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1.
Phenobarbital in the prophylaxis of late posttraumatic seizures   总被引:2,自引:0,他引:2  
390 patients with severe head injuries were treated with phenobarbital (PB) orally for a period of 12 months in order to determine whether this drug could reduce the incidence of posttraumatic epilepsy (PTE). An intramuscular PB dose of 2.5–3 mg/kg body weight per day was administered within 24 hours after the trauma; after 5 days, or longer if the coma persisted, the drug was administered orally. Maintenance dosage adjustments, when necessary, were based on serial plasma concentrations of the drug, sustained at between 5 and 30 g/ml.293 patients completed the study. 66% of these presented one risk factor, while 34% presented two or more.6 patients (2.04%) had at least one seizure during the twelve months. Plasma drug levels at the time of the seizure, with one exception of 15 g/ml, ranged from 20 to 28 g/ml.The results of the study indicate that PB administered during the first twelve months after the trauma, even at relatively low doses, can have a prophylactic effect on PTE.
Sommario 390 pazienti con gravi traumi cranici sono stati trattati con phenobarbital (PB) per via orale, per un periodo di 12 mesi, al fine di verificare se tale farmaco potesse ridurre l'incidenza dell'epilessia post-traumatica (PTE). Il PB è stato somministrato per via intramuscolare, entro 24 ore dopo il trauma, alla dose di 2.5–3 mg/kg/die; dopo 5 giorni o un periodo di tempo maggiore se il coma persisteva, il farmaco è stato somministrato per via orale. Il mantenimento del livello plasmatico, quando necessario, è stato ottenuto monitorando le concentrazioni plasmatiche del farmaco che sono state mantenute tra 5 e 30 g/ml.293 pazienti hanno completato lo studio. Il 66% presentava un solo fattore di rischio, mentre il 34% presentava due o più fattori di rischio associati.6 pazienti (2.04%) hanno presentato almeno una crisi epilettica entro i 12 mesi. I livelli plasmatici del farmaco al momento della crisi, variavano fra 20 e 28 g/ml, con una eccezione di 15 g/ml. I risultati dello studio indicano che il PB somministrato durante i primi 12 mesi dopo il trauma, anche a dosi relativamente basse, può avere un effetto profilattico sulla PTE.
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2.
77 epileptics on chronic treatment with phenobarbital (PB), carbamazepine (CBZ) and phenytoin (PHT) were investigated for the effects of the drugs after the steady-state plasma concentrations had been attained. T-lymphocytes were markedly depleted in patients on PHT and CBZ but were unaffected in those on PB. Depletion of B-lymphocytes was less constant. Other immunological parameters, such as histocompatibility antigens, were evaluated in these patients.
Sommario Il presente studio riguarda 77 pazienti epilettici in trattamento cronico con fenobarbital, carbamazepina e difenilidantoina. Sono stati indagati gli effetti dei farmaci dopo che le concentrationi plasmatiche avevano raggiunto lo steady-state. I pazienti trattati con difenilidantoina e carbamazepina dimostravano una marcata deplezione dei T-linfociti. I T-linfociti non erano modificati nei pazienti che erano sottoposti e trattamento con fenobarbital. La deplezione dei B-linfociti durante terapia anticomiziale era meno costante. Sono stati anche valutati altri parametri immunologici, come gli antigeni e istocompatibilità, nello stesso gruppo di pazienti.
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3.
150 children with Rolandic paroxysmal epilepsy (RPE) aged 3 to 12 years were followed up clinically and by EEG for 16 years. Antiepileptic drugs were administered initially for 2 years and then suspended for 6–12 months. Treatment was resumed in the 29 patients who had seizures during the drug-free interval and was maintained for a further 5 years.80.6% of all patients were in clinical remission after the 2-year treatment period. Some patients had seizures while on drugs, others during the drug-free interval. Seizure frequency declined with age. No seizures occured after the age of 14 or in the 8 years following final discontinuation of drug therapy. The need for prolonged drug treatment is therefore questioned.
