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1.
Serum pyruvate kinase and creatine kinase activities were measured in a group of patients with various neuromuscular diseases and in carriers of muscular dystrophy. Elevated values of PK were usually but not invariably associated with elevated levels of CK. The data showed that PK activity was elevated in all patients with DMD, high values generally correlating inversely with age or disease duration. In definite carriers, the level of PK was raised simultaneously with CK, while in potential carriers, classified by their relationship with MD patients in mothers, sisters and other relatives, the PK levels were elevated in 23%, 44% and 10% respectively, indicating, especially for sisters, an increased genetic probability of being a definite carrier. In this way, we have confirmed that the serum PK assay is more sensitive in younger subjects and that combined CK and PK measurement will be of value in detecting a higher proportion of potential carriers.
Sommario Abbiamo misurato l'attività sierica della piruvato kinasi e della creatinfosfato kinasi in un gruppo di pazienti affetti da diverse malattie neuromuscolari e nelle portatrici di distrofia muscolare. A valori elevati di piruvato kinasi comunemente ma non invariabilmente corrispondevano valori elevati di creatinfosfato kinasi. I dati raccolti hanno dimostrato che i valori sierici di piruvato kinasi erano elevati in tutti i soggetti affetti da DMD, generalmente inversamente correlabili con l'età e la durata della malattia. Nelle portatrici certe la piruvato kinasi era aumentata parallelamente alla creatinfosfato kinasi, mentre tra le portatrici possibili, suddivise secondo la relazione di parentela con i soggetti affetti da DM, in madri, sorelle e parenti, si sono riscontrati valori patologici della piruvato kinasi rispettivamente nel 23%; 44% e 10%: da questi dati, soprattutto per le sorelle, possiamo presumere un incremento della probabilità genetica di essere portatrici certe. Abbiamo così confermato che il dosaggio della piruvato kinasi sierica è un test più sensibile nei soggetti giovani e che questo, combinato con il dosaggio della creatinfosfato kinasi, è significativo per l'individuazione di un maggior numero di portatrici possibili.
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2.
A reversible depressive syndrome was found to be a very frequent side effect in a series of 33 patients subjected to stereotaxic surgery for the correction of abnormal movements. The depression was rated according to clinical and to Rorschach test parameters. The syndrome correlated significantly with age, depression being more frequent in adolescence, and with the side of the stereotaxic lesion, depression being more frequent after left thalamotomies in righthanded patients. The first correlation is of practical relevance, since it would clearly be wise to perform surgery before adolescence. The second correlation is of speculative interest in that is suggest a hemispheric asymmetry in the mood regulation processes. The incidence of this side effect in patients with abnormal movements may be further explained by the peculiar features of these patients, who need to be studied thoroughly before surgery.
Sommario In una serie di 33 pazienti, sottoposti ad intervento di talamotomia stereotassica per la correzione di movimenti anormali è stata osservata come effetto collaterale una sindrome depressiva. Tale sintomatologia depressiva è stata valutata attraverso parametri clinici ed attraverso la somministrazione del test di Rorschach. La presenza di sindrome depressiva è correlata significativamente con l'età, essendo più frequente nei soggetti in età adolescenziale, e con la sede della lesione stereotassica, essendo più frequente dopo talamotomia sinistra in pazienti destrimani. La prima correlazione è di interesse pratico, consigliando l'effettuazione dell'intervento in fase preadolescenziale. La seconda è di interesse speculativo, suggerendo un'asimmetria emisferica nei processi di regolazione del tono dell'umore.
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3.
Heart rate responses to deep breathing and to standing were measured in a group of patients with multiple sclerosis (MS) and compared to control subjects. On deep breathing MS patients did not show significantly lower R-R interval changes than normals, although some subjects showed beat-to-beat variations below the lower normal limit. The response to standing was flatter in MS patients, with a smaller increase in heart rate and reduced relative bradycardia. These data demonstrate the presence of some degree of autonomic denervation of the heart in MS subjects, with a more damage to the sympathetic than the parasympathetic system. The assessment of autonomic denervation of the heart by means of the simple tests here described may prove helpful as a non-specific ancillary test in supporting the diagnosis in cases of suspected MS.
