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1.
We present a case of cephalic tetanus in a 60-year old man, whose onset was accompanied by an unusual and incomplete palsy of the muscles supplied by the upper branch of the seventh cranial nerve. Seven days before the appearance of incomplete Bell's palsy, the patient had suffered a slight superficial wound to his forehead on the same side. Seventeen days after the injury, there was evidence of generalized tetanus.
Sommario Presentiamo un caso di tetano cefalico in un uomo di 60 anni, insorto in modo inusuale con una paralisi incompleta dei muscoli innervati dalla branca superiore del settimo nervo cranico. Sette giorni prima della comparsa dell' incompleta paralisi di Bell e dallo stesso lato, il paziente aveva subito una lieve e superficiale ferita della fronte. A diciassette giorni dalla ferita comparvero i segni di tetano generalizzato. Dopo trattamento con antitossina tetanica, iniziato nel Centro di Rianimazione dove fu precauzionalmente trasferito, il paziente guarì e la paralisi facciale regredì completamente entro un mese.
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2.
7 cases of stuporous states or coma induced in epileptic subjects by the rapid administration of high doses of sodium valproate are described. Progressive impairment of consciousness began 2 to 7 days after the administration of sodium valproate and induced a slowing of background EEG activity until the delta activity became of high amplitude, generalized, continuous and areactive. The authors believe that the impairment of consciousness in their patients was related to the rapid administration of high doses and a direct intrinsic action of sodium valproate on the brain, as no increase in plasma levels of the drugs in association with valproate was observed.
Sommario Sono descritti 7 casi di stupor o coma indotti, in soggetti epilettici, dalla somministrazione rapida di alte dosi di valproato di sodio. L'interessamento progressivo dello stato di coscienza inizia dopo 2–7 giorni dalla introduzione terapeutica del valproato di sodio;contemporaneamente sull'EEG l'attività di fondo rallenta fino alla comparsa di un 'attività delta di grande voltaggio, che appare continua, generalizzata ed areattiva. Gli autori ritengono che l'alterazione dello stato di coscienza sia da correlare ad una somministrazione rapida più che ad un 'azione diretta ed intrinseca del vaproato di sodio: in effetti questo non provoca alcun incremento dei livelli plasmatici dei farmaci prescritti in associazione.
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3.
A study of VPA based on a comparison of mean plasma levels, plasma peak latency times and plasma half-lives after rectal and oral administration was conducted in 9 children between 6 months and 10 years of age suffering from various forms of epileptic seizure, before they received chronic VPA treatment. Each child received an oral dose of 20 mg/kg and after two days a rectal dose of 20 mg/kg and the mean plasma concentrations were determined at intervals for both modes of administration. An identical plasma concentration for both after 24 h showed that the quantity of drug absorbed was the same. The mean half-life varied according to age: 11 ± 2 h for children over 3 years of age and 9 ± 1 h for those under 3. The results of the study, in line with the few other available published data, thus confirm the validity of rectal VPA administration.
Sommario È stato intrapreso uno studio sul V.P.A. basato sul confronto tra livello plasmatico medio, tempo di latenza del picco plasmatico, valori di emivita del farmaco somministrato per via rettale e per via orale. Nove pazienti di età compresa tra i 6 mesi ed i 10 anni affetti da diverse forme di crisi epilettiche e non ancora sottoposti a terapia, ricevevano da prima per via orale e dopo due giorni per via rettale, una dose dapprima unica di 20 mg/kg di V.P.A. sotto forma di soluzione. Per le due vie di somministrazione e per ogni tempo si calcolava la concentrazione plasmatica media del farmaco. Una identica concentrazione plasmatica, ottenuta con le due diverse vie di somministrazione, dopo 24 ore confermava che la quantità di farmaco assorbita era la medesima. L'emivita media variava in base all'età: 11 h. ± 2 per i bambini di età superiore ai 3 anni, 9 h. ± 1 per l'età inferiore ai 3 anni. I risultati del nostro studio, in accordo con i pochi altri dati esistenti in letteratura, confermano quindi la validità della somministrazione rettale del V.P.A..
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4.
Two patients with a neurologic syndrome of vitamin B12 deficiency and delayed Visual Evoked Potentials are reported. VEP latencies returned to normal values from 90 to 110 days following parenteral treatment with cyanocobalamin.
