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1.
We report the case of a man who developed unilateral alternating chorea four years before presenting a typical clinical form of Steele-Richardson-Olszewski syndrome. It is known that choreic dyskinesias may occur during the course of this syndrome but this is the first account of choreas presenting sign of the syndrome.
Sommario è descritto il caso di un paziente, che ha presentato una sintomatologia coreica unilaterale ed alternante, a cui è seguita dopo quattro anni la comparsa di una tipica sindrome di Steele-Richardson-Olszewski. La presenza di corea è stata già osservata in alcuni pazienti con sindrome di Steele-Richardson-Olszewski. Questo articolo costituisce il primo resoconto di un caso clinico in cui le ipercinesie coreiche hanno costituito il sintomo di esordio della malattia.
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2.
Nine severely disabled clinically definite chronic progressive multiple sclerosis (MS) patients who had at least one determination of intra-blood-brain-barrier (BBB) IgG synthesis rate of greater than 7 mg/day (upper limit of normal=3.3) participated in this study. Seven patients were given 1 gram of methylprednisolone sodium succinate (MP) by intravenous infusion over 30 minutes once a day for 3 days. Statistically significant (p<.05) reduction in intra-BBB IgG synthesis (mg/day) was seeen in 4/7 patients, but in only 2 were normal levels of synthesis rate (<3.3 mg/day) attained. Rebound of IgG synthesis to premedication rates occurred within 30 days in 2/4 patients. There was no change in intensity or pattern of cerebrospinal fluid (CSF) oligoclonal IgG bands by isoelectric focusing, immunofixation, and silver staining. A subsequent course of intrathecal methylprednisolone acetate (MPA) (80 mg twice a week for 5 weeks) was given to 5 of the 7 patients and to 2 additional patients not previously treated. In spite of signs of subarachnoid inflammation, a statistically significant depression of intra-BB synthesis, which far exceeded that from the pulse treatment occurred in all 7, including the 2 patients whose intra-BBB IgG synthesis rates were previously resistant to pulse steroid administration. Normal levels of synthesis were rapidly reached in 4/7 patients; however, an IgG synthesis rebound occurred in 3/7 patiens which was just as rapid. One out of 7 patients showed a temporary reduction in the number of cathodic IgG oligoclonal bands in the CSF. Two patients required discontinuation of treatment due to aseptic meningitis in one and progressive weakness in the other. Clinically, these severely afflicted patients with fixed deficits remained unchanged with either treatment protocol. While MPA and ACTH have similar initial effect on the central nervous systems (CNS) inflammatory response in MS, the well documented risk of serious adversities with MPA prohibit its clinical use in MS in its present form.
Sommario 9 pazienti affetti da una forma avanzata di MS definita come progressiva cronica che avevano almeno una determinazione dell'indice di sintesi delle IgG di barriera emato-encefalica (BBB) superiore a 7 mg. pro die (limite superiore al normale=3.3) hanno partecipato a questa ricerca. A 7 pazienti è stato somministrato 1 g. di metilprednisolone sodio succinato per via endovenosa per la durata di 30 minuti una volta al giormo per 3 giorni. In 4 su 7 pazienti è stata vista una riduzione statisticamente significativa della BBB mentre solo in due pazienti si raggiunsero i normali livelli di sintesi. In 2 su 4 pazienti il ritorno ai valori pre medicazione avvenne in 30 giorni. Non vi è stata variante delle bande oligoglonali IgG studiate col focusing isoelettrico, l'immunofissazione e la colorazione argentica. Successivamente è stato somministrato del metilprednisolone acetato (MPA) per via intratecale alla dose di 80 mg. due volte alla settimana per cinque settimane a 5 dei 7 pazienti e a 2 pazienti addizionali non trattati prima. Nonostante segni di infiammazione subaracnoidea è stata constatata una importante depressione della sintesi di IgG in tutti e 7 i pazienti compresi i due resistenti alla somministrazione per via venosa. Normali livelli di sintesi sono stati raggiunti rapidamente in 4 pazienti su 7 mentre negli altri 3 si ebbe un rapido ritorno ai valori di partenza. 1 dei 7 pazienti ha dimostrato una temporanea riduzione nel numero delle bande oligoclonali IgG catodiche nel liquor. 2 pazienti hanno dovuto sospendere il trattamento per il verificarsi di una meningite asettica in uno e di un progressivo adinamismo nell'altro. Non vi sono state variazioni del quadro clinico. Si conclude che il metilprednisolone e l'ACTH hanno un effetto iniziale simile sulle risposte infiammatorie del sistema nervoso centrale nei casi di MS, ma il ben documentato rischio di seri controeffetti col MPA ne proibisce l'uso clinico nella MS con le modalità descritte.
