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1.
Brainstem auditory evoked potentials (BAEPs) were recorded in 51 Down's syndrome (DS) subjects and compared with those of 38 normal controls; the correlations between the BAEP measures and age, sex, and degree of mental retardation were then evaluated. The DS patients showed a significant reduction in wave V latency and amplitude and in I–III, III–V, and I–V interpeak intervals. An age-related shortening of the I–V interpeak interval found in DS patients was interpreted as being a result of changes in central inhibitory/excitatory mechanisms. In both groups, female subjects presented an I–V interval shorter than that of males but this difference was greater in the DS subjects than in the normal population. The DS patients with severe mental retardation showed significantly longer I–V interpeak intervals than those with moderate retardation; this could be due to the presence of additional central nervous system abnormalities.
Sommario I potenziali evocati auditivi tronco-encefalici (BAEP), registrati in 51 pazienti con sindrome di Down (SD), sono stati messi a confronto con quelli ottenuti in 38 soggetti normali di controllo. In seguito è stata valutata la correlazione tra i parametri dei BAEP con l'età, il sesso e il grado di ritardo mentale. I pazienti con SD mostravano una riduzione significativa della latenza e dell'ampiezza dell'onda V e della lunghezza dell'intervallo I–V, rispetto ai controlli. Una ulteriore riduzione età correlata dell'intervallo I–V è stata osservata nei pazienti con SD; questa è stata interpretata come il risultato di modificazioni dei meccanismi inibitori/eccitatori centrali. Le femmine con SD presentavano un intervallo I–V più breve di quello dei maschi in maniera più evidente che nella popolazione normale. Inoltre, i pazienti con ritardo mentale più grave mostravano un intervallo I–V significativamente più prolungato di quelli con ritardo mentale medio; questo potrebbe essere dovuto alla presenza di anomalie strutturali aggiuntive nei soggetti più compromessi.
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2.
Visual (VEP) and brainstem auditory (BAEP) evoked potentials (EP) were recorded in 21 multiple sclerosis (MS) patients in acute relapse before and after steroid treatment. VEPs were abnormal in 14/21 patients and BAEPs in 10/21 patients before treatment. In 4 patients with acute optic neuritis (ON), an improvement of VEPs paralleled clinical evolution in 3 cases. Substantial and contrasting changes in VEPs or BAEPs, with no clinical counterpart, were related to a spontaneous fluctuation of EPs in acute relapses of MS. These changes suggest frequent subclinical (multifocal and, possibly, sequential) central nervous system involvement in MS bouts. Group analysis showed nonsignificant changes in EP parameters before and after treatment. Our results indicate that evoked potentials (EPs) are of limited value for monitoring the short-term effect of steroid treatment in MS in bouts.
Sommario I potenziali evocati visivi (VEP) ed acustici troncoencefalici (BAEP) sono stati eseguiti in 21 pazienti affentti da sclerosi multipla (SM) in fase di poussée, prima e dopo un ciclo di trattamento con steroidi. Prima del trattamento i VEP edi BAEP sono risultati alterati in 14 e 10 pazienti rispettivamente. 4 pazienti presentavano una neurite ottica (ON) in fase acuta; in 3, dopo il trattamento, è stato rilevato un significativo miglioramento dei VEP e dell'acuità visiva. Significative, ma contrastanti, modificazioni dei VEP e BAEP, riscontrate in altri 5 pazienti, non correlate all'evoluzione clinica, sono suggestive di un interessamento subclinico, multifocale e possibilmente sequenziale, durante una poussée della SM. L'analisi per gruppi non evidenzia differenze statistiche significative tra prima e dopo il trattamento. I nostri risultati indicano che i potenziali evocati sono di limitata utilità ai fini di un monitoraggio a breve termine della SM in poussée.
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3.