Sommario Sono descritti due pazienti che presentavano una sindrome neurologica da carenza di vitamina B-12 ed un allungamento della latenza del potenziale evocato visivo (VEP). Dopo rispettivamente 90 e 110 giorni dalla istituzione della terapia parenterale con cianocobalamina si è assistito alla rinormalizzazione delle latenze del VEP.
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5.
Studies of short and long-term changes in regional metabolism, blood flow, gene expression (including immediate early genes and genes for neurotrophic factors), sprouting and cell death following seizures are pivotal to an under-standing of the neural networks responsible for the generation of seizures. At the same time, this information forms a basis for understanding the pathophysiology associated with chronic, recurrent seizures. Systemic chemoconvulsant seizure models, produced by systemically administered chemoconvulsant agents, although convenient, are plagued with difficulties which confound the interpretation of their effects on the nervous system. These difficulties include widespread direct cellular and physiological effects of the chemoconvulsant drugs, most of which are independent of seizures. In addition, numerous physiological changes occur as a secondary consequence of, or ancillary to, seizures, and it can be especially difficult to separate these effects from the direct effects of the propagated seizure discharge itself. Some of these difficulties can be overcome by the use of focally-evoked seizure models. Such models avoid the diffuse presence of drug throughout the CNS and thereby eliminate most of the direct cellular and physiologic actions of the drug apart from seizure-induction. Large regions of the brain distant from the focal site of drug application then can be examined for molecular, structural and physiologic changes uncomplicated by the presence of drug. Moreover, different focal sites of drug application can be compared to evaluate the specificity of the molecular changes to the neural network engaged in the seizure discharge. For example, limbic seizures, evoked by chemoconvulsant application into area tempestas, can be compared with brainstem convulsions evoked by chemoconvulsant application into inferior colliculus. Studies using focal drug application have also been successful in producing distant damage following status epilepticus and in demonstrating distant neuroprotection. The importance of identifying seizure-specific pathophysiological alterations is discussed in the context of focal vs. systemic chemoconvulsant seizure models.
Sommario Studi su modificazioni a breve e lungo termine del metabolismo regionale, del flusso, della espressione genica, dei fenomeni degenerativi e rigenerativi conseguenti alle crisi forniscono informazioni cruciali per la comprensione dei meccanismi neuronali responsabili della generazione delle crisi. Modelli sperimentali prodotti dalla somministrazione sistemica di agenti chimici convulsivanti, benché utili danno risultati di difficile interpretazione. Le difficoltà interpretative derivano dai molti effetti cellulari e fisiologici dei farmaci convulsivanti che sono indipendenti dalle crisi. Inoltre numerosi effetti fisiologici secondari o collaterali alle crisi sono difficilmente discriminabili da quelli direttamente dipendenti dalla scarica critica. Alcune di queste difficoltà possono essere superate dall'uso di modelli di crisi focali, nei quali l'effetto epilettogeno diretto delle sostanze impiegate non è contaminato dagli effetti generali. In questo modo le modificazioni molecolari, strutturali e fisiologiche che si verificano in regioni lontane dalla zona di applicazione del farmaco possono essere studiate senza l'interferenza dei suoi effetti diretti. Per di più in questi modelli lo studio comparativo delle diverse zone di applicazione dell'agente epilettogeno permette di valutare la specificità delle modificazioni molecolari in rapporto all'aggregato neuronale generatore della scarica critica. Ad esempio crisi limbiche evocate da applicazione di chemoconvulsivanti nell'area tempestas possono essere studiate comparativamente con convulsioni troncoencefaliche da somministrazione di chemoconvulsivanti nel collicolo inferiore. L'applicazione locale di farmaci si è dimostrata in grado di indurre danni a distanza conseguenti a stato epilettico e ha rivelato l'esistenza di neuroprotezione a distanza. L'importanza dell'identificazione di alterazioni epilettogene specifiche per tipo di crisi viene discussa nel contesto di modelli di crisi epilettiche indotte da somministrazione focale o generalizzata di chemoconvulsivanti.
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6.