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3.
We present a clinical study of a patient aged 69 years with a clinical history of severe difficulty in walking and voluntary conjugate eye movement reduction in sideways glance and absence in vertical gaze. These symptoms led to diagnosis of Parkison disease and treatment with L-Dopa+anticholinergics drugs. The treatment with antiparkinsonian drugs was suspended and no change in his clinical condition resulted. Methysergide therapy was initiated and the patient's response was monitored by video recording. On the basis of our experience and the data reported in the literature we believe that methysergide therapy affords some relief of symptoms in patients suffering from PSP.
Sommario Presentiamo uno studio clinico di un uomo di 69 anni con una storia clinica di notevole difficoltà nella deambulazione e di riduzione dei movimenti coniugati volontari oculari in lateralità e assenza di essi in verticalità. Questa sintomatologia ha portato alla diagnosi di morbo di Parkinson ed è stato iniziato un trattamento con L-DOPA e anticolinergici. Poi il trattamento è stato sospeso e non si è assistito a varianti della condizione clinica. è stato allora iniziato un trattamento con methysergide e la risposta alla cura è stata monitorizzata registrandola con videocssetta. Sulla base della nostra esperienza e dei dati riportati in letteratura rieniamo che il methysergide è in grado di ottenere miglioramenti nella sintomatologia della paralisi sopranucleare progressiva.
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4.
41 patients with definite multiple sclerosis (MS) in the stationary phase entered this four year double-blind levamisole-placebo controlled study. 22 patients were treated with levamisole, 150 or 200 mg once a week for a 4 year period, and other 19 with placebo with the same schedule. Patients were put in one of the two groups at random. The treatment was then stopped for those patients who presented a clear exacerbation before the end of the 4 year trial period, and these cases have been considered as negative. Of the group treated with levamisole 8 patients presented an exacerbation during the observation period, and 14 did not. The group treated with placebo presented 14 subjects who had exacerbations and 5 patients who did not. The difference between the two groups was statistically significant. This study demonstrates that levamisole significantly reduced the number of MS patients with acute relapse during the 4 year period of treatment. Nevertheless, not all patients were free from relapse: that could probably suggest that different immunopathological backgrounds may underlie what we usually call MS.
Sommario Quarantuno pazienti con sclerosi multipla (SM) certa sono stati introdotti in una sperimentazione in doppio cieco levamisolo/placebo mentre erano nella fase stazionaria della malattia. Ventidue di essi hanno ricevuto levamisolo, 150 o 200 mg una volta a settimana per quattro anni, ed altri 19 hanno ricevuto placebo con lo stesso schema posologico. L’assegnazione ad uno dei due gruppi è stata effettuata a caso. I pazienti che hanno presentato una chiara esacerbazione prima dello scadere dei quattro anni non hanno continuato l’assunzione e sono stati considerati come risultati negativi. Nel gruppo trattato con levamisolo 8 pazienti hanno presentato una esacerbazione e 14 no. Nel gruppo che ha ricevuto placebo 14 hanno presentato una riaccensione e 5 no. Questa differenza è risultata essere statisticamente significativa. In questo studio si dimostra che il levamisolo riduce significativamente il numero dei pazienti che presentano una esacerbazione in un periodo di 4 anni. Tuttavia il fatto che non tutti i pazienti hanno ricevuto un tale beneficio potrebbe suggerire che differenti quadri immunopatologici possono essere alla base di ciò che noi usualmente chiamiamo SM.
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5.
The Hachinski ischemic score (HIS) scale is a simple clinical tool proposed and currently used for differentiating types of dementia (primary degenerative, vascular or multi-infarct, mixed type). Criteria for rating the items of the HIS were never given, or inter-observer reliability in applying it has never been tested. However, the studies which estimated the validity of this scale in predicting the true diagnosis (clinical/CT or neuropathological definition) demonstrated acceptable sensitivity and specificity in defining degenerative or vascular dementia. This scale seems unable to define mixed type dementia or subtypes of vascular dementia. Our review supports the use of the HIS in epidemiological studies on dementia.