Brainstem auditory evoked potentials (BAEPs) were recorded from 55 patients with postconcussion syndrome (PCS) to elicit evidence of an organic and subclinical brainstem disorder. Fifteen patients (27.3%) showed abnormal responses unilaterally or bilaterally, especially for one or more interpeak latencies prolonged beyond the upper 99% confidence limits. Other 9 patients had borderline responses. The BAEP alterations were not correlated either with dizziness at the time of recording, or with vestibular troubles in the routine caloric test. Though BAEP abnormalities may be present a long time after injury, we found an improvement of responses in the majority of 14 re-tested patients. These data show that BAEP can give an objective demonstration of a reversible brainstem disorder in patients with PCS.
Sommario I potenziali evocati acustici del tronco cerebrale (BAEP) sono stati registrati in 55 pazienti affetti da sindrome soggettiva postcraniotraumatica (PCS), per evidenziare un possibile danno organico subclinico del tronco cerebrale. Quindici pazienti (27.3%) hanno mostrato risposte alterate unilateralmente o bilateralmente, soprattutto a causa della presenza di una o più latenze interpicchi oltre i limiti fiduciali superiori del 99%. Altri 9 pazienti hanno mostrato risposte borderline. Non sono state ritrovate correlazioni tra il reperto di BAEP alterati e la presenza di vertigini all'atto dell'esame, né con il comportamento dell'esame vestibolare. Benché le alterazioni del BAEP si possano osservare anche a distanza di molti mesi dal trauma, la maggioranza dei pazienti con BA EP alterati, ad un secondo esame ha mostrato un miglioramento della risposta. Tali dati dimostrano che i BAEP sono in grado, in alcuni pazienti affetti da PCS, di evidenziare un danno organico del tronco cerebrale, passibile di regressione.
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4.
BAEPs were recorded in a 70-year-old man who had developed symptoms indicative of Wallenberg syndrome. He died, of extracerebral causes, shortly after hospitalization and an autopsy study was done on the brainstem lesions. Right ear stimulation disclosed BAEP abnormalities, but gave no indication of the level of the ischemic disorder. Histopathological examination showed a typical right dorsolateral medullary infarct. A detailed study of the acoustic pathways demonstrated their anatomical integrity. These findings confirm the uncertainty that still exists as to the exact location and type of generators of BAEP components. They suggest, moreover, that BAEPs can give objective evidence of functional impairment of brainstem acoustic structures even in the absence of persistent anatomical damage.
Sommario È stato possibile registrare i BAEPs ed eseguire un dettagliato studio anatomo-patologico del tronco encefalico in un paziente affetto da s. di Wallenberg, il quale è deceduto poco dopo il ricovero per complicanze extraneurologiche. Dal lato affetto i BAEPs sono risultati alterati senza però indicare una esatta localizzazione della lesione. L'esame istologico ha evidenziato un infarto della porzione dorsolaterale destra del bulbo. Un esame particolareggiato delle vie acustiche troncoencefaliche ne ha dimostrato l'integrità anatomica. Quanto rilevato conferma l'incertezza che tuttora esiste sulla natura e localizzazione dei generatori di alcune delle componenti del BAEP. Si rileva, inoltre, che anomalie dei BAEPs possono essere riscontrate anche in assenza di un persistente danno anatomico delle vie acustiche troncoencefaliche.
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5.
