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1.
Sommario I risultati terapeutici di guarigioni o miglioramenti sostanziali ottenuti su 2124 casi di cefalee primarie (emicrania con aura, emicrania senza aura, cefalea a grappolo, emicrania cronica parossistica, cefalee di tipo tensivo) con la chirurgia funzionale morfocorrettiva e decompressiva neurovascolare della rino-base cranica (Bonaccorsi, Novak, Blondiau, Bisschop, Hoover, Clerico) impongono ormai una revisione del classico capitolo delle “cefalee rinogene”. Vi devono infatti essere comprese tutte quelle cefalee “apparentemente primarie” che invece hanno un'etiopatogenesi centro-periferica per una documentata (TC) ridotta volumetria delle “camere etmoidosfenoidali sottocribrose” ai fini emoangiocinetici della circolazione anastomotica endo-esocranica di questo distretto. Circolazione che costituisce “un'unità funzionale” per la continuità dei circuiti vascolari e trigemino-vegetativi rino-oftalmo-encefalici (Hannerz, Hardebo, Moskowitz). Tali anomalie morfologiche delle strutture osteo-vasculo-mucose della rino-base cranica acquistano significato fisiopatologico di “trigger neuroangioematochimico” solo nei pazienti con “bassa soglia dolorifica ed elevata capacità integrativa centrale” modulata e temporizzata dai bioritmi neurogeni. Viene descritta la chirurgia della rino-base cranica mediante l'intervento di “setto-etmoidosfenectomia decompressiva neurovascolare”, sia conservativo che radicale sino al III grado monolaterale con deafferentazione trigemino-vegetativa selettiva che permette di salvare l'olfatto e di risolvere anche il dolore controlaterale decomprimendo il circolo ed eliminando la stasi anche dal lato opposto. Inoltre, viene sottolineato che la sintomatologia neurologica deficitaria od irritativa centrale (aura visiva, paresi sensitivo-motoria, epilessia) scompare dopo l'eliminazione chirurgica del “trigger rinogeno periferico”. Ciò evidenzia un nesso di causa-effetto che è l'interdipendenza funzionale centro-periferica, se pur inserita nel terreno costituzionale biochimico, neuroendocrino, neuro-trasmettitoriale emicranico controllato dai bioritmi vegetativi, disnocicettivi e psichici. I risultati chirurgici sono dell'88% di guarigioni o sostanziali miglioramenti con un follow up annuale dal 1964 al 1994 su un campione di 1000 pazienti su un totale di pazienti operati di 2124.   相似文献   

2.
The diagnostic value of the EEG in Creutzfeldt-Jakob disease is based not only on the presence of a typical pattern of periodic discharges but also on the appearance of cyclic changes in the EEG. The pattern of the cyclic EEG changes was analysed in 9 patients with Creutzfeldt-Jakob disease. The changes appear when the level of wakefulness is reduced. The alternating pattern rate increases as the disease progresses and accounts for as much as 100 per cent of the tracing when the patient is in coma. During the cyclic changes the cardiorespiratory rate is always higher in phase A than in phase B. Hypertonic fits and most myoclonic jerks are present only in the A-phase, whereas partial myoclonus and fasciculations are present in both phases. The cyclic change pattern in Creutzfeldt-Jakob disease reveals a progressive, serious involvement of the waking system.
Sommario Il contributo diagnostico dell'elettroencefalografia nella malattia di Creutzfeldt-Jakob è fornito non solo dalla presenza di un pattern caratteristico con anomalie pseudoperiodiche, ma anche dalla comparsa di modificazioni cicliche del tracciato. La comparsa delle modificazioni cicliche in 9 pazienti affetti da malattia di Creutzfeldt-Jakob è precoce nel corso della fase di stato della malattia e si manifesta in coincidenza di un abbassamento del livello di vigilanza. La percentuale di questo tracciato alternante ciclico aumenta con il progredire della malattia fino a raggiungere il 100% alla instaurazione del coma. Nel tracciato alternante ciclico le frequenze cardiaca e respiratoria sono sempre più elevate durante la fase A rispetto alla B. Le crisi ipertoniche e la maggior parte delle miocloniche sono presenti solo durante la fase A, ma le mioclonie parziali e le fascicolazioni sono egualmente presenti nelle due fasi. Il comportamento delle alternanze cicliche nella malattia di Creutzfeldt-Jakob mostra che i sistemi di vigilanza vi sono applicati in modo severo e progressivo. Uno studio longitudinale di questi aspetti poligrafici si dimostra molto utile per sorvegliare l'evoluzione clinica della malattia di Creutzfelt-Jakob.