Sommario La scala di Hachinski è un semplice strumento clinico proposto ed usato per differenziare diversi tipi di demenza (degenerativa primaria, vascolare o multiinfartuale, mista). I criteri per applicare gli items della scala di Hachinski non sono mai stati forniti e l'accordo tra osservatori non è mai stato testato. Tuttavia gli studi che hanno esaminato la validità di questa scala nel definire la demenza degenerativa e quella vascolare (confrontandole con il quadro clinico o con la TC o con l'esame neuropatologico) hanno dimostrato complessivamente una accettabile sensibilità e specificità. La scala di Hachinski non sembra poter definire la demenza mista o i sottotipi di demenza vascolare. La nostra review suggerisce di limitare l'uso della HIS agli studi epidemiologici sulla demenza, qualora indagini sofisticate e costose non possano essere utilizzate.
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6.
A multicenter trial was conducted at 9 Neurology Departements to evaluate the action of L-Deprenyl, a specific monoamine oxidase-B inhibitor, combined with L-Dopa in the treatment of Parkinson disease. In all, 76 patients were treated, 33 women and 43 men, on stable treatment with L-Dopa+aromatic decarboxylase inhibitors (DI) for at least 6 months. After a 50% reduction of the L-Dopa dose, all received L-Deprenyl 5 mg twice daily for 35 day. The combined treatment resulted in a definite improvement in rigidity, bradykinesia and, most of all, tremor. Further, at the end of treatment fewer patients had depressive symptoms and the total daily number of hours of wellbeing and normal movement increased. 12 patients presented modest side effects, in no case serious enough to warrant suspension of treatment. The trial shows that with the L-Deprenyl+L-Dopa combination the dose of L-Dopa needed to control the disease can be drastically reduced.
Sommario È stato condotto uno studio multicentrico in 9 Centri di Neurologia per valutare l'azione del L-Deprenyl, inibitore specifico delle monoaminoossidasi (MAO) di tipo B, in associazione a L-Dopa nel trattamento del Morbo di Parkinson.Sono stati trattati complessivamente 76 pazienti, 33 donne e 43 uomini, in trattamento stabile con L-Dopa +DI da almeno 6 mesi. A tutti, dopo una riduzione del 50% della dose di L-Dopa, sono stati somministrati 5 mg di L-Deprenyl due volte algiorno per 35 giorni.Il trattamento continuato di L-Dopa e L-Deprenyl ha determinato un evidente miglioramento della rigidità, della bradicinesia ed in particolare del tremore.Sono stati inoltre riscontrati al termine del trattamento una riduzione del numero di pazienti con sintomatologia depressiva ed un aumento delle ore complessive giornaliere di benessere e di normale motilità. 12 pazienti hanno presentato effetti collaterali di modesta entità che in nessun caso hanno richiesto la sospensione del trattamento.Lo studio evidenzia che il trattamento associato L-Deprenyl+L-Dopa consente una considerevole riduzione del dosaggio di L-Dopa necessario al controllo della malattia.
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7.
A 33-year-old woman three weeks after a febrile illness presented with a syndrome of ophthalmoplegia, ataxia and areflexia (SOAA) that characterizes clinically both Bickerstaff and Miller Fisher syndromes. The normality of the electrophysiological tests performed, the CSF findings and the magnetic resonance images proved that the syndrome stemmed from brainstem pathology.
Sommario Viene descritto il caso di una paziente che, tre settimane dopo aver sofferto una sindrome influenzale, presentò un quadro clinico caratterizzato da oftalmoplegia, atassia ed are flessia osteotendinea il quale, come è noto, caratterizza sia la sindrome di Bickerstaff che quella di Miller Fisher. La normalità degli esami neurofisiologici (SEPs, VEPs, BAEPs, studio della VCM, VCS), il reperto liquorale e, soprattutto, l'esame di risonanza magnetica encefalica hanno permesso di ricondurre il quadro sindromico osservato and una compromissione del mesencefalo.
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8.
We describe two cases of neurocysticercosis, the first with a spinal extramedullary form, the second with hydrocephalus secondary to basal cistern and convexity arachnoiditis. Praziquantel was given without evident benefit; this therapeutic response is discussed in relation to the clinical and radiological findings. The Italian literature is reviewed.