Sommario I risultati terapeutici di guarigioni o miglioramenti sostanziali ottenuti su 2124 casi di cefalee primarie (emicrania con aura, emicrania senza aura, cefalea a grappolo, emicrania cronica parossistica, cefalee di tipo tensivo) con la chirurgia funzionale morfocorrettiva e decompressiva neurovascolare della rino-base cranica (Bonaccorsi, Novak, Blondiau, Bisschop, Hoover, Clerico) impongono ormai una revisione del classico capitolo delle “cefalee rinogene”. Vi devono infatti essere comprese tutte quelle cefalee “apparentemente primarie” che invece hanno un'etiopatogenesi centro-periferica per una documentata (TC) ridotta volumetria delle “camere etmoidosfenoidali sottocribrose” ai fini emoangiocinetici della circolazione anastomotica endo-esocranica di questo distretto. Circolazione che costituisce “un'unità funzionale” per la continuità dei circuiti vascolari e trigemino-vegetativi rino-oftalmo-encefalici (Hannerz, Hardebo, Moskowitz). Tali anomalie morfologiche delle strutture osteo-vasculo-mucose della rino-base cranica acquistano significato fisiopatologico di “trigger neuroangioematochimico” solo nei pazienti con “bassa soglia dolorifica ed elevata capacità integrativa centrale” modulata e temporizzata dai bioritmi neurogeni. Viene descritta la chirurgia della rino-base cranica mediante l'intervento di “setto-etmoidosfenectomia decompressiva neurovascolare”, sia conservativo che radicale sino al III grado monolaterale con deafferentazione trigemino-vegetativa selettiva che permette di salvare l'olfatto e di risolvere anche il dolore controlaterale decomprimendo il circolo ed eliminando la stasi anche dal lato opposto. Inoltre, viene sottolineato che la sintomatologia neurologica deficitaria od irritativa centrale (aura visiva, paresi sensitivo-motoria, epilessia) scompare dopo l'eliminazione chirurgica del “trigger rinogeno periferico”. Ciò evidenzia un nesso di causa-effetto che è l'interdipendenza funzionale centro-periferica, se pur inserita nel terreno costituzionale biochimico, neuroendocrino, neuro-trasmettitoriale emicranico controllato dai bioritmi vegetativi, disnocicettivi e psichici. I risultati chirurgici sono dell'88% di guarigioni o sostanziali miglioramenti con un follow up annuale dal 1964 al 1994 su un campione di 1000 pazienti su un totale di pazienti operati di 2124.   相似文献   

6.
A multimodal electrophysiological study, including median nerve somatosensory evoked potentials (SSEPs), motor cortical stimulation (CS) and brainstem evoked potentials (BAEPs), was performed on 34 patients with hereditary ataxias (HAs): 15 with Friedreich's disease (FD), 10 with early onset cerebellar ataxia (EOCA), and 9 with autosomal dominant cerebellar ataxia (ADCA). A higher incidence of abnormal central motor conduction was observed in FD than in EOCA patients, but was never observed in ADCA. A relationship between central motor conduction abnormalities and disease duration and clinical impairment was found only in FD patients. All FD patients showed severe impairment of the SSEPs that was not related to disease duration. In EOCA patients, less frequent and more variable SSEP abnormalities were observed. The lowest incidence of central SSEP abnormalities was observed in ADCA. The BAEP findings in all 3 groups of patients (but particularly those with EOCA) suggest prevalent brainstem damage.
Sommario Abbiamo sottoposto 34 pazienti affetti da varie forme di eredoatassia [15 con atassia di Friedreich (FD), 10 con atassia cerebellare ad esordio precoce con conservazione dei riflessi (EOCA) e 9 con atassia cerebellare dominante (ADCA)] a stimolazione della corteccia motoria (CS), potenziali evocati somatosensoriali (SSEPs) ed acustici (BAEPs). La via motoria centrale è risultata maggiormente compromessa nei pazienti con FD rispetto a quelli con EOCA mentre nei pazienti con ADCA non è risultata mai coinvolta; le alterazioni osservate sono risultate correlate con la durata e con la gravità della malattia solo nei pazienti con FD. I SSEPs, risultati gravemente compromessi in tutti i pazienti con FD, non presentavano alcuna correlazione con la gravità della malattia. L'incidenza e la gravità delle alterazioni dei SSEPs nei pazienti con EOCA e ADCA è risultata inferiore rispetto a quelli con FD. I BAEPs sono risultati frequentemente alterati nei 3 gruppi di pazienti con una maggiore percentuale negli EOCA.
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7.
