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1.
56 cerebral ischemia patients up to the age of 40 were investigated using a strict clinical and instrumental protocol in order to elicit the relative importance of the various iatrogenic factors involved. In addition to atherosclerosis risk factors (smoking, hypertension, ischemic heart disease, diabetes, dyslipidemia) other possible causes of cerebral ischemia were sought (arteritis, migraine, head injury, oral contraceptives, coagulation disorders, cardiogenic embolism, etc.). 50% of the patients examined had at least two atherosclerosis risk factors and 55% had other causes singly or in association with atherosclerosis.
Sommario Cinquantasei pazienti affetti da ischemia cerebrale di età uguale od inferiore ai 40 anni, sono stati seguiti con un rigido protocollo clinico e strumentale, allo scopo di chiarire l'importanza relativa dei diversi fattori patogenetici. Oltre ai fattori di rischio per malattia aterosclerotica (fumo, ipertensione, cardiopatia ischemia, diabete, dislipidemia) sono state ricercate altre possibili cause di ischemia cerebrale (arteriti, emicrania, trauma cranico, terapia estroprogestinica, disturbi della coagulazione, fattori embolici cardiogeni, ecc.). è risultato che il 50· dei pazienti esaminati presenta almeno due fattori di rischio per aterosclerosi e che nel 55· dei pazienti erano presenti altre cause di ischemia cerebrale da sole o in associazione con l'aterosclerosi.
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2.
Congenital protein S deficiency is an important risk factor for venous and, more rarely, arterial thrombosis. Here, we describe the case of a 35-year old patient with cerebral ischemia, protein S deficiency and carotid stenosis. Other members of the family were found to have the same protein S deficit and a history of venous thrombotic manifestations.
Sommario I deficit congeniti di proteina S costituiscono un importante fattore di rischio di trombosi venosa e più raramente arteriosa. Descriviamo il caso di una paziente di 35 anni con ischemia cerebrale, deficit di proteina S e stenosi carotidea; lo studio familiare ha evidenziato altri membri con lo stesso difetto di proteina S e con storia di manifestazioni trombotiche venose.
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3.
From a consecutive series of 812 patients at risk of stroke we selected 100 who seemed to be at high risk (excessive stroke risk—ESR) on the following clinical criteria: either multiple reversible ischemic attacks in one carotid territory or multiple (or bilateral) severe stenotic carotid lesions. The patients of the first subgroup received medical therapy and those of the second were referred for surgery. The 100 patients were followed up for 12 months, during which 29 patients had cerebral ischemic events: 17 having stroke and 12 TIA. This study suggests that it is possible to identify beforehand subgroups of ESR patients, thereby facilitating the selection of patients for brain protection and avoiding huge trials of unselected cerebrovascular patients.
Sommario Abbiamo studiato una serie consecutiva di soggetti (812) a rischio di “stroke”; nell'ambito di questa serie abbiano selezionato 100 pazienti che sembravano costituire un sottogruppo ad alto rischio (excessive risk of stroke=ESR). Le caratteristiche di inclusione nel gruppo ESR erano le seguenti: a) attacchi ischemici reversibili multipli in un territorio carotideo; b) lesioni steno-occlusive monolaterali multiple o bilaterali. Il gruppo a) era trattato con terapia medica, il gruppo b) con terapia chirurgica. Tutti i pazienti ESR sono stati seguiti per 12 mesi. Durante il follow-up si sono verificati episodi cerebrovascolari focali in 29 soggetti (17 strokes e 12 ischemie reversibili). Nel gruppo chirurgico gli episodi cerebrovascolari si sono presentati soprattutto nel periodo peri-operatorio (entro la 7a giornata) e solo in pochi casi a distanza di tempo (da 1 a 6 mesi). Nel gruppo medico gli end-points si sono distribuiti durante tutto il periodo di follow-up (12 mesi). Il presente studio suggerisce che è possibile individuare a priori sottogruppi di pazienti a rischio eccessivo di stroke, facilitando l'attuazione di trials clinici di “brain protection”. Infatti, arruolando tali pazienti, è sufficiente condurre lo studio in un numero minore di soggetti piuttosto che non prendendo in esame una popolazione non selezionata, dove la frequenza di nuovi eventi è molto inferiore.
