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1.
Lisuride was investigated for therapeutic effects in 19 patients with advanced Parkinson disease, no longer satisfactorily responding to routine L-Dopa therapy. The patients were treated with oral Lisuride (0.6–2.5 mg/die) and L-Dopa. The follow-up was at least 6 months. We noted a significant improvement on the Webster Rating Scale at 1st, 3td and 6th months. Disability and on-off phenomen were reduced. Side effects were few. Lisuride is a valuable tool in this type of patient.
Sommario L'effetto terapeutico e la tollerabilitá della Lisuride sono stati esaminati in 19 pazienti con morbo di Parkinson avanzato, che non rispondevano in modo soddisfacente alla comune terapia con L-Dopa. I pazienti sono stati trattati con Lisuride per via orale (0.6–2.5 mg/die) ed L-Dopa. Il follow-up é stato come minimo di 6 mesi. é stato notato un miglioramento significativo, usando lo Webster Rating Scale, al primo, terzo e sesto mese di trattamento. Anche l'invaliditá ed i fenomenti a tipo “on-off” sono stati ridotti. Gli effetti collaterali sono stati scarsi. La Lisuride é efficace in tale genere di pazienti.
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2.
A single blind placebo-controlled study has been performed in order to investigate objectively the acute tremorolytic effect of oral L-Dopa in ten parkinsonians chronically treated with L-Dopa. Finger tremor was assessed by means of a computerized accelerometer method, at rest and during maintenance of a fixed posture. Both resting and postural tremor were significantly influenced by L-Dopa. An “acute test” with oral L-Dopa, especially when different tremor components are investigated, may be useful for identifying objectively parkinsonians whose tremor does not respond to drug therapy or shows a deterioration of drug-responsiveness.
Sommario Uno studio controllato con placebo è stato condotto su 10 pazienti affetti da morbo di Parkinson idiopatico, in trattamento cronico con L-Dopa, allo scopo di valutare in modo obiettivo l'effetto tremorolitico della L-Dopa. Il tremore è stato valutato alle mani mediante una metodica di accelerometria computerizzata, sia in condizioni di riposo che di postura. In entrambe le condizioni l'effetto tremorolitico della L-Dopa si è rivelato significativo. Un “test acuto” con L-Dopa orale, in particolare con l'esplorazione di componenti diverse del tremore, può risultare utile per una valutazione obiettiva di casi di Parkinson che non rispondano alla terapia farmacologica o che manifestino un deterioramento della risposta alla L-Dopa.
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3.
30 patients with Parkinson disease were investigated with computed tomographic (CT) scanning and neuropsychological tests. The CT data proved to be of scant interest whereas tests of intelligence, verbal and visual memory and visuomotor abilities were all informative. Parkinsonian patients with cognitive impairment seem to constitute a separate group in which akinesia and gait disturbances predominate.
Sommario Vengono descritti e studiati 30 pazienti con morbo di Parkinson con la TC e i tests neuropsicologici. I risultati mostrano lo scarso interesse dei dati tomografici per quanto riguarda il deficit cognitivo in corso di malattia di Parkinson. I tests che riguardano l’intelligenza, la memoria visiva/verbale e le abilità visuomotorie mostrano invece la loro rilevanza. I Pazienti Parkinson con decadimento cognitivo sembrano far parte di un sottogruppo in cui i disordini di tipo motorio-acinetico e i deficit nella deambulazione sono prominenti.
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4.
Sensory symptoms have been reported in 40–60% of patiens with Parkinson's disease, and in at least 10% of patients these symptoms precede the onset of the motor disorder. The pathophysiology of these symptoms remains unknown. Diminished brain serotonin concentration has been reported to be associated with sensory symptoms. Serotonin metabolism is regulated by pineal melatonin. The secretory activity of the pineal gland may be diminished in Parkinson's disease. In experimental animals pineal melatonin has been shown to exert analgesic effects by interacting with opiate receptors. In addition, since opioid peptides mediate the analgesic effects of melatonin, decreased opioid peptide functions in Parkinson's disease may be associated with disruption of the “fine-tuning” pain modulatory functions of melatonin and possibly indirectly facilitate the emergence of sensory symptoms.