The preliminary results of a double blind controlled prospective randomized trial of Azathioprine for therapeutic efficacy in 38 patients with Multiple Sclerosis are reported. Progression of the disease is significantly reduced in Azathioprine-treated group in comparison to Placebo-treated patients, but this effect is reached only after 3 years of treatment (P<0.025) regardless of the clinical course and without affecting relapse rate.
Sommario Vengono riportati i risultati preliminari di uno studio randomizzato in doppio cieco volto alla valutazione della efficacia terapeutica dell’Azatioprina in 38 pazienti affetti da Sclerosi Multipla. I risultati indicano una significativa riduzione del tasso di progressione della malattia nei pazienti trattati con Azatioprina rispetto a quelli trattati con placebo che si rende evidente solo dopo 3 anni di trattamento (P 0,025) ed è indipendente dal decorso della malattia. La frequenza di esacerbazioni non risulta invece influenzata dal trattamento con Azatioprina.
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8.
We used99mTc HM-PAO SPECT to study 50 patients with partial epilepsy: 47 interically and 3 during a seizure. All 3 patients studied during a seizure presented an area of increased tracer uptake. Of those in whom recordings were taken during seizure-free intervals 35 (74%) showed perfusion asymmetries: 27 (57%) with decreased and 8 (17%) with increased uptake. We discuss the findings and compare them with those of similar studies using SPECT and positron emission tomography.
Sommario Sono stati studiati mediante SPECT con99mTc HM-PAO 50 pazienti affetti da epilessia parziale, 47 in fase intercritica e 3 durante la crisi. Tutti i pazienti registrati in fase critica hanno dimostrato un focolaio di iperfissazione del tracciante. Tra quelli registrati in fase intercritica 35 (74%) hanno evidenziato asimmetrie di perfusione di cui 27 (57%) ipofissanti ed 8 (17%) iperfissanti. I risultati sono discussi e confrontati con quelli di analoghi lavori condotti mediante tomoscintigrafia e tomografia a positroni.
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9.
In a double blind randomized crossover trial lasting 6 months selegiline, a selective MAO-B inhibitor, was tested against placebo for activity on verbal memory performances in Alzheimer-type dementia (DAT). Verbal memory was assessed with the Rey-Auditory-Verbal Learning Test at the start of treatment, at the time scheduled for crossover (90 days) and at the end of the trial (180 days). The results suggest that selegiline possesses significant activity on some memory parameters, which seems to depend on an improvement both in information processing abilities and in learning strategies at the moment of acquisition
Sommario In uno studio doppio cieco cross-over, randomizzato verso placebo della durata di sei mesi, è stata analizzata l'influenza della selegilina, inibitore selettivo delle MAO-B, sulle prestazioni di memoria verbale di 22 pazienti con diagnosi clinica di demenza tipo Alzheimer (DAT). L'esame della memoria verbale è stato effettuato con il Rey-Auditory Verbal Learning test all'inizio del trattamento, dopo 90 giorni, momento previsto per il cross-over, e dopo 180 giorni, al termine della sperimentazione. I risultati suggeriscono una significativa efficacia della selegilina su alcuni parametri di memoria, che sembrano riconducibili ad un miglioramento sia delle capacità di elaborazione delle informazioni, sia delle strategie di apprendimento al momento dell'acquisizione.
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10.
Brainstem auditory evoked potentials (BAEPs) were recorded in 18 epileptic children receiving carbamazepine and 10 epileptic children receiving valproate. BAEPs were recorded before the administration of antiepileptic drugs (AEDs) and 13 months later during which the children received AEDs. Statistical analysis of peak latencies and interpeak intervals of waves I–III–V were made. Carbamazepine treatment resulted in prolongation of peak latencies of waves I–III–V and interpeak intervals I–III and I–V. Valproate monotherapy, on the other hand, caused no consistent changes on BAEP. On the basis of these results we suggest that chronic carbamazepine therapy exerts a suppressive influence on the auditory pathways, both peripherally at the level of the cochlea and/or auditory nerve, and centrally at the brainstem.  相似文献   

11.