Sommario Vengono descritti due casi di neurocisticerosi: il primo caso è rappresentato da una forma spinale extramidollare, il secondo da un idrocefalo secondario ad una aracnoidite delle cisterne basali e della convessità. è stato prescritto il Praziquantel senza benefici evidenti: questa risposta al farmaco viene discussa in riferimento al quadro clinico e radiologico.
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9.
The surgical treatment of syringomyelia is still debatable and the result are often poor. Several surgical procedures, based on various proposed etiopathologies, have been developed but in many cases have proved completely ineffective. We have evaluated the follow-up of 69 syringomyelic patients, some operated on, some not, in the search for clues to the management of the disease. For this purpose we devised a rating system, which we describe. 31 patients underwent surgery while 38 received no treatment. We found that half of the patients deteriorated, whether they were operated on or not; only 1 in 5 improved and the rest remained stable. For surgical treatment to be successful, the disease must be in rapid evolution but without definite paraparesis.
Sommario Dalla revisione della letteratura risulta molto arduo stabilire criteri validi per un corretto approccio terapeutico alla siringomielia. In questo lavoro abbiamo seguito 69 siringomielici per un follow-up medio di 66 mesi. Di questi, 31 pazienti sono stati sottoposti ad intervento chirurgico mentre per gli altri 3 è stata seguita l'evoluzione naturale della malattia. Per meglio seguire l'evoluzione di questi pazienti, abbiamo costruito un protocollo di valutazione che permette l'espressione numerica dei deficits neurologici secondo una invalidità crescente. Ne è emerso a parità di durata di malattia una maggiore evolutività del quadro clinico dei siringomielici con paraparesi rispetto a quelli con solo danno segmentale e dei soggetti con turbe sfinteriche rispetto a quelli con paraparesi. Confrontando inoltre pazienti operati con quelli non operati non è emersa nessuna variazione significativa nell'evoluzione del quadro clinico dei pazienti con disturbi sfinterici, mentre il 66% dei soggetti operati che presentano all'ingresso in studio paraparesi hanno manifestato una tendenza al peggioramento. Nell'ambito del gruppo di pazienti che all'ammissione presentavano solo deficits segmentari il 50% è migliorato in seguito all'intervento.
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10.
The present study set out to define the possible effect of reduced glutathione (GSH), the substrate of glutathione peroxidase (GSH-Px), a free radical inactivating enzyme, in amyotrophic lateral sclerosis (ALS). Thirty-two patients affected by definite ALS seen in our institution between August 1993 and July 1994 were admitted to the study. The effect of GSH was studied in an open, crossover, randomized study. GSH was given at the dose of 600 mg each day intramuscularly for 12 weeks. The patients, taken sequentially, were randomly assigned to two groups. The first group received the drug while the second received only symptomatic therapies for 12 weeks. After a week of wash-out, the second group received GSH and the first only symptomatic therapies for 12 weeks. The rate of progression of the diseases was compared in the two groups. Clinical evaluation included manual test for muscle strength, Norris scale, bulbar scale, and forced vital capacity (FVC) percent. No significant difference was found in the progression of ALS in the two periods, although a slight slowing of the disease progression rate was found during the period of treatment, probably related to the open design of the study. Our data do not show any significant effect of reduced glutathione in modifying the progression of ALS.
Sommario Lo scopo del lavoro è stato definire il possibile effetto del glutatione ridotto (GSH), il substrato della glutatione perossidasi (GSH-Px), un enzima inattivatore dei radicali liberi, nella sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Sono stati ammessi nello studio 32 pazienti affetti da SLA definita visitati nel nostro Istituto dall'agosto 1993 a luglio 1995. L'effetto del GSH è stato studiato in uno studio in aperto, crossover, randomizzato. Il GSH è stato somministrato alla dose di 600 mg per via intramuscolare per 12 settimane. I pazienti sono stati assegnati a caso, secondo l'ordine di visita, a due gruppi. Per le prime 12 settimane il primo gruppo ha ricevuto il farmaco e il secondo solo terapie sintomatiche. Dopo un wash-out di una settimana, il secondo gruppo ha ricevuto il GSH e il primo solo terapie sintomatiche per altre 12 settimane. è stata confrontata la velocità di progressione dei sintomi nei due gruppi. La valutazione clinica comprendeva test manuali per la forza muscolare, la scala di Norris, una scala bulbare e la capacità vitale forzata (FVC). Non è stata trovata alcuna differenza significativa nella velocità di progressione della SLA nei due periodi, anche se è stato osservato un lieve rallentamento nella velocità di progressione durante il perrodo di trattamento, forse dovuto al disegno in aperto dello studio. I nostri dati non dimostrano alcun effetto significativo del glutatione ridotto nel modificare la progressione della SLA.