The case is reported of an infant presenting paroxysmal dystonia during cisapride theraphy. We suggest that this drug, a substituted benzamide, probably interfered with the age-related modification of striatal neurotransmitters, provoking extrapyramidal symptoms. Considering the widespread use of cisapride in early infancy for the treatment of gastrointestinal disorders, attention must be drawn to this possible side effect.
Sommario Presentiamo il caso di una bambina di 5 mesi, trattata sin dalla nascita con cisapride per la prevenzione di reflusso gastroesofageo, in quanto affetta da atresia congenita dell'esofago corretta chirurgicamente in 1° giornata di vita. Dal 3° mese la bambina presentò, con frequenza ingravescente, distonie accessuali non più verificatesi dalla sospensione del trattamento farmacologico.La precocità di comparsa della fenomenologia accessuale, la relazione temporale tra cessazione della stessa e sospensione del farmaco, nonché alcune caratteristiche semeiologiche sottolineate nel lavoro, portano ad attribuire alla cisapride un ruolo causale.I processi di sviluppo all'interno dello striato propri di questa età della vita, che comportano rapidi rimaneggiamenti strutturali e di equilibrio funzionale tra i principali neurotrasmettitori, hanno sicuramente rappresentato una situazione favorente nei confronti di un disturbo extrapiramidale transitorio.
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7.
6 patients with chronic cluster headache were treated with lithium carbonate in order to establish the individual lowest effective dose and to assess the possibility of suspending treatment after prolonged administration. Lithium was given at rising doses until more than 90% improvement was obtained. This was achieved in 1 case with only 300 mg daily, in 3 cases with 600 mg and in 2 with 900 mg daily. Of the 5 patients in whom drug administration was suspended 3 had an immediate return of daily attacks of headache, 1 after a 4-month free interval and 1 has maintained the improvement after 6 months without the drug. The sharp decline of the effectiveness of lithium on administration of an antimitotic (Melphalan) provides the starting-point for a discussion on the possible mechanisms of action of lithium in cluster headache.
Sommario 6 pazienti affetti da cefalea a grappolo cronica sono stati sottoposti a trattamento con carbonato di litio, allo scopo di stabilire la posologia minima individuale efficace e di valutare la possibilità di interruzione della terapia dopo somministrazione prolungata. Il litio è stato somministrato a dosaggi gradualmente crescenti, fino ad ottenere un miglioramento percentuale superiore al 90% Questo risultato terapeutico è stato raggiunto in 1 caso con soli 300 mg-die, in 3 casi con 600 mg, in 2 casi con 900 mg. Alla sospensione della terapia attuata in 5 pazienti, 3 hanno ripresentato subito attacchi quotidiani di cefalea, 1 dopo quattro mesi di benessere, 1 mantiene ancora inalterato l'indice di miglioramento a distanza di sei mesi. Le brusche diminuzioni dell'efficacia terapeutica del litio in un paziente, in stretta coincidenza con la somministrazione di un farmaco antiblastico (Melphalan), sono lo spunto per una discussione sui possibili meccanismi d'azione del litio nella cefalea a grappolo.
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8.
The study covers 30 patients with idiopathic Parkinson disease, 13 men and 17 women, aged betwen 50 and 70, on stabilized L-Dopa and/or bromocriptine, which failed to ensure adequate control of the symptoms, especially tremor. To this regimen was added Bornaprine/placebo in randomized sequence. The patients were tested according to the Webster Rating Scale before, during and after each stage of the treatment. Statistical analysis of the results showed the superiority of Bornaprine over the placebo in reducing tremor (p<0.01) and, to a lesser degree, some other parkinsonian symptoms. No noteworthy side effects were found apart from dryness of the mouth, which was more frequent with Bornaprine.