Sommario Nel 40–60% dei pazienti affetti da morbo di Parkinson sono stati descritti sintomi sensoriali e nel 10% di essi questi sintomi precedono l'inizio dei disturbi motori. La patofisiologia di questi sintomi è, per ora, sconosciuta. è stata però descritta una diminuzione della concentrazione della serotonina cerebrale associata ai sintomi sensoriali. Il metabolismo della serotonina è regolato dalla melatonina pineale: perciò l'attività secernente della ghiandola pineale può essere diminuita nel morbo di Parkinson. Nelle esperienze sugli animali la melatonina pineale risulta esercitare un'azione analgesica in quanto interagisce coi recettori oppioidi. Inoltre, piché i peptidi oppioidi mediano gli effetti analgesici della melatonina, la riduzione degli effetti dei peptidi oppioidi nel morbo di Parkison può essere associato colla scomparsa delle funzioni modulatorie della melatonina sul dolore e ciò può facilitare indirettamente la comparsa di sintomi sensoriali.
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5.
The study covers 30 patients with idiopathic Parkinson disease, 13 men and 17 women, aged betwen 50 and 70, on stabilized L-Dopa and/or bromocriptine, which failed to ensure adequate control of the symptoms, especially tremor. To this regimen was added Bornaprine/placebo in randomized sequence. The patients were tested according to the Webster Rating Scale before, during and after each stage of the treatment. Statistical analysis of the results showed the superiority of Bornaprine over the placebo in reducing tremor (p<0.01) and, to a lesser degree, some other parkinsonian symptoms. No noteworthy side effects were found apart from dryness of the mouth, which was more frequent with Bornaprine.
Sommario Sono stati esaminati 30 pazienti affetti da morbo di Parkinson idiopatico, di cui 13 maschi e 17 femmine, di età compresa tra 50 edi i 70 anni, in terapia stabilizzata con L-Dopa o con Bromocriptina o con entrambe. In tutti i soggetti, questi farmaci non consentivano un adeguato controllo della sintomatologia, con particolare riferimento al tremore. Lasciando invariata la terapia in atto, si è somministrato Bornaprine od und placebo identico, secondo una sequenza randomizzata, in doppio cieco con cross-over. I pazienti sono stati esaminati per mezzo della Webster Rating Scale a tempi predeterminati, prima, durante e dopo ciascuna fase del trattamento con farmaco o con placebo. L'analisi statistica dei risultati ha dimostrato la significativa superiorità del Bornaprine rispetto al placebo nel ridurre il tremore (p<0.01) e, in minor misura, alcuni altri sintomi della serie parkinsoniana. Non si sono rilevati effetti collaterali di rilievo, sia dal punto di vista clinico sia da quello strumentale. L'unica eccezione è rappresentata dalla maggiore incidenza di xerostomia nel corso del trattamento con farmaco attivo rispetto a quello con placebo.
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6.
We present a clinical study of a patient aged 69 years with a clinical history of severe difficulty in walking and voluntary conjugate eye movement reduction in sideways glance and absence in vertical gaze. These symptoms led to diagnosis of Parkison disease and treatment with L-Dopa+anticholinergics drugs. The treatment with antiparkinsonian drugs was suspended and no change in his clinical condition resulted. Methysergide therapy was initiated and the patient's response was monitored by video recording. On the basis of our experience and the data reported in the literature we believe that methysergide therapy affords some relief of symptoms in patients suffering from PSP.
Sommario Presentiamo uno studio clinico di un uomo di 69 anni con una storia clinica di notevole difficoltà nella deambulazione e di riduzione dei movimenti coniugati volontari oculari in lateralità e assenza di essi in verticalità. Questa sintomatologia ha portato alla diagnosi di morbo di Parkinson ed è stato iniziato un trattamento con L-DOPA e anticolinergici. Poi il trattamento è stato sospeso e non si è assistito a varianti della condizione clinica. è stato allora iniziato un trattamento con methysergide e la risposta alla cura è stata monitorizzata registrandola con videocssetta. Sulla base della nostra esperienza e dei dati riportati in letteratura rieniamo che il methysergide è in grado di ottenere miglioramenti nella sintomatologia della paralisi sopranucleare progressiva.
