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1.
To test the claim that peculiar personality bias is detectable in multiple sclerosis (MS) we used the Szondi test to investigate the psychodynamic aspects of 110 MS patients in comparison with 200 healthy subjects. MS patients appeared to have a greater need for love in a passive form than normal people, rigid defense mechanisms, difficulty in resolving their inner conflicts either by sublimation or by internalization of satisfactory new emotional experiences, feelings of autoaggressiveness, and many symptoms of depression. Some of these aspects correlate with the severity of the disease, others seem to date back to early childhood as peculiar personality patterns. An investigation of childhood events in 110 controls confirmed that MS patients had had many more unhappy experiences in childhood than might commonly be expected. Further, the oft-reported psychiatric troubles preceding MS clinical onset suggest that at least in some MS patients there are specific gaps in personality structure dating back to early phases of their development
Sommario Con lo scopo di verificare se esistono delle peculiarità psicologiche nei pazienti con sclerosi multipla (SM), sono stati sottoposti al test di Szondi 110 casi con diagnosi certa e i risultati sono stati analizzati in rapporto a quelli di 200 persone sane di controllo. Nei soggetti con SM sono stati riscontrati un bisogno affettivo passivo più elevato che nei normali, meccanismi di difesa rigidi, difficoltà a tirarsi fuori dai propri conflitti intrapsichici sia attraverso la sublimazione che mediante la introiezione di nuove esperienze affettive, sentimenti autoaggressivi e una forte componente depressiva. Alcuni di questi aspetti sono risultati correlabili con la gravità della malattia, altri invece sono apparsi indipendenti e, dato che i soggetti con SM avevano avuto più esperienze frustranti nella prima infanzia rispetto alle persone di controllo, potrebbero essere indizio di screzi particolari della personalità. Ciò darebbe tra l'altro ragione delle reazioni psicopatologiche che spesso precedono o accompagnano la manifestazione clinica della malattia.
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2.
In this paper we report Italian data on X-linked adrenoleukodystrophy (ALD) collected from 1985 to 1997. This disease appears to be the most common of the peroxisomal disorders and is associated with a functional defect of the peroxisomal very long chain fatty acid (VLCFA) oxidation. In Italy 117 cases have been recognized, but many cases may be unrecognized due to the heterogeneous clinical manifestations that vary from mild to very severe forms. To control the devastating course of this disease two therapeutic approaches are under evaluation: bone marrow transplantation (BMT) and dietary treatment based on a mixture of glyceroyl trioleate (GTO) and glyceroyl trierucate (GTE). Our experience of 68 subjects submitted to dietary treatment shows that almost all patients with signs of cerebral involvement at the beginning of treatment worsened or died, patients with the milder form, adrenomyeloneuropathy (AMN), remained stable, while 4 of the 15 presymptomatic subjects developed neurological signs of the disease. In recent years a more accurate selection of patients and donors for BMT has given favourable results, but some strict criteria should be respected.
Sommario In questo articolo sono riportati i dati riguardanti una casistica di pazienti affetti da adrenoleucodistrofia raccolti net periodo 1985–1997. Questo è il più frequente dei disordini perossisomiali ed è associato ad un difetto funzionale dell'ossidazione degli acidi grassi a lunga catena (VLCFA). In Italia sono stati identificati 117 casi, ma molti soggetti potrebbero essere sfuggiti alla diagnosi a causa dell'eterogeneita delle manifestazioni cliniche che possono essere lievi o estremamente gravi. Due differenti approcci terapeutici sono in corso di studio: il trapianto di midollo osseo e un trattamento dietetico costituito da una miscela di trioleato e trierucato. La nostra esperienza in 68 soggetti sottoposti al trattamento dietetico mostra che quasi tutti i pazienti con evidenti segni cerebrali al momento dell'inizio del trattamento sono peggiorati o deceduti, i pazienti con la forma piu lieve, l'adrenomieloneuropatia, rimangono in condizioni stabili, mentre 4 dei 15 soggetti presintomatici hanno sviluppato i segni neurologici della malattia. Per quanto riguarda i risultati ottenuti con il trapianto di midollo, si osserva the la piú accurata selezione dei pazienti e dei donatori attuata in questi ultimi anni ha permesso di ottenere risultati incoraggianti con questo tentativo terapeutico.
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3.
