica critica inizia costantemente dall'area sensori-motoria supplementare, ma che una scarica concomitante è registrabile dal nucleo caudato ipsilaterale, senza significativa diffusione alle altre aree neocorticali. Viene presentata una ipotesi interpretativa di come una scarica focale nella corteccia motoria supplementare, dimostrata per la prima volta in un paziente con PKC, possa causare fenomenologie diverse da quelle delle tipiche crisi della SMC e che richiamano invece fortemente la semeiologia delle affezioni dei nuclei della base.
  相似文献   

7.
A 15-year-old, right-handed boy underwent video-EEG study as a first step in presurgical evaluation for a severe drug-resistant right temporo-central epilepsy. He was monitored while performing neuropsychological tests over a 67-minute period during which 23 brief seizures were recorded. Despite his right-handedness, both inter-ictal and ictal verbal performances were impaired. Analysis of the relationships between the characteristics of the EEG and the neuropsychological results revealed that a worsening in cognitive performances correlated with an increase in interictal abnormalities, particularly when subclinical paroxysms were present; that the cognitive tasks executed peri-ictally were correctly performed in almost 50% of the cases; and that the error rate was higher when a task was presented during or immediately after a seizure rather than before its onset. A Wada test, performed on the basis of the cognitive results, demonstrated right hemisphere dominance for language. Our observations underline the importance of neuropsychological testing in presurgical procedures, and suggest that it should be performed peri-ictally whenever possible.
Sommario Viene riportato il caso di un destrimane di 15 anni affetto da una grave epilessia farmaco-resistente centro-temporale destra e sottoposto a video-EEG come primo passo della valutazione prechirurgica. Durante il monitoraggio furono registrate 23 brevi crisi nell'arco di 67 minuti mentre eseguiva parte dell'indagine neuropsicologica. In intercritico e soprattutto in critico la prestazione del soggetto alle prove verbali è risultata deficitaria. Analizzando la relazione tra dati EEG e neuropsicologici abbiamo rilevato: — un peggioramento della prestazione cognitiva correlato ad un aumento delle anomalie intercritiche in particolare in presenza dei parossismi infraclinici; — che quando gli item erano eseguiti in percritico erano corretti circa il 50% delle volte; — un'alta incidenza di errori quando il compito era presentato durante o immediatamente dopo una crisi piuttosto che prima del suo inizio. Sulla base dei dati neuropsicologici è stato eseguito il test di Wada che ha dimostrato una dominanza emisferica destra per il linguaggio. Dalla nostra osservazione emergono l'importanza della valutazione neuropsicologica nell'approccio prechirurgico dell'epilessia e il suggerimento di utilizzarla in percritico quando possibile.
  相似文献   

8.
Two independently inbred strains of genetically epilepsy-prone rats (GEPRs) have been developed. GEPR-3s and GEPR-9s have moderate and severe degrees of seizure predisposition as well as expression, respectively. Seizure predisposition is a fundamental distinction between the normal and epileptic brain. Seizure predisposition in GEPRs and in humans with epilepsy includes spontaneous seizures and exaggerated seizure responsiveness and/or abnormally low thresholds to stimuli which also cause seizures in non-epileptic subjects. Activation of brainstem seizure circuitry by auditory input via the inferior colliculus causes electrographic and behavioral responses in GEPR-9s which replicates human generalized tonic/clonic seizures. Activation of brainstem seizure circuitry by input from forebrain seizure circuitry in GEPRs provides a newly discovered model of complex partial seizures with secondary generalization to tonic/clonic seizures. Thus, seizure predisposition in GEPRs offers a unique opportunity to study the human epilepsies that is not offered in studies of normal brain exposed to convulsant stimuli.
Sommario Due ceppi indipendenti di ratti geneticamente suscettibili ad epilessia (GEPRs) sono stati ottenuti mediante reincroci. GEPR-3s e GEPR-9s differiscono per il grado di predisposizione alle crisi della loro espressione rispettivamente moderato e importante. La predisposizione alle crisi stabilisce una distinzione fondamentale tra cervello normale ed epilettico. Sia nei GEPRs che nell'uomo la predisposizione alle crisi riguarda sia le crisi spontanee sia il grado di responsività o la soglia di risposta a stimoli che possono causare crisi anche in soggetti non epilettici. L'attivazione di circuiti epilettogeni del tronco da parte dell'input uditivo, attraverso il collicolo inferiore, provoca nei GEPR-9s risposte elettrografiche e comportamentali che riproducono le crisi generalizzate tonico-cloniche dell'uomo. L'attivazione dei circuiti epilettogeni del tronco da parte di circuiti epilettogeni proencefalici nei GEPRs rappresenta un modello recentemente individuato di crisi parziali complesse con generalizzazione secondaria a crisi tonico-cloniche. Per questi motivi la predisposizione epilettica nei GEPRs rappresenta una opportunità privilegiata per lo studio delle epilessie umane non riscontrabile in studi sul cervello normale esposto a stimoli epilettogeni.
  相似文献   