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7.
A multicenter trial was conducted at 9 Neurology Departements to evaluate the action of L-Deprenyl, a specific monoamine oxidase-B inhibitor, combined with L-Dopa in the treatment of Parkinson disease. In all, 76 patients were treated, 33 women and 43 men, on stable treatment with L-Dopa+aromatic decarboxylase inhibitors (DI) for at least 6 months. After a 50% reduction of the L-Dopa dose, all received L-Deprenyl 5 mg twice daily for 35 day. The combined treatment resulted in a definite improvement in rigidity, bradykinesia and, most of all, tremor. Further, at the end of treatment fewer patients had depressive symptoms and the total daily number of hours of wellbeing and normal movement increased. 12 patients presented modest side effects, in no case serious enough to warrant suspension of treatment. The trial shows that with the L-Deprenyl+L-Dopa combination the dose of L-Dopa needed to control the disease can be drastically reduced.
Sommario È stato condotto uno studio multicentrico in 9 Centri di Neurologia per valutare l'azione del L-Deprenyl, inibitore specifico delle monoaminoossidasi (MAO) di tipo B, in associazione a L-Dopa nel trattamento del Morbo di Parkinson.Sono stati trattati complessivamente 76 pazienti, 33 donne e 43 uomini, in trattamento stabile con L-Dopa +DI da almeno 6 mesi. A tutti, dopo una riduzione del 50% della dose di L-Dopa, sono stati somministrati 5 mg di L-Deprenyl due volte algiorno per 35 giorni.Il trattamento continuato di L-Dopa e L-Deprenyl ha determinato un evidente miglioramento della rigidità, della bradicinesia ed in particolare del tremore.Sono stati inoltre riscontrati al termine del trattamento una riduzione del numero di pazienti con sintomatologia depressiva ed un aumento delle ore complessive giornaliere di benessere e di normale motilità. 12 pazienti hanno presentato effetti collaterali di modesta entità che in nessun caso hanno richiesto la sospensione del trattamento.Lo studio evidenzia che il trattamento associato L-Deprenyl+L-Dopa consente una considerevole riduzione del dosaggio di L-Dopa necessario al controllo della malattia.
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8.
1-methyl-4-phenyl-1,2,5,6-tetrahydropyridine (MPTP) has been shown to produce a parkinsonian syndrome in humans and other primates. Recent studies have demonstrated that in humans the hypothalamus has the highest binding density for (3H) MPTP, which corresponds to monoamine oxidase type B (MAO-B). There is evidence that the conversion of MPTP to the toxic compound MPP+ takes place in the hypothalamus; subsequently, MPP+ is transported to the striatal system, where destruction of nigrostriatal dopamine neurons occurs. Thus, the hypothalamus appears to be a primary target organ of MPTP toxicity. This assumption is supported by the observation that monkeys exposed to MPTP exhibit extensive pathological lesions in the hypothalamus which are manifested clinically by the development of life-threatening anorexia requiring forced feeding to overcome. We discuss the clinical implications of MPTP-induced hypothalamic damage to the pathophysiology of MPTP-induced parkinsonism and to Parkinson disease. It is suggested that consideration of hypothalamic involvement in MPTP-induced parkinsonism may provide a broader understanding of the pathophysiology of parkinsonism and may, in addition, account for the preliminary observations that MAO-B inhibitors retard the progression of Parkinson disease and possibly prolong life expectancy.