Sommario Le risposte del ritmo cardiaco ai test della respirazione forzata e dell'elevazione (deep breathing e standing) sono state misurate in un gruppo di pazienti affetti da sclerosi multipla (SM) e comparati ad un gruppo di controllo. Al test della respirazione forzata i pazienti con SM non mostrarono significative variazioni rispetto ai normali degli intervalli R-R, sebbene alcuni soggetti ebbero variazioni da battito a battito al di sotto del limite normale inferiore. La risposta all'elevazione fu più piatta nei soggetti con SM, con un minore aumento del ritmo caridaco e una bradicardia relativa ridotta. Questi dati dimostrano la presenza di un certo grado di denervazione autonoma del cuore nei pazienti con SM, con un danno più consistente del sistema simpatico che non del parasimpatico. La valutazione della denervazione autonoma del cuore mediante i semplici test qui descritti può essere utile corne test ausiliario non specifico nell'avvalorare la diagnosi in casi di sospetta SM.
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4.
The occurrence of neuropsychological impairment in asymptomatic, HIV-positive individuals is controversial. In the present study we compared the performance of three groups of chronic intravenous drug abusers (HIV negative, asymptomatic HIV positive, AIDS) on a battery of neuropsychological tests. While the AIDS group was significantly impaired, no difference was found between HIV negative and HIV positive asymptomatic subjects on any measure. This finding is in agreement with the results of studies of homosexual and bisexual subjects, indicating that the presence of HIV infection in the asymptomatic stage does not carry an added risk of cognitive impairment in drug addicts.
Sommario La presenza di compromissione neuropsicologica in soggetti HIV-positivi asintomatici è oggetto di discussione. In questo studio sono state confrontate le prestazioni ad una batteria di test neuropsicologici di tre gruppi di tossicodipendenti cronici da eroina: HIV-negativi, HIV-positivi asintomatici ed affetti da AIDS. Mentre il gruppo AIDS aveva prestazioni significativamente inferiori, non è stata dimostrata alcuna differenza significativa tra i soggetti HIV-negativi ed HIV-positivi asintomatici. Tale risultato è in accordo con la maggior parte degli studi eseguiti su popolazioni di soggetti omosessuali e bisessuali, ove l'infezione da HIV nello stadio asintomatico non si associava a deficit neuropsicologici.
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5.
Many reports in the literature seem to confirm the hypothesis that the symptoms of periodic syndrome are precursors or the equivalent of migraine: the aim of this study was to assess the prevalence of periodic syndrome in a group of children and adolescents suffering from migraine in comparison with that observed in various control groups. We considered seven symptoms: recurrent vomiting and abdominal pain, migrating limb pain, vertigo, recurrent hyperthermia with no visible cause, sleep disturbances and eating disorders. The study involved 171 children divided into four groups: 42 migraineurs; 37 subjects with chronic nervous pathologies but no psychosomatic symptoms; 46 subjects with a known psychosomatic disease, and 46 healthy subjects. The prevalence of the symptoms in the different control groups was different, although the pattern was more similar in the migraineurs and psychosomatic patients than in the other control groups. The development continuum of the syndrome may support the view that periodic syndrome is predictive of the subsequent development of a psychosomatic pathology.
Sommario Molti studi in letteratura confermano l'ipotesi che vede la sindrome periodica come un precursore o un equivalente dell'emicrania. Lo scopo di questo studio è di dimostrare la prevalenza della sindrome periodica in un gruppo di bambini e adolescenti cefalalgici confrontati con un gruppo di controllo. Sono stati considerati 7 sintomi: vomiti ricorrenti e dolori addominali, dolori migranti, febbri ricorrenti senza una causa dimostrata, vertigine, disturbi del sonno e dell'alimentazione. Sono stati studiati 171 bambini divisi in 4 gruppi: 42 emicranici, 37 soggetti con patologia cronica a carico del sistema nervoso, 46 soggetti affetti da patologia a genesi psicosomatica, 46 soggetti sani. La prevalenza dei sintomi è risultata differente rispetto al gruppo di controllo e mostra un pattern simile per gli emicranici e il gruppo di pazienti psicosomatici rispetto all'altro gruppo di controllo. La sindrome periodica può quindi essere considerata predittiva rispetto al seguente sviluppo di una patologia psicosomatica.