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4.
Somatosensory evoked potentials (SEPs) following median nerve stimulation were used to monitor cerebral function during 26 carotid endarterectomies. The patients with minor SEP variations had no neurological deficits on regaining consciousness while the one with more serious SEP variations had a transient deficit. The method thus seems useful in the early detection of ischemic brain impairment.
Sommario I Potenziali Evocati Somatosensoriali (PES) da stimolazione del nervo mediano sono stati usati come metodo per monitorare la funzione cerebrale durante endoarteriectomia carotidea. Sono stati eseguiti 26 interventi di endoarteriectomia carotidea in 23 pazienti. Durante il clampaggio carotideo, più frequentemente si è osservato un aumento della latenza della P25, che in nessun caso è risultato superiore ai 2 msec. In un solo paziente si è registrato un appiattimento monolaterale della traccia con scomparsa delle componenti N20 e P25; tale paziente era l'unico a presentare un deficit neurologico al risveglio. I nostri dati sembrano suggerire l'utilità del monitoraggio intraoperatorio del PES del mediano, al fine di svelare una sofferenza ischemica cerebrale.
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5.
This study examines the immediate and long-term results of surgical treatment for intracranial meningioma in patients aged 65 and over. Average patient age was 69 years. The most frequent localizations were the convexity (29.8%) and the sphenoid wing (20.1%). Preoperative risk factors included hypertension (16.1%), cardiopathies (16.1%), diabetes (12.9%) pneumopathies (12.9%) and peripheral vascular diseases (9.6%). All patients were assessed according to the Karnofsky Performance Status (KPS). Operative mortality was 18.5% (23 cases). At long term follow up (minimum 4 months, maximum 12 years, average 5 years) 31.5% of patients were cured, 32.3% had improved and 4% had worsened. The risk factors that mainly influenced results included poor preoperative clinical condition as expressed by low KPS, while the most frequent medical postoperative complications that increased the rate of operative mortality were brain edema, infections and lung embolism.
Sommario In questo studio vengono esaminati i risultati immediati e a distanza nel trattamento chirurgico dei meningiomi endocranici in pazienti con età superiore a 65 anni. L'età media dei pazienti era di 69 anni. Le localizzazioni di più frequente riscontro furono la convessità (29.8%) e l'ala di sfenoide (20.1%). I fattori di rischio preoperatori comprendevano l'ipertensione (16.1%), le cardiopatie (16.1%), le pneumopatie (12.9%) e le malattie vascolari periferiche (9.6%). Tutti i pazienti sono stati esaminati mediante il Karnofsky Performance Status (KPS). La mortalità operatoria è stata del 18.5% (23 casi). Al controllo a distanza (minimo 4 mesi, massimo 12 anni, media 5 anni) il 31.5% dei casi risultò guarito, il 32.3% migliorato, mentre era peggiorato il 4%. Tra i fattori di rischio che maggiormente hanno influenzato i risultati includiamo le cattive condizioni cliniche preoperatorie espresse da un basso KPS, mentre le complicazioni postoperatorie di maggior interesse internistico più frequenti e che hanno contribuito ad elevare la mortalità operatoria sono state l'edema cerebrale, le infezioni e l'embolia polmonare.
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6.