Sommario 150 bambini affetti da Epilessia a Parossismi Rolandici, di età compresa tra i 3 e i 12 anni, sono stati tenuti sotto controllo clinico ed elettroencefalografico per un periodo di sedici anni.È stato effettuato un trattamento con farmaci antiepilettici per 2 anni. Dopo 6/12 mesi di wash-out farmacologico, in 29 pazienti che hanno manifestato crisi, la terapia farmacologica è stata ripristinata e mantenuta per 5 anni.Dopo i primi due anni di terapia, si è avuta una remissione clinica nell'80.6% dei casi. Alcuni pazienti hanno manifestato crisi durante l'assunzione della terapia, altri durante il periodo di wash-out. In ogni caso l'incidenza delle crisi diminuisce con il crescere dell'età dei pazienti. Al di sopra dei 14 anni non sono state registrate crisi, e l'osservazione durante gli otto anni successivi alla sospensione definitiva della terapia farmacologica non ha rivelato la comparsa di alcuna crisi.Viene quindi discussa la necessità di un trattamento farmacologico prolungato in corso di Epilessia a Parossismi Rolandici.
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4.
7 patients with relapsing-remitting multiple sclerosis (MS) were subjected to an intensive course of intravenous (I.V.) cyclophosphamide (CY) therapy. All patients received induction therapy with 11 daily doses of 300 mg/m2 and then a single dose every six months for three years. After one year of follow-up all patients showed a decrease in relapse rate (0.57.57); in the two subsequent years of follow-up 2 patients showed a mild worsening while the others were clinically stable. As suggested by others, our results indicate that I.V. CY therapy may influence the clinical course of relapsing-remitting MS.
Sommario Sette pazienti affetti da Sclerosi Multipla di tipo remittente sono stati sottoposti a terapia immunosoppressiva con ciclofosfamide. Il trattamento consisteva di un ciclo di induzione con dosi di 300 mg/m2 di ciclofosfamide e.v. somminsstrate giornalmente per 11 giorni e di successive singole dosi di mantenimento di 300 mg/m2 somministrate ogni 6 mesi per un periodo di 3 anni. Non sono stati osservati gravi effetti collaterali durante lo studio. Dopo il primo anno di trattamento tutti i pazienti hanno mostrato miglioramento nella frequenza di ricaduta; nei due anni successivi 4 pazienti sono rimasti stabili mentre gli altri hanno mostrato un nuovo peggioramento. Come indicato da altri Autori, i risultati dello studio indicano che la terapia immunosoppressiva con ciclofosfamide ad alte dosi non presenta gravi effetti collaterali e può modificare il decorso della Sclerosi Multipla di tipo remittente.
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5.
The effects of topiramate in 15 patients with drug refractory partial epilepsy or Lennox-Gastaut syndrome were assessed in an open, add-on prospective study. After a follow-up of 14–21 months, six patients are still on topiramate (mean dosage 583 mg/day, range 400–800 mg/day), and nine have discontinued treatment because of adverse events (n=6), inefficacy (n=2) or poor compliance (n=1). Nine patients (69%) continued to have a 50% reduction in seizure frequency during the last two months of treatment, and one has been seizure-free for the last 19 months. The most common adverse events were somnolence, weight loss, mental slowing, fatigue, ataxia and irritability. Most of these events were reversible, but withdrawal of treatment was required in six cases as a result of ataxia (two patients), somnolence, metabolic acidosis, irritability or psychotic symptoms (one patient each). It is concluded that topiramate is a valuable agent for the long-term management of refractory epilepsy.
Sommario Gli effetti di topiramato utilizzato in aggiunta alla terapia preesistente sono stati valutati nell'ambito di uno studio prospettico in aperto in 15 pazienti farmacoresistenti affetti da epilessia parziale o sindrome Lennox-Gastaut. Dopo un follow-up di 14–21 mesi, 6 pazienti sono tuttora in trattamento (posologia media di topiramato 583 mg/die, range 400–800 mg/die), mentre 9 hanno sospeso il farmaco a causa di eventi avversi (n=6), inefficacia (n=2) o scarsa compliance (n=1). Nove pazienti (69%) continuavano a presentare una riduzione di almeno il 50% della frequenza delle crisi durante gli ultimi 2 mesi di trattamento e un paziente è libero da crisi da 19 mesi. Gli eventi avversi più frequenti erano costituiti da sonnolenza, calo ponderale, rallentamento mentale, astenia, atassia e irritabilità. La maggior parte di questi eventi è risultata reversibile, ma in 6 pazienti si è resa necessaria la sospensione del trattamento a causa di atassia (2 casi), sonnolenza, acidosi metabolica, irritabilità e sintomi psicotici (1 caso ciascuno). Sulla base di questi dati, il topiramato può essere ritenuto un utile presidio nel trattamento a lungo termine dell'epilessia farmacoresistente.