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6.
40 subjects of both sexes assigned to five groups of 8: healthy students, homozygous sicklemics, hemoglobin SC sicklemics, sickle cell Bo thalassemics, and sickle cellB+ thalassemics were subjected to 1/simple auditory stimuli; 2/paired auditory stimuli. The subjects were asked to respond quickly, by pressing a pushbutton on detection of the simple stimulus or the unconditionnal stimulus of paired stimuli. A subsequent increase in reaction times and a reduction in event-related potential component amplitudes were obvious in major (SS and SC) sicklemics compared to controls and sickle cell B thalassemics. Between simple and paired auditory conditions, reaction times were more increased in sicklemics than in controls. These findings suggest that impairment of attentivenes, performance and cognitive capability in sicklemics is a function of sickle cell anemia severity.
Sommario 40 soggetti dei due sessi presi in gruppi di studenti sani e di varie categorie di malati di talassemia tipo Sickle cell sono stati sottoposti a stimoli uditivi semplici e appaiati. I soggetti sono stati invitati a rispondere premendo un tasto in relazine a uno stimolo semplice o appaiato. Si ebbe un aumento dei tempi di reazione e una riduzione dell'ampiezza dei potenziali evocati nei malati più seri comparativamente ai controlli e ai talassemici del tipo Sickle cell B. I tempi di reazione erano aumentati tra i siclemici in modo più netto che nei controlli. Questi dati fanno pensare che l'interessaménto dell'attenzione, delle performances e dell capacità cognitive nei siclemici è una espressione della severità del quadro di anemia.
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7.
Brainstem auditory evoked potentials (BAEPs) were recorded in 51 Down's syndrome (DS) subjects and compared with those of 38 normal controls; the correlations between the BAEP measures and age, sex, and degree of mental retardation were then evaluated. The DS patients showed a significant reduction in wave V latency and amplitude and in I–III, III–V, and I–V interpeak intervals. An age-related shortening of the I–V interpeak interval found in DS patients was interpreted as being a result of changes in central inhibitory/excitatory mechanisms. In both groups, female subjects presented an I–V interval shorter than that of males but this difference was greater in the DS subjects than in the normal population. The DS patients with severe mental retardation showed significantly longer I–V interpeak intervals than those with moderate retardation; this could be due to the presence of additional central nervous system abnormalities.
Sommario I potenziali evocati auditivi tronco-encefalici (BAEP), registrati in 51 pazienti con sindrome di Down (SD), sono stati messi a confronto con quelli ottenuti in 38 soggetti normali di controllo. In seguito è stata valutata la correlazione tra i parametri dei BAEP con l'età, il sesso e il grado di ritardo mentale. I pazienti con SD mostravano una riduzione significativa della latenza e dell'ampiezza dell'onda V e della lunghezza dell'intervallo I–V, rispetto ai controlli. Una ulteriore riduzione età correlata dell'intervallo I–V è stata osservata nei pazienti con SD; questa è stata interpretata come il risultato di modificazioni dei meccanismi inibitori/eccitatori centrali. Le femmine con SD presentavano un intervallo I–V più breve di quello dei maschi in maniera più evidente che nella popolazione normale. Inoltre, i pazienti con ritardo mentale più grave mostravano un intervallo I–V significativamente più prolungato di quelli con ritardo mentale medio; questo potrebbe essere dovuto alla presenza di anomalie strutturali aggiuntive nei soggetti più compromessi.
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8.
A case-control study was undertaken to evaluate the role of hematocrit (Hct) level in the pathogenesis of stroke. Hct was determined in 110 subjects with acute ischemic stroke and compared with the values obtained in 110 subjects, matched for age and sex, admitted to our Division of General Medicine because of other diseases. Statistical analysis of the results by means of the McNemar test for pairs did not confirm the hypothesis that Hct values in stroke patients differ significantly from the control values.