The diagnostic value of Doppler Continuous Waves (D.C.W.) in detecting extracranial carotid stenoses has been investigated in 305 patients by comparing D.C.W. results with those of contrast media carotidography (C.C.) in the presence of haemodynamically significant stenoses the correlation was over 90% with 4.5% false negatives and 4.6% false positives
Sommario Gli AA. hanno studiato il valore diagnostico del Doppler Continuous Waves (D.C.W.) nella localizzazione delle stenosi del tratto estracranico della carotide interna, confrontando i risultati di questo esame con quelli ottenuti con la carotidografia con mezzo di contrasto (C.C.). In 325 carotidi di 305 pazienti, così esaminate, è stata riscontrata una corrispondenza del 97% fra i risultati del D.C.W. e quelli della C.C. nelle occlusioni complete e del 90% nelle stenosi superiori al 50%, con 4,5% di risultati falsi negativi e 4,6% di false positività col D.C.W.
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7.
We describe the case of a woman with positional transient ischemic attacks related to extrinsic compression of the internal carotid artery by a taut fibrous band between the sternocleidomastoid muscle and the carotid sheath.
Sommario Gli Autori descrivono il caso di uan donna con attacchi ischemici transitori di posizione, correlati alla compressione estrinseca dell'arteria carotide interna da parte di una banda fibrosa tesa fra il muscolo sternocleidomastoideo e la guaina carotidea.
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8.
Carotid endarterectomy (CE) has recently been proved to be beneficial in symptomatic patients with severe (70–99%) appropriate carotid stenosis. After discussing the historical evolution of CE as a possible preventive treatment of ischemic stroke, we review the results of North American and European trials in order to give practical information for the management of cerebrovascular patients.
Sommario Recentemente è stata dimostrata l'efficacia della endoarterectomia carotidea (E.C.) in pazienti sintomatici con stenosi carotidea appropriata di grado elevato (70–99%). Dopo una analisi della evoluzione storica della E.C. quale possibile trattamento preventivo dell'ictus ischemico, abbiamo effettuato una revisione critica dei risultati dello studio Nordamericano ed Europeo, con lo scopo di fornire informazioni pratiche per la gestione del paziente cerebrovascolare.
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9.
Essential thrombocytemia and ischemic stroke: Report of six cases   总被引:1,自引:0,他引:1  
Essential thrombocytemia (ET) is a clonal myeloproliferative disorder of unknown cause, characterized by an increased number of apparently normal platelets. It has been related to a large number of mild ischemic complications, but rarely to acute stroke associated with documented large vessel thrombosis. We report the cases of 6 patients with acute ischemic stroke associated with ET (4 men and 2 women; mean age 61.7: range 49–78 years). The diagnosis of ET followed the onset of the stroke. The number of platelets was never greatly increased at the time of the stroke, and two patients presented no major risk factors for stroke. The involvement of the posterior circulation was observed in three patients, that of the anterior circulation in two patient and that of the border territory in one. The obstruction of large intracranial or extracranial vessles was detected in all of the patients, and all of them were treated with antiplatelet agents (aspirin or ticlopidine). The outcome was good in 3 patients, fair in one and bad in two. We retain that ET might be a cause of acute ischemic stroke as a result of large vessel obstruction.
Sommario La Trombocitemia Essenziale è una malattia mieloproliferativa a cause ignota caratterizzata da un aumentato numero di piastrine apparentemente normali. Associata a numerose e generalmente lievi complicazioni ischemiche, più raramente è stata riportata la sua associazione a stroke acuto da documentata ostruzione dei grossi vasi. Noi qui descriviamo 6 pazienti con stroke ischemico acuto associato a Trombocitemia Essenziale. Si tratta di 4 uomini e 2 donne di età media 61,7 anni (limiti 49–78). La diagnosi di Trombocitemia Essenziale fu fatta dopo l'evento ischemico. Il numero di piastrine non è mai risultato particolarmente elevato in fase ictale. In 2 pazienti non vi erano fattori maggiori di rischio cardiovascolare. In 3 vi era interessamento della circolazione posteriore, in 2 della anteriore e in uno del territorio di confine. In tutti è stata documentata ostruzione di grossi vasi arteriosi extra o intracranici. Tutti i pazienti sono stati trattati con terapia antiaggregante (aspirina o ticlopidina). L'evoluzione è stata favorevole in 3 pazienti, discreta in 1 e mediocre in 2. Si ipotizza che la Trombocitemia Essenziale possa essere considerata tra le cause associate a stroke acuto da ostruzione dei grossi vasi.