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6.
Six patients with Steinert disease were treated with selenium and vitamin E, for a 24 month period, including a first phase of 12 months, 6 months wash-out interval and a second treatment phase of 6 months. Mean segmental strength values showed significant improvement during the first 12 months of therapy, while marked reductions of serum enzymes CPK, SGOT, SGPT and γ-GT were observed in some patients. The results support the hypothesis that selenium may play a role in the development of muscle damage in Steinert disease.
Sommario Sei pazienti, affetti da malattia di Steinert, sono stati sottoposti a terapia con selenio e vitamina E per un periodo di 24 mesi, che ha incluso una prima fase di 12 mesi, un intervallo di “wash-out” di 6 mesi ed una seconda fase di trattamento di altri 6. I valori medi di forza segmentaria mostrano un significativo aumento durante i primi 12 mesi di terapia, mentre in alcuni pazienti sono osservabili evidenti riduzioni dei livelli sierici degli enzimi CPK, SGOT, SGPT e γ-GT. Tali risultati sostengono l'ipotesi che il selenio può rivestire un ruolo nello sviluppo del danno muscolare nella malattia di Steinert.
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7.
Forty patients with multifocal and multicentric cerebral tumours were retrospectively studied. The patients were divided into two groups: ten patients with multicentric tumours (group A), and 30 patients with multifocal tumours. As far as their preoperative clinical history and the incidence of the various symptoms and signs are concerned, there were no significant differences between the two groups. CT permitted a correct diagnosis in 90% of the cases. All of the patients underwent the removal of the tumour(s) and received radiotherapy; 30 patients also received chemotherapy. In group A, nine patients died and one was lost to follow-up one year after treatment; the average survival was ten months from the appearance of the multicentric tumour. In group B, 29 patients died and one is still alive two years after treatment; the average survival was six months. We consider the problems of diagnosis and the long-term follow-up of patients.
Sommario Gli autori riportano uno studio retrospettivo su 40 pazienti affetti da tumori cerebrali multifocali e multicentrici del sistema nervoso centrale. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: 1) gruppo A formato da 10 pazienti con tumore multicentrico; 2) gruppo B formato da 30 pazienti con tumore multifocale. Non si sono osservate significative differenze fra i due gruppi per quanto riguarda la durata della storia e l'incidenza dei sintomi e dei segni neurologici. La TC ha permesso una corretta diagnosi nel 90% dei casi. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad intervento chirurgico ed a radioterapia e 30 anche a chemioterapia. Nel gruppo A, 9 pazienti sono deceduti ed uno è stato perso al follow-up un anno dopo il trattamento. La sopravvivenza media è stata di 10 mesi dalla comparsa del tumore. Nel gruppo B, 29 pazienti sono deceduti ed uno è vivente due anni dopo il trattamento. La sopravvivenza media à stata di 6 mesi. Abbiamo trattato i problemi diagnostici e prognostici di questa patologia.
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8.
A multicenter prospective investigation was conducted in 17 teaching and general hospital in Italy to assess the efficacy of the care delivered to previously untreated patients with epilepsy. 175 cases were included and allocated to monotherapy. Only 112 cases completed the first year of follow-up. Of these, 59 (52.7%) were completely controlled and 53 (47.3%) had one or more seizure relapses. Controlied and uncontrolled patients were compared with respect to the main variables believed to influence non-responsiveness to standard therapy. The proportion of cases with relapses was significantly associated with the number of seizures reported before treatment was started. Selected seizure patterns (absences, myoclonic seizures) and prolonged disease duration were also reported more frequently among patients with recurrences. The implications of these findings are discussed with respect to drug response and prognosis of epilepsy.
