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1.
In spite of the progress made by microneurosurgery, the treatment of brachial plexus injuries still remains a great challenge. This personal series of 49 patients with brachial plexus injuries (excluding tumours and thoracic outlet syndromes) is peculiar because the cases arose after the introduction in Italy of the law requiring all motorcyclists to wear a safety helmet. Our experience confirms that there has been a 32% increase in very severe almost irreparable injuries of the plexus in comparison with previous data reported in the literature. This is probably due to the higher rate of survival among severely-injured patients, although the possibility of a direct effect of the helmet on the plexus cannot be completely discarded. Our results confirm the good prognosis of the microsurgical repair of C5–C6 stretch injuries and infraclavicular lesions.
Sommario Nonostante i progressi della microneurochirurgia, il trattamento delle lesioni del plesso brachiale rimane difficile. Gli Autori presentano una casistica di 49 pazienti portatori di lesione del plesso brachiale (esclusi i tumori e le sindromi dell'egresso toracico) interamente ottenuta dopo l'introduzione obbligatoria del casco protettivo per i motociclisti. La nostra esperienza ha confermato un aumento delle lesioni considerate al limite delle possibilità chirurgiche (32%), rispetto alle casistiche preesistenti. Ciò è probabilmente dovuto alla sopravvivenza di pazienti gravemente traumatizzati che un tempo decedevano senza che una eventuale lesione del plesso potesse essere trattata, anche se non va trascurata la possibilità di un danno diretto del casco che comprima e trazioni il plesso brachiale durante la caduta. Per ciò che concerne i risultati del trattamento chirurgico gli Autori confermano la migliore prognosi delle lesioni da stiramento di C5–C6 e delle lesioni a sede infraclavicolare.
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2.
A case of neuropathy in the course of an attack of acute intermittent porphyria was studied from the neurophysiological and morphological points of view. The neurophysiological findings (acute neuropathy with almost complete denervation despite normal or slightly reduced conduction velocity) and the morphological findings (no segmental demyelination after teasing, conservation of the linear fiber diameter/internodal distance ratio, mainly axonal damage on ultrastructural study) seem to indicate that the disease process is chiefly an axonal neuropathy.
Somario Gli autori descrivono un caso di neuropatia nel corso di un attacco di porfiria acuta intermittente. Il caso è stato studiato dal punto di vista neurofisiologico e morfologico. I dati neurofisiologici (neuropatia acuta con denervazione pressochè completa, malgrado una velocità di condizione normale o poco ridotta) e morfologici (assenza di demielinizzazione segmentale all'esame tramite teasing, conservazione del rapporto lineare fra il diametro delle fibre e la distanza internodale, prevalente sofferenza assonale allo studio ultrastrutturale) sembrano indicare che il processo patologico è soprattutto una neuropatia assonale.
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3.
The geographic distribution of multiple sclerosis and the influence of migration on the risk of contracting it point to an environmental factor as cause of the disease. This environmental factor might be a virus which might produce the demyelination process through an autoimmune reaction against components of the central nervous system. The other possible cause of multiple sclerosis is a genetic susceptibility, inferred from the higher risk for the disease found among relatives of patients with multiple sclerosis and on the association between the disease and some histocompatibility antigens of the HLA system. Both theories seem to be correct, with the environmental factors (s) causing multiple sclerosis only in the presence of a genetic susceptibility.
Sommario La distribuzione geografica della sclerosi multipla e l'influenza che l'emigrazione ha sul rischio di contrarre la malattia indicano che essa potrebbe essere causata da un fattore ambientale. Questo fattore ambientale potrebbe essere un virus che produrrebbe il processo di demielinizzazione tramite una reazione autoimmunitaria contro componenti del sistema nervoso centrale. L'altra possibile causa della sclerosi multipla sarebbe lapresenza di una predisposizione genetica, comprovata dall'esistenza di unpiù alto rischio per la malattia tra i parenti di malati affetti da sclerosi multipla e dall'associazione trovata tra la malattia ed alcuni antigeni di istocompatibilità del sistema HLA. Ambedue le teorie sembrano corrette, i fattori ambientali causerebbero la sclerosi multipla solo in presenza di una predisposizione genetica.