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10.
Cerebral blood flow (CBF) was studied at rest by 133-Xenon inhalation method in 15 normal subjects, in 10 patients with cerebral infarction and normal angiograms of major cerebral arteries and in 28 patients with unilateral stenosis-occlusion of the internal carotid artery (ICA), with or without cerebral infarction. All the normals and 20 patients with ICA stenosis-occlusion were tested again after cerebral vasodilatation induced by an intravenous bolus of acetazolamide. At rest the patients with cerebral infarction, irrespective of whether ICa stenosis-occlusion was present or not, showed abnormal side-to-side CBF asymmetry. After cerebral vasodilatation variations in side-to-side asymmetry were shown to depend on the inefficiency of the collaterals and not on the degree of ICA obstruction or on the presence of cerebral infarction. These data indicate that at rest side-to-side CBF distribution is influenced more by the presence of an ischemic zone than by a ICA stenosis-occlusion and that under these circumstances the hemodynamic effect of the vascular stenosis cannot be assessed. After cerebral vasodilatation a subset of patients - irrispective of the degree of ICA obstruction and of whether or not cerebral infarction is present - with true cerebrovascular insufficiency can be isolated.
Sommario Al fine di valutare l'effetto della patologia steno-occlusiva dell'arteria carotide interna (ACI) sulla perfusione cerebrale, è stato studiato il flusso ematico cerebrale mediante inalazione di Xenon 133 in 15 volontari sani, in 10 pazienti con infarto cerebrale e normale quadro angiografico dei tronchi arteriosi sopra aortici e del circolo intracranico ed in 28 pazienti con patologia steno-occlusiva unilaterale dell'ACI, con o senza infarto cerebrale. Tutti i soggetti normali e 20 pazienti con malattia steno-occlusiva sono stati rivalutati dopo vasodilatazione cerebrale ottenuta tramite somministrazione di Acetazolamide per via venosa. In condizioni basali i pazienti con infarto cerebrale hanno presentato elevate asimmetrie di perfusione interemisferica indipendentemente dalla presenza di alterazioni a carico dell'ACI. Dopo vasodilatazione l'aumento di asimmetria è risultato dipendente dalla inefficienza dei circoli collaterali e non dal grado di stenosi della carotide interna o dalla presenza di infarto cerebrale. Questi dati indicano che l'effetto emodinamico di una stenosi vascolare non può essere valutato in condizioni di riposo e che dopo vasodilatazione cerebrale si può individuare un sottogruppo di pazienti che, indipendentemente dal grado di stenosi vascolare e dalla presenza di infarto cerebrale, soffrono di reale insufficienza cerebrovascolare.
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11.
Between January 1982 and June 1985, 2000 patients with either symptoms of cerebrovascular insufficiency (1873) or asymptomatic cervical bruits (127) were studied at the Surgical Department of the University of Brescia (Italy). Of these, 441 presented a mono- or bilateral cervical bruit. The value of the bruit as indicator of an obstructive pathology of the extracranial carotid artery was evaluated in comparison with the findings of Doppler spectrum analysis. A stenosis or occlusion of the internal carotid artery was present in 51% of the patients with a bruit (homolateral to the bruit in 91% of the cases) and in 9% of those without a bruit. Stenoses of a medium-high degree were those more often associated with the bruit. Both in patients with bruit and in those without bruit the age and the severity of the presenting symptoms significantly influenced the rate of association with lesions of the internal carotid artery was present in 51% of the patients with a bruit (homolateral to the bruit in 91% of the cases) and in 9% of those without a bruit. Stenoses of a medium-high degree were those more often associated with the bruit. Both in patients with bruit and in those without bruit the age and the severity of the presenting symptoms significantly influenced the rate of association with lesions of the internal carotid artery.