Sommario Il presente studio consiste in una indagine prospettica multicentrica condotta in 17 centri ospedalieri italiani sulla efficacia del trattamento e sulla prognosi della malattia in pazienti con epilessia alla prima diagnosi. Dei 175 casi ammessi allo studio, 112 hanno completato il primo anno di osservazione. Di questi, 59 (52,7%) risultavano completamente controllati e 53 (47,3%) avevano presentato una o più crisi durante il follow-up. Le principali variabili ritenute responsabili di una insoddisfacente risposta al trattamento vennero quindi esaminate nei due gruppi. Il rischio di recidiva di crisi risultava significativamente correlato al numero di crisi presentate prima del trattamento. Inoltre, i pazienti con crisi nel follow-up presentavano una maggior durata di malattia o specifici tipi di crisi (assenze, crisi miocloniche). Il significato di tali dati è discusso in riferimento alle modalità di trattamento e agli altri fattori implicati nella prognosi dell'epilessia.
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9.
Attention has focused on naloxone, an opiate receptor antagonist, because of its potential benefit in reversing neurological damage after acute cerebral ischemia. To evaluate the safety and possible efficacy of high-dose naloxone in ischemic stroke patients we planned a double blind pilot study. Between January 1989 and May 1990 24 patients were randomly assigned to the naloxone or placebo group according to age and neurological deficit. Naloxone was given in a loading dose of 5 mg/kg over 10 minutes followed by a 24-hour infusion at the rate of 3.5mg/kg/h. 10 patients experienced minor side effects but none of them had to discontinue the treatment. 9 patients improved: 6 in the naloxone group and 3 in the placebo group, but no significant difference was found using the non parametric Mann-Whitney test. Our study suggests that naloxone is safe at the dose used, but the results do not support the planning of similar trials on a larger scale.
Sommario è stata posta grande attenzione sul Naloxone, un antagonista dei recettori degli oppiacei, e sulla sua potenziale utilità nel far regredire il danno neurologico dopo un'ischemia cerebrale acuta. Per valuatare la sicurezza e la possibile efficacia di alte dosi di naloxone nei pazienti con ictus ischemico, abbiamo programmato uno studio pilota in doppio cieco. Dal gennaio 1989 al maggio 1990 ventiquattro pazienti sono stati assegnati casualmente al gruppo Naloxone o a quello Placebo secondo l'età e il deficit neurologico. Il naloxone venne somministrato in una dose di carico di 5 mg/kg in 10 minuti seguita da un 'infusione di 24 ore (3.5 mg/kg/h). Dieci pazienti ebbero effetti collaterali minori ma nessuno di essi dovette interrompere il trattamento. Nove pazienti migliorarono: sei nel gruppo Naloxone e tre nel gruppo placebo, ma non fu trovata alcuna differenza significativa usando il test non parametrico di Mann-Whitney. Il nostro studio suggerisce che il naloxone è sicuro alla dose usata, ma i risultati non giustificano la pianificazione di trials più grandi con le stesse caratteristiche.
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10.
The most important current problem in the treatment of Parkinson disease in the so-called L-dopa long-term-treatment syndrome. We present here the results of our experience with Madopar HBS in the treatment of two groups of patients suffering from L-dopa long-term treatment syndrome. In the first study we replaced the standard Madopar with Madopar HBS. In the second study, after identifying the most disabling “off” periods, we added Madopar HBS to the previous treatment in such a way as to control these “off” phases. Our study suggests that Madopar HBS is useful in reducing typical fluctuation phenomena in the majority of patients.
Sommario Attualmente il problema più importante nel trattamento del morbo di Parkinson è costituito dalla cosiddetta “sindrome da trattamento cronico con L-dopa”. Presentiamo qui di seguito i risultati della nostra esperienza con Madopar HBS nel trattamento di 2 gruppi di pazienti affetti da tale sindrome. Nella prima parte dello studio abbiamo sostituito del tutto il Madopar standard con Madopar HBS, nella seconda parte, dopo aver identificato il periodo “off” maggiormente invalidante, abbiamo aggiunto Madopar HBS al trattamento precedente in modo che fosse efficace sulla fase off così identificata. Il nostro lavoro suggerisce che il Madopar HBS è utile nel ridurre le fluttuazioni motorie nella maggioranza dei pazienti parkinsoniani.
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11.