Sommario La l-metil-4-fenil-1,2,5,6 tetraidropiridina (MPTP) produce una sindrome parkinsoniana nell'uomo e in alcuni primati; studi recenti hanno dimostrato che nell'uomo l'ipotalamo ha la più alta capacità di legare il (3H) MPTP. è dimostrato che la conversione dell'MPTP nel composto tossico MPP+ si svolge nell'ipotalamo; successivamente lo MPP+ è trasportato al sistema striato e quindi si determina una distribuzione dei neuroni della dopamina nigrostriatale. Risulta così che l'ipotalamo è l'organo bersaglio primario della tossicità dell'MPTP e ciò è dimostrato dalla osservazione che le scimmie esposte al-l'azione dell'MPTP presentano estese lesioni patologiche nell'ipotalamo e manifestano clinicamente una anoressia di tale gravità da richiedere l'alimentazione forzata. Noi discutiamo le implicazioni cliniche del danno ipotalamico da MPTP con la patofisiologia del parkinsonismo indotto da MPTP e col morbo di Parkinson. Riteniamo che l'interessamento ipotalamico nel Parkinson indotto da MPTP può dare una più ampia interpretazione della fisiopatofisiologia del parkinsonismo e può dare spiegazione di osservazioni preliminari che dimostrano che i MAO-B inibitori ritardano la progressione del morbo di Parkinson e prolungano probabilmente l'aspettativa di vita.
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9.
Olfactory function impairment has been observed in patients with idiopathic Parkinson's disease (PD) using psychophysical procedures. In this study, an electrophysiological technique based on spectral analysis and topographic EEG mapping was used to evaluate EEG arousal response to olfactory stimulation in ten normal subjects and ten PD patients in stage II according to Hoehn and Yahr's scale, all of whom had akinetic-rigid syndrome and were receiving chronic L-Dopa therapy. Olfactory function was stimulated using diluted benzaldehyde by means of an apparatus set up in our laboratory. Spontaneous and post-olfactory stimulus EEGs were recorded from 20 electrodes placed upon the scalp according to the Int. 10–20 System. Total EEG power (from 0.5 to 19.5 Hz) was evaluated over 10 sec. artefact-free epochs. An olfactory arousal reaction was detected in nine of the ten PD patients and was characterised by a significant decrease in total power similar to that observed in all of the 10 normal subjects; these variations in EEG were found in all but the anterior regions of the scalp. The use of this technique does not seem to reveal any clear alteration in the olfactory function of PD patients.
Sommario Una alterazione della funzione olfattiva è stata osservata in pazienti affetti da morbo di Parkinson idiopatico (MP) impiegando metodiche psicofisiche. In questo studio è stata utilizzata una tecnica elettrofisiologica, basata sull'impiego dell'analisi spettrale e sulla rappresentazione in mappe del segnale EEG, al fine di valutare la reazione di arousal prodotta dalla stimulazione olfattiva in 10 soggetti normali di controllo ed in 10 pazienti affetti da MP, in stadio II secondo la scale di Hoehn e Yahr, con forma acinetico-ipertonica ed in terapia cronica con L-Dopa. La stimolazione olfattiva veniva condotta, utilizzando Benzaldeide diluita in olio di paraffina, mediante un'apparecchiatura messa a punto nel nostro laboratorio. L'EEG basale e dopo stimolo veniva registrato da 20 elettrodi disposti secondo il Sistema Internazionale 10–20; su epoche di 10 sec. prive di artefatti è stata calcolata la potenza totale (da 0.5 a 19.5 Hz) in corrispondenza di tutti gli electtrodi. Una reazione di arousal veniva rilevata in 9 su 10 pazienti con MP ed era caratterizzata da un decremento di potenza totale analogo a quello verificato nel gruppo di controllo; tali variazioni interessavano tutte le regioni dello scalpo tranne le anteriori. L'impiego di questa metadica oggettiva non sembra pertanto mettere in evidenza una chiara alterazione della funzione olfattiva in pazienti affetti da MP.
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10.
In five patients with initial idiopathic Parkinson disease AEPs (early and late components of auditory evoked potentials), SEPs (somatosensory evoked potentials) and arm ballistic movements (abduction of the humerus) were studied. Experimental sessions were conducted before starting treatment (L-Dopa plus Carbidopa) and at two and six month intervals. Before treatment evoked potential abnormalities were found in four out of five patients; EMG patterns underlying ballistic arm abduction movements were altered in all patients; corresponding prolonged duration of initial movements and low mean velocities were found. After treatment AEP and SEP showed a reduction of previously observed abnormalities and both EMG patterns and kinematic variables consistently improved. It is suggested that the electrophysiological investigations employed in this preliminary study may be a useful tool in clinical and pharmacological researches on Parkinson disease.