We discuss the most important current problems relative to the recording procedures and methods of analysis, using inter alia spatio/temporal topographic maps, of some cognitive event-related potentials (CNV complex etc.) in normal and pathological conditions. After these initial premises of neurocognitive electrophysiology, we summarize the results for 8 patients in whom we examined the effects on CNV activity formation of surgical or spontaneous bihemispheric deafferentation of prefrontal/premotor cortical associative areas. These observations bear out the hypothesis that the bidirectional homohemispheric long and short distance pathways connecting associative parieto-temporal and occipital cortical areas to the prefrontal ones, play an important role in the genesis of the long-latency cognitive event-related potentials.
Sommario Dopo breve disamina die più importanti problemi inerenti le complesse metodiche di registrazione/analisi anche mediante mappe spazio/temporali dei più noti potenziali cognitivi ed evento-correlati (ERP), gli AA ricordano che lo studio di questi eventi bioelettrici corticali e dei processi cognitivi che essi sottendono, si complica ulteriormente se vengono presi in esame le loro modificazioni in situazioni patologiche. Tutte queste difficoltà sono la causa principale della scarsa diffusione degli ERP in campo clinico. Altro problema è quello del numero adeguato di elettrodi da utilizzare nello studio degli ERP che si formano in modo simmetrico e sincrono su estese aree corticali omologhe di entrambi gli emisferi cerebrali. Alcuni esempi illustrano questi aspetti. Gli AA. sintetizzano poi i risultati ottenuti in 8 pazienti in cui si sono esaminati gli effetti sulla formazione di varie componenti della CNV della deafferentazione chirurgica o spontanea delle aree corticali associative prefrontali da interruzione delle vie bidirezionali talamo-frontali. Queste osservazioni confermerebbero l'ipotesi che nella genesi degli ERP giocano un ruolo di fondamentale importanza le vie bidirezionali omoemisferiche che connettono le aree corticali associative parieto-temporo-occipitali con quelle prefrontali.
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4.
Sensory symptoms have been reported in 40–60% of patiens with Parkinson's disease, and in at least 10% of patients these symptoms precede the onset of the motor disorder. The pathophysiology of these symptoms remains unknown. Diminished brain serotonin concentration has been reported to be associated with sensory symptoms. Serotonin metabolism is regulated by pineal melatonin. The secretory activity of the pineal gland may be diminished in Parkinson's disease. In experimental animals pineal melatonin has been shown to exert analgesic effects by interacting with opiate receptors. In addition, since opioid peptides mediate the analgesic effects of melatonin, decreased opioid peptide functions in Parkinson's disease may be associated with disruption of the “fine-tuning” pain modulatory functions of melatonin and possibly indirectly facilitate the emergence of sensory symptoms.
Sommario Nel 40–60% dei pazienti affetti da morbo di Parkinson sono stati descritti sintomi sensoriali e nel 10% di essi questi sintomi precedono l'inizio dei disturbi motori. La patofisiologia di questi sintomi è, per ora, sconosciuta. è stata però descritta una diminuzione della concentrazione della serotonina cerebrale associata ai sintomi sensoriali. Il metabolismo della serotonina è regolato dalla melatonina pineale: perciò l'attività secernente della ghiandola pineale può essere diminuita nel morbo di Parkinson. Nelle esperienze sugli animali la melatonina pineale risulta esercitare un'azione analgesica in quanto interagisce coi recettori oppioidi. Inoltre, piché i peptidi oppioidi mediano gli effetti analgesici della melatonina, la riduzione degli effetti dei peptidi oppioidi nel morbo di Parkison può essere associato colla scomparsa delle funzioni modulatorie della melatonina sul dolore e ciò può facilitare indirettamente la comparsa di sintomi sensoriali.
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5.
Repeated neurophysiological investigations over a six year period are reported in two children with histologically proven Alexander's leucodystrophy. The EEG alterations were already detectable at an early stage of the disease with subsequent progressive deterioration in both cases. There was no definite abnormality in the ERG-VEP studies which were only carried out in the younger patient. The EEG features in the course of the illness are different from those seen in most of the identified genetically determined neurometabolic diseases as well as in the group of so-called leucodystrophies of similar age groups. However, the EEG-ERG-VEP features are not sufficiently characteristic to be diagnostic.