Sommario Sono stati esaminati 30 pazienti affetti da morbo di Parkinson idiopatico, di cui 13 maschi e 17 femmine, di età compresa tra 50 edi i 70 anni, in terapia stabilizzata con L-Dopa o con Bromocriptina o con entrambe. In tutti i soggetti, questi farmaci non consentivano un adeguato controllo della sintomatologia, con particolare riferimento al tremore. Lasciando invariata la terapia in atto, si è somministrato Bornaprine od und placebo identico, secondo una sequenza randomizzata, in doppio cieco con cross-over. I pazienti sono stati esaminati per mezzo della Webster Rating Scale a tempi predeterminati, prima, durante e dopo ciascuna fase del trattamento con farmaco o con placebo. L'analisi statistica dei risultati ha dimostrato la significativa superiorità del Bornaprine rispetto al placebo nel ridurre il tremore (p<0.01) e, in minor misura, alcuni altri sintomi della serie parkinsoniana. Non si sono rilevati effetti collaterali di rilievo, sia dal punto di vista clinico sia da quello strumentale. L'unica eccezione è rappresentata dalla maggiore incidenza di xerostomia nel corso del trattamento con farmaco attivo rispetto a quello con placebo.
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9.
Sommario Scopo del lavoro è di discutere alcuni aspetti relativi all'inquadramento nosografico delle cosiddette cefalee sintomatiche o secondarie, con particolare riferimento alla Classificazione della International Headache Society (IHS), attualmente in corso di revisione. Le cefalee sintomatiche rappresentano infatti un gruppo eterogeneo di disordini e condizion talvolta di grande rilevanza clinica, come nel caso delle cefalee sintomatiche di patologia intracranica vascolare e non vascolare. Peraltro, rientrano invece in questo capitolo quadri clinici mal definiti (aspecifici) e con incerta relazione causa-effetto con i vari fattori ed eventi con i quali un quadro di cealea o di dolore cranio-facciale si associa. Esiste poi un'importanza speculativa per le cefalee secondarie, rappresentata dalla possibilità di considerare alcune forme quali modelli in vivo per approfondire i meccanismi patofisiologici alla base della produzione del dolore cefalico. Sulla base di queste considerazioni vengono discusse, rispettivamente, le cefalee di interesse neurochirurgico (come sintomi premonitori di patologia maggiore intracranica), le cefalee secondarie a variazioni degli ormoni sessuali nel corso della vita riproduttiva e nel caso della somministrazione di estroprogestinici, le cefalee post-traumatiche per il rilievo fisiopatologico che assumono nei confronti di alcune forme di emicrania e di cefalea cervicogenica.   相似文献   

10.
The kinetics of the primary amide of valproic acid (VPA), i.e. dipropylacetamide, rapidly transformed into the corresponding acid in humans, are investigated and compared with valproate kinetics. In a group of healthy volunteers peak VPA concentration was reached within 5–14 hours of dipropylacetamide and within 1–2 hours of valproate administration. The plasma half-life appeared to be 8–12 hours for both compounds without significant differences. The relative bioavailability of the amide was 81.2% of valproate on average. In epileptics no correlation between plasma VPA levels and daily valproate or amide dose was observed; daily plasma valproic acid level fluctuations were significantly less wide during dipropylacetamide therapy. This compound seems to offer some advantages over sodium valproate, namely: slower absorption, stabler plasma levels through the day, 2 instead of 3 or 4 daily doses and hence less risk of drug defaulting.
Sommario Alcuni aspetti di farmacocinetica della amide primaria dell'acido valproico, la dipropilacetamide, che nell'uomo viene rapidamente trasformata nell'acido corrispondente, sono stati studiati e confrontati con quelli ottenuti dopo somministrazione di valproato di sodio. In un gruppo di soggetti volontari e sani il picco di concentrazione di acido valproico è stato raggiunto entro 5–14 ore dopo somministrazione di dipropilacetamide ed entro 1–2 ore dopo somministrazione di valproato di sodio. L'emivita plasmatica è risultata 8–12 ore dopo assunzione di entrambi i composti, senza significative differenze. La biodisponibilità della dipropilacetamide è stata 81,2% in media rispetto al sale sodico. In un gruppo di pazienti epilettici nessuna correlazione è stata osservata tra livelli plasmatici di acido valproico e dose giornaliera di valproato o amide; le fluttuazioni gionaliere delle concentrazioni ematiche del farmaco sono state meno ampie durante terapia con dipropilacetamide. Questo farmaco, dato il lento assorbimento presentato e la conseguente maggiore stabilità dei livelli plasmatici durante le 24 ore, sembra offrire qualche vantaggio di somministrazione rispetto al valproato di sodio.
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11.