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3.
We compared two groups of patients with idiopathic epilepsy, 41 patients whose seizure frequency was not controlled by adequate therapy and 39 patients in good seizure control, in respect of hematology, kidney and liver function tests, serum IgG, IgA and IgM concentrations and drug concentrations. The only difference that emerged were in the serum immunoglobulins, which were raised in the drug refractory group, significantly (p<0.01) so in the case of IgG. Failure of seizure control did not depend on inadequacy of drug dose or of blood concentration. Although the serum Ig changes do not warrant the assumption of an immunological origin for drug resistance, they do suggest a useful research line.
Sommario La determinazione delle concentrazioni ematiche di farmaci antiepilettici ha permesso di ottenere il controllo delle crisi nella maggior parte dei pazienti. Ciò nonostante, nel 30% dei pazienti non si hanno risultati soddisfacenti. Sono state perciò studiate le possibili alterazioni biochimiche o farmacologiche che potrebbero essere alla base della mancata risposta alla terapia. Sono stati confrontati due gruppi di pazienti affetti da epilessia idiopatica: in 41 la frequenza delle crisi in tre anni non era cambiata nonostante una terapia adeguata (pazienti resistenti) mentre in 39 pazienti si aveva un buon controllo delle crisi. Sono stati eseguiti i seguenti esami: ematologici, tests di funzionalità epatica e renale, concentrazione serica della IgG, IgA e IgM. La concentrazione ematica dei farmaci è stata determinata con una tecnica immunochimica (EMIT). Nel caso di pazienti in cura con Carbamazepina, la valutazione dei livelli di farmaco libero e totale nel siero, è stata eseguita in cromatografia liquida. determinando anche la concentrazione della Carbamazepina 10, 11 epossido. è stato notato che, per la maggior parte dei farmaci, non c'è differenza nella % di pazienti in range terapeutico tra i pazienti resistenti e i controlli: i livelli plasmatici di Fenobarbital sono maggiori del range terapeutico nel 25% dei resistenti e nel 15% dei controlli; i livelli plasmatici di Difenilidantoina sono nel range terapeutico nell' 16.7% dei resistenti e nel 50% dei controlli. La concentrazione delle immunoglobuline seriche è più alta nei pazienti resistenti e, in particolare, l'aumento delle IgG risulta statisticamente significativo (p<0.01). La mancata riduzione delle crisi nei nostri pazienti non è dovuta ad un inadeguato approccio terapeutico o ad una inadeguata concentrazione ematica dei farmaci; tuttavia l'alterazione osservata nella concentrazione serica delle IgG nei pazienti resistenti non è sufficiente per sostenere la causa della resistenza al farmaco su base immunologica.
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4.
We report the clinical, neurophysiological and CSF study in a case of mycosis fungoides with nervous system involvement. The CSF contained an abnormal protein of molecular weight 22000 that was not in the patient's serum or in the CSF of control subjects and that disappeared after intrathecal immunosuppressive therapy. The nature of this protein is discussed in the light of hypotheses regarding the pathogenesis of the disease.
Sommario Si riporta lo studio clinico, neurofisiologico e liquorale in un caso di M.F. con interessamento del Sistema Nervoso. Nel liquor della paziente è stata identificata una proteina anomala del p.m. di 22.000, assente nel siero della paziente e nel liquor di soggetti di controllo, scomparsa dopo terapia immunosoppressiva endorachide. La natura di questa proteina è discussa alla luce delle ipotesi patogenetiche della malattia.
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5.
We describe an atypical case of juvenile metachromatic leukodystrophy. Motor conduction velocity was still within the normal range 3 years after clinical onset, in contrast to what is commonly found in this disease. Another unusual feature is the normal level of CSF protein. These data are discussed in the light of the sural nerve biopsy findings, which revealed only slight impairment.
Sommario Gli autori descrivono un caso atipico di Leucodistrofia Metacromatica di tipo giovanile. A 3 anni di distanza dall'esordio clinico la VdC motoria è risultata ancora nella norma, in contrasto con quanto comunemente osservabile in tale patologia. Altro dato inusuale è la normalità del livello delle proteine nel CFS. Tali dati vengono discussi anche alla luce dei risultati della biopsia di nervo surale, che rivela solo modesta compromissione.