Botulinum-A toxin (botAtox) was used in the treatment of blepharospasm (BS), idiopathic hemifacial spasm (HFS), idiopathic spasmodic torticollis (ST) and apraxia of eyelid opening (AEO). The injection of 7.5–30 U botAtox per eye spread over 3 or 4 sites in the palpebral part of orbicularis palpebrae (OP) reduced palpebral spasm in 12/13 cases of BS and in 7/8 cases of HFS. The effect lasted for 14.5 weeks on average (range 4–30 weeks). Palpebral ptosis (lasting 1–3 weeks) was the most frequent side effect (16/107 eyes treated) but was not related to dose of botAtox or number of inoculation sites. Injection of 60–160 U botAtox into the sternocleidomastoid, trapezius and splenius capitis muscles reduced ST objectively in 1/4 patients for about 4 weeks. In the other patients the reduction or abolition of the hypertrophy of the previous hyperactive muscles was accompanied by persistence or rearrangement of the dystonia pattern, suggesting a change in the pattern of activity of the neck muscles after botAtox. 5 U botAtox per eye spread over 4 sites in the OP significantly reduced the frequency of the episodes of involuntary eyelid closure in 2 patients with AEO but not BS. The therapeutic effect lasted for 7 months after the first treatment and for 8 months after the second in a 46 year old woman with a 6 month history while the second patient (72 year old parkinsonian) has now completed her 3rd month of treatment.
Sommario La tossina botulinica di tipo A (botAtox) è stata utilizzata nel trattamento di blefarospasmo (BS), emispasmo facciale idiopatico (HFS), torcicollo spasmodico idiopatico (ST) e aprassia dell'apertura delle palpebre (A-EO). L'iniezione di 7.5–30 U di botAtox per occhio, suddivise in 3 o 4 punti negli orbicolari delle palpebre (OP) riduceva gli spasmi palpebrali in 12/13 casi di BS e in 7/8 casi di HFS. L'effetto persisteva per 14.5 settimane in media (range 4–30 settimane). Ptosi palpebrale (durata 1–3 settimane) è stato l'effetto collaterale di più frequente riscontro (16/107 occhi trattati) ma non era influenzata dalla dose di botAtox o dal numero dei punti di inoculo. L'iniezione di 60–160 U di botAtox nei muscoli sternocleidomastoideo, trapezio e splenio della testa riduceva obiettivamente il ST in 1/4 pazienti per circa 4 mesi. Negli altri pazienti, la riduzione o l'abolizione dell'ipertrofia dei muscoli prima iperattivi si accompagnava a persistenza o modificazione della sintomatologia distonica, suggerendo una modificazione del pattern di attività della muscolatura cervicale dopo botAtox. Cinque U di botAtox per occhio suddivise in 4 punti negli OP riducevano significativamente la frequenza degli episodi di chiusura involontaria delle palpebre in due pazienti affette de AEO non associata a BS. L'effetto terapeutico si manteneva per 7 mesi dopo il primo trattamento e 8 mesi dopo il secondo in una donna di 46 anni con 6 mesi di storia mentre la seconda paziente (Parkinsoniana di 72 anni) ha finora completato il 3° mese di trattamento.
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12.
Short-term treatment with lymphocytoplasmapheresis was evaluated in 6 multiple sclerosis patients with special reference to the electrophysiological and immunological findings. Visual, somatosensory, brainstem auditory evoked potentials, flicker fusion test, helper/suppressor blood lymphocyte ratio, serum immunocomplexes and immunoglobulins and Kurtzke scores were evaluated in each patient before and after treatment. No statistically significant results were obtained.
Sommario Abbiamo valutato un trattamento a breve termine con linfocitoplasmaferesi in sei pazienti affetti da sclerosi multipla, con particolare attenzione ai riscontri elettrofisiologici ed immunologici. Prima e dopo il trattamento, in ogni paziente, sono stati valutati: i potenziali evocati visivi, somatosensoriali e uditivi del tronco, il flicker fusion test, il rapporto helper/suppressor dei T-linfociti circolanti, le immunoglobuline e gli immunocomplessi serici, il grado di invalidità secondo la scale di valutazione di Kurtzke. I tests adottati non hanno dimostrato variazioni significative a seguito del trattamento.
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13.
