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1.
10 patients with Parkinson disease on long term levodopa therapy and with fluctuations in motor performance unrelated to drug administration (on-off phenomena) were assessed on the following neuropsychological tests during the on and off phases: tests of attention (Toulouse-Pieron), memory (Digit Span, Rey forms 1 and 2), psychomotor capacity (maze test, single and multiple choice reaction times) and mood (Maudley Adjective Check List). The extrapyramidal symptoms were assessed on the Webster Rating Scale. We found no significant differences in attention, cognitive performance or mood between the on and off phases despite large fluctuations in motor performance.
Sommario 10 pazienti affetti da Morbo di Parkinson, in terapia cronica con L-Dopa e con fluttuazioni della performance motoria non correlate alla somministrazione di L-Dopa (fenomeni on-off) sono stati valutati mediante alcuni tests neuropsicologici durante le fasi di on e off: Tests di attenzione (Toulouse-Pieron Test), di memoria (Digit Span; Reattivo di Rey, forma 1 e 2), di valutazione della Psicomotricità (Test del labirinto, Tempi di reazione semplici e complessi) e Test per la valutazione del tono dell'umore (Maudley Adjective Check List). La sintomatologia extrapiramidale è stata valutata mediante Webster Rating Scale. A fronte di importanti fluttuazioni della performance motoria tra fasi on e off, non abbiamo osservato significative modificazioni delle performances attentive, cognitive e del tono dell'umore
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2.
Terguride, a partial DA-agonist with both dopaminergic and antidopaminergic properties, was tested in 11 PD patients in the “decompensated” phase of the disease, characterized by the presence of dyskinesias and motor fluctuations. Combined treatment of these patients with 1 mg/day of terguride and stabilized doses of levodopa reduced the severity and frequency of dyskinesias and motor fluctuations along with a slight but significant improvement of parkinsonian clinical picture. The “modulatory” effect of terguride on DA receptors, in this experimental conditions, is discussed.
Sommario La terguride, DA agonista parziale con proprietà contemporaneamente dopaminergiche ed antidopaminergiche, è stata valutata in 11 pazienti parkinsoniani in fase “decompensata” di evoluzione di malattia, caratterizzata da discinesie e fluttuazioni motorie. Il trattamento combinato di questi pazienti con terguride alla dose di 1 mg/die e levodopa a dosi stabilizzate, ha ridotto la gravità e la frequenza delle discinesie, determinando contemporaneamente un lieve ma significativo miglioramento del quadro parkinsoniano. Viene discusso l'effetto “modulatorio” della terguride sui recettori dopaminergici, in questa condizione sperimentale.
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3.
We compared two groups of patients with idiopathic epilepsy, 41 patients whose seizure frequency was not controlled by adequate therapy and 39 patients in good seizure control, in respect of hematology, kidney and liver function tests, serum IgG, IgA and IgM concentrations and drug concentrations. The only difference that emerged were in the serum immunoglobulins, which were raised in the drug refractory group, significantly (p<0.01) so in the case of IgG. Failure of seizure control did not depend on inadequacy of drug dose or of blood concentration. Although the serum Ig changes do not warrant the assumption of an immunological origin for drug resistance, they do suggest a useful research line.
Sommario La determinazione delle concentrazioni ematiche di farmaci antiepilettici ha permesso di ottenere il controllo delle crisi nella maggior parte dei pazienti. Ciò nonostante, nel 30% dei pazienti non si hanno risultati soddisfacenti. Sono state perciò studiate le possibili alterazioni biochimiche o farmacologiche che potrebbero essere alla base della mancata risposta alla terapia. Sono stati confrontati due gruppi di pazienti affetti da epilessia idiopatica: in 41 la frequenza delle crisi in tre anni non era cambiata nonostante una terapia adeguata (pazienti resistenti) mentre in 39 pazienti si aveva un buon controllo delle crisi. Sono stati eseguiti i seguenti esami: ematologici, tests di funzionalità epatica e renale, concentrazione serica della IgG, IgA e IgM. La concentrazione ematica dei farmaci è stata determinata con una tecnica immunochimica (EMIT). Nel caso di pazienti in cura con Carbamazepina, la valutazione dei livelli di farmaco libero e totale nel siero, è stata eseguita in cromatografia liquida. determinando anche la concentrazione della Carbamazepina 10, 11 epossido. è stato notato che, per la maggior parte dei farmaci, non c'è differenza nella % di pazienti in range terapeutico tra i pazienti resistenti e i controlli: i livelli plasmatici di Fenobarbital sono maggiori del range terapeutico nel 25% dei resistenti e nel 15% dei controlli; i livelli plasmatici di Difenilidantoina sono nel range terapeutico nell' 16.7% dei resistenti e nel 50% dei controlli. La concentrazione delle immunoglobuline seriche è più alta nei pazienti resistenti e, in particolare, l'aumento delle IgG risulta statisticamente significativo (p<0.01). La mancata riduzione delle crisi nei nostri pazienti non è dovuta ad un inadeguato approccio terapeutico o ad una inadeguata concentrazione ematica dei farmaci; tuttavia l'alterazione osservata nella concentrazione serica delle IgG nei pazienti resistenti non è sufficiente per sostenere la causa della resistenza al farmaco su base immunologica.