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4.
Rolandic paroxysmal epilepsy (RPE) is a useful model for investigating the complex links between epilepsy and cognitive dysfunction. 44 children with RPE who met the following (among other) criteria: negative CT scan, freedom from drug treatment, and IQ≥80, were assigned to three subgroups by side of EEG focus: left, right and bilateral. A neuropsychological bactery elicited small differences in cognitive performance between the whole group and the controls and among the subgroups, only partially correlated with EEG side. A follow-up assessmt showed that the short falls has disappeared along with the seizures and EEG anomalies, thus confirming the benign nature of RPE. Our findings suggest too that the mere presence of paroxysmal cortical activity is enough to trigger cognitive dysfunction.
Sammario L'epilessia parziale benigna dell'infanzia a parossismi rolandici (EPR) può costituire un utile modello di indagine delle complesse relazioni esistenti fra epilessia e disfunzioni cognitive. Nell'ambito di una popolazione globale di 107 pazienti con EPR sono stati selezionati 44 bambini in base a numerosi parametri tra cui la negatività della TC, l'assenza di trattamento farmacologico, un Q.I.≧80; sono stati quindi distinti tre gruppi in rapporto alla sede emisferica destra, sinistra o bilaterale del focolaio EE-Grafico. La somministrazione di una estesa batteria neuropsicologica ha evidenziato che i bambini con EPR, rispetto ai controlli, presentano lievi anomalie della sfera cognitiva, solo parzialmente correlabili con il lato EEGrafico. Una successiva osservazione longitudinale ha permesso di individuare 11 casi in cui le alterazioni cliniche e strumentali tipiche della EPR erano assenti da almeno 4 anni rispetto al periodo della valutazione neuropsicologica. In questa seconda fase dell'indagine i pazienti hanno mostrato perstazioni equivalenti a quelle dei controlli; le anomalie cognitive sembrano quindi transitorie così come si verifica per gli episodi critici e le alterazioni EEGrafiche. I risultati da una parte sembrano confermare che la EPR è una sindrome benigna anche per quanto riguarda gli aspetti cognitivi e comportamentali, dall'altra suggeriscono che la pre quanto riguarda gli aspetti cognitivi e comportamentali, dall'altra suggeriscono che la presenza di una attività parossistica corticale può essere sufficiente da sola a determinare anomalie del funzionamento dei processi cognitivi.
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5.
Sommario I risultati terapeutici di guarigioni o miglioramenti sostanziali ottenuti su 2124 casi di cefalee primarie (emicrania con aura, emicrania senza aura, cefalea a grappolo, emicrania cronica parossistica, cefalee di tipo tensivo) con la chirurgia funzionale morfocorrettiva e decompressiva neurovascolare della rino-base cranica (Bonaccorsi, Novak, Blondiau, Bisschop, Hoover, Clerico) impongono ormai una revisione del classico capitolo delle “cefalee rinogene”. Vi devono infatti essere comprese tutte quelle cefalee “apparentemente primarie” che invece hanno un'etiopatogenesi centro-periferica per una documentata (TC) ridotta volumetria delle “camere etmoidosfenoidali sottocribrose” ai fini emoangiocinetici della circolazione anastomotica endo-esocranica di questo distretto. Circolazione che costituisce “un'unità funzionale” per la continuità dei circuiti vascolari e trigemino-vegetativi rino-oftalmo-encefalici (Hannerz, Hardebo, Moskowitz). Tali anomalie morfologiche delle strutture osteo-vasculo-mucose della rino-base cranica acquistano significato fisiopatologico di “trigger neuroangioematochimico” solo nei pazienti con “bassa soglia dolorifica ed elevata capacità integrativa centrale” modulata e temporizzata dai bioritmi neurogeni. Viene descritta la chirurgia della rino-base cranica mediante l'intervento di “setto-etmoidosfenectomia decompressiva neurovascolare”, sia conservativo che radicale sino al III grado monolaterale con deafferentazione trigemino-vegetativa selettiva che permette di salvare l'olfatto e di risolvere anche il dolore controlaterale decomprimendo il circolo ed eliminando la stasi anche dal lato opposto. Inoltre, viene sottolineato che la sintomatologia neurologica deficitaria od irritativa centrale (aura visiva, paresi sensitivo-motoria, epilessia) scompare dopo l'eliminazione chirurgica del “trigger rinogeno periferico”. Ciò evidenzia un nesso di causa-effetto che è l'interdipendenza funzionale centro-periferica, se pur inserita nel terreno costituzionale biochimico, neuroendocrino, neuro-trasmettitoriale emicranico controllato dai bioritmi vegetativi, disnocicettivi e psichici. I risultati chirurgici sono dell'88% di guarigioni o sostanziali miglioramenti con un follow up annuale dal 1964 al 1994 su un campione di 1000 pazienti su un totale di pazienti operati di 2124.   相似文献   

6.
