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1.
Attention has focused on naloxone, an opiate receptor antagonist, because of its potential benefit in reversing neurological damage after acute cerebral ischemia. To evaluate the safety and possible efficacy of high-dose naloxone in ischemic stroke patients we planned a double blind pilot study. Between January 1989 and May 1990 24 patients were randomly assigned to the naloxone or placebo group according to age and neurological deficit. Naloxone was given in a loading dose of 5 mg/kg over 10 minutes followed by a 24-hour infusion at the rate of 3.5mg/kg/h. 10 patients experienced minor side effects but none of them had to discontinue the treatment. 9 patients improved: 6 in the naloxone group and 3 in the placebo group, but no significant difference was found using the non parametric Mann-Whitney test. Our study suggests that naloxone is safe at the dose used, but the results do not support the planning of similar trials on a larger scale.
Sommario è stata posta grande attenzione sul Naloxone, un antagonista dei recettori degli oppiacei, e sulla sua potenziale utilità nel far regredire il danno neurologico dopo un'ischemia cerebrale acuta. Per valuatare la sicurezza e la possibile efficacia di alte dosi di naloxone nei pazienti con ictus ischemico, abbiamo programmato uno studio pilota in doppio cieco. Dal gennaio 1989 al maggio 1990 ventiquattro pazienti sono stati assegnati casualmente al gruppo Naloxone o a quello Placebo secondo l'età e il deficit neurologico. Il naloxone venne somministrato in una dose di carico di 5 mg/kg in 10 minuti seguita da un 'infusione di 24 ore (3.5 mg/kg/h). Dieci pazienti ebbero effetti collaterali minori ma nessuno di essi dovette interrompere il trattamento. Nove pazienti migliorarono: sei nel gruppo Naloxone e tre nel gruppo placebo, ma non fu trovata alcuna differenza significativa usando il test non parametrico di Mann-Whitney. Il nostro studio suggerisce che il naloxone è sicuro alla dose usata, ma i risultati non giustificano la pianificazione di trials più grandi con le stesse caratteristiche.
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2.
A clinical and electrophysiological study was carried out on 19 selected patients with chronic liver disease. Clinical signs of peripheral nerve involvement were found in 4 patients (21%); while electrophysiological impairment was present in 11 patients (57.8%). These abnormalities were mostly limited to the sensory and motor fibers of the tibialis posterior nerve. Our data confirm the presence of peripheral nerve involvement in chronic liver disease, and that it may be evidenced by careful electrophysiological examination.
Sommario Uno studio clinico ed elettrofisiologico è stato condotto su 19 pazienti affetti da malattia epatica cronica, non diabetici, non alcolisti. Segni clinici di neuropatia sono stati riscontrati in 4 pazienti (21%), mentre 11 pazienti (57.8%) presentavano alterazioni elettrofiosologiche per lo più limitate alle fibre motorie e sensitive del nervo tibiale posteriore. I nostri dati confermano un interessamento nervoso periferico in corso di epatopatia cronica che, anche se modesto dal punto di vista clinico, viene evidenziato all'esame elettrodiagnostico.
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3.
56 cerebral ischemia patients up to the age of 40 were investigated using a strict clinical and instrumental protocol in order to elicit the relative importance of the various iatrogenic factors involved. In addition to atherosclerosis risk factors (smoking, hypertension, ischemic heart disease, diabetes, dyslipidemia) other possible causes of cerebral ischemia were sought (arteritis, migraine, head injury, oral contraceptives, coagulation disorders, cardiogenic embolism, etc.). 50% of the patients examined had at least two atherosclerosis risk factors and 55% had other causes singly or in association with atherosclerosis.