The aim of this study was to evaluate the therapeutic activity of Deprenyl in patients with Parkinson disease already being treated with L-Dopa+PDI. 15 selected patients were allocated to two groups according to clinical features and course of the disease, the first consisting of 9 patients with a mean disease duration of 5 years without any side-effects attributable to L-Dopa and the second of 6 patients with long-term illness (a mean disease duration of 8 years), side-effects and on-off phenomenon.All the patients of the first group completed the scheduled 10-week course of Deprenyl treatment obtaining a significant improvement on the baseline WRS scores, in tremor, in rigidity, in motility and a 30.5% reduction in the L-Dopa dose. The patients of the second group showed no significant modification of the symptoms; in 2 cases the treatment was discontinued due to acute delusional-hallucinatory disorders and deterioration of the involuntary movements.A more precise evaluation of Deprenyl activity in the L-Dopa syndrome will depend on further studies.
Sommario Lo scopo di questo studio è quello di valutare l'efficacia terapeutica del Deprenyl in pazienti parkinsoniani precedentemente trattati con L-dopa più PDI.15 Pazienti sono stati selezionati e suddivisi in due gruppi in accordo con le caratteristiche cliniche e di evoluzione della malattia. Il primo gruppo è costituito da 9 pazienti con una durata media di malattia di 5 anni che non presentano effetti collaterali attribuibili al trattamento con L-dopa ed il secondo gruppo è costituito da 6 pazienti con una durata media di malattia di 8 anni che presentano fenomeni collaterali al trattamento al trattamento a lungo termine con L-dopa e fenomeni on-off. Tutti i pazienti del primo gruppo hanno completato il periodo di trattamento previsto di 10 settimane ottenendo un significativo miglioramento rispetto alle condizioni basali del WRS Scores, del tremore, della rigidità e della motilità con una riduzione della dose giornaliera di L-dopa del 30.5%.I pazienti del secondo gruppo non hanno mostrato significative modificazioni dei sintomi e in due casi il trattamento è stato sospeso per fenomeni psichici acuti e per peggioramento dei movimenti involontari patologici. Una migliore valutazione dell'efficacia del Deprenyl nella long-term L-dopa treatment syndrome, necessita di ulteriori studi.
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14.
Visual (VEP) and brainstem auditory (BAEP) evoked potentials (EP) were recorded in 21 multiple sclerosis (MS) patients in acute relapse before and after steroid treatment. VEPs were abnormal in 14/21 patients and BAEPs in 10/21 patients before treatment. In 4 patients with acute optic neuritis (ON), an improvement of VEPs paralleled clinical evolution in 3 cases. Substantial and contrasting changes in VEPs or BAEPs, with no clinical counterpart, were related to a spontaneous fluctuation of EPs in acute relapses of MS. These changes suggest frequent subclinical (multifocal and, possibly, sequential) central nervous system involvement in MS bouts. Group analysis showed nonsignificant changes in EP parameters before and after treatment. Our results indicate that evoked potentials (EPs) are of limited value for monitoring the short-term effect of steroid treatment in MS in bouts.
Sommario I potenziali evocati visivi (VEP) ed acustici troncoencefalici (BAEP) sono stati eseguiti in 21 pazienti affentti da sclerosi multipla (SM) in fase di poussée, prima e dopo un ciclo di trattamento con steroidi. Prima del trattamento i VEP edi BAEP sono risultati alterati in 14 e 10 pazienti rispettivamente. 4 pazienti presentavano una neurite ottica (ON) in fase acuta; in 3, dopo il trattamento, è stato rilevato un significativo miglioramento dei VEP e dell'acuità visiva. Significative, ma contrastanti, modificazioni dei VEP e BAEP, riscontrate in altri 5 pazienti, non correlate all'evoluzione clinica, sono suggestive di un interessamento subclinico, multifocale e possibilmente sequenziale, durante una poussée della SM. L'analisi per gruppi non evidenzia differenze statistiche significative tra prima e dopo il trattamento. I nostri risultati indicano che i potenziali evocati sono di limitata utilità ai fini di un monitoraggio a breve termine della SM in poussée.
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15.
Serial recordings of multimodal sensory (visual, acoustic and somatosensory) evoked potentials were made in 19 relapsing-remitting Multiple Sclerosis patients enrolled in a clinical trial designed to evaluate the efficacy of dexamethasone versus high-and low-dose methylprednisolone in acute multiple sclerosis bouts. Electrophysiological and clinical evaluations were performed at the onset of therapy and until 6 months after the end of treatment. Using an arbitrary Evoked Potentials score that takes into account both latency and waveform alterations, we found a positive correlation between evoked potentials and clinical disability scores. Furthermore, different electrophysiological profiles were detected in the three therapeutic subgroups. Evoked potentials may be useful for monitoring acute Multiple Sclerosis bouts and evaluating the effect of therapy.