Sommario È stata effettuata una ricerca pianificata, caso — controllo, con lo scopo di definire l'importanza dell'ematocrito (Hct) nella genesi dell'ictus cerebrale. L'Hct è stato determinato in 110 casi di ictus ischemico in fase acuta, e paragonato con i valori riscontrati in 110 pazienti, paragonabili per età e sesso, ricoverati per patologia di interesse internistico. L'analisi statistica dei risultati, effettuata con il test di McNemar per dati appaiati, non ha confortato l'idea che i valori dell'Hct nell'ictus siano significativamente differenti da quelli riscontrati nei controlli.
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9.
The sera of 176 MS patients and of 150 healthy adult controls were assayed for antibodies against mumps, rubella, Sendai and herpes simplex viruses, a higher prevalence of measles c.f.a. having already been demonstrated in the MS patients. The CSF of 48 of the MS patients were subjected to the same tests. The patients differed from the controls in a higher prevalence of h.i.a. to mumps and of c.f.a. to herpes simplex. For the latter, but not for the former, the prevalence was statistically higher only in patients treated with immunosuppressants. To date measles seems to be the most seriously incriminated virus in the etiopathogenesis of MS, mumps ranking second.
Sommario Sono riportiti i risultati delle titolazioni anticorporali verso i virus della parotite, della rosolia, Sendai ed herpes simplex nel siero di 176 pazienti affetti da Sclerosi Multipla e di 150 soggetti sani di controllo, nonché nel liquor di 48 dei malati. In precedenza negli stessi gruppi di soggetti erano stati studiati gli anticorpi antimorbillo. Differenze tra i malati ed i controlli sono state riscontrate solo per la prevalenza nel siero degli anticorpi inibenti l'emoagglutinazione antiparotite e degli anticorpi fissanti il complemento verso l'herpes simplex. Va sottolineato che, al contrario di quanto si è verificato per il virus della parotite, solo i pazienti sottoposti a terapia con farmaci immunodepressivi presentavano una prevalenza degli anticorpi fissanti il complemento verso l'herpes simplex statisticamente maggiore dei controlli. Sulla base delle presenti e di precedenti osservazioni, sembra che il morbillo in primo luogo e la parotite siano i virus per i quali esistono maggiori evidenze di un coinvolgimento nell'eziopatogenesi della Sclerosi Multipla.
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10.
Pyruvate dehydrogenase complex (PDHC) activity was measured in cultured fibroblasts from 12 patients with Friedreich's ataxia (FA), and in 1 patient with lactic acidosis and ataxia. The activities obtained after extraction of PDHC by different methods were compared. Triton-X-100 extraction yielded enzyme activities 5 to 10 times greater than those obtained with the older methods. With this sensitive technique, PDHC activity was markedly deficient in fibroblasts from the patient with lactic acidosis and ataxia but it was normal in the fibroblasts from FA patients. Mg ++ activation of the PDHC in FA fibroblasts was normal.
Sommario Il complesso enzimatico piruvico-deidrogenasi (PDHC) è stato misurato in fibroblasti coltivati da 12 pazienti con atassia di Friedreich ed 1 paziente con acidosi lattica e atassia. Le attività enzimatiche ottenute con diversi metodi di estrazione del PDHC sono stati confrontati. La estrazione con Triton-X-100 permetteva di ottenere attività enzimatiche da 5 a 10 volte più elevate di quelle ottenute con i metodi precedenti. Con questo sensibile metodo l'attività PDHC era molto ridotta nei fibroblasti del paziente con acidosi lattica e atassia: l'attività era invece normale nei fibroblasti dei pazienti con atassia di Friedreich. La attivazione del PDHC nei fibroblasti dei pazienti con Friedreich era normale.
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11.
Carbamazepine (CBZ) brain uptake was determined in cats rendered epileptic by administration of 250,000 IU penicillin/kg intramuscularly, and the results were compared with those in a control group. CBZ penetration in the brain was significantly different in the epileptic cats, the uptake of the drug in the generalized epileptic brain being decreased and delayed, although substantial binding occurred also in this case. Plasma and CSF levels behaved similarly in normal and epileptic cats. Arguably the impaired CBZ brain uptake was due to the epileptic activity itself, which per se can be responsible for marked inhibition of protein synthesis, thus modifying the proven ability of CBZ to bind to phospholipid and protein components of neuronal cells.