Sommario Vengono riportati gli esami neurofisiologici, ripetuti nell'arco di sei anni, in due bambini con leucodistrofia di Alexander confermata istologicamente. Le alterazioni EEG erano già evidenziabili ad uno stadio precoce della malattia, con susseguente progressivo deterioramento in entrambi i casi. Gli studi ERG-VEP, eseguiti soltanto nel bambino più piccolo, furono sempre nei limiti della norma. I segni EEG durante il corso della malattia sono diversi da quelli osservati nella maggioranza delle note malattie neurometaboliche geneticamente determinate, così com nel gruppo delle cosiddette leucodistrofie nello stesso gruppo di età. Tuttavia i segni EEG-ERG-VEP non sono sufficentemente caratteristici da essere diagnostici.
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6.
Rolandic paroxysmal epilepsy (RPE) is a useful model for investigating the complex links between epilepsy and cognitive dysfunction. 44 children with RPE who met the following (among other) criteria: negative CT scan, freedom from drug treatment, and IQ≥80, were assigned to three subgroups by side of EEG focus: left, right and bilateral. A neuropsychological bactery elicited small differences in cognitive performance between the whole group and the controls and among the subgroups, only partially correlated with EEG side. A follow-up assessmt showed that the short falls has disappeared along with the seizures and EEG anomalies, thus confirming the benign nature of RPE. Our findings suggest too that the mere presence of paroxysmal cortical activity is enough to trigger cognitive dysfunction.
Sammario L'epilessia parziale benigna dell'infanzia a parossismi rolandici (EPR) può costituire un utile modello di indagine delle complesse relazioni esistenti fra epilessia e disfunzioni cognitive. Nell'ambito di una popolazione globale di 107 pazienti con EPR sono stati selezionati 44 bambini in base a numerosi parametri tra cui la negatività della TC, l'assenza di trattamento farmacologico, un Q.I.≧80; sono stati quindi distinti tre gruppi in rapporto alla sede emisferica destra, sinistra o bilaterale del focolaio EE-Grafico. La somministrazione di una estesa batteria neuropsicologica ha evidenziato che i bambini con EPR, rispetto ai controlli, presentano lievi anomalie della sfera cognitiva, solo parzialmente correlabili con il lato EEGrafico. Una successiva osservazione longitudinale ha permesso di individuare 11 casi in cui le alterazioni cliniche e strumentali tipiche della EPR erano assenti da almeno 4 anni rispetto al periodo della valutazione neuropsicologica. In questa seconda fase dell'indagine i pazienti hanno mostrato perstazioni equivalenti a quelle dei controlli; le anomalie cognitive sembrano quindi transitorie così come si verifica per gli episodi critici e le alterazioni EEGrafiche. I risultati da una parte sembrano confermare che la EPR è una sindrome benigna anche per quanto riguarda gli aspetti cognitivi e comportamentali, dall'altra suggeriscono che la pre quanto riguarda gli aspetti cognitivi e comportamentali, dall'altra suggeriscono che la presenza di una attività parossistica corticale può essere sufficiente da sola a determinare anomalie del funzionamento dei processi cognitivi.
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7.
The role of thymectomy in the management of myasthenia gravis is reviewed in the light of the published data and of a personal series. The patients in whom the operation is most successful are non thymomatous patients aged between 10 and 40 years with an MG history of less than 3 years. There is no sex prevalence. Lasting improvement may be expected. There are no proven correlations between biological indices like the germinal centers in the thymus and/or AChR antibody titers and the postoperative course of the disease. Complete removal of the thymus seems to be crucial and hence the transsternal approach is preferred. The operation, less effective in patients with thymona than in those with an active thymus, is nonetheless necessary to in these patients prevent putative damage to surrounding organs from thymona infiltration. Why thymectomy should be effective in patients with an active thymus and not in those with a thymona may be revealed by in vitro studies of the interactions between thymic cells and peripheral B cells, now in progress.
Sommario Viene rivisto alla luce dei dati della letteratura e della casistica personale il ruolo della timectomia nella terapia della miastenia. Dei pazienti non portatori di timoma i migliori risultati si ottengono in quelli di età fra i 10 e i 40 anni con una durata della malattia minore di tre anni. Non vi è prevalenza di sesso. Ci si può attendere un miglioramento duraturo. Non vi sono prove di una correlazione tra gli indici biologici germinativi quali i centri germinali nel timo e o il titolo degli anticorpi contro i ricettori acetilcolinici e il decorso post-operatorio della malattia. É fondamentale la completa asportazione del timo e perciò è preferibile la scelta della tecnica di approccio transternale. Nei pazienti con timoma la timectomia è meno efficace ma l'intervento è necessario per evitare danni derivanti dall'infiltrazione del timoma sugli organi circostanti. Il perché della efficacia della timectomia nei pazienti con un timo attivo ma non in quelli con timoma potrà essere chiarito dagli studi in vitro sulle interazioni tra cellule timiche e quelle periferiche B, studi che sono ormai in stadio avanzato.