The principal peripheral pharmacokinetic parameters of the levodopa/carbidopa association were investigated in 11 healthy volunteers and in 16 patients at various stages of Parkinson disease, with and without the on-off phenomenon. After oral administration of a standard dose of drug (levodopa 250 mg + carbidopa 25 mg) the peak plasma concentrations, peak onset time and area under the curve/time proved to be similar across the groups. There was no difference in peripheral pharmacokinetics of the association between parkinsonian patients with swings in response and those without.
Sommario I principali parametri farmacocinetici periferici della associazione levodopa/carbidopa sono stati studiati in 11 volontari sani ed in 16 pazienti affetti da morbo di Parkinson in differenti stadi di malattia, con e senza fluttuazioni delle performances motorie. Dopo somministrazione per via orale di una dose standard del farmaco (levodopa 250 mg., carbidopa 25 mg.), i valori della concentrazione plasmatica massima, del tempo di comparsa del picco e dell'area sotto la curva concentrazione/tempo sono risultati simili in tutti i gruppi esaminati. La farmacocinetica periferica dell'associazione levodopa/carbidopa non è risultata essere differente nei parkinsoniani che presentavano delle fluttuazioni delle performances motorie in confronto ai pazienti con stabile risposta clinica alla terapia.
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12.
The pharmacokinetic and pharmacodynamic characteristics of a controlled-release (CR) formulation of trazodone were evaluated in healthy subjects who received acutely 150 mg and 75 mg of the CR trazodone and equal amounts of the conventional formulation on separate occasions. Plasma trazodone concentrations were measured by HPLC. The pharmacokinetic profile of CR trazodone was characterized by a slower increase in drug plasma levels and a lower and retarded peak plasma concentration without any modification in the total amount of trazodone absorbed over 24 hrs. The side effects were less severe and less frequent than with the conventional formulation.
Sommario Le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di una formulazione di trazodone a rilascio controllato (CR) sono state studiate in volontari sani ai quali furono somministrati, in quattro differenti occasioni, 150 mg e 75 mg di trazodone CR e dosi equivalenti di trazodone in formulazione convenzionale. Le concentrazioni plasmatiche di trazodone furono misurate mediante HPLC. Rispetto alla formulazione convenzionale, il trazodone CR esibì un profilo farmacocinetico caratterizzato da un incremento più graduale dei livelli plasmatici e da una concentrazione massima più bassa e più ritar-data. Nessuna differenza nella quantità totale di farmaco assorbita nelle 24 ore fu osservata tra le due formulazioni. Dopo somministrazione del trazodone CR, gli effetti collaterali indesiderati furono meno severi e meno frequenti rispetto alla formulazione convenzionale.
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13.
The antiepileptic activity of the imidazole derivative denzimol has been evaluated in 10 patients with poorly controlled partial epilepsy by adding on the drug to the current therapy, in an open preliminary trial. A sustained drop in seizure frequency greater than 50% occurred in 5 patients. Although denzimol increased blood concentrations of carbamazepine, correlation analysis indicated that the improvement was more likely due to intrinsic properties of denzimol. No severe side effects were reported, although several patients experienced nausea and vomiting, which caused 2 patients to drop out.
Sommario L'attività antiepilettica del denzimol, derivato imidazolico, è stata preliminarmente valutata in un gruppo di 10 pazienti affetti da epilessia parziale scarsamente controllata dalle terapie convenzionali, secondo un disegno sperimentale aperto, “add-on”. In 5 pazienti vi è stata una riduzione della frequenza delle crisi superiore al 50% rispetto al valore pre-trattamento. Sebbene il denzimol tenda ad aumentare i tassi plasmatici della carbamazepina, l'analisi della correlazione ha dimostrato che il miglioramento è in larga misura dovuto a proprietà intrinseche del denzimol. Non sono stati evidenziati effetti collaterali di particolare rilevanza, anche se numerosi pazienti hanno presentato nausea e vomito, che in due casi hanno determinato la sospensione del farmaco.
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14.