The authors describe a new scale, the Post-Stroke Depression Rating Scale (PSDRS), specifically constructed to investigate the emotional, affective and vegetative disorders of stroke patients. They also report some preliminary data concerning the validity and reliability of the new scale and of its sections and the first results obtained administering the PSDRS to 68 stroke patients and 10 subjects affected by a functional form of major depression. The comparison between the results obtained on the PSDRS by patients classified (on the basis of DSM III diagnostic criteria) as having major depression of either vascular or functional origin seems to show an incomplete overlap between these two forms of depression. In patients classified as having major post-stroke depression, part of the symptomatology seems to be due either to the direct effect of the brain lesion or to the psychological reaction of the patient to the disabilities and handicaps provoked by the lesion.
Sommario Gli autori descrivono una nuova scala, denominata Post-Stroke Depression Rating Scale (PSDRS) costruita specificamente per la valutazione della depressione e della sintomatologia ad essa correlata nei pazienti colpini da stroke. Essi presentano alcuni dati sull'attendibilità e validità diagnostica della PSDRS e riportano i primi risultati ottenuti somministrando la nuova scala a 68 pazienti colpiti da stroke e a 10 pazienti affetti da depressione endogena. Il confronto fra i risultati ottenuti alla PSDRS dai pazienti classificati come Depressione Maggiore conseguente a stroke o di natura funzionale sembra indicare che le due forme di depressione sono soltanto in parte sovrapponibili. Nei pazienti classificati come depressione maggiore post-stroke, parte della sintomatologia sembra duvuta o all'effetto diretto della lesione o alla reazione psicologica nei confronti della disabilità e degli handicaps provocati dalla lesione stessa.
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12.
Although much less common than before the advent of the antibiotics, cognitive impairment due to general paresis can still be found in clinical practice. Five patients with general paresis underwent longitudinal neuropsychological assessment; on the occasion of the final evaluation, Single Photon Emission Tomography (SPECT) was also performed in four cases. The most frequent cognitive deficit at admission was long term spatial memory impairment, which was present in four patients. Only the two patients who received the highest dosage of intravenous penicillin therapy showed significant improvement at neuropsychological tests after treatment. SPECT findings included areas of cortical hypoperfusion and/or perfusion asymmetry in three out of four patients.
Sommario Sebbene assai meno comune dopo l'avvento degli antibiotici, la compromissione cognitiva legata alla paralisi generale rappresenta tuttora un'entità riscontrabile nella pratica clinica. Cinque pazienti affetti da paralisi generale sono stati sottoposti a una valutazione neuropsicologica longitudinale; al momento dell'ultima rivalutazione, quattro di tali pazienti sono stati inoltre sottoposti a esame SPECT. Il deficit cognitivo più frequentemente presente al momento della diagnosi era rappresentato dalla compromissione della memoria spaziale a lungo termine, rilevabile in quattro pazienti. Solo i due pazienti che hanno ricevuto le dosi più elevate di terapia penicillinica endovenosa hanno dimostrato un miglioramento significativo al follow-up. I dati SPECT hanno messo in evidenza aree di ipoperfusione corticale e/o asimmetria di perfusione in tre pazienti su quattro.
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13.
In this preliminary trial we studied 29 patients with primary malignant glial tumors to investigate the effectiveness of cisplatin combined with etoposide on these tumors. Hyperfractionated radiation therapy was given in the course of chemotherapy. The time to tumor progression in these glibastoma multiforme (GBM) patients encouraged us to continue this treatment in a phase III study.
Sommario In questo studio preliminare di fase II sono stati considerati 29 pazienti affetti da neoplasie gliali maligne (WHO grading 3–4) su cui è stata valutata l'efficacia e tollerabilità di un trattamento polichemioterapico utilizzando in associazione Cis-platino ed Etoposide. Il trattamento radiante è stato eseguito secondo una modalità di Iperfrazionamento giornaliero dopo il secondo ciclo di polichemioterapia. The time to tumor progression (TTP) in questi pazienti è risultato allungato rispetto a quello di un gruppo storico di glioblastomi trattati dopo l'intervento chirurgico con lo stesso schema di RT e con nitrosouree. I risultati preliminari incoraggiano nel proseguire con questo schema terapeutico in uno studio di fase III.