9.
Animal studies have significantly contributed to our understanding of epileptogenesis and action mechanisms of antiepileptic drugs. The relevance of animal models to human epilepsies depend on how faithfully they reproduce the clinical and EEG features of human forms. In principle the definition of animal model of epilepsies should be reserved to animals presenting with recurrent seizures, either spontaneous of experimentally induced, persisting over time. Therefore acute experimental procedures designed to induce seizure andin vitro preparations should be referred to as models of seizures and models of epileptogenic mechanisms respectively rather models of epilepsies. The adequacy of a given animal model to study basic mechanisms of epilepsies and/or drug efficacy depend on the type of information that the investigator want to draw from it.
Sommario Rilevanza dei modelli animali per le epilessie umane. Gli studi sperimentali sull'animale hanno significativamente contribuito a migliorare la nostra conoscenza della epilettogenesi e dei meccanismi d'azione dei farmaci antiepilettici. La rilevanza dei modelli animali per lo studio delle epilessie umane dipende dalla fedeltà con cui essi riproducono gli aspetti clinici ed EEG delle forme di epilessia umana. Di principio la definizione di modello animale di epilessia deve essere riservata ad animali che presentano crisi epilettiche spontanee, o sperimentalmente indotte, persistenti nel tempo. Perciò procedure sperimentali acute atte a indurre crisi e preparati in vitro devono essere definiti rispettivamente modelli di crisi e di meccanismi epilettogeni piuttosto che modelli di epilessie. L'adeguatezza di un determinato modello animale per studi di patogenesi e/o di efficacia dei farmaci dipende dal tipo di informazione che il ricercatore si propone di ottenere.
  相似文献   

10.
The frequency of the two tau-fractions in isoelectric focusing examination of cerebrospinal fluid proteins has been studied in 674 neurological patients. The double tau-fraction was found in 151 patients (22.4%); this finding was not characteristically associated with any particular disease, but its frequency was high in hereditary diseases (13 cases out of 30; 43.3%), mainly Charcot-Marie-Tooth's disease.
Sommario La frequenza della comparsa di una frazione tau sdoppiata in due bande all'esame delle proteine del liquido cerebrospinale con isoelettofocalizzazione è stata studiata in un gruppo di 674 malati neurologici. Tale reperto è stato riscontrato in 151 casi (22,4%); non è risultato caratteristicamente associabile a una qualche singola entità morbosa ma è apparso significativamente più frequente nel gruppo dei pazienti con affezioni eredo-degenerative (13 casi su 30; 43,3%), ed in particolare, con malattia di Charcot-Marie-Tooth.
  相似文献   