Since its introduction in the early '80s the use of botulinum toxin has improved the quality of life of the patients affected by movement disorders. Toxin's neuromuscular blocking action allows a symptomatic treatment of those clinical conditions characterised by excessive muscular activity. Although the dosages used are safe and the side-effects are reversible, a correct use of botulinum toxin depends on the knowledge of its clinical pharmacology and of the anatomy of the body segments to be injected. In addition, the treatment of more complex conditions, i.e. laringeal dystonia, imposes an inter-disciplinary approach and specialised injection techniques.In this review, the Italian Study Group on Movement Disorders presents the consensus guidelines for the therapeutic use of botulinum toxin in movement disorders. The main toxin types, their use and administration modalities, and the training guidelines will be presented.
Sommario Dalla sua introduzione nei primi anni '80, l'uso della tossina botulina ha prodotto un sensibile miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti da disordini del movimento. La sua azione bloccante la trasmissione neuromuscolare ha consentito il trattamento sintomatico di quelle condizioni cliniche caratterizzate da eccessiva attività muscolare. Nonostante la relativa sicurezza dei dosaggi impiegati e l'assenza di effetti collaterali irreversibili l'adeguato uso della tossina botulinica nei disordini del movimento dipende da conoscenze specifiche di farmacologia clinica e di anatomia normale funzionale dei distretti da infiltrare. Inoltre, per il trattamento di patologie più rare o complesse, come ad esempio la disfonia spasmodica, si rendono necessari un approccio interdisciplinare e speciali tecniche di somministrazione.In questo articolo vengono presentate le principali indicazioni alla terapia con tossina botulinica dei disordini del movimento redatte dal Gruppo di Studio per i Disordini del Movimento della S. I. N. Sono inoltre esposti i principali tipi di tossina disponibili sul mercato italiano, le modalità di uso e somministrazione nonché le nozioni di addestramento per il personale medico che intenda attuare tali terapie.
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15.
The deficiency of muscle Carnitine secondary to chronic dialysis frequently induces lipid storage in striated muscles associated with progressive myocardial involvement. Serial EMG recordings disclose the presence of several motor unit potential families in tibialis anterior muscle related to damage of peripheral nervous fibres and muscular districts due to the storage of lipid vacuoles. The administration of d, 1-Carnitine to twenty chronically dialyzed uraemic patients significantly improved the distal latency of the M response of the external peroneal nerve at the EDB muscle and the MUP properties suggesting a Carnitine-dependent amelioration of fatty acid oxidative processes both in muscle and Schwann cells. The main side effects folowing d, 1-Carnitine oral administration (3 g/daily) is a myasthenia-like symptom complex that is promptly reversed on drug interruption.
Sommario La deficienza muscolare di Carnitina secondaria al trattamento dialitico, induce frequentemente un accumulo di vacuoli lipidici nei muscoli striati associato ad un danneggiamento progressivo del miocardio. La registrazione seriata dei tracciati Emg ha mostrato la presenza di diverse famiglie di Unità Motorie nel tibiale anteriore probabilmente per un danno delle fibre nervose distali e di quelle muscolari da esse innervate almeno parzialmente dovuto all'accumulo di vacuoli lipidici. La somministrazione di d, 1-Carnitina a 20 pazienti in dialisi cronica ha abbreviato significativamente la Latenza Distale della risposta M evocata nel muscolo EDB da stimolazione dello Sciatico Popliteo Esterno ed anche alcune delle caratteristiche patologiche delle Unità Motorie, suggerendo la esistenza di un verosimile miglioramento carnitino-dipendente del metabolismo ossidativo degli Acidi Grassi sia nelle cellule muscolari che in quelle di Schwann. Il principale effetto collaterale dopo la somministrazione orale di D, 1-Carnitina (3 gr/pro die) è stata una sintomatologia simil-miastenica prontamente rientrata dopo la sospensione del farmaco.
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16.
We report two cases of non periodic alternating nystagmus, one of vascular origin (ischemia of the vertebrobasilar territory) and a second of traumatic origin (whiplash injury) with otoneurological signs, typical of lesions in posterior cranial fossa and in particular of vestibulum-cerebellum and brainstem: gaze paretic nystagmus, rebound nystagmus, saccadic dysmetria, vestibular hyperreflexia and impaired visual suppression test.In one case it was possible to give baclofen therapy, which yielded positive results. Suspension of drug administration resulted in the worsening of clinical signs. The mechanism of action of the drug will be discussed.