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4.
A multicenter trial was conducted at 9 Neurology Departements to evaluate the action of L-Deprenyl, a specific monoamine oxidase-B inhibitor, combined with L-Dopa in the treatment of Parkinson disease. In all, 76 patients were treated, 33 women and 43 men, on stable treatment with L-Dopa+aromatic decarboxylase inhibitors (DI) for at least 6 months. After a 50% reduction of the L-Dopa dose, all received L-Deprenyl 5 mg twice daily for 35 day. The combined treatment resulted in a definite improvement in rigidity, bradykinesia and, most of all, tremor. Further, at the end of treatment fewer patients had depressive symptoms and the total daily number of hours of wellbeing and normal movement increased. 12 patients presented modest side effects, in no case serious enough to warrant suspension of treatment. The trial shows that with the L-Deprenyl+L-Dopa combination the dose of L-Dopa needed to control the disease can be drastically reduced.
Sommario È stato condotto uno studio multicentrico in 9 Centri di Neurologia per valutare l'azione del L-Deprenyl, inibitore specifico delle monoaminoossidasi (MAO) di tipo B, in associazione a L-Dopa nel trattamento del Morbo di Parkinson.Sono stati trattati complessivamente 76 pazienti, 33 donne e 43 uomini, in trattamento stabile con L-Dopa +DI da almeno 6 mesi. A tutti, dopo una riduzione del 50% della dose di L-Dopa, sono stati somministrati 5 mg di L-Deprenyl due volte algiorno per 35 giorni.Il trattamento continuato di L-Dopa e L-Deprenyl ha determinato un evidente miglioramento della rigidità, della bradicinesia ed in particolare del tremore.Sono stati inoltre riscontrati al termine del trattamento una riduzione del numero di pazienti con sintomatologia depressiva ed un aumento delle ore complessive giornaliere di benessere e di normale motilità. 12 pazienti hanno presentato effetti collaterali di modesta entità che in nessun caso hanno richiesto la sospensione del trattamento.Lo studio evidenzia che il trattamento associato L-Deprenyl+L-Dopa consente una considerevole riduzione del dosaggio di L-Dopa necessario al controllo della malattia.
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5.
The most important current problem in the treatment of Parkinson disease in the so-called L-dopa long-term-treatment syndrome. We present here the results of our experience with Madopar HBS in the treatment of two groups of patients suffering from L-dopa long-term treatment syndrome. In the first study we replaced the standard Madopar with Madopar HBS. In the second study, after identifying the most disabling “off” periods, we added Madopar HBS to the previous treatment in such a way as to control these “off” phases. Our study suggests that Madopar HBS is useful in reducing typical fluctuation phenomena in the majority of patients.
Sommario Attualmente il problema più importante nel trattamento del morbo di Parkinson è costituito dalla cosiddetta “sindrome da trattamento cronico con L-dopa”. Presentiamo qui di seguito i risultati della nostra esperienza con Madopar HBS nel trattamento di 2 gruppi di pazienti affetti da tale sindrome. Nella prima parte dello studio abbiamo sostituito del tutto il Madopar standard con Madopar HBS, nella seconda parte, dopo aver identificato il periodo “off” maggiormente invalidante, abbiamo aggiunto Madopar HBS al trattamento precedente in modo che fosse efficace sulla fase off così identificata. Il nostro lavoro suggerisce che il Madopar HBS è utile nel ridurre le fluttuazioni motorie nella maggioranza dei pazienti parkinsoniani.
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6.