Sommario Cinquantasei pazienti affetti da ischemia cerebrale di età uguale od inferiore ai 40 anni, sono stati seguiti con un rigido protocollo clinico e strumentale, allo scopo di chiarire l'importanza relativa dei diversi fattori patogenetici. Oltre ai fattori di rischio per malattia aterosclerotica (fumo, ipertensione, cardiopatia ischemia, diabete, dislipidemia) sono state ricercate altre possibili cause di ischemia cerebrale (arteriti, emicrania, trauma cranico, terapia estroprogestinica, disturbi della coagulazione, fattori embolici cardiogeni, ecc.). è risultato che il 50· dei pazienti esaminati presenta almeno due fattori di rischio per aterosclerosi e che nel 55· dei pazienti erano presenti altre cause di ischemia cerebrale da sole o in associazione con l'aterosclerosi.
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4.
By means of transthoracic contrast echocardiography, the prevalence of a patent foramen ovale (PFO) was studied, in a continuous series of 48 patients aged less than 50 years with a recent episode of acute cerebral ischemia. A PFO was found in 11 subjects (23%). In the subgroup of younger patients (aged less than 30 years), the prevalence was much higher than in those aged 30 or more (58% against 11%, p=0.0022). In the 19 patients with clear evidence of extracardiac causal factors of cerebral ischemia, there was no PFO; of the remaining 29 subjects, a PFO was present in 11 (38%) (p=0.0015). In conclusion, the possibile presence of a PFO must be carefully investigated in subjects with cerebral ischemia aged less than 30, as well as in subjects aged between 30 and 50 in whom there is no acceptable explanation for their cerebral ischemic episode.
Sommario La prevalenza della pervietà del forame ovale (PFO) è stata studiata, per mezzo della Eco-cardiografia transtoracica con iniezione di mezzo di contrasto, in una serie continua di 48 pazienti di età inferiore ai 50 anni, affetti da episodi acuti di ischemia cerebrale focale. La presenza di PFO è stata dimostrata in 11 soggetti (23%). Nel gruppo dei più giovani (sotto i 30 anni) la prevalenza di questa anomalia cardiaca è risultata molto più alta che in quello dei più anziani (58% contro 11%, p=0,0022). Inoltre, non vi era alcun caso di PFO tra i 19 soggetti in cui è stata dimostrata una evidente causa extracardiaca del disturbo cerebrovascolare, mentre la PFO era presente nel 38% degli altri 29 casi (p=0.0015). In conclusione, la presenza di PFO deve essere ricercata con cura nei pazienti cerebrovascolari ischemici di età inferiore a 30 anni così come in quelli tra i 30 ed i 50 in cui non sia dimostrabile una verosimile causa dell'episodio ischemico cerebrale.
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5.
We analyzed HLA-A,-C,-B,-DR and-DQ specificities in 104 Italian multiple sclerosis patients and in 905 healthy controls. The frequencies of HLA-A23, A26, Cw4, DR3 and, especially DR5 antigens were significantly higher in multiple sclerosis patients than in controls. Patients with progressive course were characterized by high frequencies of B7, B8 and DR3 antigens: Cw1 and DRw11 show a negative correlation with the extent of intrathecal IgG production. These data confirm that the HLA system may influence the clinical expression and the immune responses to the disease.
Sommario Abbiamo analizzato le specificità HLA del locus A, C, B, DR e DQ in 104 pazienti italiani affetti da Sclerosi Multipla e in 905 controlli sani. La frequenza degli antigeni A23, A26, Cw4, DR3 e soprattutto DR5 era aumentata in maniera significativa nei pazienti rispetto ai controlli. I pazienti con decorso progressivo erano caratterizzati da un'alta frequenza degli antigeni B7, B8 e DR3; Cw1 e DRw11 mostravano una correlazione negativa con l'estensione della produzione intratecale di IgG. Questi dati confermano che il sistema HLA può influenzare l'espressione clinica e le risposte immunitarie nella malattia.
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6.