Sommario L'uptake cerebrale di carbamazepina (CBZ) è stato determinato in gatti resi epilettici mediante la somministrazione di 250.000 U.I. di penicillina per Kg. intramuscolare. Confrontando i risultati con un gruppo di controllo, la penetrazione della CBZ nel cervello è stata significativamente minore nei gatti epilettici, essendo l'uptake del farmaco nel cervello affetto da epilessia generalizzata diminuito e ritardato, sebbene un binding sostanziale avvenga anche in questo caso. I livelli plasmatici e liquorali seguono un comportamento analogo nei due gruppi. Si può speculare ipoteticamente che l'alterato uptake cerebrale di CBZ sia dovuto alla stessa attività epilettica, che di per sé può essere responsabile di una marcata inibizione della sintesi proteica, così modificando la dimostrata capacità della CBZ di legarsi ai componenti fosfolipidici e proteici delle cellule nervose.
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12.
74 heavy drinkers, divided in two groups by positive or negative history for withdrawal seizures, were evaluated on the history, clinical, biochemical, CT, EEG and psychometric investigations. Some of them have been followed up for 20 months. The results suggest the possible role of a constitutional predisposition for withdrawal seizures.
Sommario 74 gravi etilisti sono stati suddivisi in relazione alla positività o negatività anamnestica per crisi epilettiche da astinenza. I due gruppi sono stati confrontati tra loro facendo riferimento ai dati anamestici, clinici, biochimici, tomodensitometrici cerebrali, elettroencefalografici e psicometrici. Una parte dei soggetti è stata studiata anche durante un periodo di follow- up di venti mesi. I risultati emersi dall'indagine trasversale e longitudinale suggeriscono il possibile ruolo determinante della predisposizione costituzionale nella genesi delle crisi epilettiche da astinenza alcolica.
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13.
Computerized tomography was performed in 31 patients presenting clinical signs of cerebellar degeneration. CT abnormalities consistent with cerebellar atrophy were found in all cases but one. Specific patterns of abnormality were found in olivo-ponto-cerebellar degeneration and in alcoholic atrophy. The CT findings in spino-cerebellar degeneration were varied, ranging from severe diffuse cerebellar atrophy to normality, possibly according to age and duration of symptoms.
Sommario 31 pazienti con segni clinici di un processo degenerativo cerebellare sono stati sottoposti a tomografia computerizzata. In tutti i casi eccetto uno sono state ravvisate alterazioni tomodensitometriche compatibili con la diagnosi di atrofia cerebellare. Specifici pattern di alterazioni sono stati riscontrati nell'atrofia olivo-ponto-cerebellare e nell'atrofia cerebellare degli alcolisti cronici. I rilievi tomodensitometrici nei soggetti con degenerazione spinocerebellare non sono stati omogenei, variando da un quadro di atrofia cerebellare diffusa di marcata entità ad un quadro di normalità, e sono apparsi in probabile correlazione con l'età dei pazienti e la durata della sintomatologia.
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14.
We report the clinical, neurophysiological and CSF study in a case of mycosis fungoides with nervous system involvement. The CSF contained an abnormal protein of molecular weight 22000 that was not in the patient's serum or in the CSF of control subjects and that disappeared after intrathecal immunosuppressive therapy. The nature of this protein is discussed in the light of hypotheses regarding the pathogenesis of the disease.
Sommario Si riporta lo studio clinico, neurofisiologico e liquorale in un caso di M.F. con interessamento del Sistema Nervoso. Nel liquor della paziente è stata identificata una proteina anomala del p.m. di 22.000, assente nel siero della paziente e nel liquor di soggetti di controllo, scomparsa dopo terapia immunosoppressiva endorachide. La natura di questa proteina è discussa alla luce delle ipotesi patogenetiche della malattia.
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15.