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8.
6 patients with severe chronic progressive multiple sclerosis were subjected to total lymphoid irradiation (TLI) to assess clinical efficacy and side effects. During a 4 year follow-up the disability progression was continuous. Side effects during TLI were well tolerated; side effects after TLI brought about a worsening of the quality of life. One patient died of pneumonia. In this preliminary study TLI did not reduce the worsening of disability in MS patients.
Sommario Sei pazienti affetti da Sclerosi Multipla cronico-progressiva sono stati sottoposti ad irradiazione linfonodale totale (TLI) per valutarne l'efficacia clinica e gli effetti collaterali. Durante i quattro anni di follow-up vi è stata una continua progressione della invalidità. Gli effetti collaterali durante la irradiazione sono stati ben tollerati, mentre quelli verificatisi durante il follow-up hanno condotto i pazienti a un peggioramento della qualità di vita. Un paziente è deceduto per una polmonite. In questo studio preliminare la LTI non si è dimostrata efficace nel controllare la progressione della invalidità.
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9.
Studies of short and long-term changes in regional metabolism, blood flow, gene expression (including immediate early genes and genes for neurotrophic factors), sprouting and cell death following seizures are pivotal to an under-standing of the neural networks responsible for the generation of seizures. At the same time, this information forms a basis for understanding the pathophysiology associated with chronic, recurrent seizures. Systemic chemoconvulsant seizure models, produced by systemically administered chemoconvulsant agents, although convenient, are plagued with difficulties which confound the interpretation of their effects on the nervous system. These difficulties include widespread direct cellular and physiological effects of the chemoconvulsant drugs, most of which are independent of seizures. In addition, numerous physiological changes occur as a secondary consequence of, or ancillary to, seizures, and it can be especially difficult to separate these effects from the direct effects of the propagated seizure discharge itself. Some of these difficulties can be overcome by the use of focally-evoked seizure models. Such models avoid the diffuse presence of drug throughout the CNS and thereby eliminate most of the direct cellular and physiologic actions of the drug apart from seizure-induction. Large regions of the brain distant from the focal site of drug application then can be examined for molecular, structural and physiologic changes uncomplicated by the presence of drug. Moreover, different focal sites of drug application can be compared to evaluate the specificity of the molecular changes to the neural network engaged in the seizure discharge. For example, limbic seizures, evoked by chemoconvulsant application into area tempestas, can be compared with brainstem convulsions evoked by chemoconvulsant application into inferior colliculus. Studies using focal drug application have also been successful in producing distant damage following status epilepticus and in demonstrating distant neuroprotection. The importance of identifying seizure-specific pathophysiological alterations is discussed in the context of focal vs. systemic chemoconvulsant seizure models.
Sommario Studi su modificazioni a breve e lungo termine del metabolismo regionale, del flusso, della espressione genica, dei fenomeni degenerativi e rigenerativi conseguenti alle crisi forniscono informazioni cruciali per la comprensione dei meccanismi neuronali responsabili della generazione delle crisi. Modelli sperimentali prodotti dalla somministrazione sistemica di agenti chimici convulsivanti, benché utili danno risultati di difficile interpretazione. Le difficoltà interpretative derivano dai molti effetti cellulari e fisiologici dei farmaci convulsivanti che sono indipendenti dalle crisi. Inoltre numerosi effetti fisiologici secondari o collaterali alle crisi sono difficilmente discriminabili da quelli direttamente dipendenti dalla scarica critica. Alcune di queste difficoltà possono essere superate dall'uso di modelli di crisi focali, nei quali l'effetto epilettogeno diretto delle sostanze impiegate non è contaminato dagli effetti generali. In questo modo le modificazioni molecolari, strutturali e fisiologiche che si verificano in regioni lontane dalla zona di applicazione del farmaco possono essere studiate senza l'interferenza dei suoi effetti diretti. Per di più in questi modelli lo studio comparativo delle diverse zone di applicazione dell'agente epilettogeno permette di valutare la specificità delle modificazioni molecolari in rapporto all'aggregato neuronale generatore della scarica critica. Ad esempio crisi limbiche evocate da applicazione di chemoconvulsivanti nell'area tempestas possono essere studiate comparativamente con convulsioni troncoencefaliche da somministrazione di chemoconvulsivanti nel collicolo inferiore. L'applicazione locale di farmaci si è dimostrata in grado di indurre danni a distanza conseguenti a stato epilettico e ha rivelato l'esistenza di neuroprotezione a distanza. L'importanza dell'identificazione di alterazioni epilettogene specifiche per tipo di crisi viene discussa nel contesto di modelli di crisi epilettiche indotte da somministrazione focale o generalizzata di chemoconvulsivanti.