We report 7 cases of acute polyneuropathy fitting the NINDS diagnostic criteria for GBS. Electrophysiological study and sural nerve biopsy revealed a picture of axonal polyneuropathy, without changes suggesting demyelination. We discuss whether the acute idiopathic axonal neuropathy belongs to the GBS spectrum or represents a separate clinico-pathological entity.
Sommario Descriviamo 7 casi di polineuropatia acuta che soddisfano i criteri diagnostici del NINDS (3). Lo studio elettrofisiologico e la biopsia di nervo surale (eseguita in due pazienti) hanno evidenziato un quadro di neuropatia con evidenti fenomeni di degenerazione assonale, ma senza segni di demielinizzazione. discutiamo se la neuropatia acuta assonale idiopatica appartiene allo spettro della sindrome di Guillain-Barré o costituisce una diversa entità clinico-patologica.
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7.
Infantile Huntington's disease (HD) shows a wide clinical heterogeneity. Here we describe the case of a child affected by HD who showed unusual neurological features consistent with tourettism. The absence of family history and persisting normal magnetic resonance imaging (MRI) results long after the onset of symptoms delayed the diagnosis of the disease. An MRI exam performed 26 months after disease onset disclosed bilateral atrophy in the putamen, suggesting HD. The diagnosis was confirmed by genetic analysis. The present report underlines the need to consider HD in childhood cases of unusual and even unfamiliar progressive movement disorders.
Sommario La corea degenerativa di Huntington è una malattia prevalentemente dell'adulto, raramente con esordio nell'età infantile ove si può presentare con variabilità di espressioni cliniche. Descriviamo il caso clinico di un bambino con corea di Huntington, affetto da un disordine progressivo del movimento inquadrabile in un tourettismo acquisito. La presentazione atipica, mai descritta prima d'ora in età infantile, l'assenza di familiarità e la non contributività della risonanza magnetica (RM) nella fase di stato della malattia, fecero sì the questa fosse sospettata solo tardivamente e confermata poi dall'analisi genetica. La presente segnalazione intende sottolineare la necessità che la malattia di Huntington venga considerata nella diagnostica diferenziale dei disordini progressivi non primari del movimento ad esordio infantile.
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8.
We describe the case of a patient with a history of trigeminal neuralgia who suddenly developed the “top of the basilar” syndrome. MRI disclosed ischemic lesions in the left paramedian mesencephalic tectum, in the left ventral thalamus, in the left occipital lobe and a megadolichobasilar artery (MDBA). The association of MDBA with the top of the basilar syndrome is rarely reported. We discuss the possible hemodynamic mechanism producing a top of the basilar syndrome in the presence of MDBA.