Sommario Presso la Clinica Chirurgica dell'Università di Brescia (Italia) dal gennaio 1982 al giugno 1985 sono stati studiati 2.000 pazienti che presentavano o sintomi di insufficienza cerebrovascolare (1.873) o soffi carotidei asintomatici (127). In totale 441 di questi pazienti presentavano soffi mono-o bilaterali in regione cervicale. Il valore di un soffio come indice di patologia ostruttiva della carotide extracranica è stato valutato utilizzando il Doppler con analisi spettrale come esame di riferimento. Nel 51% dei pazienti con un soffio era presente una lesione della carotide (nel 91% dei casi omolateralmente al soffio) la quale era presente, peraltro, anche nel 9% dei pazienti in cui non erano rilevabili soffi. Sia nei pazienti con soffi che in quelli senza, l'età e la gravità dei sintomi iniziali rappresentavano i principali fattori correlati con l'entità dell'ostruzione carotidea.
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12.
Six families with SCA1 were studied. The clinical data on 35 patients are reported. Cerebellar and pyramidal system involvement was invariably found in association with brainstem, spinal cord and/or peripheral nervous system disorders. In our patients the clinical features appeared concordant when the patients with the same disease duration were compared. Previous reports of SCA1 families had shown great variability in clinical phenotype both interfamilial and intrafamilial. We suggest that the phenotype might appear more homogeneous if disease duration is taken into account.
Sommario Sono state studiate 6 famiglie con atassia spinocerebellare autosomica domiinante ad esordio tardivo, in linkage con l'HLA e con il marker D6S89 (SCA1). I dati clinici su 35 pazienti hanno permesso di stabilire che la malattia è caratterizzata da deficit cerebellari e piramidali associati a segni di interessamento del tronco dell'encefalo, del midollo spinale e del sistema nervoso periferico. Nella valutazione clinica dei pazienti si è tenuto conto della durata della malattia e ciò ha permesso di evidenziare un fenotipo clinico abbastanza omogeno nei differenti stadi della malattia. è possibile che la variabilità intra- e inter-familiare nel fenotipo di altre famiglie SCA1 sia da attribuire al fatto di confrontare soggetti in fasi diverse della malattia.
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13.
We followed up 107 patients experiencing a first-ever ischemic stroke after having been affected by essential hypertension for at least one year, in order to analyze the phenomenon of post-stroke blood pressure lowering. Of the 82 patients still surviving after three months of follow-up, 44 (54%) had normal arterial blood pressure values. There were no significant differences between these normotensive patients and the 38 with high blood pressure in terms of cerebrovascular risk factors or disability, but blood pressure normalized in 34 of the 54 patients experiencing a carotid stroke (63%) and in only 10 of the 28 experiencing vertebrobasilar stroke (36%) (p=0.035). These data may offer a starting point for further studies of the neurogenesis of arterial hypertension.
Sommario Al fine di analizzare il fenomeno della normalizzazione della pressione arteriosa dopo ictus cerebrale in pazienti prima ipertesi, abbiamo osservato 107 soggetti con primo ictus ischemico, che erano già precedentemente affetti da ipertensione arteriosa da almeno un anno. Degli 82 (77%) sopravvissuti a tre mesi di follow-up, 44 (54%) hanno mostrato una normalizzazione della pressione arteriosa. L'incidenza di fattori di rischio per malattia cerebrovascolare e disabilità grave non è risultata significativamente diversa nel gruppo degli ipertesi rispetto ai normotesi. Tuttavia la normalizzazione della pressione arteriosa è stata osservata in 34 dei 54 pazienti con ictus carotideo (63%) e solo in 10 dei 28 con ictus vertebrobasilare (36%) (p=0.035). Riteniamo che tali dati offrano uno spunto per ulteriori ricerche sulla genesi neurogena dell'ipertensione arteriosa essenziale.
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14.