The presence of a dense appearance of the horizontal part of the middle cerebral artery (the “dense middle cerebral artery sign”) was looked for on CT scans taken on admission in 90 consecutive patients with ischemic stroke in the carotid artery distribution. The outcome of the 14 patients with the sign was poorer than that of 76 patients without the sign (Odds ratio 4.3). We suggest that this sign could be a useful prognostic variable in the acute phase of an ischemic stroke.
Sommario è state ricercata retrospettivamente la presenza della immagine iperdensa del tratto orizzontale della cerebrale media (“dense middle cerebral artery sign”) negli esami TAC eseguiti in 90 pazienti consecutivi con sintomatologia riferibile ad ischemia acuta nel territorio del circolo carotideo. L'evoluzione clinica dei 14 pazienti in cui il segno della cerebrale media iperdensa è stato rilevato è stata peggiore degli altri 76 (Odds ratio 4.3). Gli autori suggeriscono che il rilievo di questo segno può rappresentare una utile indicazione prognostica precoce nei casi di ischemia cerebrale acuta.
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7.
7 patients with relapsing-remitting multiple sclerosis (MS) were subjected to an intensive course of intravenous (I.V.) cyclophosphamide (CY) therapy. All patients received induction therapy with 11 daily doses of 300 mg/m2 and then a single dose every six months for three years. After one year of follow-up all patients showed a decrease in relapse rate (0.57.57); in the two subsequent years of follow-up 2 patients showed a mild worsening while the others were clinically stable. As suggested by others, our results indicate that I.V. CY therapy may influence the clinical course of relapsing-remitting MS.
Sommario Sette pazienti affetti da Sclerosi Multipla di tipo remittente sono stati sottoposti a terapia immunosoppressiva con ciclofosfamide. Il trattamento consisteva di un ciclo di induzione con dosi di 300 mg/m2 di ciclofosfamide e.v. somminsstrate giornalmente per 11 giorni e di successive singole dosi di mantenimento di 300 mg/m2 somministrate ogni 6 mesi per un periodo di 3 anni. Non sono stati osservati gravi effetti collaterali durante lo studio. Dopo il primo anno di trattamento tutti i pazienti hanno mostrato miglioramento nella frequenza di ricaduta; nei due anni successivi 4 pazienti sono rimasti stabili mentre gli altri hanno mostrato un nuovo peggioramento. Come indicato da altri Autori, i risultati dello studio indicano che la terapia immunosoppressiva con ciclofosfamide ad alte dosi non presenta gravi effetti collaterali e può modificare il decorso della Sclerosi Multipla di tipo remittente.
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8.
The dexamethasone suppression test (DST) was performed on 13 patients with multi-infarct dementia (MID), 5 patients with primary degenerative dementia (PDD) and 18 elderly controls. Abnormal lack of suppression was found in 7 demented patients (3 with PDD, 1 mild and 2 severe, and 4 with MID, 1 mild and 3 severe), and in 2 of the controls. Only one demented patient was depressed. The value of DST in the differential diagnosis of dementia from the major depressive disorders is discussed.
Sommario Il test di soppressione al desametazone (DST) è stato applicato a 13 pazienti con demenza multi-infartuale (MID), a 5 pazienti affetti da demenza degenerativa primaria (PDD), e a 18 controlli (anziani). Una nonsoppressione è stata ritrovata in 7 pazienti affetti da demenza (3 di tipo PDD, in 1 caso di grado moderato ed in 2 casi severo, e 4 di tipo MID, in 1 caso moderato ed in 3 casi severo). Solo uno dei pazienti affetti da demenza si presentava contemporaneamente affetto da depressione. Viene discussa l’utilità del DST nel giudizio diagnostico-differenziale tra la demenza ed il disturbo depressivo maggiore.
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9.