11.
A multicenter prospective investigation was conducted in 17 teaching and general hospital in Italy to assess the efficacy of the care delivered to previously untreated patients with epilepsy. 175 cases were included and allocated to monotherapy. Only 112 cases completed the first year of follow-up. Of these, 59 (52.7%) were completely controlled and 53 (47.3%) had one or more seizure relapses. Controlied and uncontrolled patients were compared with respect to the main variables believed to influence non-responsiveness to standard therapy. The proportion of cases with relapses was significantly associated with the number of seizures reported before treatment was started. Selected seizure patterns (absences, myoclonic seizures) and prolonged disease duration were also reported more frequently among patients with recurrences. The implications of these findings are discussed with respect to drug response and prognosis of epilepsy.
Sommario Il presente studio consiste in una indagine prospettica multicentrica condotta in 17 centri ospedalieri italiani sulla efficacia del trattamento e sulla prognosi della malattia in pazienti con epilessia alla prima diagnosi. Dei 175 casi ammessi allo studio, 112 hanno completato il primo anno di osservazione. Di questi, 59 (52,7%) risultavano completamente controllati e 53 (47,3%) avevano presentato una o più crisi durante il follow-up. Le principali variabili ritenute responsabili di una insoddisfacente risposta al trattamento vennero quindi esaminate nei due gruppi. Il rischio di recidiva di crisi risultava significativamente correlato al numero di crisi presentate prima del trattamento. Inoltre, i pazienti con crisi nel follow-up presentavano una maggior durata di malattia o specifici tipi di crisi (assenze, crisi miocloniche). Il significato di tali dati è discusso in riferimento alle modalità di trattamento e agli altri fattori implicati nella prognosi dell'epilessia.
  相似文献   

12.
Two methods of inducing convulsions were used in male Swiss albino mice of different ages: exposure to hyperbaric oxygen and pentylenetetrazole treatment. Hyperbaric oxygen proved to be a valid model of experimental epilepsy with an age-dependent trend. The youngest mice presented a much longer convulsion latency time than the adult mice but the curve of distribution of latency time versus age showed progressively increasing sensitivity. Pentylenetetrazole induced convulsions, apart from the youngest subgroup, without variations by age. Hyperbaric oxygen convulsions provide an interesting model for the study not only of the neurochemistry of convulsions but also of the membrane changes that occur in the course of cerebral maturation and aging.
Sommario Due diversi metodi di indurre la convulsità sono utilizzati in un gruppo di topi albino Swiss di sesso maschile, di differenti età di vita: la esposizione all'ossigeno iperbarico e il trattamento con pentilentetrazolo. L'ossigeno iperbarico si dimostra in grado di costituire un modello valido di epilessia sperimentale con modalità dipendenti dall'età dell'animale. I topi più giovani presentano una latenza nel tempo di convulsività maggiore rispetto ai topi adulti, con un andamento della distribuzione dei tempi rispetto all'età che segue una curva di tipo iperbolico. Il pentilentetrazolo agisce come convulsivante con modalità identiche nei gruppi di animali di diverse età. Il modello di convulsività da ossigeno iperbarico ci sembra pertanto interessante non soltanto per lo studio della neurochimica del fenomeno convulsivo ma anche come possibile schema di indagine dei fenomeni biochimici e delle modificazioni di membrana che si verificano nel corso della maturazione e dell'invecchiamento cerebrale.
  相似文献   

13.
After introducing the problem of blepharospasm, we report our experience on treatment with purified botulinum A toxin in 16 cases of blepharospasm, symptomatic in two and essential in 14, than had not responded to drugs. The changes in intensity and frequency of spasm after treatment were evaluated on a clinical scale and by review of videotapes. The beneficial effect appeared within a week in most patients, lasting from 6 to 28 weeks (mean 13), and reached the maximum at the third-seventh week. Mild spasms and female patients responded better. Repeated injections were followed by better response to the drug. Complications, exclusively local, were represented by transient corneal exposure, ptosis, lacrimation or diplopia.
Sommario Dopo una breve introduzione sul problema del blefarospasmo, gli autori riportano la loro esperienza nel trattamento con tossina botulinica purificata di 16 casi di questo disturbo, sintomatico in due ed essenziale in quattordici. Le modificazioni di intensità e di frequenza degli spasmi palpebrali sono state valutate su una scala clinica e con la revisione delle videoregistrazioni effettuate prima del trattamento e a distanza di unodue mesi. La maggior parte dei pazienti ha riportato un miglioramento dopo 3–10 giorni dalla inoculazione. Tale miglioramento ha avuto una durata variabile da 6 a 28 settimane, con una media di 13, ed un massimo tra la 3a e la 7a settimana. Gli spasmi moderati ed i soggetti di sesso femminile hanno avuto una risposta migliore. La ripetizione delle somministrazioni della tossina si è accompagnata ad un miglioramento più marcato della sintomatologia. Le complicazioni del trattamento, unicamente locali, sono consistite in insufficiente chiusura della rima palpebrale, lacrimazione, ptosi e diplopia transitori.
  相似文献   