Sommario Sono stati studiati in 5 pazienti affetti da sindrome di Parkinson idiopatica iniziale gli AEPs (componenti precoci e tardive), i SEPs ed i movimenti balistici (abduzione dell'omero). Lo studio è stato condotto prima dell'inizio della terapia (L-Dopa+Carbidopa), e due e sei mesi dopo l'inizio della terapia. Anomalie dei potenziali evocati sono state riscontrate prima dell'inizio della terapia in 4 pazienti. I dati elettromiografici relativi ai movimenti balistici di abduzione del braccio erano alterati in tutti i pazienti ed erano caratterizzati da un ritardo nell'inizio del movimento e da una diminuizione della velocità media.Dopo la terapia si è rivelata una riduzione delle anomalie precedentemente riscontrate per gli AEPs ed i SEPs ed anche i patterns EMG e le variabili kinematiche sono apparse notevolmente migliorati. Dall'analisi di questi risulati sembra emergere la possibilità che queste metodiche neurofisiologiche possano essere utilizzate quale mezzo per controllare la progressione della sindrome e l'efficacia di eventuali trials farmacologici.
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11.
It is currently believed that Parkinson disease (PD) is due to a degenerative process that independently damages multiple areas of the central and peripheral nervous system. Loss of nigrostriatal dopamine is now widely recognized as being directly related to the motor symptoms in Parkinson's disease. Parkinsonian patients also exhibit symptoms and signs suggestive of hypothalamic dysfunction (e.g. dysautonomia, impaired heat tolerance). The latter clinical features are supported by pathological, biochemical and endocrinological findings. Lewy body formation has been demonstrated in every nucleus of the hypothalamus, specifically the tuberomamillary and posterior hypothalamic. Preferential involvement of the hypothalamus was also noted in patients after post-encephalitic parkinsonism. Loss of dopamine (30–40%) in the hypothalamus of affected patients has been shown in recent studies, and is compatible with the reported abnormalities of growth hormone release in response to L-dopa administration, elevated plasma levels of MSH, and reduced CSF levels of somatostatin and beta-endorphins in these patients. Deranged immunological mechanisms have been found in PD patients including the presence of autoantibodies against sympathetic ganglia neurons, adrenal medulla and caudate nucleus. On the evidence of on pathological studies demonstrating the early vulnerability of the hypothalamus in aging and PD, and the known role of the hypoth lamus in immune modulation, we expect that it will be shown that primary damage ot the hypothalamus leads to subsequent secondary degeneration of structures receiving direct projections from the hypothalamus. Within this framework, the dopaminergic systems may be damaged, since striatal dopamine synthesis and receptor sensitivity have been shown to be regulated by ACTH and alpha-MSH through direct arcuate nucleus-striatal projections. We also demonstrate that virtually all other areas well known to be impacted upon in Parkinson disease receive significant hypothalamic peptidergic projections.