Dosage and schedules for the treatment of malignant glial tumors using IFN (interferon) are still uncertain and controversial. In this study we give the preliminary results of treatment in 28 patients with glioblastoma multiforme (GBM). 6 patients were treated with local injection of β-IFN through an Ommaya reservoir; 4 patients with β-IFN followed by systemic chemotherapy (Cisplatin+Etoposide), and 18 patients with chemotherapy only. Two end points were evaluated: 1) Whether or not the patients responded to treatment. 2) Length of Time to Tumor Progression(TTP) after surgery. We found that IFN alone was ineffective. Results were improved when local immunotherapy was associated with systemic chemotherapy. New drugs and investigation of possible pharmacological synergism are needed.
Sommario In questo studio preliminare vengono presi in considerazione 28 pazienti affetti da glioblastoma multiforme. Un primo gruppo di sei pazienti è stato sottoposto esclusivamente ad immunoterapia locoregionale con β-INF. Un secondo gruppo di quattro pazienti è stato sottoposto a immunoterapia locoregionale con β-INF in associazione a chemioterapia sistemica (cis-platino+etoposide). Il Time to tumor progression dei primi due gruppi di pazienti è stato confrontato con quello di un terzo gruppo di diciotto pazienti trattati con chemioterapia sistemica.
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10.
Cerebral ischemia was recorded in 1,9% of 1277 patients with myocardial infarction. In most cases ischemia involved the carotid artery system, usually causing a hemiparesis or hemiplegia. Patients were mostly elderly, and the ischemic episode worsened their prognosis. The pathogenesis was surely often of embolic origin but several facts suggest that other mechanisms were also involved. Anticoagulant therapy, at least in the form in which it was used in these patients, i.e. subcutaneous administration of calcium heparin 5000 I.U. b.i.d. for thrombophlebitis prophylaxis, does not seem to prevent these complications.
Sommario Su 1277 pazienti con infarto, si sono avuti fenomeni ischemici in ambito cerebrale nell' 1,9% dei casi. è risultato colpito quasi sempre il circolo carotideo, e ne è risultata in genere una emiparesi o una emiplegia. I pazienti colpiti erano per lo più anziani, e l'incidente ischemico ne ha aggravato la prognosi. Per quanto riguarda la patogenesi, essa sicuramente è spesso di natura embolica: una serie di considerazioni fanno ritenere operanti anche altri meccanismi. La terapia anticoagulante non sembra in grado di prevenire queste complicazioni, almeno nelle forme con cui è stata attuata in questi malati, e cioè con calcieparina sottocute per la prevenzione delle tromboflebiti.
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11.
Computerized analysis and topographical mapping were performed on the EEGs of 28 migraine patients (17 without and 11 with typical aura) and an age and sex-matched control group of 28 subjects.Traditional visual EEG analysis revealed only a slight diffuse slowing of theta band in eight patients (28.6%), and computerized analysis revealed significant changes in eleven (39.3%). The most frequently altered parameters were an increase in the relative power of the slow bands and/or a decrease in that of alpha band. These variations appeared to be particularly significant in the posterior regions. No significant inter-hemisphere asymmetry was revealed. Comparisons between the patient and control groups showed that the only statistically significant difference was a bilateral increase in theta power in the parieto-occipital regions of the patients.We conclude that the role of topographical EEG mapping in the clinical diagnosis of migraine is still limited.
Sommario L'analisi computerizzata ed il mappaggio topografico dell'EEG sono stati eseguiti in 28 pazienti affetti da emicrania (17 con emicrania senz'aura e 11 con emicrania con aura tipica) e in 28 soggetti di controllo corrispondenti per età e sesso.L'analisi visiva tradizionale dell'EEG evidenziava unicamente dei modesti rallentamenti diffusi di banda theta in 8 pazienti (28.6%).L'analisi computerizzata mostrava alterazioni significative in 11 pazienti (39.3%): i parametri più frequentemente alterati consistevano in un aumento della potenza relativa della banda alpha. Tali variazioni apparivano particolarmente significative sulle regioni posteriori. Non si evidenziavano significative asimmetrie interemisferiche. Il confronto tra il gruppo dei pazienti e i controlli mostrava come unica differenza statisticamente significativa un aumento della potenza della banda theta nei soggetti emicranici sulle regioni parieto-occipitali bilateralmente.Si conclude per un ruolo tuttora limitato del mappaggio topografico dell'EEG nella diagnosi clinica di emicrania.