Sommario Viene descritto il caso di un paziente, con una storia di nevralgia trigeminale, che ha improvvisamente presentato una “top of the basilar syndrome”. La RMN rilevava lesioni ischemiche a livello del tetto del mesencefalo in sede paramediana sinistra, nel talamo ventrale sinistro, nel lobo occipitale sinistro e la presenza di una megadolicobasilare. L'associazione di una megadolicobasilare con una “top of the basilar syndrome” è rara in letteratura. Gli autori discutono il possibile meccanismo emodinamico che può aver prodotto la sindrome in presenza di una anomala megadolicobasilare.
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9.
1-methyl-4-phenyl-1,2,5,6-tetrahydropyridine (MPTP) has been shown to produce a parkinsonian syndrome in humans and other primates. Recent studies have demonstrated that in humans the hypothalamus has the highest binding density for (3H) MPTP, which corresponds to monoamine oxidase type B (MAO-B). There is evidence that the conversion of MPTP to the toxic compound MPP+ takes place in the hypothalamus; subsequently, MPP+ is transported to the striatal system, where destruction of nigrostriatal dopamine neurons occurs. Thus, the hypothalamus appears to be a primary target organ of MPTP toxicity. This assumption is supported by the observation that monkeys exposed to MPTP exhibit extensive pathological lesions in the hypothalamus which are manifested clinically by the development of life-threatening anorexia requiring forced feeding to overcome. We discuss the clinical implications of MPTP-induced hypothalamic damage to the pathophysiology of MPTP-induced parkinsonism and to Parkinson disease. It is suggested that consideration of hypothalamic involvement in MPTP-induced parkinsonism may provide a broader understanding of the pathophysiology of parkinsonism and may, in addition, account for the preliminary observations that MAO-B inhibitors retard the progression of Parkinson disease and possibly prolong life expectancy.
Sommario La l-metil-4-fenil-1,2,5,6 tetraidropiridina (MPTP) produce una sindrome parkinsoniana nell'uomo e in alcuni primati; studi recenti hanno dimostrato che nell'uomo l'ipotalamo ha la più alta capacità di legare il (3H) MPTP. è dimostrato che la conversione dell'MPTP nel composto tossico MPP+ si svolge nell'ipotalamo; successivamente lo MPP+ è trasportato al sistema striato e quindi si determina una distribuzione dei neuroni della dopamina nigrostriatale. Risulta così che l'ipotalamo è l'organo bersaglio primario della tossicità dell'MPTP e ciò è dimostrato dalla osservazione che le scimmie esposte al-l'azione dell'MPTP presentano estese lesioni patologiche nell'ipotalamo e manifestano clinicamente una anoressia di tale gravità da richiedere l'alimentazione forzata. Noi discutiamo le implicazioni cliniche del danno ipotalamico da MPTP con la patofisiologia del parkinsonismo indotto da MPTP e col morbo di Parkinson. Riteniamo che l'interessamento ipotalamico nel Parkinson indotto da MPTP può dare una più ampia interpretazione della fisiopatofisiologia del parkinsonismo e può dare spiegazione di osservazioni preliminari che dimostrano che i MAO-B inibitori ritardano la progressione del morbo di Parkinson e prolungano probabilmente l'aspettativa di vita.
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10.
We describe a patient with multiple sclerosis who had a bout of central demyelination associated with an acute inflammatory demyelinating polyneuropathy. The contemporary involvement of central and peripheral nervous system due to a demyelinating disease has been reported anecdotically in humans, and can be induced experimentally in animals. It may be sustained by a common pathogenetic factor.
Sommario In una paziente portatrice di sclerosi multipla una poussée di demielinizzazione centrale si associa ad una polineuropatia demielinizzante infiammatoria acuta. Il contemporaneo coinvolgimento del sistema nervoso centrale e periferico da parte di una malattia demielinizzante è stato riportato sporadicamente nell'uomo, ma può essere sperimentalmente indotto nell'animale e può essere sostenuto da un fattore patogenetico comune.
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11.