A retrospective study in which 709 patients, 522 with RIND and 187 with TIA, were compared in respect of common risk factors (RFs) for acute cerebro-vascular disease. The two forms of the disease differed significantly in respect of smoking, hematocrit, hypercholesteremia, hypertriglyceridemia and hyperuricacidemia. Although these RFs do not seem to be determinants of or discriminants between the two forms of acute cerebrovascular disease, it is nonetheless highly probable that, together with all the other RFs, they have a facilitatory role.
Sommario Sono stati confrontati, per i comuni Fattori di Rischio (RF) delle vasculopatie cerebrali acute, 709 soggetti di cui 522 affetti da RIND e 187 affetti da TIA. Il fumo, l'ematocrito, l'ipercolesterolemia, l'ipertrigliceridemia e l'iperuricemia hanno mostrato differenze statisticamente significative nelle due forme di vasculopatie cerebrali ischemiche acute. Anche se i suddetti RF non sembrano poter svolgere un ruolo determinante e/o discriminante tra le due forme cliniche di vasculopatia, è, tuttavia, molto probabile che questi assieme a tutti gli altri RF possano svolgere un ruolo favorevole.
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16.
30 subjects — 23 with amyotrophic lateral sclerosis (ALS), 4 with Charcot-Marie Tooth atrophy, 2 with progressive spinal muscle atrophy and 1 with radiation myelopathy —were given chronic low-dose TRH therapy. The effects of treatment were assessed on the scale of Norris et al. (1974). The outcome of the study, in agreement with some and at variance with other studies, was that TRH induced a statistically significant neurological improvement in 17 of the 23 ALS patients but little or none in the other ALS patients and in patients with other neurological diseases.
Sommario 30 soggetti di cui 23 affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica, 4 dalla malattia di Charcot-Marie-Tooth, 2 affetti da Amiotrofia Spinale Progressiva, 1 affetto, da una Mielopatia da Raggi X, sono stati sottoposti ad un trattamento cronico con basse dosi di TRH. Gli effetti della terapia sulle performances neurologiche sono stati valutati con la scala di Norris et al. (1974). I risultati dello studio, in parte in accordo, in parte in contrasto con quelli di precedenti studi, mostrano che il TRH induce un miglioramento, statisticamente significativo, delle performances neurologiche in 17 dei 23 pazienti con SLA mentre determina modificazioni insignificanti o nessuna modificazione nei restanti casi di SLA e nei soggetti affetti da altre malattie neurologiche.
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17.
The effectiveness of Bornaprine on parkinsonian tremor was evaluated in a single-blind study of mediumterm treatment. 25 patients were treated with rising doses of Bornaprine per os, one week at each dose-level. The dose at which Bornaprine was most effective was 8 mg daily and its action at this dose was mild but statistically significant. The drug was generally well tolerated in patients with idiopathic parkinsonism, but transient confusion developed in a few patients with secondary parkinsonism.
Sommario Gli Autori hanno valutato in uno studio a singolo cieco l'efficacia della Bornaprine, sul tremore parkinsoniano durante un trattamento a medio termine. Il farmaco è stato somministrato per os a dosi crescenti da 6 a 16 mg/die ad un gruppo di 25 pazienti. La Bornaprine è stata generalmente ben tollerata in 18 dei pazienti affetti da Parkinson idiopatico mentre nei 7 pazienti affetti da parkinsonismo arteriosclerotico si è notata la frequente comparsa di transitori sintomi confusionali. L'attività tremorolitica del farmaco è apparsa modesta ma statisticamente significativa.
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18.
Oxidative damage by free radicals may contribute to the etiology of Parkinson's disease (PD), and increased oxidative stress in the nigral cells of PD patients may occur following L-dopa treatment, prompting suggestions that L-dopa therapy should be delayed as long as possible. Bilirubin is a potent antioxidantin vitro, even when bound to albumin, suggesting a physiological role as an antioxidant. Calculations indicate that bilirubin can pass the blood-brain barrier in sufficient quantity to exert a significant antioxidant effect in the brain. We have found a highly significant (about 20%) increase in plasma bilirubin in 162 PD patients on chronic L-dopa treatment compared to 93 untreated parkinsonians and 224 non-parkinsonian controls. We propose that L-dopa-induced increase in nigral oxidative stress in PD may be effectively counteracted by increased bilirubin levels. The mechanism by which plasma bilirubin is increased in patients receiving L-dopa is at present unknown.