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12.
Magnetic resonance imaging (MRI) studies of the brain were reviewed in 16 patients with amyotrophic lateral sclerosis (ALS), representative of a large and homogeneously studied series, 11 of whom showed signal abnormalities along the pyramidal tracts. These were more frequent in patients with more severe upper motor neuron signs but did not correlate with disease severity. Our study suggests that MRI signal abnormalities along the pyramidal tracts are common in ALS and may reflect the severity of pyramidal tract degeneration.
Sommario Abbiamo considerato le risonanze nucleari magnetiche eseguite in 16 di un gruppo più ampio di pazienti con sclerosi laterale amiotrofica. Anomalie di segnale lungo i fasci piramidali erano osservabili in 11 pazienti ed erano più frequenti in coloro i quali presentavano una maggiore compromissione del primo motoneurone. Non vi era correlazione con la durata né con la severità della malattia. Il nostro studio suggerisce che le alterazioni di segnale mostrate dalla MRI lungo i fasci piramidali sono di frequente riscontronella ALS e possono riflettere la gravità della degenerazione dei fasci piramidali.
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13.
Saccadic eye movements were examined by electro-oculography in 21 patients with suspected myasthenia gravis. The presence of dissociated nystagmus and quiver eye movements was also assessed. The aim of the study was to assess the diagnostic value of saccadic abnormalities in the early stage of the disease. Pathological oculographic findings consisted of intra and post saccadic disorders and intersaccadic variability. A fatigue test was useful in detecting latent disorders in most patients. A Tensilon test was positive in 11 out of 16 patients with oculographic abnormalities. Diagnostic problems, apparently paradoxical findings and differential involvement of extraocular muscle fibers are discussed.
Sommario In ventuno pazienti con sospetta miastenia gravis sono stati studiati, mediante elettro-oculografia, i movimenti oculari saccadici. è stata anche valutata la presenza di nistagmo dissociato e di movimenti oculari “vivaci”. Scopo del lavoro è stato la valutazione dell'importanza diagnostica dell'analisi dei movimenti oculari saccadici nelle fasi precoci della malattia. I disturbi della motilità oculare consistevano in deficit intra e post saccadici e nella variabilità intersaccadica. Il test di affaticamento oculare si è dimostrato utile nell'evidenziare deficit subclinici nella maggioranza dei pazienti. Dei 16 pazienti con anormalità dei movimenti oculari saccadici, solo 11 hanno mostrato una positività del test al Tensilon. Sono stati presi in considerazione problemi diagnostici, risultati apparentemente paradossali e interessamento differenziato delle fibre della muscolatura oculare estrinseca.
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14.
15 patients with remitting-progressive multiple sclerosis received a course of intravenous cyclophosphamide followed by a booster dose every 60 days for 2 years. There were no severe short or medium term side effects. Half of the patients presented clinical stabilization and substantially unchanged Kurtzke rating at 2 year follow-up. Since the aim was stabilization only, our findings argue for continuation of the study in young patients with very short shift.
Sommario 15 pazienti affetti da sclerosi multipla remittente-progressiva, sono stati sottoposti a ciclo di CTX endovena con richiami ogni sessanta giorni. Non ci sono stati pesanti effetti collaterali a breve e medio termine. A due anni di follow-up il 50% dei pazienti ha mostrato una stabilizzazione della malattia. I dati orientano per una continuazione dello studio su pazienti con giovane età e passaggio dalla forma remittente a remittente-progressiva da breve tempo.
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15.
Little has been written on the treatment of cognitive and behavioral disorders in children following serious head injuries with coma. We have used the behavioral modification method known as Token Economy in 20 head-injured patients having a mean age of 11 years. The treatment, which involved the children's families, proved at one-year follow-up to be highly successful in normalizing maladaptive behavior.