Sommario Si ritiene correntemente che la malattia di Parkinson (P.D.) sia dovuta ad un processo degenerativo che danneggia numerose zone del sistema nervoso centrale e di quello periferico. Si sa che la carenza di dopomine nigrostriale è certamente correlata ai disturbi motori in questa malattia. Ma i parkinsoniani hanno anche sintomi e segni suggestivi per un interessamento ipotalamico (disautonomia e ridotta tolleranza al calore). Questi aspetti clinici sono dovuti a fattori patologici sia biochimici che endocrinologici. è stata dimostrata la formazione di corpi Lewy in ogni nucleo dell'ipotolamo specialmente in quelli tubero mamillare e posteriori e un interessamento preferenziale, dell'ipotolamo è stato segnalato in pazienti affetti da parkinsonismo postencefalitico. Una perdita di dopamina del 30/40% nell'ipotalamo è stata vista in recenti ricerche ed è compatibile con la anormalità di formazione dell'ormone della crescita in risposta all'L-dopa e livelli ridotti di somatostatina e di beta-endorfina nel liquor. Meccanismi di sregolazione immunologica sono stati trovati in pazienti parkinsoniani quale la presenza di autoanticorpi contro neuroni dei gangli simpatici e del nucleo candato. Poiché sappiamo che vi è una precoce vulnerabilità dell'ipotalamo nella vecchiaia e nel morbo di Parkinson e conosciamo il ruolo delliipotalamo nell'immunamodulazione ci attendiamo che un danno primitivo dell'ipotalamo posti a una secondaria degenerazione delle strutture che ricevono una diretta proiezione dell'ipotalamo. All'interno di questa struttura i sistemi dopasinergici possono essere danneggiati del momento che la sintesi di dopamina e la sensibilità dei recettori sono regolata dall'ACTH e dell'ormone stimolante le alpha-melanoiti attraverso la proiezione arcate nucleostristriatali. Noi dimostriamo inoltre che virtualmente tutte le altre aree interessate nel morbo di Parkinson ricevono importanti proiezioni ipotalamiche peptidergiche.
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12.
We here report the case of a patient who had undergone total thyroid ablation for Graves' disease. After the beginning of oral therapy with 1-thyroxine, she developed a left external ophthalmoparesis that remitted with the discontinuation of the drug and recurred whenever the replacement therapy (1-thyroxine or tri-iodothyronine) was reintroduced.
Sommario Descriviamo il caso di una paziente sottoposta ad ablazione tiroidea totale per morbo di Graves. Dopo l'inizio della terapia orale con l-tiroxina la paziente sviluppava una oftalmoparesi esterna sinistra che regrediva con la sospensione del trattamento ormonale e ricorreva con la ripresa dell'assunzione di l-tiroxina o tri-iodotironina.
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13.
10 patients with Parkinson disease on long term levodopa therapy and with fluctuations in motor performance unrelated to drug administration (on-off phenomena) were assessed on the following neuropsychological tests during the on and off phases: tests of attention (Toulouse-Pieron), memory (Digit Span, Rey forms 1 and 2), psychomotor capacity (maze test, single and multiple choice reaction times) and mood (Maudley Adjective Check List). The extrapyramidal symptoms were assessed on the Webster Rating Scale. We found no significant differences in attention, cognitive performance or mood between the on and off phases despite large fluctuations in motor performance.
Sommario 10 pazienti affetti da Morbo di Parkinson, in terapia cronica con L-Dopa e con fluttuazioni della performance motoria non correlate alla somministrazione di L-Dopa (fenomeni on-off) sono stati valutati mediante alcuni tests neuropsicologici durante le fasi di on e off: Tests di attenzione (Toulouse-Pieron Test), di memoria (Digit Span; Reattivo di Rey, forma 1 e 2), di valutazione della Psicomotricità (Test del labirinto, Tempi di reazione semplici e complessi) e Test per la valutazione del tono dell'umore (Maudley Adjective Check List). La sintomatologia extrapiramidale è stata valutata mediante Webster Rating Scale. A fronte di importanti fluttuazioni della performance motoria tra fasi on e off, non abbiamo osservato significative modificazioni delle performances attentive, cognitive e del tono dell'umore
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14.
The principal peripheral pharmacokinetic parameters of the levodopa/carbidopa association were investigated in 11 healthy volunteers and in 16 patients at various stages of Parkinson disease, with and without the on-off phenomenon. After oral administration of a standard dose of drug (levodopa 250 mg + carbidopa 25 mg) the peak plasma concentrations, peak onset time and area under the curve/time proved to be similar across the groups. There was no difference in peripheral pharmacokinetics of the association between parkinsonian patients with swings in response and those without.