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11.
A single blind placebo-controlled study has been performed in order to investigate objectively the acute tremorolytic effect of oral L-Dopa in ten parkinsonians chronically treated with L-Dopa. Finger tremor was assessed by means of a computerized accelerometer method, at rest and during maintenance of a fixed posture. Both resting and postural tremor were significantly influenced by L-Dopa. An “acute test” with oral L-Dopa, especially when different tremor components are investigated, may be useful for identifying objectively parkinsonians whose tremor does not respond to drug therapy or shows a deterioration of drug-responsiveness.
Sommario Uno studio controllato con placebo è stato condotto su 10 pazienti affetti da morbo di Parkinson idiopatico, in trattamento cronico con L-Dopa, allo scopo di valutare in modo obiettivo l'effetto tremorolitico della L-Dopa. Il tremore è stato valutato alle mani mediante una metodica di accelerometria computerizzata, sia in condizioni di riposo che di postura. In entrambe le condizioni l'effetto tremorolitico della L-Dopa si è rivelato significativo. Un “test acuto” con L-Dopa orale, in particolare con l'esplorazione di componenti diverse del tremore, può risultare utile per una valutazione obiettiva di casi di Parkinson che non rispondano alla terapia farmacologica o che manifestino un deterioramento della risposta alla L-Dopa.
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12.
Stroke is one of the most frequent causes of acute symptomatic status epilepticus. The aim of this study was to investigate the electroclinical features of status epilepticus in acute ischemic stroke.Nine consecutively admitted patients with status epilepticus during ischemic stroke were examined: five of them had convulsive unilateral or generalized status epilepticus for from 24 hours to 9 days after a large hemispheric infarction, always associated with EEG epileptiform abnormalities; the remaining four had focal motor status epilepticus during the first 24 hours after a small cortical or subcortical infarction, and showed no clear EEG changes. Status epilepticus in acute ischemic stroke may have two distinct electroclinical patterns of different prognostic significance.
Sommario L'infarto cerebrale rappresenta una delle cause più frequenti dello stato di male epilettico sintomatico. Nel nostro studio abbiamo analizzato le caratteristische elettrocliniche dello stato epilettico in pazienti con ictus ischemico cerebrale.Abbiamo studiato nove pazienti con stato epilettico in corso di ictus ischemico. Dei quali, cinque hanno resentato uno stato epilettico convulsivo generalizzato, esordito in un intervallo di tempo compreso tra 24 ore 3 9 giorni dalla comparsa di un vasto infarto cerebrale. Dal punto di vista elettroencefalografico, erano sempre presenti anomalie epilettiformi. Quattro pazienti hanno presentato uno stato di male parziale motorio, esordito 24 ore dopo un infarto corticale o sttocorticale di modeste dimensioni. In questo case le manifestazioni cliniche non erano associate ad evidenti anomalie elettroencefalografiche.Sulla base della nostra osservazione riteniamo che lo stato di male epilettico in corso di ictus ischemico sia caratterizzato da due tipi di pattern elettroclinici con decorso e significato prognostico differenti.
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13.
We describe a large kindred with a typical pure form of autosomal dominant hereditary spastic paraplegia (ADHSP). On the basis of maximum LOD score of 1.94 at theta (max)=0 with marker D2S367, we obtained suggestive evidence for linkage of ADHSP to SPG4 locus. Denaturing high-performance liquid chromatography (DHPLC) and direct sequence analysis allowed us to identify a nonsense mutation (1741* C>T) in exon 17 of the Spastin gene. This transition, carried by all the affected family members and two apparently healthy individuals, lead to truncation of the last 36 amino acids in the C-terminus of the protein. These results confirm the existence of mutation in the SPG4 gene with a reduced penetrance, indicating that other genetic or environmental factors are required to trigger full-blown disease.