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14.
A multicenter trial was conducted at 9 Neurology Departements to evaluate the action of L-Deprenyl, a specific monoamine oxidase-B inhibitor, combined with L-Dopa in the treatment of Parkinson disease. In all, 76 patients were treated, 33 women and 43 men, on stable treatment with L-Dopa+aromatic decarboxylase inhibitors (DI) for at least 6 months. After a 50% reduction of the L-Dopa dose, all received L-Deprenyl 5 mg twice daily for 35 day. The combined treatment resulted in a definite improvement in rigidity, bradykinesia and, most of all, tremor. Further, at the end of treatment fewer patients had depressive symptoms and the total daily number of hours of wellbeing and normal movement increased. 12 patients presented modest side effects, in no case serious enough to warrant suspension of treatment. The trial shows that with the L-Deprenyl+L-Dopa combination the dose of L-Dopa needed to control the disease can be drastically reduced.
Sommario È stato condotto uno studio multicentrico in 9 Centri di Neurologia per valutare l'azione del L-Deprenyl, inibitore specifico delle monoaminoossidasi (MAO) di tipo B, in associazione a L-Dopa nel trattamento del Morbo di Parkinson.Sono stati trattati complessivamente 76 pazienti, 33 donne e 43 uomini, in trattamento stabile con L-Dopa +DI da almeno 6 mesi. A tutti, dopo una riduzione del 50% della dose di L-Dopa, sono stati somministrati 5 mg di L-Deprenyl due volte algiorno per 35 giorni.Il trattamento continuato di L-Dopa e L-Deprenyl ha determinato un evidente miglioramento della rigidità, della bradicinesia ed in particolare del tremore.Sono stati inoltre riscontrati al termine del trattamento una riduzione del numero di pazienti con sintomatologia depressiva ed un aumento delle ore complessive giornaliere di benessere e di normale motilità. 12 pazienti hanno presentato effetti collaterali di modesta entità che in nessun caso hanno richiesto la sospensione del trattamento.Lo studio evidenzia che il trattamento associato L-Deprenyl+L-Dopa consente una considerevole riduzione del dosaggio di L-Dopa necessario al controllo della malattia.
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15.
Two females mother and daughter, were affected by a neuromuscular disorder, characterized by slow progression, humeroperoneal weakness and wasting, limited neck flexion, elbow and ankle joint contractures, cardiopathy and myopathic pattern on EMG. Muscle histology and histochemistry showed type I fiber atrophy and predominance in both. Cardiac abnormalities, in the first case, were suggestive of a hypertrophic cardiomyopathy while in the second hypotension and chronic bradycardia were present.Neurological signs, EMG and morphology seemed to point to a genetic variant of the form of dystrophy named Emergy-Dreifuss disease.The mode of transmission and cardiac abnormalities, however, raise the problem of variability even in this well-defined, usually X-linked, disorder.
Sommario Questa è la prima descrizione di madre e figlia affette da una infrequente malattia muscolare, caratterizzata da progressione lenta, ipostenia con atrofia a distribuzione omero-peroneale, presenza di contratture articolari, cardiopatia e pattern miopatico dell'EMG.Istologia e istochimica muscolare hanno mostrato in entrambi i soggetti atrofia e predominanza delle fibre del I tipo. Le anormalità cardiologiche rilevate nel 1° caso, erano a favore di una cardiomiopatia ipertrofica, mentre nel secondo caso erano presenti ipotensione e bradicardia.Segni neurologici, elettromiografici, reperti istologici ed istochimici sembrano configurare nelle nostre pazienti una variante genetica della forma di distrofia muscolare chiamata Emery-Dreifuss disease. Tuttavia, la modalità di trasmissione e il tipo delle anormalità cardiologiche, diverse nelle due pazienti, sollevano il problema di variabilità fenotipiche, anche in entità clinico-genetiche usualmente ben definite quali la malattia di Emery-Dreifuss.