Sommario I principali parametri farmacocinetici periferici della associazione levodopa/carbidopa sono stati studiati in 11 volontari sani ed in 16 pazienti affetti da morbo di Parkinson in differenti stadi di malattia, con e senza fluttuazioni delle performances motorie. Dopo somministrazione per via orale di una dose standard del farmaco (levodopa 250 mg., carbidopa 25 mg.), i valori della concentrazione plasmatica massima, del tempo di comparsa del picco e dell'area sotto la curva concentrazione/tempo sono risultati simili in tutti i gruppi esaminati. La farmacocinetica periferica dell'associazione levodopa/carbidopa non è risultata essere differente nei parkinsoniani che presentavano delle fluttuazioni delle performances motorie in confronto ai pazienti con stabile risposta clinica alla terapia.
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15.
We report a case of neuroleptic malignant syndrome (NMS) following abrupt reducation of chronic levodopa treatment in a 71 year old female parkinsonian patient. The NMS resolved within 24 hours of the addition of apomorphine to levodopa therapy.
Sommario Si riporta un caso di sindrome maligna insorta in una donna di 71 anni affetta da morbo di Parkinson, dopo brusca riduzione della terapia cronica con levodopa e rapidamente risolta dal trattamento combinato con levodopa e apomorfina.
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16.
Akathisia refers to subjective inner restlessness and a feeling of the need to move. Its occurrence in association with Parkinson disease suggests a common underlying pathophysiological mechanism. We investigated the relationship of neuroleptic-induced akathisia to drug induced parkinsonism in a group of 123 neuroleptic-treated elderly chronic schizophrenic inpatients (mean age: 63.9±8.9 years). In addition, since neuroleptic-induced akathisia has been noted to be more common in females, we studied the severity of akathisia separately by gender. Akathisia was present in 40 patients (32.5%). We found no significant differences in the severity of akathisia between patients with and these without parkinsonism. Although a significantly larger proportion of females than males had akathisia, there were no significant differences in respect of parkinsonism. Our findings do not support a major role for the dopaminergic system in the pathophysiology of akathisia might be related to dysfunction of nondopaminergic systems.
Sommario La acatisia è caratterizzata da una sensazione soggettiva e intima di inquietudine e dal bisogno di eseguire azioni motorie. Il fatto che compaia nel morbo di Parkinson suggerisce la presenza di un comune meccanismo patofisiologico. Abbiamo investigato la relazione acatisia indotta da neurolettici e parkinsonismo indotto da sostanze farmacologiche in un gruppo di schizofrenici cronici (123) trattati con neurolettici con età media 63.9±8.9 anni. Inoltre, poiché l'acatisia indotta da neurolettici è più frequente fra le donne, noi abbiamo studiato la severità dell'acatisia separatamente per i due sessi. L'acatisia era presente in 40 pazienti (32,5%). Non abbiamo trovato differenze significative nella severità dell'acatisia tra i pazienti con o senza parkinsonismo. Malgrado una più larga proporzione femminile col sintomo acatisia, non vi erano differenze significative rispetto al parkinsonismo. I nostri dati non confermano un ruolo significativo e prevalente del sistema dopaminergico nella patofisiologia dell'acatisia, mentre vi sono elementi consistenti per attribuire l'acatisia a disfunzione dei sistemi non dopaminergici.
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17.
To elicit possible variations in the CSF concentrations of copper, iron and manganese due to Parkinson disease (PD) or to the stage reached, we tested 11 patients with idiopathic PD, 6 untreated and 5 on long term L-dopa, versus 22 age and sex matched patients with other neurological disorders (control group-CG). The CSF levels of the three metals, measured by electrothermal atomization, did not differ significantly between the PD group and CG or between either of the PD subgroups and CG. Our findings therefore do not support the hypothesis that CSF Cu is a marker of PD.