Sommario I potenziali evocati visivi, acustici e somatosensoriali sono stati monitorati in 19 pazienti affetti da Sclerosi Multipla, inclusi in un trial clinico volto alla valutazione dell' efficacia del desametazone e di basse e alte dosi di metilprednisolone nel trattamento delle riaccensioni della malattia. La valutazione clinica ed elettrofisiologica veniva effttuata all'inizio e alla fine del trattamento (a 15 giorni) e a 3 e 6 mesi dopo la sospensione. Utilizzando una scala arbitraria elettrofisiologica che prendeva in considerazione sia le alterazioni di latenza che di morfologia, abbiamo riscontrato una correlazione positiva tra punteggio elettrofisiologico e disabilità clinica. Inoltre differenti profili elettrofisiologici erano osservati nei tre sottogruppi terapeutici. Lo studio dei potenziali evocati appare utile nel monitoraggio delle riaccensioni della malattia e nella valutazione dell' effetto della terapia.
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16.
We report the long term results of interstitial irradiation therapy in patients suffering from malignant supratentorial gliomas. The radioisotopes implanted by stereotaxic technique were Au198 grains in solid tumors and Y90 colloidal solution in a cystic tumor. The therapy was always well tolerated. Minimum survival time after implantation was 9 months, maximum exceeded 52 months. In all cases interstitial irradiation therapy solved or drastically diminished the severe secondary epilepsy from which all the patients suffered.
Sommario Gli autori riportano i risultati a lungo termine ottenuti nel trattamento di gliomi maligni sopratentoriali mediante irradiazione interstiziale con tecnica stereotassica. è stata utilizzato Au198 in grani per i tumori solidi e Y90 in un caso di astrocitoma cistico. Il trattamento è stato ben tollerato da tutti i pazienti. I tempi di sopravvivenza dopo irradiazione hanno variato da un minimo di 9 ad un massimo di 52 mesi. I pazienti presentavano tutti una severa sindrome comiziale che si risolse dopo il trattamento.
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17.
BB-CK activity was measured in 11 patients with stroke and in 10 controls. Blood samples were taken 36 hours after the clinical stroke onset in every patient. Sera were stored at −80° and analyzed within two months. The creatine kinase isoenzymatic pattern was determined by ion-exchange column separation and gradient elution system. The mean BB-CK concentration in patients with stroke was significantly higher than in controls (p<0.01). In the group of “stroke” patients we found a correlation between severity of brain damage, as suggested by the clinical picture and CT scans, and serum values of BB-CK.
Sommario Nel presente lavoro sono stati determinati gli isoenzimi della CK, dopo separazione su colonne a scambio ionico e dosaggio cinetico all'U.V., nel siero di 11 pazienti con ictus cerebrale e di 10 soggetti di controllo, non affetti da patologia neurologica. I campioni di sangue venoso sono stati prelevati 36 ore dopo l'inizio della sintomatologia, sono stati congelati a −80° ed analizzati entro 2 mesi. La concentrazione media dell'isoenzima BB della CK nei pazienti con ictus è risultata significativamente più alta che nei controlli (p<0.01). Nel gruppo di pazienti con ictus è stata trovata una correlazione fra la gravità del danno cerebrale, determinato sulla base del quadro clinico e dei reperti tomodensitometrici, e la quantità dell'isoenzima BB nel siero.
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18.
The article deals with 6 patients operated on for meningioma many years after they had undergone X-ray therapy because of an epidemic of tinea capitis in their community. One of the patients developed another meningioma 13 years after the operation. A causal connexion between radiation and tumors is supported by the patient linkage and by the similarity of tumor type, site and latency (36.14 ± 7.51 years).