Sommario Gli autori, analizzando la più recente letteratura sull'argomento, notano che vi è una relativamente scarsa attenzione rivolta alle conseguenze sul piano più prettamente cognitivo e comportamentale, in pazienti con grave trauma cranico e coma in età evolutiva. Descrivono nel loro lavoro l'applicazione della Token Economy, una tecnica che fa capo ai metodi noti come Analisi e Modificazione del Comportamento, in un gruppo di 20 pazienti con trauma cranico chiuso con un'età media di 11 anni. Il trattamento ha avuto, con un follow-up di un anno, un buon successo riguardo alla scomparsa dei comportamenti disadattivi residui dal trauma cranico.
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16.
14 patients with chronic progressive multiple sclerosis, selected in a preliminary uncontrolled trial, were given a short course of intensive cyclophosphamide therapy, which was discontinued when the leukocyte count fell to 3000 cu.mm. 5 patients dropped out because of severe side effects. At 1 year follow-up were neurologically unchanged since admission to the trial; 4 remained stable at 2 years. The lack of clinical improvement, the high frequency of side effects and the proven oncogenicity of cyclophosphamide led us to discontinue the trial.
Sommario 14 pazienti con SM definita e con forma cronica severamente progressiva sono stati trattati con un ciclo a breve termine e ad alto dosaggio di ciclofosfamide (400 mg/die), associata a cortisone (100 mg/die). L'immunosoppressione è stata considerata efficace quando è stata raggiunta una leucopenia di 3.000/mmc e a quel momento il farmaco è stato interrotto. 5 pazienti non hanno terminato il trattamento per la comparsa di gravi effetti collaterali. Dopo 1 anno di follow-up tutti i pazienti erano stazionari rispetto all'ingresso; 4 pazienti hanno terminato il secondo anno di follow-up e in essi la malattia si è mantenuta in fase di stabilizzazione. Nonostante questo, l'assenza di miglioramenti clinici, l'alta frequenza di effetti collaterali, la dimostrata oncogenicità della ciclofosfamide non ci incoraggia a continuare la sperimentazione.
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17.
Eighteen patients with the presumptive diagnosis of Friedreich's ataxia were studied. Clinical, neurophysiological and biochemical data were concordant in 14 patients and led to the diagnosis of typical Friedreich's ataxia in this group of patients: the remaining 4 patients differed from the typical patients in several respects but mainly in the cardiological findings. It is concluded that so far no single clinical or laboratory finding is typical of F.A.. Multidisciplinary approaches are essential to the diagnosis of Friedreich's ataxia.
Sommario Si presenta uno studio clinico, neurofisiologico e biochimico di 18 pazienti con diagnosi presuntiva di atassia di Friedreich. I dati portano ad inquadrare nella malattia di Friedreich tipica solo 14 pazienti, gli altri 4 si differenziano per diversi aspetti clinici di cui il più rilevante è la normalità cardiaca. Si conclude quindi che per giungere alla diagnosi di malattia di Friedreich che permetta in seguito uno studio biochimico della malattia, sia necessario un approccio multidisciplinare.
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18.
BB-CK activity was measured in 11 patients with stroke and in 10 controls. Blood samples were taken 36 hours after the clinical stroke onset in every patient. Sera were stored at −80° and analyzed within two months. The creatine kinase isoenzymatic pattern was determined by ion-exchange column separation and gradient elution system. The mean BB-CK concentration in patients with stroke was significantly higher than in controls (p<0.01). In the group of “stroke” patients we found a correlation between severity of brain damage, as suggested by the clinical picture and CT scans, and serum values of BB-CK.