Sommario Nell'intento di rilevare possibili variazioni liquorali delle concentrazioni di rame, ferro e manganese dovute al morbo di Parkinson o allo stadio dello stesso, abbiamo esaminato 11 pazienti (10 uomini e 1 donna) di età media 64,9 (età compresa tra 49 e 78 anni) con morbo di Parkinson idiopatico, dopo averne ottenuto il consenso informato. Di essi 6, di età media 63.1, erano de-novo, mentre 5, di età media 67.0 anni erano in terapia da tempo (media 4.5, minimo 2 e massimo di 9 anni). Il gruppo di controllo (CG) era costituito da 22 pazienti con altre patologie neurologiche, di età e sesso comparabili.Il dosaggio di Cu, Fe, Mn è stato eseguito sui campioni di liquor con tecniche ETA-AAS. Nel C.G. il Cu, Fe, Mn erano rispettivamente (medie ±SD g/l) 6.7±19.9, 181.7±75.1 e 5.4±3.9, mentre nei pazienti parkinsoniani i valori erano 64.9±14.4, 275.9±153.6 e 5.7±1.8.Per quanto riguarda i pazienti parkinsoniani, nei pazienti de-novo le concentrazioni di Cu, Fe, Mn erano di 63.2±11.5, 283.8±141.5 e 6.0±1.3 e nei pazienti in trattamento 67.0±18.5, 26.4±183.6 e 5.4±2.4. Sia per quanto riguarda i pazienti de-novo che quelli in terapia, questi risultati non si sono rivelati significativi nei confronti del gruppo di controllo. Quindi i nostri dati non sembrano indicare che il Cu possa costituire un marker per il morbo di Parkinson. Tuttavia è possibile che la concentrazione dei metalli pesanti nel liquor non rifletta la loro concentrazione tissutale.
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18.
We report the case of a young man with possible post-traumatic extrapyramidal syndrome. Some features of this case have a bearing on the controversy surrounding the existence of post-traumatic Parkinson disease.
Sommario Si descrive il caso di un giovane paziente affetto da possibile sindrome extrapiramidale post traumatica. Alcune caratteristiche di questo caso rivestono una certa importanza nell'ambito della discussione concernente la possibile esistenza di un Parkinson post traumatico.
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19.
We report a case of meningioma in a 47 years old woman with Takayasu disease, an association not described before.
Sommario Si riferisce su un caso di meningioma in una donna di 47 anni affetta da morbo di Takayasu. Una simile associazione non è mai stata descritta in letteratura
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20.
The aim of this study was to evaluate the therapeutic activity of Deprenyl in patients with Parkinson disease already being treated with L-Dopa+PDI. 15 selected patients were allocated to two groups according to clinical features and course of the disease, the first consisting of 9 patients with a mean disease duration of 5 years without any side-effects attributable to L-Dopa and the second of 6 patients with long-term illness (a mean disease duration of 8 years), side-effects and on-off phenomenon.All the patients of the first group completed the scheduled 10-week course of Deprenyl treatment obtaining a significant improvement on the baseline WRS scores, in tremor, in rigidity, in motility and a 30.5% reduction in the L-Dopa dose. The patients of the second group showed no significant modification of the symptoms; in 2 cases the treatment was discontinued due to acute delusional-hallucinatory disorders and deterioration of the involuntary movements.A more precise evaluation of Deprenyl activity in the L-Dopa syndrome will depend on further studies.
Sommario Lo scopo di questo studio è quello di valutare l'efficacia terapeutica del Deprenyl in pazienti parkinsoniani precedentemente trattati con L-dopa più PDI.15 Pazienti sono stati selezionati e suddivisi in due gruppi in accordo con le caratteristiche cliniche e di evoluzione della malattia. Il primo gruppo è costituito da 9 pazienti con una durata media di malattia di 5 anni che non presentano effetti collaterali attribuibili al trattamento con L-dopa ed il secondo gruppo è costituito da 6 pazienti con una durata media di malattia di 8 anni che presentano fenomeni collaterali al trattamento al trattamento a lungo termine con L-dopa e fenomeni on-off. Tutti i pazienti del primo gruppo hanno completato il periodo di trattamento previsto di 10 settimane ottenendo un significativo miglioramento rispetto alle condizioni basali del WRS Scores, del tremore, della rigidità e della motilità con una riduzione della dose giornaliera di L-dopa del 30.5%.I pazienti del secondo gruppo non hanno mostrato significative modificazioni dei sintomi e in due casi il trattamento è stato sospeso per fenomeni psichici acuti e per peggioramento dei movimenti involontari patologici. Una migliore valutazione dell'efficacia del Deprenyl nella long-term L-dopa treatment syndrome, necessita di ulteriori studi.
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