Sommario Le paraparesi spastiche ereditarie (HSP) rappresentano un gruppo clinicamente e geneticamente eterogeneo di malattie neurodegenerative, caratterizzate da progressiva spasticità ed iperreflessia crurale. La maggior parte delle HSP (70%–80%) presenta una trasmissione di tipo autosomico dominante ed è principalmente determinata da mutazioni nel gene della Spastina (SPG4) che codifica una proteina appartenente alla famiglia delle AAA (Adenosine triphosphatases Associated with diverse cellular Activities). In questo studio descriviamo una famiglia con una forma autosomica dominante di paraparesi spastica ereditaria, clinicamente non complicata. Mediante analisi di linkage è stata individuata un associazione con il locus SPG4. La DHPLC e il sequenziamento diretto hanno permesso l’individuazione di una mutazione nonsense (1741* C>T) nell’esone17 del gene della Spastina. Questa transizione, presente in tutti gli individui affetti della famiglia e in due soggetti clinicamente sani, porta alla formazione di una proteina priva degli ultimi 36 aminoacidi dell’estremità C-terminale. Questi risultati confermano l’esistenza di mutazioni del gene SPG4 con penetranza incompleta che in aggiunta ad altri fattori, genetici e non genetici, possono portare alla genesi del fenotipo clinico.
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14.
A number of investigators have reported the detection of circulating autoantibodies directed against serum and cerebrospinal fluid (CSF) neuronal antigens in certain neurological clinical conditions. Using an immunohistochemical technique, we examined the sera and (when available) the CSF from 120 patients with several neurological disorders and 40 controls in order to analyze the incidence and specificity of the detection of these autoantibodies. Circulating autoantibodies were found in 3 patients with cerebellar degeneration and in 3 patients with stiff-man syndrome, and different staining patterns were revealed in the same disease. Our findings confirm the reported disease-specificity of the detection of these autoantibodies in biological fluids, suggesting that a standardized immunohistochemical technique could constitute an easy and reproducible diagnostic tool in selected neurological conditions. These procedures enable the identification of an immunological pathogenesis of the disease and, in some case, early cancer detection. When atypical staining patterns of staining are found at immunohistochemistry, Western blot characterization of the recognized neuronal antigens is recommended.
Sommario Diversi autori hanno descritto la presenza di autoanticorpi diretti contro antigeni neuronali nel siero e nel liquor di pazienti con alcune malattie neurologiche. Nel nostro studio abbiamo analizzato con metodiche immunoistochimiche il siero e, quando disponibile, il liquor di 120 pazienti con diverse malattie neurologiche ed il siero di 40 soggetti di controllo. Sono stati rinvenuti autoanticorpi reattivi con antigeni neuronali in 3 pazienti con disturbi cerebellari (in 2 di origine paraneoplastica) ed in 3 pazienti con stiff-man syndrome. Il pattern di reattività è risultato tuttavia differenziato anche all'interno delle stesse patologie. I nostri risultati confermano la specificità del riscontro di questi autoanticorpi nei liquidi biologici. L'utilizzo di una metodica immunoistochimica rigorosamente standardizzata quò costituire pertanto un semplice e riproducibile ausilio diagnostico in alcune malattie neurologiche. Infatti questa metodica può consentire l'identificazione della patogenesi immunologica di una malattia e, in qualche caso, una diagnosi precoce di tumore. Nei casi di riscontro all'immunoistochimica di patterns di colorazione atipici risulta tuttavia importante anche la identificazione del peso molecolare dell' antigene riconosciuto (mediante metodiche elettroforetiche-Western Blot).
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15.
The antiepileptic activity of the imidazole derivative denzimol has been evaluated in 10 patients with poorly controlled partial epilepsy by adding on the drug to the current therapy, in an open preliminary trial. A sustained drop in seizure frequency greater than 50% occurred in 5 patients. Although denzimol increased blood concentrations of carbamazepine, correlation analysis indicated that the improvement was more likely due to intrinsic properties of denzimol. No severe side effects were reported, although several patients experienced nausea and vomiting, which caused 2 patients to drop out.