Interfascicular nerve suture with autografts is the operation of choice for repairing peripheral nerve injuries because it ensures more precise alignment of the fasciculi and so better chances of reinnervation of the sectioned nerve. The procedure as described by Millesi et al has been used at the Istituto Neurologico di Milano in 30 patients with traumatic lesions of the median, ulnar and radial nerves. All have been followed up for 2 to 7 years since operation. The results obtained are compared with those of other series obtained with interfascicular suture and with epineural suture. Microsurgery is essential. The best time to operate is discussed.
Sommario La sutura nervosa interfascicolare con innesti autoplastici è la tecnica di elezione per ripara le lesioni traumatiche dei nervi periferici, dato che essa garantisce un più preciso allineamento dei fascicoli e quindi una maggiore possibilità di reinnervazione del moncone periferico. Questa tecnica, come è stata descritta da Millesi, è stata adottata all'Istituto Neurologico di Milano in 30 pazienti, affetti da lesioni traumatiche dei nervi mediano, ulnare e radiale. Tutti i pazienti sono stati controllati a distanza di tempo variabile da due a sette anni dall'intervento. I risultati ottenuti sono paragonati a quelli di altre casistiche, ottenuti sia con la tecnica della sutura interfascicolare che con la sutura epineurale; viene anche discussa la tecnica microchirurgica e il momento ottimale per l'intervento.
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15.
In view of the higher prevalence of severe ischemic stroke among patients with atrial fibrillation (AF) and of the recently reported higher frequency of stroke with AF in females, 516 consecutive patients with ischemic stroke, of whom 93 had AF, were retrospectively evaluated. The main anamnestic, clinical and laboratory features of the AF and non-AF groups were statistically compared and the features of the AF group were statistically evaluated according to gender and age. Our results confirm the greater severity of stroke in AF patients than in non-AF patients and the higher frequency of stroke with AF in female patients. Moreover, a significantly higher frequency of stroke with AF was found in the male 60–69 and the female 80–89 age groups than in the other age groups. Relevant risk factors in females aged 80–89 were hypertension and left ventricular hypertrophy (LVH), while diabetes, alcohol, smoking and LVH prevailed among 60–69 year old males.
Sommario Sono stati esaminati retrospettivamente 516 pazienti consecutivi affetti da ictus ischemico, di cui 93 con fibrillazione atriale (AF), al fine di valutare la maggiore incidenza di ictus ischemico grave nei pazienti con fibrillazione atriale (AF), così come la maggiore frequenza di ictus associati a AF nel sesso femminile. Sono stati confrontati statisticamente i principali dati anamnestici, clinici e laboratoristici dei due gruppi di pazienti, AF e non-AF. Inoltre, sono state valutate statisticamente le caratteristiche del gruppo AF, secondo il sesso e l'età. I nostri risultati confermano l'esistenza di una maggiore gravità dell'ictus nei pazienti con AF rispetto a quelli non-AF, così come una maggiore incidenza di ictus associati a AF nel sesso femminile. Inoltre, è stata riscontrata una frequenza significativamente maggiore di ictus associati a AF nei soggetti maschi di età compresa fra 80–89 anni. Fattori di rischio rilevanti nelle femmine di età 80–89 anni erano costituiti dall'ipertensione e dall'ipertrofia ventricolare sinistra (LVH), mentre il diabete, l'alcool, il fumo e l'LVH erano presenti nei maschi di età 60–90 anni.
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16.
Acute confusional states and agitated delirium are among the most common psychopathologic disorders in the elderly. However, they are rarely reported in the course of infacts in the territory of the posterior cerebral artery. This study involving thirteen patients aged more than 65 years suggests that acute confusional states from posterior cerebral artery infarcts are less rare than usually thought, although the diagnosis may be difficult during the acute phase. The risk factors are no different from those observed for infacts in other cortical areas, suggesting that this syndrome is due to structural damage of the brain rather than the other, usual causes of confusion in the elderly (intoxications, dysmetabolic diseases or dementia). The recognition of acute confusional states from posterior cerebral artery infarcts and its distinction from other causes of confusion is important in elderly patients because of the different diagnostic, prognostic and therapeutic implications involved.