The so-called contingent negative variation (CNV) is a slow brain potential representing a complex of variously overlapped “endogenous” components of behavior related to different reasonably well-known neurocognitive processes. CNV complex evoked with a standard paradigm (S1-2 sec-S2-motor response) and reaction time (RT) to imperative signal (S2) were recorded and measured in 11 patients with initial presenile idiopathic cognitive decline (PICD), 8 with presenile Alzheimer-type dementia (PAD) and 10 healthy age-matched controls. Significant group differences were obtained for measures of some CNV components, particularly of the late pre-S2 CNV. No significant CNV activity, very prolonged RTs and sometimes characteristic post-imperative negative variation (PINV) were observed in the majority of patients with PAD. These results suggest that CNV complex and RT changes similar to those observed in our patients may constitute a valuable clue for the study of pathophysiological brain functioning in the early stages of presenile idiopathic mental deterioration.
Sommario Scopo della presente ricerca è lo studio mediante metodiche standard di averaging, delle modificazione dell'onda d'aspettativa, sue principali componenti (complesso CNV) e tempo di reazione (RT) delle risposte motorie in pazienti affetti da forme iniziali più o meno gravi di decadimento mentale presenile idiopatico. Sono stati esaminati 19 pazienti (età media: 59.5) e 10 soggetti sani di controllo di pari età (media: 59.6). Otto pazienti presentavano un quadro clinico di demenza presenile di tipo Alzheimer (PAD), mentre in 11 soggetti era stata formulata una diagnosi di possibile forma iniziale presenile di demenza primaria (PICD) poiché non raggiungevano i criteri clinici del DSM-III e del NINCDS-ADRDA Report. Tutti i pazienti sono stati sottoposti preliminarmente and esami clinici, TAC, NMR, EEG con analisi spettrale ed a test psicodiagnostici. Per evocare il complesso CNV-RT si è adottato un parametro di stimolazione molto semplice ed idoneo anche per malati con deterioramento mentale. Oltre all'EOG ed agli RT, l'attività di tipo CNV è stata registrata da regioni frontali, centrali e parietali con referenza bimastoidea. Si sono osservate differenze significative di alcuni componenti fra i gruppi di soggetti esaminati e nella maggioranza dei dementi mancava una vera attività di tipo CNV, gli RT erano enormemente prolungati e sovente si sono registrati caratteristici “post-imperative negative variations” (PINV). I risultati ottenuti confermano l'utilità di queste metodiche nella diagnosi precoce delle demenze primarie presenili.
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7.
BB-CK activity was measured in 11 patients with stroke and in 10 controls. Blood samples were taken 36 hours after the clinical stroke onset in every patient. Sera were stored at −80° and analyzed within two months. The creatine kinase isoenzymatic pattern was determined by ion-exchange column separation and gradient elution system. The mean BB-CK concentration in patients with stroke was significantly higher than in controls (p<0.01). In the group of “stroke” patients we found a correlation between severity of brain damage, as suggested by the clinical picture and CT scans, and serum values of BB-CK.
Sommario Nel presente lavoro sono stati determinati gli isoenzimi della CK, dopo separazione su colonne a scambio ionico e dosaggio cinetico all'U.V., nel siero di 11 pazienti con ictus cerebrale e di 10 soggetti di controllo, non affetti da patologia neurologica. I campioni di sangue venoso sono stati prelevati 36 ore dopo l'inizio della sintomatologia, sono stati congelati a −80° ed analizzati entro 2 mesi. La concentrazione media dell'isoenzima BB della CK nei pazienti con ictus è risultata significativamente più alta che nei controlli (p<0.01). Nel gruppo di pazienti con ictus è stata trovata una correlazione fra la gravità del danno cerebrale, determinato sulla base del quadro clinico e dei reperti tomodensitometrici, e la quantità dell'isoenzima BB nel siero.
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8.
Brainstem auditory-evoked responses (BAER) and behavior audiometry were evaluated on 18 patients with Friedreich ataxia. Behavior audiometry showed a normal pure tone test, normal performance intensity and phonetically balanced functions in all patients. BAER were abnormal in all patients. The data obtained show a good correlation between BAER and clinical picture and suggest that BAER could be useful in monitoring the clinical condition of FA patients.
Sommario In 18 pazienti con atassia spinocerebellare di Friedreich sono stati valutati i potenziali evocati acustici del tronco (PEAT) e le audiometrie comportamentale. L'audiometria comportamentale ha dimostrato in tutti i pazienti: a) normale test audiometrico tonale liminare; b) normale risposta per la intensità di stimolo usata; c) normale risposta al test delle parole foneticamente bilanciate. I PEAT sono risultati peraltro anormali in tutti i pazienti. I dati ottenuti sono in favore di una correlazione positiva tra stadio clinico della malattia e grado di alterazione dei PEAT, suggerendo che i PEAT possono essere utilizzati nel monitoraggio della condizione clinica dei pazienti con atassia di Friedreich.