We report the case of a 23 year old male patient who presented for an isolated left accessory nerve palsy which had appeared one year before. Neuroradiological investigations showed that the causative pathology was a giant saccular aneurism of the intracranial left vertebral artery. Three months after diagnosis, signs of bulbar palsy rapidly developed. An emergency intra-arterial embolization was then attempted, which led to complete recovery except for the accessory nerve palsy which remained unchanged. We conclude that, in cases of apparently isolated accessory nerve palsy, neuroradiological investigations should include the posterior fossa.
Sommario Descriviamo il caso di un giovane maschio, di 23 anni, che giunse alla nostra osservazione per una paralisi isolata del nervo accessorio spinale insorta da un anno. Gli accertamenti neuroradiologici dimostrarono che la eziologia era legata ad un aneurisma gigante dell' arteria vertebrale sinistra. Tre mesi dopo la diagnosi, il paziente sviluppò rapidamente i segni di una paralisi bulbare. Venne pertanto eseguita una embolizzazione intraarteriosa d'urgenza che permise un completo recupero, eccetto che per la paresi del nervo accessorio che rimase invariata. Noi concludiamo che nel caso di una paresi apparentemente isolate del nervo accessorio, le indagini neuroradiologiche dovrebbero includere lo studio accurato della fossa posteriore.
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12.
Very few cases of Pisa syndrome have been reported. The syndrome consists of dystonic symptoms, namely, tonic flexion of the trunk to one side and its slight rotation. It appears to be a side effect of prolonged antipsychotic therapy. We report on a case of Pisa syndrome in which withdrawal significantly improved the dystonic symptoms. However, a severe exacerbation of schizophrenic symptoms required the immediate resumption of neuroleptic therapy which was followed by the reappearance of dystonic symptoms. Associated anticholinergic medication led to only a slight improvement.
Sommario In letteratura sono stati riportati rari casi di sindrome di Pisa. La sindrome consiste in una distonia caratterizzata dalla flessione del tronco verso un lato e dalla sua rotazione e sembra essere causata da una prolungaterapia antipsicotica. Gli Autori riportano un caso di sindrome di Pisa nel quale la sospensione dei farmaci determinò un considerevole miglioramento della distonia. Tuttavia una marcata accentuazione dei sintomi schizofrenici determinò l'immediato ripristino della terapia neurolettica che fu seguita dalla ricomparsa della distonia. Fu associata una terapia con farmaci anticolinergici che tuttavia portarono ad un miglioramento trascurabile dei sintomi.
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13.
We tested the effects of continuous positive airway pressure (CPAP) in 8 patients with obstructive sleep apnea syndrome (OSAS). The comparison of a nocturnal polygraphic study performed during spontaneous breathing with a study during CPAP administration performed the following night showed a significant reduction in stage 1 and increase in REM, the abolition of obstructive apneas and a significant increase in mean oxyhemoglobin saturation. Most patients reported marked relief of symptoms after the first night of treatment. However 3 patients, though confirming the improvement refused further CPAP. We conclude that CPAP is an effective measure for prevention of apneas in OSAS and that in compliant patients it may be regarded as a short-term measure when a permanent correction of the causes is planned, or as a long-term treatment when the latter is not feasible.
Sommario Abbiamo provato gli effetti dell’applicazione di ventilazione a pressione positiva continua (CPAP) su otto pazienti affetti da sindrome dell’apnea ostruttiva nel sonno (OSAS). Il paragone tra uno studio poligrafico notturno eseguito durante respirazione spontanea, ed uno eseguito la notte successiva durante applicazione di CPAP ha mostrato significativa riduzione dello stadio 1 ed aumento del REM, la scomparsa delle apnee ostruttive ed un aumento significativo della saturazione ossiemoglobinica media. Inoltre la maggioranza dei pazienti ha notato una sensibile attenuazione della sintomatologia già dopo la prima notte di trattamento. Tre pazienti però pur confermando il miglioramento non hanno accettato di proseguire la terapia nelle notti successive. Si può concludere che la CPAP è un’efficace forma di prevenzione delle apnee nell’OSAS e che nei pazienti adattabili può essere considerata per una terapia di breve durata se può essere previsto un intervento correttivo della patologia di base o come una terapia di lunga durata negli altri casi.