Sommario L'articolo descrive 6 casi di pazienti con meningioma, che anni prima erano stati irradiati al cuoio capelluto a causa di un'epidemia di tinea capitis nell'orfanotrofio dove erano alloggiati. Uno dei pazienti presentò un nuovo meningioma 13 anni dopo il primo intervento. L'associazione fra questi soggetti, la somiglianza del tipo di tumore, della sede e delle latenze (anni 36, 14 ± 7,51) dimostrano un nesso di causalità fra l'irradiazione e l'oncogenesi. Questa osservazione è la prima del suo genere in letteratura.
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19.
The aim of the present study was to investigate the relationships between poststroke depression (PSD), lesion location and cognitive deficits after stroke. We studied 20 patients within the first month after clinical onset (T1), and one year later (T2). PSD was observed in 55% of patients at T1 and 35% of patients at T2. At T1, depression was reliably correlated with dorsal lesions in the right-hemisphere and anterior lesions in the left hemisphere. Lesion location was no longer a significant factor determining PSD at T2. Changes in PSD, from T1 to T2, were inversely correlated with the performances in cognitive tests exploring the domains of attention, visuospatial learning, executive/motor functions, and with the global composite cognitive score. Our data suggest that: 1) in the mix of influences that may produce PSD, lesion location is the main factor determining mood changes after stroke in the first month; 2) PSD produces deficits in attention, learning, and executive/motor functions, without affecting language and other cognitive domains.
Sommario Scopo di questo studio sono i rapporti tra la depressione post-stroke (PSD), la localizzazione della lesione cerebrovascolare e i disturbi cognitivi conseguenti alla lesione. Abbiamo studiato 20 pazienti entro il primo mese dall'episodio ictale (T1) ed un anno dopo (T2). La PSD era osservabile nel 55% dei pazienti a T1 e nel 35% dei pazienti a T2. A T1, la PSD era significativamente correlata con lesioni dorsali nell'emisfero di destra e con lesioni anteriori nell'emisfero di sinistra. Queste correlazioni non erano più significative a T2. Le variazioni della PSD da T1 a T2 erano inversamente correlate con le prestazioni dei pazienti a compiti cognitivi di attenzione, apprendimento visuospaziale, funzioni esecutivo/motorie, e con un punteggio cognitivo composito.Questi dati suggeriscono che: 1) tra le numerose cause che possono produrre la PSD, la localizzazione della lesione sembra essere il fattore principale nel primo mese dopo l'episodio cerebrovascolare; 2) la PSD produce disturbi attentivi, di apprendimento visuospaziale ed esecutivi/motori senza determinare disturbi nella sfera del linguaggio e di altre funzioni cognitive.
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20.
The surgical treatment of syringomyelia is still debatable and the result are often poor. Several surgical procedures, based on various proposed etiopathologies, have been developed but in many cases have proved completely ineffective. We have evaluated the follow-up of 69 syringomyelic patients, some operated on, some not, in the search for clues to the management of the disease. For this purpose we devised a rating system, which we describe. 31 patients underwent surgery while 38 received no treatment. We found that half of the patients deteriorated, whether they were operated on or not; only 1 in 5 improved and the rest remained stable. For surgical treatment to be successful, the disease must be in rapid evolution but without definite paraparesis.
Sommario Dalla revisione della letteratura risulta molto arduo stabilire criteri validi per un corretto approccio terapeutico alla siringomielia. In questo lavoro abbiamo seguito 69 siringomielici per un follow-up medio di 66 mesi. Di questi, 31 pazienti sono stati sottoposti ad intervento chirurgico mentre per gli altri 3 è stata seguita l'evoluzione naturale della malattia. Per meglio seguire l'evoluzione di questi pazienti, abbiamo costruito un protocollo di valutazione che permette l'espressione numerica dei deficits neurologici secondo una invalidità crescente. Ne è emerso a parità di durata di malattia una maggiore evolutività del quadro clinico dei siringomielici con paraparesi rispetto a quelli con solo danno segmentale e dei soggetti con turbe sfinteriche rispetto a quelli con paraparesi. Confrontando inoltre pazienti operati con quelli non operati non è emersa nessuna variazione significativa nell'evoluzione del quadro clinico dei pazienti con disturbi sfinterici, mentre il 66% dei soggetti operati che presentano all'ingresso in studio paraparesi hanno manifestato una tendenza al peggioramento. Nell'ambito del gruppo di pazienti che all'ammissione presentavano solo deficits segmentari il 50% è migliorato in seguito all'intervento.
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