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9.
The kinetics of the primary amide of valproic acid (VPA), i.e. dipropylacetamide, rapidly transformed into the corresponding acid in humans, are investigated and compared with valproate kinetics. In a group of healthy volunteers peak VPA concentration was reached within 5–14 hours of dipropylacetamide and within 1–2 hours of valproate administration. The plasma half-life appeared to be 8–12 hours for both compounds without significant differences. The relative bioavailability of the amide was 81.2% of valproate on average. In epileptics no correlation between plasma VPA levels and daily valproate or amide dose was observed; daily plasma valproic acid level fluctuations were significantly less wide during dipropylacetamide therapy. This compound seems to offer some advantages over sodium valproate, namely: slower absorption, stabler plasma levels through the day, 2 instead of 3 or 4 daily doses and hence less risk of drug defaulting.
Sommario Alcuni aspetti di farmacocinetica della amide primaria dell'acido valproico, la dipropilacetamide, che nell'uomo viene rapidamente trasformata nell'acido corrispondente, sono stati studiati e confrontati con quelli ottenuti dopo somministrazione di valproato di sodio. In un gruppo di soggetti volontari e sani il picco di concentrazione di acido valproico è stato raggiunto entro 5–14 ore dopo somministrazione di dipropilacetamide ed entro 1–2 ore dopo somministrazione di valproato di sodio. L'emivita plasmatica è risultata 8–12 ore dopo assunzione di entrambi i composti, senza significative differenze. La biodisponibilità della dipropilacetamide è stata 81,2% in media rispetto al sale sodico. In un gruppo di pazienti epilettici nessuna correlazione è stata osservata tra livelli plasmatici di acido valproico e dose giornaliera di valproato o amide; le fluttuazioni gionaliere delle concentrazioni ematiche del farmaco sono state meno ampie durante terapia con dipropilacetamide. Questo farmaco, dato il lento assorbimento presentato e la conseguente maggiore stabilità dei livelli plasmatici durante le 24 ore, sembra offrire qualche vantaggio di somministrazione rispetto al valproato di sodio.
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10.
20 selected right-handed very healthy subjects (10 young adults and 10 presenile subjects mean age 28.3 and 59.6) were tested for CNV activity with a simple warned reaction time (RT) paradigm. EEG and CNV components (post-S1, N1, P2, P3; early CNV; N1200 late CNV; CNV resolution) were recorded from Fz, C3, Cz, C4, P3, Pz, and P4, referenced to linked mastoid electrodes. EOG, RT and stimuli were also recorded. The presenile group differed significanty from the younger group in the auditory post-S1 N1 and P3, and in the early (O-wave) and late (P-wave) CNV complex components. A progressive amplitude reduction only in frontal leads between O-wave and P-wave with the lowest point being reached in the P-wave was characteristic in the presenile group. Further, presenile subjects showed relatively flat CNV waveshapes of low amplitude and, as a whole, performed a little less well than young persons. This finding suggests that the statistically significant changes in post-S1 EPRs and CNV activity recorded in our presenile subjects, without appreciable deficits in behavioral and mental performance, could be alerting signs of early brain involutional processes related to minimal and subclinical decrement of orienting, attentiveness and response preparation capabilities. If such is the case and it could be confirmed in a larger sample of very healthy subjects, these age-related changes in the presenium could be of considerable practical importance for clinical and research applications.
Sammario Scopo della presente ricerca è la raccolta di dati normativi ottenuti con una nuova metodica d'analisi dell'onda d'aspettativa, delle sue principali componenti (complesso CNV) e del tempo di reazione motorio (RT) in due gruppi si soggetti normali, adulti ed in età presenile. In 20 soggetti sani (rispettivamente 10 con età media di 28.3 e 10 di 59.6 anni) per evocare il complesso CNV/RT si è adottato un parametro standard di stimolazione molto semplice ed idoneo anche per pazienti con deterioramento mentale: S1 (click)—2 sec d'intervallo —S2 (stimolo visivo)—risposta motoria con RT. Si è derivata l'attività di tipo CNV da regioni frontali, centrali e parietali. In confronto ai soggetti più giovani, modificazioni significative di alcune componenti della CNV si sono rilevate nel gruppo di soggetti in età presenile senza apparente declino delle performances comportamentali e cognitive. Tali modificazioni appaiono indicative delle fasi iniziali dei processi involutivi encefalici fisiologici associati a minimi e sublinici deficit delle risposte d'orientamento, attenzione, concentrazione, memoria a breve termine, capacità di preparazione alle risposte motorie sollecitate da S2. Vengono discusse le implicazioni cliniche ed in particolare l'importanza diagnostica di questo tipo di indagini nel riconoscimento dei primi stadi nel presenium dell'involuzione fisiologica o patologica dell'encefalo.