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14.
A 23-year old man developed action and stimulus-sensitive myoclonus involving neck and proximal arm muscles. The finding of abnormally long and tortuous vertebral and carotid arteries and the abrupt onset of symptomatology suggest a possible hemodynamic mechanism. The electrophysiological characters and the sensitivity to serotonin precursors are consistent with the definition of “reticular reflex myoclonus”.
Sommario Viene riportato il caso di un paziente affetto da mioclono d'azione e stimolo-sensibile che interessava la muscolatura del collo e i muscoli prossimali degli arti. Il riscontro di una anomala lunghezza e tortuosità delle arterie vertebrale e carotide e l'esordio acuto della sintomatologia suggeriscono che la patogenesi possa essere riferita ad un meccanismo emodinamico. Le caratteristiche elettrofisiologiche e la sensibilità ai precursori della serotonina sono in accordo con la definizione di “mioclono reticolare riflesso”.
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15.
We compared two groups of patients with idiopathic epilepsy, 41 patients whose seizure frequency was not controlled by adequate therapy and 39 patients in good seizure control, in respect of hematology, kidney and liver function tests, serum IgG, IgA and IgM concentrations and drug concentrations. The only difference that emerged were in the serum immunoglobulins, which were raised in the drug refractory group, significantly (p<0.01) so in the case of IgG. Failure of seizure control did not depend on inadequacy of drug dose or of blood concentration. Although the serum Ig changes do not warrant the assumption of an immunological origin for drug resistance, they do suggest a useful research line.
Sommario La determinazione delle concentrazioni ematiche di farmaci antiepilettici ha permesso di ottenere il controllo delle crisi nella maggior parte dei pazienti. Ciò nonostante, nel 30% dei pazienti non si hanno risultati soddisfacenti. Sono state perciò studiate le possibili alterazioni biochimiche o farmacologiche che potrebbero essere alla base della mancata risposta alla terapia. Sono stati confrontati due gruppi di pazienti affetti da epilessia idiopatica: in 41 la frequenza delle crisi in tre anni non era cambiata nonostante una terapia adeguata (pazienti resistenti) mentre in 39 pazienti si aveva un buon controllo delle crisi. Sono stati eseguiti i seguenti esami: ematologici, tests di funzionalità epatica e renale, concentrazione serica della IgG, IgA e IgM. La concentrazione ematica dei farmaci è stata determinata con una tecnica immunochimica (EMIT). Nel caso di pazienti in cura con Carbamazepina, la valutazione dei livelli di farmaco libero e totale nel siero, è stata eseguita in cromatografia liquida. determinando anche la concentrazione della Carbamazepina 10, 11 epossido. è stato notato che, per la maggior parte dei farmaci, non c'è differenza nella % di pazienti in range terapeutico tra i pazienti resistenti e i controlli: i livelli plasmatici di Fenobarbital sono maggiori del range terapeutico nel 25% dei resistenti e nel 15% dei controlli; i livelli plasmatici di Difenilidantoina sono nel range terapeutico nell' 16.7% dei resistenti e nel 50% dei controlli. La concentrazione delle immunoglobuline seriche è più alta nei pazienti resistenti e, in particolare, l'aumento delle IgG risulta statisticamente significativo (p<0.01). La mancata riduzione delle crisi nei nostri pazienti non è dovuta ad un inadeguato approccio terapeutico o ad una inadeguata concentrazione ematica dei farmaci; tuttavia l'alterazione osservata nella concentrazione serica delle IgG nei pazienti resistenti non è sufficiente per sostenere la causa della resistenza al farmaco su base immunologica.
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16.