Sommario Gli stati confusionali e deliranti acuti sono tra le manifestazioni psicopatologiche più frequenti nei pazienti anziani. Tuttavia essi sono raramente descritti in corso di infarti nel territorio dell'arteria cerebrale posteriore. Il nostro studio, basato su 13 pazienti di età superiore a 65 anni, suggerisce che stati confusionali o deliranti acuti secondari ad infarti nel territorio dell'arteria cerebrale posteriore in pazienti anziani sono meno rari di quanto generalmente si ritenga, ma la diagnosi clinica quò essere difficile durante la fase acuta. I fattori di rischio non risultano diversi da quelli di altri infarti. indicando che tale sindrome è dovuta al danno strutturale piuttosto che alle altre usuali cause di confusione (intossicazioni, malattie dismetaboliche o demenza). Il riconoscimento degli stati confusionali acuti da infarti della cerebrale posteriore e la loro distinzione da altre cause di confusione in soggetti anziani ha grande importanza a causa delle differenti implicazioni di ordine diagnostico, prognostico e terapeutico.
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17.
Cerebrospinal fluid (CSF)samples from 10 patients with Multiple Sclerosis (MS) and 7 with other neurological diseases (OND) were studied in order to detect oligoclonal restriction of IgG subclasses 1,3 and 4. Agarose isoelectric focusing (AGA-IEF) followed by Western capillary blotting and immunoperoxidase staining with specific monoclonal antibodies were used. All MS samples showed oligoclonal IgG1 and 6 of them also had IgG3 or IgG4 bands. In the OND group only patients with subacute sclerosing panencephalitis (SSPE) and Guillain-Barré disease (GBD) showed CSF oligoclonal patterns for IgG subclasses. Our results demonstrate that in MS CSF other IgG subclasses beside IgG1 may display an oligoclonal pattern. The finding of more than one subclass in the same band indicates a microheterogeneous composition of these oligoclonal bands.
Sommario Allo scopo di rilevare un'eventuale restrizione oligoclonale per le sottoclassi IgG1,3 e 4 sono stati studiati campioni di liquido cerebrospinale (LCS) ottenuti da 10 pazienti con Sclerosi Multipla (SM) definita e da 7 pazienti con altre malattie neurologiche (AMN). La metodica utilizzata è stata l'isoelectric focusing in agarosio seguita da Western capillary blotting su nitrocellulosa e colorazione con immunoperossidasi mediante anticorpi monoclonali. Tutti i campioni di SM mostrarono IgG1 oligoclonali e sei di essi presentarono contemporaneamente bande di IgG3 o di IgG4. Tra le AMN solo i pazienti con Panencefalite Sclerosante Subacuta e sindrome di Guillain-Barré mostrarono bande oligoclonali formate da sottoclassi di IgG. I nostri dati dimostrano che nel LCS di SM altre sottoclassi di IgG, oltre alle IgG1, possono essere oligoclonali. La presenza di più di una sottoclasse nella stessa banda depone per una microeterogeneità di queste bande oligoclonali.
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18.
In six Centers belonging to the Italian Movement Disorder Study Group, the efficacy of botulinum toxin treatment was evaluated in an open collaborative study in 251 patients with focal dystonia and hemifacial spasm. The percentage of functional improvement ranged from 66% to 81% in patients with blepharospasm, from 40% to 51% in patients with spasmodic torticollis and from 73% to 81% in those with hemifacial spasm. Good results were also obtained in patients with oromandibular dystonia, laryngeal dystonia and writer's cramp. Side effects were mild and transient. Local botulinum toxin injection is the first choice symptomatic treatment in focal dystonia and hemifacial spasm.