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16.
105 patients suffering from arteriosclerotic peripheral vascular disease (PVD) underwent epidural spinal stimulation in the last 10 years. Before 1986 the main indication was ischemic pain without any consideration of trophic lesions (19 pts) while afterward the selection of the patients was more accurate in terms of disease's stage. The analysis of the data shows a more favourable results in the second group. Our experience suggest to use this technique in the treatment of patients in Fontaine's stage III and IV without necrosis and large trophic lesions.
Sommario 105 pazienti affetti da vasculopatia periferica agli arti inferiori sono stati sottoposti, negli ultimi 10 anni, ad impianto di elettrodo epidurale spinale. Prima del 1986 la principale indicazione all'intervento era rappresentata dal dolore di tipo ischemico, senza alcuna attenzione alle lesioni trofiche; dopo tale data la selezione dei pazienti è stata molto più accurata, sulla base dello stadio della malattia. I risultati ottenuti dimostrano che i risultati migliori si sono avuti nel secondo gruppo di pazienti. La nostra esperienza permette di concludere che la migliore indicazione di tale metodica è rappresentata dal III e IV stadio secondo Fontaine, senza necrosi ed estese lesioni tissutali.
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17.
Microsurgery for supratentorial aneurysm was performed in 19 patients over the age of 65 with good results in 74%. Mortality and complications are discussed in the light of the preoperative neurological status and general condition. The indications for surgery are outlined.
Sommario Il micro intervento per aneurisma sopratentoriale fu compiuto su 19 pazienti di età superiore ai 65 anni con buoni risultati nel 74% dei casi. La mortalità e le complicazioni sono discusse alla luce dello stato neurologico pre-operatorio e della condizione generale. Le indicazioni pel'intervento sono qui delineate.
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18.
Characteristic personality profiles of patients suffering from either migraine headache (MH) or tension type headache (TTH) have been described in the light of Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI). In the present study we evaluated personality profile changes following modifications of the painful symtoms after treatment, through the administration of the MMPI to MH and TTH patients. In TTH patients with no clinical improvement the depression scale scores were higher after 6 months of treatment, whereas in MH patients similar scores were observed before and after therapy, thus suggesting a primary role of depression in the onset of pain in the latter patients. Computerized EMG recording of the neck muscle activity showed different patterns of muscle contraction in resting condition and during stress or maximal muscular activity in patients suffering from TTH as compared to MH patients and normal subjects.
Somario Il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI) ha permesso di tracciare profili di personalità caratteristici di pazienti affetti da emicrania (migraine headache, MH) o cefalea di tipo tensivo (tension type headache, TTH). Nel presente studio abbiamo valutato le modificazioni dei profili di personalità da noi ottenuti nei suddetti pazienti in relazione alla presenza o meno di miglioramento clinico valutato dopo sei mesi di terapia. Nei pazienti con TTH in cui la terapia non ha indotto alcun miglioramento clinico, il punteggio ottenuto nella scale della depressione è risultato più alto rispetto a quello ottenuto prima della terapia. Al contrario, in pazienti con MH il punteggio della depressione non si è modificato dopo terapia. Questi dati suggeriscono che la depressione ha un ruolo di primaria importanza nello svilupparsi della sintomatologia algica nei pazienti con MH.La registrazione elettromiografica dell'attività dei muscoli nucali a riposo non ha messo in evidenza differenze significative tra i due gruppi di pazienti, mentre in condizioni di sforzo muscolare massimo o durante uno stimolo stressante nei pazienti con TTH era evidente una attività muscolare significativamente maggiore rispetto a pazienti con MH.
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19.