Sommario L'attività antiepilettica del denzimol, derivato imidazolico, è stata preliminarmente valutata in un gruppo di 10 pazienti affetti da epilessia parziale scarsamente controllata dalle terapie convenzionali, secondo un disegno sperimentale aperto, “add-on”. In 5 pazienti vi è stata una riduzione della frequenza delle crisi superiore al 50% rispetto al valore pre-trattamento. Sebbene il denzimol tenda ad aumentare i tassi plasmatici della carbamazepina, l'analisi della correlazione ha dimostrato che il miglioramento è in larga misura dovuto a proprietà intrinseche del denzimol. Non sono stati evidenziati effetti collaterali di particolare rilevanza, anche se numerosi pazienti hanno presentato nausea e vomito, che in due casi hanno determinato la sospensione del farmaco.
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16.
14 patients with chronic progressive multiple sclerosis, selected in a preliminary uncontrolled trial, were given a short course of intensive cyclophosphamide therapy, which was discontinued when the leukocyte count fell to 3000 cu.mm. 5 patients dropped out because of severe side effects. At 1 year follow-up were neurologically unchanged since admission to the trial; 4 remained stable at 2 years. The lack of clinical improvement, the high frequency of side effects and the proven oncogenicity of cyclophosphamide led us to discontinue the trial.
Sommario 14 pazienti con SM definita e con forma cronica severamente progressiva sono stati trattati con un ciclo a breve termine e ad alto dosaggio di ciclofosfamide (400 mg/die), associata a cortisone (100 mg/die). L'immunosoppressione è stata considerata efficace quando è stata raggiunta una leucopenia di 3.000/mmc e a quel momento il farmaco è stato interrotto. 5 pazienti non hanno terminato il trattamento per la comparsa di gravi effetti collaterali. Dopo 1 anno di follow-up tutti i pazienti erano stazionari rispetto all'ingresso; 4 pazienti hanno terminato il secondo anno di follow-up e in essi la malattia si è mantenuta in fase di stabilizzazione. Nonostante questo, l'assenza di miglioramenti clinici, l'alta frequenza di effetti collaterali, la dimostrata oncogenicità della ciclofosfamide non ci incoraggia a continuare la sperimentazione.
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17.
During a febrile upper respiratory tract illness this 4 year old boy developed left hemiparesis, which progressed to loss of walking and even of sitting finally to tetraplegia. The cerebrospinal fluid protein pattern showed blood-brain barrier damage with additional intrathecal IgG synthesis. The symptoms responded to steroid therapy but resumed and worsened on withdrawal. Only late, when visual evoked potentials and nerve conduction velocity proved to be impaired, was Krabbe disease diagnosed on the assay of cultured fibroblasts for galactocerebroside-beta-galactosidase. We discuss the significance of possible endogenous production of IgG in the CNS.
Sommario Gli autori riportano lo studio clinico e biochimico di un caso di malattia di Krabbe tardiva. L'esordio acuto dei sintomi neurologici, dopo una affezione febbrile respiratoria, il profilo immunochimico del liquor con produzione locale di IgG e la risposta iniziale al trattamento con ACTH hanno fatto supporre una genesi infiammatoria. è stata tuttavia diagnosticata in seguito una malattia di Krabbe. Gli Autori discutono brevemente il significato di una possibile produzione di IgG nel Sistema Nervoso Centrale in questo caso.
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18.
A 15-year-old, right-handed boy underwent video-EEG study as a first step in presurgical evaluation for a severe drug-resistant right temporo-central epilepsy. He was monitored while performing neuropsychological tests over a 67-minute period during which 23 brief seizures were recorded. Despite his right-handedness, both inter-ictal and ictal verbal performances were impaired. Analysis of the relationships between the characteristics of the EEG and the neuropsychological results revealed that a worsening in cognitive performances correlated with an increase in interictal abnormalities, particularly when subclinical paroxysms were present; that the cognitive tasks executed peri-ictally were correctly performed in almost 50% of the cases; and that the error rate was higher when a task was presented during or immediately after a seizure rather than before its onset. A Wada test, performed on the basis of the cognitive results, demonstrated right hemisphere dominance for language. Our observations underline the importance of neuropsychological testing in presurgical procedures, and suggest that it should be performed peri-ictally whenever possible.