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11.
Oligoclonal bands are a constant, non-modifiable feature of CSF examination in SSPE. We studied CSF oligoclonal IgG banding pattern in a long-surviving SSPE patient treated with serial courses of intrathecal α-IFN. α-IFN administration did not significantly modify the clinical status of the patient. Oligoclonal IgG banding pattern varied during the 58 month-long treatment. Oligoclonal bands disappeared at the end of the first course only to reappear during the third course, 2 years later, with a different electrophoretic pattern. We conclude that oligoclonal bands may transiently disappear from the CSF of long-surviving SSPE patients. Although α-IFN treatment induces no clinical improvement, it might affect the quality of Ig production.
Sommario Il ritrovamento di bande oligoclonali immodificabili nel tempo è una costante caratteristica del liquor di pazienti affetti da PESS. Viene qui descritto uno studio isoelettroforetico su campioni liquorali seriati di una paziente affetta da PESS, presentante un decorso particolarmente protratto e trattata con 4 cicli di α-IFN intratecale. Evidenti modificazioni qualitative del pattern delle IgG oligloclonali sono state evidenziate durante i 58 mesi di osservazione. Le bande oligoclonali, presenti al momento della diagnosi, sono scomparse alla fine del 1° ciclo terapeutico e sono ricomparse, con un pattern diverso dal precedente, alla fine del 3° ciclo. Gli autori concludono che, potendo le bande oligoclonali scomparire transitoriamente dal liquor di un paziente affetto da PESS, un esame liquorale non patognomonico non è sufficiente per escludere una diagnosi di PESS. Rimane, inoltre, possibile che il trattamento ripetuto con α-IFN, sebbene privo di rilevabile efficacia terapeutica, possa essere alla base delle modificazioni elettroforetiche qualitative da noi osservate.
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12.
Lisuride was investigated for therapeutic effects in 19 patients with advanced Parkinson disease, no longer satisfactorily responding to routine L-Dopa therapy. The patients were treated with oral Lisuride (0.6–2.5 mg/die) and L-Dopa. The follow-up was at least 6 months. We noted a significant improvement on the Webster Rating Scale at 1st, 3td and 6th months. Disability and on-off phenomen were reduced. Side effects were few. Lisuride is a valuable tool in this type of patient.
Sommario L'effetto terapeutico e la tollerabilitá della Lisuride sono stati esaminati in 19 pazienti con morbo di Parkinson avanzato, che non rispondevano in modo soddisfacente alla comune terapia con L-Dopa. I pazienti sono stati trattati con Lisuride per via orale (0.6–2.5 mg/die) ed L-Dopa. Il follow-up é stato come minimo di 6 mesi. é stato notato un miglioramento significativo, usando lo Webster Rating Scale, al primo, terzo e sesto mese di trattamento. Anche l'invaliditá ed i fenomenti a tipo “on-off” sono stati ridotti. Gli effetti collaterali sono stati scarsi. La Lisuride é efficace in tale genere di pazienti.
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13.
In five patients with initial idiopathic Parkinson disease AEPs (early and late components of auditory evoked potentials), SEPs (somatosensory evoked potentials) and arm ballistic movements (abduction of the humerus) were studied. Experimental sessions were conducted before starting treatment (L-Dopa plus Carbidopa) and at two and six month intervals. Before treatment evoked potential abnormalities were found in four out of five patients; EMG patterns underlying ballistic arm abduction movements were altered in all patients; corresponding prolonged duration of initial movements and low mean velocities were found. After treatment AEP and SEP showed a reduction of previously observed abnormalities and both EMG patterns and kinematic variables consistently improved. It is suggested that the electrophysiological investigations employed in this preliminary study may be a useful tool in clinical and pharmacological researches on Parkinson disease.