Sommario In 6 centri facenti parte del Gruppo Italiano per lo Studio dei Disturbi del Movimento è stata valutata l'efficacia della somministrazione di tossina botulinica A in 251 pazienti affetti da distonia focale e da spasmo del facciale. Nei pazienti con blefarospasmo, la percentuale media di miglioramento osservata è compresa tra il 66 e l'81%, mentre nei pazienti con torcicollo varia tra il 40% e il 51%. Nei pazienti affetti da spasmo del facciale la percentuale media di miglioramento è compresa tra il 73% e l'81%. Buoni risultati sono stati ottenuti anche nella terapia di distonie focali meno frequenti, come la distonia oromandibolare e laringea e il crampo dello scrivano. Gli effetti collaterali osservati sono risultati generalmente lievi, locali e transitori. Lo studio conferma quindi l'utilità della tossina botulinica nella terapia sintomatica delle distonie focali e nello spasmo del facciale.
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19.
14 patients with chronic progressive multiple sclerosis, selected in a preliminary uncontrolled trial, were given a short course of intensive cyclophosphamide therapy, which was discontinued when the leukocyte count fell to 3000 cu.mm. 5 patients dropped out because of severe side effects. At 1 year follow-up were neurologically unchanged since admission to the trial; 4 remained stable at 2 years. The lack of clinical improvement, the high frequency of side effects and the proven oncogenicity of cyclophosphamide led us to discontinue the trial.
Sommario 14 pazienti con SM definita e con forma cronica severamente progressiva sono stati trattati con un ciclo a breve termine e ad alto dosaggio di ciclofosfamide (400 mg/die), associata a cortisone (100 mg/die). L'immunosoppressione è stata considerata efficace quando è stata raggiunta una leucopenia di 3.000/mmc e a quel momento il farmaco è stato interrotto. 5 pazienti non hanno terminato il trattamento per la comparsa di gravi effetti collaterali. Dopo 1 anno di follow-up tutti i pazienti erano stazionari rispetto all'ingresso; 4 pazienti hanno terminato il secondo anno di follow-up e in essi la malattia si è mantenuta in fase di stabilizzazione. Nonostante questo, l'assenza di miglioramenti clinici, l'alta frequenza di effetti collaterali, la dimostrata oncogenicità della ciclofosfamide non ci incoraggia a continuare la sperimentazione.
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20.
Over the last few years, many authors have described the possibility of using transcranial Doppler to demonstrate the passage of microemboli in the cerebral arteries. We report the case of a 44-year-old woman with thrombotic diathesis and thrombocytosis who was admitted twice within a short period of time (one and a half months) to a neurological department because of multiple cerebral infarctions. On the occasion of the second admission, a colour-Doppler examination of the epiaortic vessels, which had previously been negative, showed a carotid lesion due to a mural thrombus and, on the same side as the carotid lesion, transcranial Doppler detected short-duration, high-intensity signals in the middle and anterior cerebral arteries, an expression of the passage of microemboli.As already described by other authors in similar clinical situations, our case confirms that transcranial Doppler can identify the passage of microemboli in the circle of Willis.
Sommario Negli ultimi anni è stata descritta da molti autori la possibilità di dimostrare mediante Doppler transcranico il passaggio di microemboli nelle arterie cerebrali. Riportiamo il caso di una donna di 44 anni con diatesi trombotica e trombocitosi ricoverata per due volte, a breve distanza di tempo (un mese e mezzo), in ambiente neurologico per infarti cerebrali multipli. In occasione del secondo ricovero l'esame Color-Doppler dei vasi epiaortici, che era risultato negativo in precedenza, ha evidenziato una lesione carotidea riferibile a un trombo murale e al Doppler transcranico sono stati rilevati, omolateralmente alla lesione carotidea, segnali di breve durata ed alta intensità nelle arterie cerebrali media e anteriore, espressione di passaggio di microemboli.Come già descritto da alcuni autori in situazioni cliniche simili, il nostro caso conferma la possibilità di individuare, mediante Doppler transcranico, il passaggio di microemboli nel circolo cerebrale.
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