Sommario Nel presente lavoro sono stati determinati gli isoenzimi della CK, dopo separazione su colonne a scambio ionico e dosaggio cinetico all'U.V., nel siero di 11 pazienti con ictus cerebrale e di 10 soggetti di controllo, non affetti da patologia neurologica. I campioni di sangue venoso sono stati prelevati 36 ore dopo l'inizio della sintomatologia, sono stati congelati a −80° ed analizzati entro 2 mesi. La concentrazione media dell'isoenzima BB della CK nei pazienti con ictus è risultata significativamente più alta che nei controlli (p<0.01). Nel gruppo di pazienti con ictus è stata trovata una correlazione fra la gravità del danno cerebrale, determinato sulla base del quadro clinico e dei reperti tomodensitometrici, e la quantità dell'isoenzima BB nel siero.
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19.
We compared two groups of patients with idiopathic epilepsy, 41 patients whose seizure frequency was not controlled by adequate therapy and 39 patients in good seizure control, in respect of hematology, kidney and liver function tests, serum IgG, IgA and IgM concentrations and drug concentrations. The only difference that emerged were in the serum immunoglobulins, which were raised in the drug refractory group, significantly (p<0.01) so in the case of IgG. Failure of seizure control did not depend on inadequacy of drug dose or of blood concentration. Although the serum Ig changes do not warrant the assumption of an immunological origin for drug resistance, they do suggest a useful research line.
Sommario La determinazione delle concentrazioni ematiche di farmaci antiepilettici ha permesso di ottenere il controllo delle crisi nella maggior parte dei pazienti. Ciò nonostante, nel 30% dei pazienti non si hanno risultati soddisfacenti. Sono state perciò studiate le possibili alterazioni biochimiche o farmacologiche che potrebbero essere alla base della mancata risposta alla terapia. Sono stati confrontati due gruppi di pazienti affetti da epilessia idiopatica: in 41 la frequenza delle crisi in tre anni non era cambiata nonostante una terapia adeguata (pazienti resistenti) mentre in 39 pazienti si aveva un buon controllo delle crisi. Sono stati eseguiti i seguenti esami: ematologici, tests di funzionalità epatica e renale, concentrazione serica della IgG, IgA e IgM. La concentrazione ematica dei farmaci è stata determinata con una tecnica immunochimica (EMIT). Nel caso di pazienti in cura con Carbamazepina, la valutazione dei livelli di farmaco libero e totale nel siero, è stata eseguita in cromatografia liquida. determinando anche la concentrazione della Carbamazepina 10, 11 epossido. è stato notato che, per la maggior parte dei farmaci, non c'è differenza nella % di pazienti in range terapeutico tra i pazienti resistenti e i controlli: i livelli plasmatici di Fenobarbital sono maggiori del range terapeutico nel 25% dei resistenti e nel 15% dei controlli; i livelli plasmatici di Difenilidantoina sono nel range terapeutico nell' 16.7% dei resistenti e nel 50% dei controlli. La concentrazione delle immunoglobuline seriche è più alta nei pazienti resistenti e, in particolare, l'aumento delle IgG risulta statisticamente significativo (p<0.01). La mancata riduzione delle crisi nei nostri pazienti non è dovuta ad un inadeguato approccio terapeutico o ad una inadeguata concentrazione ematica dei farmaci; tuttavia l'alterazione osservata nella concentrazione serica delle IgG nei pazienti resistenti non è sufficiente per sostenere la causa della resistenza al farmaco su base immunologica.
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20.
We describe a series of patients with chronic non-neoplastic pain of different etiologies in whom temporary percutaneous stimulations of the dorsal cord allowed us to select the cases suitable for implantation with a definitive neurostimulating device. The technique and results are reported.
Sommario Gli autori descrivono una serie di pazienti affetti da dolore cronico non tumorale di eziologie differenti; in questi pazienti la stimolazione temporanea del midollo spinale per via percutanea ha permesso di selezionare i casi candidati all'impianto definitivo degli elettrodi epidurali midollari. La tecnica e i risultati sono descritti.
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