14.
The state of the art for models of generalized seizures in animals is satisfactory, but improvable for what concerns primary generalized seizures of Petit-Mal type. Other models of secondary generalized seizures are available allowing acceptable ways of studying some mechanisms of epileptogenesis, and/or screening potentials new AEDs. For other forms of seizures such as amyotonic fits, there are no models. By and large, models of epilepsy are lagging behind models of seizures as most of the former when reproduced in the laboratory are short lived. Spontaneously occurring epilepsies in cats should be studied more widely as they may provide a wide variety of epileptic conditions not dissimilar from the ones seen in humans. Overall, models of seizures and epilepsies are more advanced than the models of most neuropsychiatric conditions.
Sommario I modelli animali di crisi epilettiche generalizzate sono attualmente soddisfacenti seppur migliorabili per quanto concernono le crisi generalizzate primarie a tipo piccolo male. Vi sono altresì modelli di crisi secondariamente generalizzate che permettono lo studio di alcuni dei meccanismi di base del processo epilettogenico e/o che possono servire per vagliare l'efficacia di potenziali nuovi farmaci. Per altre forme di crisi quali, ad esempio, gli attacchi amiotonici, non esistono modelli. In genere, i modelli di epilessia sono meno siddisfacenti dei modelli delle crisi epilettiche, soprattutto perché i primi non riproducono la cronicità della condizione umana. Le epilessie spontanee osservate nei gatti domestici meritano uno studio più attento in quanto riproducono una grande varietà delle epilessie tipiche dell'uomo. Tutto sommato la modellistica sia di crisi che di sindromi epilettiche è ad uno stato più avanzato di quella della più parte delle patologie neuropsichiatriche eccezion fatta per il morbo di Parkinson.
  相似文献   

15.
Sommario I risultati terapeutici di guarigioni o miglioramenti sostanziali ottenuti su 2124 casi di cefalee primarie (emicrania con aura, emicrania senza aura, cefalea a grappolo, emicrania cronica parossistica, cefalee di tipo tensivo) con la chirurgia funzionale morfocorrettiva e decompressiva neurovascolare della rino-base cranica (Bonaccorsi, Novak, Blondiau, Bisschop, Hoover, Clerico) impongono ormai una revisione del classico capitolo delle “cefalee rinogene”. Vi devono infatti essere comprese tutte quelle cefalee “apparentemente primarie” che invece hanno un'etiopatogenesi centro-periferica per una documentata (TC) ridotta volumetria delle “camere etmoidosfenoidali sottocribrose” ai fini emoangiocinetici della circolazione anastomotica endo-esocranica di questo distretto. Circolazione che costituisce “un'unità funzionale” per la continuità dei circuiti vascolari e trigemino-vegetativi rino-oftalmo-encefalici (Hannerz, Hardebo, Moskowitz). Tali anomalie morfologiche delle strutture osteo-vasculo-mucose della rino-base cranica acquistano significato fisiopatologico di “trigger neuroangioematochimico” solo nei pazienti con “bassa soglia dolorifica ed elevata capacità integrativa centrale” modulata e temporizzata dai bioritmi neurogeni. Viene descritta la chirurgia della rino-base cranica mediante l'intervento di “setto-etmoidosfenectomia decompressiva neurovascolare”, sia conservativo che radicale sino al III grado monolaterale con deafferentazione trigemino-vegetativa selettiva che permette di salvare l'olfatto e di risolvere anche il dolore controlaterale decomprimendo il circolo ed eliminando la stasi anche dal lato opposto. Inoltre, viene sottolineato che la sintomatologia neurologica deficitaria od irritativa centrale (aura visiva, paresi sensitivo-motoria, epilessia) scompare dopo l'eliminazione chirurgica del “trigger rinogeno periferico”. Ciò evidenzia un nesso di causa-effetto che è l'interdipendenza funzionale centro-periferica, se pur inserita nel terreno costituzionale biochimico, neuroendocrino, neuro-trasmettitoriale emicranico controllato dai bioritmi vegetativi, disnocicettivi e psichici. I risultati chirurgici sono dell'88% di guarigioni o sostanziali miglioramenti con un follow up annuale dal 1964 al 1994 su un campione di 1000 pazienti su un totale di pazienti operati di 2124.   相似文献   