Sommario Sono stati studiati in 5 pazienti affetti da sindrome di Parkinson idiopatica iniziale gli AEPs (componenti precoci e tardive), i SEPs ed i movimenti balistici (abduzione dell'omero). Lo studio è stato condotto prima dell'inizio della terapia (L-Dopa+Carbidopa), e due e sei mesi dopo l'inizio della terapia. Anomalie dei potenziali evocati sono state riscontrate prima dell'inizio della terapia in 4 pazienti. I dati elettromiografici relativi ai movimenti balistici di abduzione del braccio erano alterati in tutti i pazienti ed erano caratterizzati da un ritardo nell'inizio del movimento e da una diminuizione della velocità media.Dopo la terapia si è rivelata una riduzione delle anomalie precedentemente riscontrate per gli AEPs ed i SEPs ed anche i patterns EMG e le variabili kinematiche sono apparse notevolmente migliorati. Dall'analisi di questi risulati sembra emergere la possibilità che queste metodiche neurofisiologiche possano essere utilizzate quale mezzo per controllare la progressione della sindrome e l'efficacia di eventuali trials farmacologici.
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14.
The diurnal fluctuations in dipropylacetic acid (DPA) plasma levels were examined in ten epileptic patients following a chronic treatment with 3 or 2 daily doses of dipropylacetamide (DPM). The highest/lowest DPA level ratios observed throughout 24 hrs were 1.18 and 1.36, respectively, but the difference in the data was not statistically significant (p>0.05). The present results indicate that a reduction of the frequency of the daily administrations of the drug can be made with consequent possible improvement in the patient's compliance. The clinical value of the oscillations in DPA serum levels is also revised in the light of the data reported in the literature.
Sommario Le fluttuazioni giomaliere dei livelli plasmatici di acido dipropilacetico (DPA) sono state esaminate in 10 pazienti epilettici in trattamento cronico con 3 o 2 dosi giomaliere di dipropilacetamide (DPM). I rapporti valore più alto/valore più basso di livello di DPA osservati nelle 24 ore sono risultati 1.18 e 1.36, rispettivamente, ma la differenza dei dati non è stata significativa (p>0.05). I presenti risultati indicano che può essere effettuata una riduzione della frequenza delle somministrazioni giomaliere del farmaco con un conseguente possibile miglioramento della compliance del paziente. Il valore clinico delle oscillazioni dei livelli serici di DPA è inoltre rivisto alla luce dei dati riportati in letteratura.
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15.
To find out whether the central structures governing conjugate eye movements are affected in ophthalmoplegia plus (OP), we conducted an electro-oculographic study in 6 patients suffering from OP with varying degrees of extraocular involvement and with mitochondrial changes in the skeletal musculature. All the patients presented alterations of the smooth pursuit and saccadic movements, of optokinetic nystagmus as well as of the vestibular reflexes and of visuovestibular interaction, thus confirming impairment of the central oculomotor structures and particularly of those of the archicerebellum and brainstem. These data suggest a supranuclear component in the pathogenesis of ophthalmoplegia and are in accord with the findings of brainstem spongiosis in OP, which in turn seem to express a multisystem pathological state of the mitochondria.
Sommario Allo scopo di accertare nell'Oftalmoplegia plus (O.P.) l'eventuale interessamento delle strutture centrali deputate al controllo della motilità oculare coniugata è stato eseguito uno studio elettro-oculografico in 6 pazienti affetti da oftalmoplegia progressiva con diverso grado di interessamento extraoculare e con alterazioni mitocondriali della muscolatura scheletrica. Tutti i pazienti hanno mostrato alterazioni dei movimenti oculari di smooth-pursuit e saccadici, del nistagmo optocinetico, nonché dei riflessi vestibolari e dell'interazione visuo-vestibolare, confermando così una compromissione delle strutture oculomotrici centrali ed in particolare di quelle archicerebellari e del tronco encefalico. Questi dati suggeriscono una componente sovranucleare nella patogenesi dell'oftalmoplegia e sono in accordo con i reperti di spongiosi del tronco encefalico riscontrati nei pazienti con OP che a loro volta appaiono espressione di una patologia mitocondriale plurisistemica.
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16.
In six Centers belonging to the Italian Movement Disorder Study Group, the efficacy of botulinum toxin treatment was evaluated in an open collaborative study in 251 patients with focal dystonia and hemifacial spasm. The percentage of functional improvement ranged from 66% to 81% in patients with blepharospasm, from 40% to 51% in patients with spasmodic torticollis and from 73% to 81% in those with hemifacial spasm. Good results were also obtained in patients with oromandibular dystonia, laryngeal dystonia and writer's cramp. Side effects were mild and transient. Local botulinum toxin injection is the first choice symptomatic treatment in focal dystonia and hemifacial spasm.