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10.
The diagnostic value of the EEG in Creutzfeldt-Jakob disease is based not only on the presence of a typical pattern of periodic discharges but also on the appearance of cyclic changes in the EEG. The pattern of the cyclic EEG changes was analysed in 9 patients with Creutzfeldt-Jakob disease. The changes appear when the level of wakefulness is reduced. The alternating pattern rate increases as the disease progresses and accounts for as much as 100 per cent of the tracing when the patient is in coma. During the cyclic changes the cardiorespiratory rate is always higher in phase A than in phase B. Hypertonic fits and most myoclonic jerks are present only in the A-phase, whereas partial myoclonus and fasciculations are present in both phases. The cyclic change pattern in Creutzfeldt-Jakob disease reveals a progressive, serious involvement of the waking system.
Sommario Il contributo diagnostico dell'elettroencefalografia nella malattia di Creutzfeldt-Jakob è fornito non solo dalla presenza di un pattern caratteristico con anomalie pseudoperiodiche, ma anche dalla comparsa di modificazioni cicliche del tracciato. La comparsa delle modificazioni cicliche in 9 pazienti affetti da malattia di Creutzfeldt-Jakob è precoce nel corso della fase di stato della malattia e si manifesta in coincidenza di un abbassamento del livello di vigilanza. La percentuale di questo tracciato alternante ciclico aumenta con il progredire della malattia fino a raggiungere il 100% alla instaurazione del coma. Nel tracciato alternante ciclico le frequenze cardiaca e respiratoria sono sempre più elevate durante la fase A rispetto alla B. Le crisi ipertoniche e la maggior parte delle miocloniche sono presenti solo durante la fase A, ma le mioclonie parziali e le fascicolazioni sono egualmente presenti nelle due fasi. Il comportamento delle alternanze cicliche nella malattia di Creutzfeldt-Jakob mostra che i sistemi di vigilanza vi sono applicati in modo severo e progressivo. Uno studio longitudinale di questi aspetti poligrafici si dimostra molto utile per sorvegliare l'evoluzione clinica della malattia di Creutzfelt-Jakob.
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11.
Brainstem auditory-evoked responses (BAER) and behavior audiometry were evaluated on 18 patients with Friedreich ataxia. Behavior audiometry showed a normal pure tone test, normal performance intensity and phonetically balanced functions in all patients. BAER were abnormal in all patients. The data obtained show a good correlation between BAER and clinical picture and suggest that BAER could be useful in monitoring the clinical condition of FA patients.
Sommario In 18 pazienti con atassia spinocerebellare di Friedreich sono stati valutati i potenziali evocati acustici del tronco (PEAT) e le audiometrie comportamentale. L'audiometria comportamentale ha dimostrato in tutti i pazienti: a) normale test audiometrico tonale liminare; b) normale risposta per la intensità di stimolo usata; c) normale risposta al test delle parole foneticamente bilanciate. I PEAT sono risultati peraltro anormali in tutti i pazienti. I dati ottenuti sono in favore di una correlazione positiva tra stadio clinico della malattia e grado di alterazione dei PEAT, suggerendo che i PEAT possono essere utilizzati nel monitoraggio della condizione clinica dei pazienti con atassia di Friedreich.
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12.
A multimodal electrophysiological study, including median nerve somatosensory evoked potentials (SSEPs), motor cortical stimulation (CS) and brainstem evoked potentials (BAEPs), was performed on 34 patients with hereditary ataxias (HAs): 15 with Friedreich's disease (FD), 10 with early onset cerebellar ataxia (EOCA), and 9 with autosomal dominant cerebellar ataxia (ADCA). A higher incidence of abnormal central motor conduction was observed in FD than in EOCA patients, but was never observed in ADCA. A relationship between central motor conduction abnormalities and disease duration and clinical impairment was found only in FD patients. All FD patients showed severe impairment of the SSEPs that was not related to disease duration. In EOCA patients, less frequent and more variable SSEP abnormalities were observed. The lowest incidence of central SSEP abnormalities was observed in ADCA. The BAEP findings in all 3 groups of patients (but particularly those with EOCA) suggest prevalent brainstem damage.