16.
Clinically, neonatal hypoxic encephalopathy is commonly associated with seizure activity. Here we describe a rodent model of cerebral hypoxia in which there is are age dependent effects of hypoxia, with hypoxia inducing seizure activity in the immature rat, but not in the adult. Global hypoxia (3–4% O2) induced acute seizure activity during a window of development between postnatal day (P5–17), peaking at P10–12. Animals which had been rendered hypoxic between P10–12 had long term decreases in seizure threshold, while animals exposed at younger (P5) or older (P60) ages did not. Antagonists of excitatory amino acid (EAA) transmission appear to be superior to benzodiazepines in suppressing the acute and long term effects of perinatal hypoxia, suggesting involvement of the EAA system in these phenomena. No significant histologic damage occurs in this model, suggesting that functional alterations take place in neurons when exposed to an hypoxic insult at a critical developmental stage. Future work is directed at evaluating molecular and cellular events underlying the permanent increase in seizure susceptibility produced by this model.
Sommario Nell'uomo l'encefalopatia ipossica del neonato è generalmente associata a crisi epilettiche. Qui descriviamo un modello di ipossia cerebrale nel roditore in cui gli effetti dell'ipossia sono età-dipendenti in quanto inducono crisi nel ratto immaturo ma non nell'adulto. L'ipossia globale (3–4% O2) è risultata indurre crisi in un periodo limitato dello sviluppo postnatale (P5–P17) con un picco di efficacia P10 e P12. Gli animali resi ipossici tra P10 e P12 manifestavano un abbassamento persistente della soglia convulsiva che era invece assente in quelli esposti all'ipossia in età precedente (P5) o successiva (P60). Gli antagonisti della trasmissione mediata dagli aminoacidi eccitatori (EAA) sono risultati più potenti delle benzodiazepine nel sopprimere sia gli effetti convulsivanti acuti che quelli persistenti da ipossia perinatale, cosa che porta a riferirli all'azione del sistema degli EAA. L'esame istologico non evidenzia significative alterazioni in accordo con l'idea che l'attività epilettogena dipenda da una alterazione funzionale indotta dall'ipossia in neuroni che si trovano in una fase critica di sviluppo. Gli ulteriori sviluppi di questo lavoro saranno indicizzati alla valutazione degli eventi molecolari e cellulari responsabili dell'aumento persistente di suscettibilità alle crisi che si verifica in questo modello.
  相似文献   

17.
The antiepileptic activity of the imidazole derivative denzimol has been evaluated in 10 patients with poorly controlled partial epilepsy by adding on the drug to the current therapy, in an open preliminary trial. A sustained drop in seizure frequency greater than 50% occurred in 5 patients. Although denzimol increased blood concentrations of carbamazepine, correlation analysis indicated that the improvement was more likely due to intrinsic properties of denzimol. No severe side effects were reported, although several patients experienced nausea and vomiting, which caused 2 patients to drop out.
Sommario L'attività antiepilettica del denzimol, derivato imidazolico, è stata preliminarmente valutata in un gruppo di 10 pazienti affetti da epilessia parziale scarsamente controllata dalle terapie convenzionali, secondo un disegno sperimentale aperto, “add-on”. In 5 pazienti vi è stata una riduzione della frequenza delle crisi superiore al 50% rispetto al valore pre-trattamento. Sebbene il denzimol tenda ad aumentare i tassi plasmatici della carbamazepina, l'analisi della correlazione ha dimostrato che il miglioramento è in larga misura dovuto a proprietà intrinseche del denzimol. Non sono stati evidenziati effetti collaterali di particolare rilevanza, anche se numerosi pazienti hanno presentato nausea e vomito, che in due casi hanno determinato la sospensione del farmaco.
  相似文献   