Sommario In 6 centri facenti parte del Gruppo Italiano per lo Studio dei Disturbi del Movimento è stata valutata l'efficacia della somministrazione di tossina botulinica A in 251 pazienti affetti da distonia focale e da spasmo del facciale. Nei pazienti con blefarospasmo, la percentuale media di miglioramento osservata è compresa tra il 66 e l'81%, mentre nei pazienti con torcicollo varia tra il 40% e il 51%. Nei pazienti affetti da spasmo del facciale la percentuale media di miglioramento è compresa tra il 73% e l'81%. Buoni risultati sono stati ottenuti anche nella terapia di distonie focali meno frequenti, come la distonia oromandibolare e laringea e il crampo dello scrivano. Gli effetti collaterali osservati sono risultati generalmente lievi, locali e transitori. Lo studio conferma quindi l'utilità della tossina botulinica nella terapia sintomatica delle distonie focali e nello spasmo del facciale.
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17.
The diagnostic value of the EEG in Creutzfeldt-Jakob disease is based not only on the presence of a typical pattern of periodic discharges but also on the appearance of cyclic changes in the EEG. The pattern of the cyclic EEG changes was analysed in 9 patients with Creutzfeldt-Jakob disease. The changes appear when the level of wakefulness is reduced. The alternating pattern rate increases as the disease progresses and accounts for as much as 100 per cent of the tracing when the patient is in coma. During the cyclic changes the cardiorespiratory rate is always higher in phase A than in phase B. Hypertonic fits and most myoclonic jerks are present only in the A-phase, whereas partial myoclonus and fasciculations are present in both phases. The cyclic change pattern in Creutzfeldt-Jakob disease reveals a progressive, serious involvement of the waking system.
Sommario Il contributo diagnostico dell'elettroencefalografia nella malattia di Creutzfeldt-Jakob è fornito non solo dalla presenza di un pattern caratteristico con anomalie pseudoperiodiche, ma anche dalla comparsa di modificazioni cicliche del tracciato. La comparsa delle modificazioni cicliche in 9 pazienti affetti da malattia di Creutzfeldt-Jakob è precoce nel corso della fase di stato della malattia e si manifesta in coincidenza di un abbassamento del livello di vigilanza. La percentuale di questo tracciato alternante ciclico aumenta con il progredire della malattia fino a raggiungere il 100% alla instaurazione del coma. Nel tracciato alternante ciclico le frequenze cardiaca e respiratoria sono sempre più elevate durante la fase A rispetto alla B. Le crisi ipertoniche e la maggior parte delle miocloniche sono presenti solo durante la fase A, ma le mioclonie parziali e le fascicolazioni sono egualmente presenti nelle due fasi. Il comportamento delle alternanze cicliche nella malattia di Creutzfeldt-Jakob mostra che i sistemi di vigilanza vi sono applicati in modo severo e progressivo. Uno studio longitudinale di questi aspetti poligrafici si dimostra molto utile per sorvegliare l'evoluzione clinica della malattia di Creutzfelt-Jakob.
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18.
The study covers 30 patients with idiopathic Parkinson disease, 13 men and 17 women, aged betwen 50 and 70, on stabilized L-Dopa and/or bromocriptine, which failed to ensure adequate control of the symptoms, especially tremor. To this regimen was added Bornaprine/placebo in randomized sequence. The patients were tested according to the Webster Rating Scale before, during and after each stage of the treatment. Statistical analysis of the results showed the superiority of Bornaprine over the placebo in reducing tremor (p<0.01) and, to a lesser degree, some other parkinsonian symptoms. No noteworthy side effects were found apart from dryness of the mouth, which was more frequent with Bornaprine.
Sommario Sono stati esaminati 30 pazienti affetti da morbo di Parkinson idiopatico, di cui 13 maschi e 17 femmine, di età compresa tra 50 edi i 70 anni, in terapia stabilizzata con L-Dopa o con Bromocriptina o con entrambe. In tutti i soggetti, questi farmaci non consentivano un adeguato controllo della sintomatologia, con particolare riferimento al tremore. Lasciando invariata la terapia in atto, si è somministrato Bornaprine od und placebo identico, secondo una sequenza randomizzata, in doppio cieco con cross-over. I pazienti sono stati esaminati per mezzo della Webster Rating Scale a tempi predeterminati, prima, durante e dopo ciascuna fase del trattamento con farmaco o con placebo. L'analisi statistica dei risultati ha dimostrato la significativa superiorità del Bornaprine rispetto al placebo nel ridurre il tremore (p<0.01) e, in minor misura, alcuni altri sintomi della serie parkinsoniana. Non si sono rilevati effetti collaterali di rilievo, sia dal punto di vista clinico sia da quello strumentale. L'unica eccezione è rappresentata dalla maggiore incidenza di xerostomia nel corso del trattamento con farmaco attivo rispetto a quello con placebo.