Sommario Gli autori riportano 2 casi di nistagmo alternante non periodico, uno di origine vascolare (ischemia nel territorio dell'arteria vertebro-basilare) ed il secondo di origine traumatica (colpo di frusta) con segni otoneurologici tipici di lesione della fossa cranica posteriore ed in particolare del vestibulum-cerebellum e del tronco (presenza di gaze paretic nystagmus, nistagmo di rimbalzo, dismetria saccadica, iperreflessia vestibolare ed alterazione del test di soppressione visuale.In un caso è stato possibile somministrare baclofene che ha determinato un miglioramento della sintomatologia clinica e strumentale. La temporanea sospensione del farmaco è risultata in un peggioramento sia clinico che strumentale. È discusso il meccanismo di azione di tale farmaco.
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17.
Carbamazepine (CBZ) brain uptake was determined in cats rendered epileptic by administration of 250,000 IU penicillin/kg intramuscularly, and the results were compared with those in a control group. CBZ penetration in the brain was significantly different in the epileptic cats, the uptake of the drug in the generalized epileptic brain being decreased and delayed, although substantial binding occurred also in this case. Plasma and CSF levels behaved similarly in normal and epileptic cats. Arguably the impaired CBZ brain uptake was due to the epileptic activity itself, which per se can be responsible for marked inhibition of protein synthesis, thus modifying the proven ability of CBZ to bind to phospholipid and protein components of neuronal cells.
Sommario L'uptake cerebrale di carbamazepina (CBZ) è stato determinato in gatti resi epilettici mediante la somministrazione di 250.000 U.I. di penicillina per Kg. intramuscolare. Confrontando i risultati con un gruppo di controllo, la penetrazione della CBZ nel cervello è stata significativamente minore nei gatti epilettici, essendo l'uptake del farmaco nel cervello affetto da epilessia generalizzata diminuito e ritardato, sebbene un binding sostanziale avvenga anche in questo caso. I livelli plasmatici e liquorali seguono un comportamento analogo nei due gruppi. Si può speculare ipoteticamente che l'alterato uptake cerebrale di CBZ sia dovuto alla stessa attività epilettica, che di per sé può essere responsabile di una marcata inibizione della sintesi proteica, così modificando la dimostrata capacità della CBZ di legarsi ai componenti fosfolipidici e proteici delle cellule nervose.
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18.
Phenobarbital in the prophylaxis of late posttraumatic seizures   总被引:2,自引:0,他引:2  
390 patients with severe head injuries were treated with phenobarbital (PB) orally for a period of 12 months in order to determine whether this drug could reduce the incidence of posttraumatic epilepsy (PTE). An intramuscular PB dose of 2.5–3 mg/kg body weight per day was administered within 24 hours after the trauma; after 5 days, or longer if the coma persisted, the drug was administered orally. Maintenance dosage adjustments, when necessary, were based on serial plasma concentrations of the drug, sustained at between 5 and 30 g/ml.293 patients completed the study. 66% of these presented one risk factor, while 34% presented two or more.6 patients (2.04%) had at least one seizure during the twelve months. Plasma drug levels at the time of the seizure, with one exception of 15 g/ml, ranged from 20 to 28 g/ml.The results of the study indicate that PB administered during the first twelve months after the trauma, even at relatively low doses, can have a prophylactic effect on PTE.
Sommario 390 pazienti con gravi traumi cranici sono stati trattati con phenobarbital (PB) per via orale, per un periodo di 12 mesi, al fine di verificare se tale farmaco potesse ridurre l'incidenza dell'epilessia post-traumatica (PTE). Il PB è stato somministrato per via intramuscolare, entro 24 ore dopo il trauma, alla dose di 2.5–3 mg/kg/die; dopo 5 giorni o un periodo di tempo maggiore se il coma persisteva, il farmaco è stato somministrato per via orale. Il mantenimento del livello plasmatico, quando necessario, è stato ottenuto monitorando le concentrazioni plasmatiche del farmaco che sono state mantenute tra 5 e 30 g/ml.293 pazienti hanno completato lo studio. Il 66% presentava un solo fattore di rischio, mentre il 34% presentava due o più fattori di rischio associati.6 pazienti (2.04%) hanno presentato almeno una crisi epilettica entro i 12 mesi. I livelli plasmatici del farmaco al momento della crisi, variavano fra 20 e 28 g/ml, con una eccezione di 15 g/ml. I risultati dello studio indicano che il PB somministrato durante i primi 12 mesi dopo il trauma, anche a dosi relativamente basse, può avere un effetto profilattico sulla PTE.