Sommario Abbiamo sottoposto 34 pazienti affetti da varie forme di eredoatassia [15 con atassia di Friedreich (FD), 10 con atassia cerebellare ad esordio precoce con conservazione dei riflessi (EOCA) e 9 con atassia cerebellare dominante (ADCA)] a stimolazione della corteccia motoria (CS), potenziali evocati somatosensoriali (SSEPs) ed acustici (BAEPs). La via motoria centrale è risultata maggiormente compromessa nei pazienti con FD rispetto a quelli con EOCA mentre nei pazienti con ADCA non è risultata mai coinvolta; le alterazioni osservate sono risultate correlate con la durata e con la gravità della malattia solo nei pazienti con FD. I SSEPs, risultati gravemente compromessi in tutti i pazienti con FD, non presentavano alcuna correlazione con la gravità della malattia. L'incidenza e la gravità delle alterazioni dei SSEPs nei pazienti con EOCA e ADCA è risultata inferiore rispetto a quelli con FD. I BAEPs sono risultati frequentemente alterati nei 3 gruppi di pazienti con una maggiore percentuale negli EOCA.
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13.
Neuronal ceroid lipofuscinoses (NCLs) are among the most common neurodegenerative diseases in childhood but rarely present in adulthood. The main symptoms are psychomotor deterioration, visual failure, epilepsy and motor disturbances. The NCLs are morphologically characterized by the accumulation of lipopigments within numerous cell types and loss of neurons. Pathogenesis is unknown. The current clinical classification recognizes six classic types of NCL and several atypical forms. Electrophysiological and neuroradiological findings may be of diagnostic significance, but disease recognition rests on the demonstration of a typical ultrastructural pattern. Genetic studies have demonstrated that several different genetic loci are involved in the pathogenesis of NCL, but the molecular mechanisms underlying neuronal death and lipopigment accumulation are not understood.
Sommario Le ceroido lipofuscinosi neuronali (NCL) sono tra le encefalopatie progressive più freguenti nell'infanzia ed interessano, seppure più raramente, l'adulto. Clinicamente sono caratterizzate da demenza, deficit visivo, epilessia e disturbi motori. Gli aspetti patologici specifici sono rappresentati da degenerazione neuronale ed accumulo lisosomiale di lipopigmento in differenti tipi cellulari. Il difetto biochimico della malattia non e noto. La classificazione delle NCL, basata su criteri clinici, distingue sei forme classiche ed altre forme atipiche. L'elettrofisiologia e la neuroradiologia sono di importante ausilio diagnostico, ma la diagnosi si fonda sull'identificazione dell'accumulo di lipopigmento the presenta pattern ultrastrutturali specifici. Differenti difetti genetici sono stati dimostrati in diverse forme cliniche, ma il meccanismo patogenetico molecolare rimane ancora da chiarire.
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14.
A longitudinal electroencephalographic study of 100 patients suffering from acute leukaemia is reported. An high incidence of EEG abnormalities indicates the central nervous system involvement with no clinical manifestations. The patients have been divided in two groups: A) with normal EEG and B) with pathological EEG at the first clinical examination. The results suggest that not only this illness (cerebro-meningeal localisation) but many causes (metabolic, toxic or microcirculatory disturbances) can produce the abnormalities. Moreover therapy may cause CNS disturbances with EEG evidence. The most damaging seems to be the simultaneous association of radiation therapy and methotrexate.
Sommario Viene riportato uno studio longitudinale su 100 pazienti sofferenti per una leucosi acuta. L'elevata incidenza di alterazioni EEG osservata indica il frequente interessamento del SNC in questa malattia in assenza di segni clinici. I malati sono stati divisi in due gruppi: A) con EEG normale e B) con EEG patologici alla prima osservazione clinica. I risultati dimostrano che non solo la malattia, attraverso delle eventuali localizzazioni cerebromeningee, ma molte cause, quali i disturbi metabolici, possono essere responsabili delle alterazioni. La terapia comunque provoca dei disturbi a carico del SNC con delle manifestazioni eeg. L'associazione contemporanea di terapia radiante e methotrexate sembra essere la maggiore responsabile.
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15.