Progressive myoclonus epilepsy (PME) without Lafora bodies, or Baltic myoclonus epilepsy, is characterized by stimulus-sensitive myoclonus, generalized tonic-clonic seizures, and an irregularly progressive course beginning between 6 and 15 years of age. The EEG displays spike-and-wave paroxysms with irregular dominant activity. Baltic myoclonus epilepsy is a single-gene disorder inherited in an autosomal recessive pattern. Early cases were reported from Estonia, and many are now found in Finland, suggesting that the gene frequency is increased in those sharing the Finno-Ugric linguistic base. The use of phenytoin should be avoided in this disorder since its continued administration alone or with other antiepileptic drugs is associated with intellectual and motor deterioration, aggressive behavior, increasing ataxia, and even death. Treatment with valproate and the concomitant elimination of phenytoin have been associated with marked improvement in most cases. Baltic myoclonus epilepsy must be distinguished from Lafora body PME, which is relentlessly progressive and invariably fatal, but can usually be differentiated on clinical grounds.
Sommario La mioclono epilessia progressiva (MEP) senza corpi di Lafora, detta anche mioclono epilessia baltica, è caratterizzata da un mioclono riflesso, da crisi tonico-cloniche e da una evoluzione irregolarmente progressiva che inizia dai 6 ai 15 anni. L'EEG mostra attività parossistiche a tipo di punte onda su di un'attività di fondo irregolare. La mioclono epilessia del baltico è una forma con ereditarietà monogenica di tipo autosomico recessiva. I primi casi sono stati descritti in Estonia, ed ora anche in Finlandia, ad indicare che la frequenza genica aumenta nella popolazione di lingua Finno-Ugrica. La dintoina non deve essere utilizzata in questa affezione, in quanto, in mono o politerapia, determina un peggioramento delle funzioni motorie ed intellettive, dell'aggressività e dell'atassia ed addirittura può avere effetti letali. In molti casi la progressiva sostituzione della dintoina con il Valproato ha determinato un significativo miglioramento. La mioclono epilessia baltica deve essere distinta — e lo si può fare anche in base ai dati clinici — dalla mioclono epilessia progressiva con corpi di Lafora, che ha una evoluzione progressiva e sempre fatale.
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17.
In an HIV-seropositive patient presenting generalized tonic-clonic seizures, magnetic resonance imaging and cerebrospinal fluid examination disclosed the signs of a previous subarachnoid bleed. No vascular malformation was observed with cerebral angiography. Laboratory tests revealed an autoimmune thrombocytopenia. A spontaneous subarachnoid hemorrhage induced by thrombocytopenia should be considered when investigating HIV patients presenting even non-specific neurological symptoms.
Sommario In un paziente sieropositivo per HIV che presentò crisi tonico-cloniche generalizzate, la risonanza magnetica e l'esame del liquor dimostrarono i segni di una pregressa emorragia subaracnoidea. L'angiografia cerebrale non dimostrò malformazioni vascolari. Gli esami di laboratorio misero in evidenza una trombocitopenia autoimmune. Una emorragia subaracnoidea spontanea, indotta da una trombocitopenia, dovrebbe essere presa in considerazione in pazienti sieropositivi per HIV che presentino una sintomatologia neurologica anche aspecifica.
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18.
Multiple sclerosis (MS) appears to be more common in technically advanced countries than in underdeveloped regions and migration from one area to an-other at a young age affects the risk of acquiring MS. One way of explaining both the peculiar frequency distribution and the effect of migration while young is to postulate that an infection early in life decreases the chance of central demyelination. However, no specific infection has been implicated consistently. Alternatively, an aberrant host response to infection in childhood might induce central demyelination. Thus, the aberrant host response could be age-dependent. In seeking associations between age of infection and risk of MS, we observed a direct relationship: where childhood diseases were acquired early in life, the frequency of MS in that population was low; where childhood diseases tended to occur nearer adolescence, MS frequency in that population was high. Since immune responsiveness to antigenic challenges matures through early adolescence, we reason that early infection might be protective and delay in acquiring childhood infections might increase the risk of developing MS. Indeed, in experimental models, the chance of inducing chronic relapsing central demyelination is increased by using adolescent rather than newborn or mature animals. In this paper, epidemiologic evidence showing the strong association between age of infection and risk of MS is presented.