Sommario Il danno ossidativo prodotto dai radicali liberi può contribuire a provocare il morbo di Parkinson (PD), inoltre il trattamento con L-dopa può determinare un aumento dello stress ossidativo nelle cellule nigrali dei pazienti con PD e questo suggerirebbe di ritardare il più a lungo possibile la terapia con L-dopa. La bilirubina è un potente antiossidantein vitro anche quando è legata all'albumina e questo propone un suo ruolo fisiologico come agente antiossidante. È stato calcolato che la bilirubina è in grado di attraversare la barriera emato-encefalica in quantità sufficienti da esercitare un effetto antiossidante nel cervello. Abbiamo trovato un aumento significativo (circa del 20%) della bilirubina plasmatica in 162 pazienti con PD in trattamento cronico con L-dopa in confronto a 93 pazienti parkinsoniani non trattati e 224 soggetti di controllo non parkinsoniani. Proponiamo che lo stress ossidativo nelle cellule nigrali prodotto dalla L-dopa nei pazienti parkinsoniani possa essere efficacemente controbilanciato da livelli aumentati di bilirubina. Il meccanismo con il quale la bilirubina plasmatica viene aumentata non è attualmente conosciuto.
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19.
Fungal infections of the CNS are becoming an increasingly serious problem in immunosuppressed patients. We describe three patients with malignant blood disease who in the course of systemic fungal infection presented cerebral involvement. The nature, site and extent of the cerebral involvement were defined by computed tomography (CT). Further, in one patient it was possible to follow the course of the lesion and assess the effectiveness of antimycotic therapy by CT because of its noninvasiveness and repeatability.
Sommario Le micosi profonde rappresentano un problema di sempre maggior rilievo nei pazienti immunosoppressi. Descriviamo tre pazienti affetti da emopatie maligne che in corso di infezione micotica sistemica hanno presentato interessamento cerebrale. La natura, la sede e l'estensione delle localizzazioni cerebrali sono state definite grazie alla TAC. In un paziente inoltre, è stato possibile seguire l'evoluzione della lesione e valutare l'efficacia del trattamento antifungino per la ripetibilità e la non invasività di questa metodica.
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20.
Computerized analysis and topographical mapping were performed on the EEGs of 28 migraine patients (17 without and 11 with typical aura) and an age and sex-matched control group of 28 subjects.Traditional visual EEG analysis revealed only a slight diffuse slowing of theta band in eight patients (28.6%), and computerized analysis revealed significant changes in eleven (39.3%). The most frequently altered parameters were an increase in the relative power of the slow bands and/or a decrease in that of alpha band. These variations appeared to be particularly significant in the posterior regions. No significant inter-hemisphere asymmetry was revealed. Comparisons between the patient and control groups showed that the only statistically significant difference was a bilateral increase in theta power in the parieto-occipital regions of the patients.We conclude that the role of topographical EEG mapping in the clinical diagnosis of migraine is still limited.
Sommario L'analisi computerizzata ed il mappaggio topografico dell'EEG sono stati eseguiti in 28 pazienti affetti da emicrania (17 con emicrania senz'aura e 11 con emicrania con aura tipica) e in 28 soggetti di controllo corrispondenti per età e sesso.L'analisi visiva tradizionale dell'EEG evidenziava unicamente dei modesti rallentamenti diffusi di banda theta in 8 pazienti (28.6%).L'analisi computerizzata mostrava alterazioni significative in 11 pazienti (39.3%): i parametri più frequentemente alterati consistevano in un aumento della potenza relativa della banda alpha. Tali variazioni apparivano particolarmente significative sulle regioni posteriori. Non si evidenziavano significative asimmetrie interemisferiche. Il confronto tra il gruppo dei pazienti e i controlli mostrava come unica differenza statisticamente significativa un aumento della potenza della banda theta nei soggetti emicranici sulle regioni parieto-occipitali bilateralmente.Si conclude per un ruolo tuttora limitato del mappaggio topografico dell'EEG nella diagnosi clinica di emicrania.
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