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19.
This randomised, single-blind, placebo-controlled study involved 20 patients with chronic upper motoneuron syndrome due to ischemic cerebrovascular lesions, selected in order to ensure the greatest possible homogeneity in terms of the severity of the syndrome. All of them were treated with protirelin tartrate 4 mg/die i.m. The study included semiquantitative clinical evaluations of neurological examinations, with particular attention being paid to weakness and spasticity. These were accompanied by neurophysiological evaluations (F-waves, magnetic motor evoked potentials). Extended biohumoral investigations of possible side effects were also carried out. The results indicate a slight but statistically significant absolute improvement in spasticity and muscular strength following protirelin tartrate, especially in the lower limbs; at the same time, the drug also proved to be capable as favourably modifying the response of the biceps femoris muscle to transcranial magnetic stimulation (reappearance, increased amplitude and a reduction in the threshold of motor evoked potentials). The drug was generally well tolerated.
Sommario Abbiamo condotto uno studio in cieco-singolo, randomizzato, controllato con placebo, su 20 pazienti affetti da sindrome cronica del motoneurone superiore, esito di lesione vascolare ischemica cerebrale. Il gruppo di pazienti era selezionato in funzione della massima possibile omogeneità quanto alla gravità della sindrome e trattato per 2 settimane con protirelina tartrato 4 mg IM/die. Lo studio comprendeva valutazioni cliniche semiquantitative dell'esame neurologico, con particolare riguardo all'ipostenia ed alla spasticità. A queste si affiancavano valutazioni neurofisiologiche (studio dell'onda F e dei potenziali evocati motori magnetici). Venivano effettuate estese indagini bioumorali circa i possibili effetti collaterali. I risultati indicano un miglioramento lieve sul piano assoluto, ma statisticamente significativo, della spasticità e della forza muscolare dopo protirelina tartrato, specie per l'arto inferiore. Contemporaneamente, il farmaco si dimostrava capace di modificare in senso favorevole la risposta allo stimolo magnetico transcranico nel muscolo bicipite femorale (ricomparsa, aumento d'ampiezza e diminuzione di soglia del potenziale evocato motore). Esso si dimostrava complessivamente ben tollerato.
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20.
After introducing the problem of blepharospasm, we report our experience on treatment with purified botulinum A toxin in 16 cases of blepharospasm, symptomatic in two and essential in 14, than had not responded to drugs. The changes in intensity and frequency of spasm after treatment were evaluated on a clinical scale and by review of videotapes. The beneficial effect appeared within a week in most patients, lasting from 6 to 28 weeks (mean 13), and reached the maximum at the third-seventh week. Mild spasms and female patients responded better. Repeated injections were followed by better response to the drug. Complications, exclusively local, were represented by transient corneal exposure, ptosis, lacrimation or diplopia.
Sommario Dopo una breve introduzione sul problema del blefarospasmo, gli autori riportano la loro esperienza nel trattamento con tossina botulinica purificata di 16 casi di questo disturbo, sintomatico in due ed essenziale in quattordici. Le modificazioni di intensità e di frequenza degli spasmi palpebrali sono state valutate su una scala clinica e con la revisione delle videoregistrazioni effettuate prima del trattamento e a distanza di unodue mesi. La maggior parte dei pazienti ha riportato un miglioramento dopo 3–10 giorni dalla inoculazione. Tale miglioramento ha avuto una durata variabile da 6 a 28 settimane, con una media di 13, ed un massimo tra la 3a e la 7a settimana. Gli spasmi moderati ed i soggetti di sesso femminile hanno avuto una risposta migliore. La ripetizione delle somministrazioni della tossina si è accompagnata ad un miglioramento più marcato della sintomatologia. Le complicazioni del trattamento, unicamente locali, sono consistite in insufficiente chiusura della rima palpebrale, lacrimazione, ptosi e diplopia transitori.
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