We followed up 107 patients experiencing a first-ever ischemic stroke after having been affected by essential hypertension for at least one year, in order to analyze the phenomenon of post-stroke blood pressure lowering. Of the 82 patients still surviving after three months of follow-up, 44 (54%) had normal arterial blood pressure values. There were no significant differences between these normotensive patients and the 38 with high blood pressure in terms of cerebrovascular risk factors or disability, but blood pressure normalized in 34 of the 54 patients experiencing a carotid stroke (63%) and in only 10 of the 28 experiencing vertebrobasilar stroke (36%) (p=0.035). These data may offer a starting point for further studies of the neurogenesis of arterial hypertension.
Sommario Al fine di analizzare il fenomeno della normalizzazione della pressione arteriosa dopo ictus cerebrale in pazienti prima ipertesi, abbiamo osservato 107 soggetti con primo ictus ischemico, che erano già precedentemente affetti da ipertensione arteriosa da almeno un anno. Degli 82 (77%) sopravvissuti a tre mesi di follow-up, 44 (54%) hanno mostrato una normalizzazione della pressione arteriosa. L'incidenza di fattori di rischio per malattia cerebrovascolare e disabilità grave non è risultata significativamente diversa nel gruppo degli ipertesi rispetto ai normotesi. Tuttavia la normalizzazione della pressione arteriosa è stata osservata in 34 dei 54 pazienti con ictus carotideo (63%) e solo in 10 dei 28 con ictus vertebrobasilare (36%) (p=0.035). Riteniamo che tali dati offrano uno spunto per ulteriori ricerche sulla genesi neurogena dell'ipertensione arteriosa essenziale.
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20.
Eighteen patients (6 female, 12 male; average age 51 years, range 37–79) with clinical and radiological evidence (MRI) of cervical spondylotic myelopathy (CSM) were examined. The subjects were divided into two groups depending on whether radiology indicated single level (9 patients) or multilevel (9 patients) compression of the cervical cord. All of the patients underwent surgical decompression. Seriate exam with trans-cranial magnetic stimulation was performed in double session before surgery, and 3 and 12 months after surgery. The follow-up study of these patients revealed a statistically significant neurophysiological improvement only in those patients with single-level compression. In these cases, the cervical cord pathology revealed by MRI signal hyperintensity in T2 may at least partially consist of an edematous component and/or an initial demyelinization that has still a chance of recovery. In patients with multilevel damage, the compression may cause irreversible lesions.
Sommario Sono stati esaminati 18 pazienti (6 femmine, 12 maschi), età media 51 anni (range 37–79), con evidenza clinica e radiologica (RMN) di mielopatia spondilosica cervicale (CSM). Essi sono stati suddivisi in due gruppi in base al dato radiologico di compressione midollare monofocale (9 pazienti) o multifocale (9 soggetti). Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad intervento chirurgico decompressivo. È stato effettuato esame seriato con stimolazione magnetica a livello cranico nel preoperatorio in due distinte sedute (al fine di valutare l'effetto sui dati della variabilità legata alla metodica), a 3 e 12 mesi dopo l'intervento. I risultati ottenuti sono stati paragonati con i valori normali relativi a 20 soggetti normali.Le alterazioni dei parametri neurofisiologici considerati (Tempo di conduzione centrale, ampiezza delle risposte evocate), più evidenti a carico delle vie destinate agli arti inferiori, non sono risultate di entità statisticamente differente nel gruppo dei soggetti con lesione mono e multifocale. Lo studio del follow up di questi pazienti ha rivelato un miglioramento statisticamente significativo sul piano neurofisiologico solo nei pazienti con compressione monofocale. Si può ipotizzare che in caso di compressione monofocale, la sofferenza midollare evidenziata alla NMR come iperintensità di segnale in T2, possa essere costituita, almeno in parte, da una componente edematosa e/o una iniziale demielinizzazione, ancora suscettibile di miglioramento. Nei pazienti con danno di tipo multifocale invece la compressione a più livelli più frequentemente dà luogo ad un danno di tipo ischemico che rende impossibile il recupero.
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