Two patients suffering from seizures unresponsive to medical treatment underwent two-stage “central” commissurotomy. In one patient anterior callosotomy was carried out first; in the other the surgical procedure was performed in the reverse order. The clinical, EEG, and neuropsychological features of the two patients are reported before the operation, between stage 1 and stage 2 of the procedure, and after completion of the commissurotomy. The surgical aspects of the two different procedures and the related clinical pictures are described in detail.
Sommario Due pazienti con crisi epilettiche resistenti alla terapia medica sono stati sottoposti a commissurotomia “centrale” in due tempi. In un paziente si è eseguito per prima la callosotomia anteriore; nell'altro la procedura chirurgica è stata eseguita in ordine inverso. Vengono riportati gli aspetti clinici, EEG e neuropsicologici dei due pazienti prima dell'intervento, tra il primo ed il secondo tempo dell'intervento e dopo il completamento della commissurotomia. Sono descritti in dettaglio gli aspetti chirurgici delle due diverse procedure ed i quadri clinici ad essi correlati.
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16.
After a review of the prognostic factors affecting the short-term outcome of completed stroke, the implications for the design of stroke treatment trials are discussed. These concern stratification variables, patients selection, sample size estimation, length of follow-up, and measures of outcome. Potential variables for stratification are 1) type of stroke (i.e. infarct or hemorrhage), 2) age of the patients, 3) level of consciousness, and 4) preceding hypertension and heart disease.
Sommario Dopo una revisione dei fattori che condizionano la prognosi a breve termine dell'ictus cerebrale, gli autori discutono le principali implicazioni di tali fattori per la progettazione di trials clinici controllati per questa malattia. Tali fattori condizionano la scelta delle variabili di stratificazione, del tipo di pazienti, delle dimensioni del campione, della lunghezza del periodo di follow-up e dei parametri di efficacia. Le variabili da considerare nella stratificazione sono: 1) il tipo di ictus cerebrale (cioè infarto o emorragia), 2) l'età del paziente, 3) il livello di coscienza e 4) la presenza nell'anamnesi di ipertensione arteriosa o di malattie cardiache.
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17.
The principal peripheral pharmacokinetic parameters of the levodopa/carbidopa association were investigated in 11 healthy volunteers and in 16 patients at various stages of Parkinson disease, with and without the on-off phenomenon. After oral administration of a standard dose of drug (levodopa 250 mg + carbidopa 25 mg) the peak plasma concentrations, peak onset time and area under the curve/time proved to be similar across the groups. There was no difference in peripheral pharmacokinetics of the association between parkinsonian patients with swings in response and those without.
Sommario I principali parametri farmacocinetici periferici della associazione levodopa/carbidopa sono stati studiati in 11 volontari sani ed in 16 pazienti affetti da morbo di Parkinson in differenti stadi di malattia, con e senza fluttuazioni delle performances motorie. Dopo somministrazione per via orale di una dose standard del farmaco (levodopa 250 mg., carbidopa 25 mg.), i valori della concentrazione plasmatica massima, del tempo di comparsa del picco e dell'area sotto la curva concentrazione/tempo sono risultati simili in tutti i gruppi esaminati. La farmacocinetica periferica dell'associazione levodopa/carbidopa non è risultata essere differente nei parkinsoniani che presentavano delle fluttuazioni delle performances motorie in confronto ai pazienti con stabile risposta clinica alla terapia.
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18.
30 subjects — 23 with amyotrophic lateral sclerosis (ALS), 4 with Charcot-Marie Tooth atrophy, 2 with progressive spinal muscle atrophy and 1 with radiation myelopathy —were given chronic low-dose TRH therapy. The effects of treatment were assessed on the scale of Norris et al. (1974). The outcome of the study, in agreement with some and at variance with other studies, was that TRH induced a statistically significant neurological improvement in 17 of the 23 ALS patients but little or none in the other ALS patients and in patients with other neurological diseases.
Sommario 30 soggetti di cui 23 affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica, 4 dalla malattia di Charcot-Marie-Tooth, 2 affetti da Amiotrofia Spinale Progressiva, 1 affetto, da una Mielopatia da Raggi X, sono stati sottoposti ad un trattamento cronico con basse dosi di TRH. Gli effetti della terapia sulle performances neurologiche sono stati valutati con la scala di Norris et al. (1974). I risultati dello studio, in parte in accordo, in parte in contrasto con quelli di precedenti studi, mostrano che il TRH induce un miglioramento, statisticamente significativo, delle performances neurologiche in 17 dei 23 pazienti con SLA mentre determina modificazioni insignificanti o nessuna modificazione nei restanti casi di SLA e nei soggetti affetti da altre malattie neurologiche.