Sommario Viene riportato il caso di un destrimane di 15 anni affetto da una grave epilessia farmaco-resistente centro-temporale destra e sottoposto a video-EEG come primo passo della valutazione prechirurgica. Durante il monitoraggio furono registrate 23 brevi crisi nell'arco di 67 minuti mentre eseguiva parte dell'indagine neuropsicologica. In intercritico e soprattutto in critico la prestazione del soggetto alle prove verbali è risultata deficitaria. Analizzando la relazione tra dati EEG e neuropsicologici abbiamo rilevato: — un peggioramento della prestazione cognitiva correlato ad un aumento delle anomalie intercritiche in particolare in presenza dei parossismi infraclinici; — che quando gli item erano eseguiti in percritico erano corretti circa il 50% delle volte; — un'alta incidenza di errori quando il compito era presentato durante o immediatamente dopo una crisi piuttosto che prima del suo inizio. Sulla base dei dati neuropsicologici è stato eseguito il test di Wada che ha dimostrato una dominanza emisferica destra per il linguaggio. Dalla nostra osservazione emergono l'importanza della valutazione neuropsicologica nell'approccio prechirurgico dell'epilessia e il suggerimento di utilizzarla in percritico quando possibile.
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19.
We describe a young woman with retinal arteriolar occlusions, encephalopathy, and hearing loss. At present this disorder is known as Susac’s syndrome, a microangiopathy of the brain and retina whose pathogenesis is, however, unknown. The article reviews the clinical features of this rare, but not unusual, syndrome that can easily be misdiagnosed as multiple sclerosis.
Sommario Riportiamo il caso di una giovane donna che ha presentato una sindrome caratterizzata da occlusioni delle arterie retiniche, encefalopatia e riduzione dell’udito. Attualmente tale sindrome viene riconosciuta sotto il nome di Sindrome di Susac, che individua una microangiopatia cerebrale e retinica, la cui etiopatogenesi è comunque sconosciuta. Viene riportata anche una rivisitazione della letteratura su questa rara, ma non inusuale, sindrome, che può essere erroneamente diagnosticata come sclerosi multipla.
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20.
A single-blind, placebo-controlled multicenter trial of vigabatrin was carried out in 101 epileptic patients (mostly with partial seizures) refractory to conventional therapy. The study design included four consecutive periods: (i) an observation phase (run-in), (ii) a placebo period, (iii) fixed-dosage add-on vigabatrin (2 g/day) and (iv) dose titration (up to a maximum of 4 g/day) to optimize clinical response. Each period lasted 8 weeks, except for the titration phase, which could be extended to 16 weeks. 90 patients completed the trial. Eleven dropped out, one patient developing absence status and 4 cases showing an increased seizure frequency. In the patients completing the trial, the median number of seizures/month decreased from 16 (inter-quartile range 8–34) during placebo to 5 (2–10) during the last 8 weeks on vigabatrin (p<0.0001). Both partial and generalized tonic clonic (mostly secondary) seizures were significantly reduced. A greater than 50% reduction in seizure frequency (compared to placebo) was observed in 60 patients. Sedation and weight gain were the most frequently reported adverse events.
Sommario Centouno pazienti affetti da epilessia farmaco-resistente (nella maggior parte dei casi con crisi parziali) sono stati inclusi in uno studio policentrico con vigabatrin somministrato in aggiunta alla terapia preesistente secondo un disegno sperimentale controllato in singolo cieco. Il protocollo prevedeva 4 fasi consecutive (osservazione basale, placebo, vigabatrin 2 g/die, vigabatrin a dose individualizzata in base alla risposta clinica, sino ad un massimo di 4 g/die), ciascuna della durata di 8 settimane ad eccezione della fase di ottimizzazione della posologia che poteva essere prolungata a 16 settimane. Novanta pazienti hanno completato lo studio, mentre 11 (tra cui 1 che ha presentato stato di piccolo male e 4 che hanno riferito un aumento della frequenza delle crisi) hanno interrotto il trattamento precocemente. Nei pazienti che hanno completato lo studio, la frequenza mensile delle crisi è diminuita da un valore mediano di 16 (range interquartile 8–34) durante placebo a 5 (2–10) durante l'ultima fase di trattamento con vigabatrin (p<0.0001). Sia le crisi parziali che le crisi generalizzate tonico-cloniche (per lo più secondariamente generalizzate) sono diminuite significativamente. Una riduzione delle crisi di oltre il 50% è stata osservata in 60 pazienti. Gli effetti collatterali più frequentemente osservati sono stati sedazione ed aumento ponderale.
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