18.
In this study, we report the cases of five unrelated patients with Klinefelter's syndrome and seizures or EEG epileptiform abnomalities; the karyotype was 47,XXY in four, and 47,XXY/46,XX in one. They were aged 13–25 years and followed up both clinically and by means of EEG. Two of the patients had epilepsy, one had only one isolated generalized tonic-clonic seizure, one had febrile convulsions and one presented focal epileptiform EEG abnormalities without seizures. In two of the patients, it was possible to classify the epilepsy (childhood epilepsy with occipital paroxysms and cryptogenic or symptomatic generalized epilepsy). Although the electroclinical patterns appeared to be rather heterogeneous in our patients, it is possible to infer the relative good evolution of seizures in Klinefelter's syndrome.
Sommario In questo studio sono riportati 5 pazienti con sindrome di Klinefelter e crisi epilettiche o anomalie parossistiche all'EEG. In 4 soggetti il cariotipo era 47,XXY mentre in uno esso era 47,XXY/46,XX. L'età dei pazienti era compresa tra 13 e 25 anni; tutti sono stati seguiti nel tempo da un punto di vista clinico ed EEGrafico. Due pazienti erano affetti da epilessia, uno aveva presentato una crisi generalizzata tonico-clonica isolata, uno aveva presentato convulsioni febbrili e uno mostrava solo anomalie parossistiche focali all'EEG senza aver mai apparentemente presentato crisi. In due pazienti è stato possibile classificare l'epilessia (epilessia dell'infanzia a parossismi occipitali ed epilessia generalizzata criptogenetica o sintomatica). Sebbene il pattern elettroclinico nei nostri pazienti sembri piuttosto eterogeneo, è possibile inferire una certa benignità del quadro epilettologico nella sindrome di Klinefelter.
  相似文献   

19.
The effects of an oral entericcoated preparation (VAL 579 capsules) of sodium valproate (VPA) were compared with those of conventional oral and rectal preparations in 24 epileptic patients. Entericcoated capsules are useful for avoiding gastric intolerance to VPA. Plasma VPA level peaks after the enteric-coated form were later than after other forms. The bioavailability appeared to be the same for all the forms.
Sommario L'effetto di una preparazione orale gastroprotetta di valproato di sodio (VPA) (VAL 579 capsule) è stato paragonato a quello di preparazioni convenzionali orali e rettali in una popolazione di 24 pazienti con epilessia. L'impiego di preparazioni gastroprotette e rettali si è dimostrato utile nel prevenire i fenomeni di intolleranza gastrica del VPA. L'analisi dei livelli plasmatici di VPA ha dimostrato un ritardo nel raggiungimento delle concentrazioni massimali indotte dal preparato gastroprotetto rispetto alle altre formulazioni. Non si sono rilevate differenze tra le varie preparazioni in termini di biodisponibilità del VPA.
  相似文献   

20.
Ataxic hemiparesis (AH) is a clinical entity in which minimal pyramidal weakness is associated with same-sided motor ataxia. It may be caused by a lesion of the pons or of cerebrocerebellar and corticospinal fibers in other areas. Associated symptoms help in the clinical localization of a syndrome that has to be differentiated from lobar ataxias (frontal, parietal lobe), sensory ataxia accompanying spinal cord, corticospinal weakness and ataxic neuropathy. We report 3 cases of AH caused by a lesion in the contralateral cerebral cortex: 2 were cases of postictal seizure while the third patient had left ataxic hemiparesis, left focal motor seizures and cortical memory loss. All 3 patients recovered within 7 days. AH as a postictal phenomenon has not previously been reported.
Sommario L'emiparesi atassica è una entità clinica nella quale un ridotto deficit piramidale risulta associato ad atassia motoria dello stesso lato. Può essere causata da una lesione del ponte o delle fibre cerebro-cerebellari e cortico-spinali in altre aree del nevrasse. I sintomi associati aiutano alla localizzazione clinica e a differenziare questa forma dalle atassie lobari, sensitive e periferiche. Vengono riportati qui tre casi di emiparesi atassica da lesione della corteccia cerebrale controlaterale: due erano conseguenza di crisi convulsive postittali, mentre il terzo paziente aveva presentato fenomeni convulsivi limitati all'emisoma sinistro e presentava disturbi della memoria di tipo corticale. Tutti e tre i pazienti si sono ripresi in una settimana. Segnaliamo questi casi in quanto non sono mai stati riportati casi di emiparesi atassica in conseguenza di manifestazioni convulsive.
  相似文献   

设为首页 | 免责声明 | 关于勤云 | 加入收藏

Copyright©北京勤云科技发展有限公司  京ICP备09084417号