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19.
We compared two groups of patients with idiopathic epilepsy, 41 patients whose seizure frequency was not controlled by adequate therapy and 39 patients in good seizure control, in respect of hematology, kidney and liver function tests, serum IgG, IgA and IgM concentrations and drug concentrations. The only difference that emerged were in the serum immunoglobulins, which were raised in the drug refractory group, significantly (p<0.01) so in the case of IgG. Failure of seizure control did not depend on inadequacy of drug dose or of blood concentration. Although the serum Ig changes do not warrant the assumption of an immunological origin for drug resistance, they do suggest a useful research line.
Sommario La determinazione delle concentrazioni ematiche di farmaci antiepilettici ha permesso di ottenere il controllo delle crisi nella maggior parte dei pazienti. Ciò nonostante, nel 30% dei pazienti non si hanno risultati soddisfacenti. Sono state perciò studiate le possibili alterazioni biochimiche o farmacologiche che potrebbero essere alla base della mancata risposta alla terapia. Sono stati confrontati due gruppi di pazienti affetti da epilessia idiopatica: in 41 la frequenza delle crisi in tre anni non era cambiata nonostante una terapia adeguata (pazienti resistenti) mentre in 39 pazienti si aveva un buon controllo delle crisi. Sono stati eseguiti i seguenti esami: ematologici, tests di funzionalità epatica e renale, concentrazione serica della IgG, IgA e IgM. La concentrazione ematica dei farmaci è stata determinata con una tecnica immunochimica (EMIT). Nel caso di pazienti in cura con Carbamazepina, la valutazione dei livelli di farmaco libero e totale nel siero, è stata eseguita in cromatografia liquida. determinando anche la concentrazione della Carbamazepina 10, 11 epossido. è stato notato che, per la maggior parte dei farmaci, non c'è differenza nella % di pazienti in range terapeutico tra i pazienti resistenti e i controlli: i livelli plasmatici di Fenobarbital sono maggiori del range terapeutico nel 25% dei resistenti e nel 15% dei controlli; i livelli plasmatici di Difenilidantoina sono nel range terapeutico nell' 16.7% dei resistenti e nel 50% dei controlli. La concentrazione delle immunoglobuline seriche è più alta nei pazienti resistenti e, in particolare, l'aumento delle IgG risulta statisticamente significativo (p<0.01). La mancata riduzione delle crisi nei nostri pazienti non è dovuta ad un inadeguato approccio terapeutico o ad una inadeguata concentrazione ematica dei farmaci; tuttavia l'alterazione osservata nella concentrazione serica delle IgG nei pazienti resistenti non è sufficiente per sostenere la causa della resistenza al farmaco su base immunologica.
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20.
Animal studies have significantly contributed to our understanding of epileptogenesis and action mechanisms of antiepileptic drugs. The relevance of animal models to human epilepsies depend on how faithfully they reproduce the clinical and EEG features of human forms. In principle the definition of animal model of epilepsies should be reserved to animals presenting with recurrent seizures, either spontaneous of experimentally induced, persisting over time. Therefore acute experimental procedures designed to induce seizure andin vitro preparations should be referred to as models of seizures and models of epileptogenic mechanisms respectively rather models of epilepsies. The adequacy of a given animal model to study basic mechanisms of epilepsies and/or drug efficacy depend on the type of information that the investigator want to draw from it.
Sommario Rilevanza dei modelli animali per le epilessie umane. Gli studi sperimentali sull'animale hanno significativamente contribuito a migliorare la nostra conoscenza della epilettogenesi e dei meccanismi d'azione dei farmaci antiepilettici. La rilevanza dei modelli animali per lo studio delle epilessie umane dipende dalla fedeltà con cui essi riproducono gli aspetti clinici ed EEG delle forme di epilessia umana. Di principio la definizione di modello animale di epilessia deve essere riservata ad animali che presentano crisi epilettiche spontanee, o sperimentalmente indotte, persistenti nel tempo. Perciò procedure sperimentali acute atte a indurre crisi e preparati in vitro devono essere definiti rispettivamente modelli di crisi e di meccanismi epilettogeni piuttosto che modelli di epilessie. L'adeguatezza di un determinato modello animale per studi di patogenesi e/o di efficacia dei farmaci dipende dal tipo di informazione che il ricercatore si propone di ottenere.
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