Sommario La sclerosi a placche è più frequente nei paesi industrializzati che in quelli sottosviluppati, e la migrazione da un'area all'altra in età giovanile modifica il rischio di ammalare. Per spiegare la particolare distribuzione di frequenza della malattia e l'effetto della migrazione, è necessario postulare che un'infezione in età infantile diminuisca il rischio di malattia demielinizzante del sistema nervoso centrale; tuttavia nessuna infezione specifica è stata dimostrata con certezza. Un'altra spiegazione potrebbe essere che la malattia demielinizzante è favorita da una risposta anormale a un'infezione contratta nella fanciullezza. La risposta anormale dell'ospite all'infezione potrebbe essere legata all'età. Valutando le possibilità di associazioni fra età di infezione e rischio di sclerosi a placche, abbiamo osservato una relazione diretta: nelle popolazioni in cui le malattie infettive erano contratte precocemente, la frequenza di sclerosi multipla era bassa, nelle popolazioni in cui le malattie infettive avevano una tendenza a manifestarsi verso l'adolescenza la frequenza di sclerosi multipla era elevata. Siccome la risposta immunitaria alle sollecitazioni antigeniche matura nel corso della prima parte dell'adolescenza, si può ipotizzare che un'infezione precoce possa proteggere dalla sclerosi a placche, mentre un ritardo nel contrarre le malattie infettive dell'infanzia può aumentare il rischio di sviluppare la sclerosi a placche. Nell'animale da esperimento, la possibilità di indurre una malattia demielinizzante ricorrente e cronica del sistema nervoso centrale è favorita dall'uso di animali giovani, mentre si riduce utilizzando animali neonati o animali adulti. Questo lavoro illustra le prove epidemiologiche dell'associazione fra età di infezione e rischio di sclerosi a placche.
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19.
We describe the case of a patient with a history of resistant asthma who presented with subacute neuropathy, hypereosiniphilia and central nervous system involvement; these findings were consistent with allergic granulomatous angiitis (Churg-Strauss syndrome). Although cutaneous biopsy prompted the diagnosis, the cases reported suggests that clinical, biological and histological data are all essential for the diagnosis. We emphasize that an early recognition of this syndrome may be important, since appropriate therapy may lead to recovery or influence favorably at least long term survival.
Sommario Riportiamo il caso di un paziente con storia clinica di asma cronica, che ha presentato neuropatia periferica subacuta, eosinifilia e manifestazioni a carico del sistema nervoso centrale, dati evocativi di una sindrome di Churg e Strauss. Sebbene la biopsia cutanea sia stata l'elemento più importante per la diagnosi, il caso riportato suggerisce che i danni clinici, biologici e istologici sono tutti significativi ai fini diagnostici. La diagnosi precoce di questa sindrome può essere importante, dato che una appropriata terapia può influenzarne favorevolmente il decorso.
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20.
Little has been written on the treatment of cognitive and behavioral disorders in children following serious head injuries with coma. We have used the behavioral modification method known as Token Economy in 20 head-injured patients having a mean age of 11 years. The treatment, which involved the children's families, proved at one-year follow-up to be highly successful in normalizing maladaptive behavior.
Sommario Gli autori, analizzando la più recente letteratura sull'argomento, notano che vi è una relativamente scarsa attenzione rivolta alle conseguenze sul piano più prettamente cognitivo e comportamentale, in pazienti con grave trauma cranico e coma in età evolutiva. Descrivono nel loro lavoro l'applicazione della Token Economy, una tecnica che fa capo ai metodi noti come Analisi e Modificazione del Comportamento, in un gruppo di 20 pazienti con trauma cranico chiuso con un'età media di 11 anni. Il trattamento ha avuto, con un follow-up di un anno, un buon successo riguardo alla scomparsa dei comportamenti disadattivi residui dal trauma cranico.
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