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19.
Experimental and clinical studies indicate that cerebral vasospasm following subarachnoid hemorrhage (SAH) may be caused by changed biochemical properties of the endothelium and vascular smooth muscle cell exposed to vasoactive substances synthetized by cerebral arteries and released in clotted blood. Many compounds have been identified in CSF from SAH patients: Thromboxanes A2 and B2, Prostaglandins F2, E2 and D2 are the major prostanoids incriminated in the causation of cerebral arterial spasm. We have monitored the CSF PGD2 concentrations with serial lumbar punctures at different intervals from the hemorrhage in 16 patients admitted for SAH: PGD2 was measured with radioimmunoassay as its 9-methoxy derivative. The lumbar CSF PGD2 concentration ranges from 0,11 to 1.53 ng/ml. In 7 cases vasospasm was angiographically demonstrated. 9 patients presented no clinical or radiological evidence of vasospasm. In 5 cases cisternal CSF samples were available at the operation by cisternal punctures. There was no correlation between CSF PGD2 concentration and clinical course. In the 7 cases with evidence of vasospasm a significant increase of CSF PGD2 corresponded to neurological deterioration. In all 9 cases without evidence of vasospasm CSF PGD2 concentration trend was in a steady-state. The cisternal CSF PGD2 concentration was higher than lumbar CSF concentration in cases with arterial spasm. This suggests the importance of the clotting phenomenon in vasospasm onset after SAH. PGD2 is one of the most important spasmogens in clotted blood. Although its role in the genesis of vasospasm onset remains to be defined, its vasospatic action, in addition to that of other analogous compounds, seems to be relevant.
Sommario Studi clinici e sperimentali indicano che alla base della genesi del vasospasmo conseguente all'emorragia subaracnoidea starebbe una modificazione delle proprietà biofisiche dell'endotelio e delle cellule muscolari della parete arteriosa in risposta ai composti vasoattivi rilasciati nel coagulo che si forma attorno alla parete dell'aneurisma. Molte sostanze sono state identificate nel liquor di pazienti ricoverati per emorragia subaracnoidea: i Trombossani A2 e B2, la Prostaglandina F2Alfa, E2 e D2 sono i derivati dell'acido arachidonico a dimostrata azione spasmogena. Gli Autori hanno studiato le concentrazioni liquorali di PGD2, in modo sequenziale mediate seriate punture lombari in 16 pazienti ricoverati per emorragia subaracnoidea. La valutazione della concentrazione di PGD2 è stata effettuata mediante dosaggio radioimmunologico. In 7 casi è stato dimostrato angiograficamente il vasospasmo. In 5 casi sono stati effettuati prelievi di liquor cisternale durante l'intervento di esclusione dell'aneurisma. Non è possibile dimostrare una correlazione diretta tra l'andamento della concentrazione liquorale di PGD2 e il decorso clinico; nei 7 casi complicati da vasospasmo si dimostra, comunque, un picco nella concentrazione di PGD2 e il momento del peggioramento delle condizioni neurologiche in relazione all'insorgenza di vasospasmo. Nei 9 casi senza segni clinici e radiologici di vasospasmo la concentrazione liquorale di PGD2 non dimostra variazioni significative. La concentrazione cisternale di PGD2 è nettamente più elevata rispetto a quella lombare nei casi complicati da vasospasmo: questo suggerisce l'importanza della formazione del coagulo e della sua lisi attorno alla parete dell'aneurisma in rapporto alla comparsa di vasospasmo nel segmento arterioso a monte dell'aneurisma.
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20.
Visual Evoked Potentials (VEP) have been investigated in 102 patients affected by Multiple Sclerosis (MS), classified both by disease stage and by optic pathway status. VEP abnormalities were significantly correlated with the clinical stage and increased CSF IgG levels. The delay in the VEP latencies and the CSF IgG values proved to be increased in parallel in the worsening phases of MS. The diagnostic value of these findings is also discussed.
Sommario I Potenziali Evocati Visivi (PEV) sono stati investigati in 102 pazienti affetti da Sclerosi Multipla (SM) classificati in base alla attività di malattia e alle lesioni delle vie ottiche. Le anormalità del PEV sono risultate significativamente correlate con le fasi cliniche della SM e con l'aumento dei livelli delle IgG liquorali. Il ritardo delle latenze dei PEV ed i livelli delle IgG liquorali risultano parallelamente aumentati nelle fasi attive della SM. Il valore diagnostico di questi dati è anche discusso.
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