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6.
Phosphorus magnetic resonance spectroscopy (MRS) was used to study muscle phosphates metabolism in several brain disorders. Those with primary mitochondrial encephalomyopathies showed the typical pattern of impaired oxidative metabolism at rest and during recovery after exercise. In migraine, Parkinson's disease and alternating hemiplegia muscle MRS observations lend support to a possible mitochondrial dysfunction. Similar observations in multiple sclerosis are probably the result of secondary deconditioning. In post polio syndrome and in some of the hereditary ataxias, elevated intracellular inorganic phosphates may be the result of another, yet unknown, metabolic impairment. Thus, muscle phosphate metabolism may be altered in various central nervous system (CNS) disorders by different metabolic impairments. All these possibilities should be taken into account when evaluating MRS results in brain diseases.
Sommario La risonanza magnetica spettroscopica del fosforo è usata per studiare il metabolismo dei fosfati del muscolo in molti disordini cerebrali. Le encefalomiopatie mitocondriali primitive evidenziano un pattern tipico di alterato metabolismo muscolare a riposo e durante il recupero dall'esercizio. Nelle cefalee, nella malattia di Parkinson e nell'emiplegia alternante le osservazioni di risonanza magnetica spettroscopica del muscolo supportano l'ipotesi di una possibile disfunzione mitocondriale in tali patologie. Simili risultati ottenuti in pazienti con sclerosi multipla sono probabilmente da mettere in relazione a un secondario decondizionamento muscolare. In pazienti con sindrome post poliomielitica e con alcune forme di atassia ereditaria, l'aumento del fosfato inorganico muscolare potrebbe essere dovuto ad un difetto metabolico ancora sconosciuto. In conclusione, in varie patologie del sistema nervoso centrale il metabolismo dei fosfati del muscolo scheletrico può essere alterato e tale alterazione può essere dovuta a differenti meccanismi patogenetici. Tutte le differenti possibilità dovrebbero essere prese in considerazione nel valutare i risultati della risonanza magnetica spettroscopica nelle malattie del sistema nervoso centrale.
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7.
In a case of CO poisoning CT scanning revealed bilateral low density areas in the globi pallidi, associated with diffuse hypodensity of the white matter of the cerebral hemispheres. Serial scanning threw some light on the possible mechanism involved and appears to support the hypothesis of necrotic damage of vascular origin following brain edema. An attempt is made to correlate the pattern of CT abnormalities with clinical evolution.
Sommario Gli autori riportano un caso di intossicazione da monossido di carbonio nel quale la TC ha rivelato la presenza di aree ipodense bilaterali localizzate a livello del Globus Pallidus, associate con ipodensità diffusa della sostanza bianca degli emisferi cerebrali. Controlli TC seriati hanno permesso alcune considerazioni ezio-patogenetiche, confermando l'ipotesi di un danno necrotico di origine vascolare conseguente ad edema cerebrale. Si è inoltre valutata la possibilità di correlare le alterazioni tomodensitometriche con l'evoluzione clinica.
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8.
A case of primary orthostatic hypotension with associated genitourinary tract disturbances but no major neurological signs of central nervous system involvement is reported. Some investigations designed to assess the functional status of the autonomic nervous system at various levels of its organisation are described together with the results. The nosological position of primary orthostatic hypotension and its relationship with the Shy-Drager syndrome are discussed. The effectiveness of indomethacin therapy in reducing orthostatic hypotension was confirmed.
Sommario Gli Autori riportano un caso di ipotensione ortostatica idiopatica associato disturbi del sistema urogenitale, che non presenta importanti segni neurologici di deficit a carico del sistema nervoso centrale. Lo studio di questo caso ha dato lo spunto per descrivere alcune indagini, riportandone i risultati, atte a valutare lo stato funzionale del sistema nervoso vegetativo ai diversi livelli della sua organizzazione. Si discute inoltre il problema della posizione nosologica della ipotensione ortostatica idioptica e le sue correlazioni colla malattia di Shy-Drager. L'approccio terapeutico con indometacina ha confermato la sua efficacia nel ridurre l'ipotensione ortostatica.
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9.
The case is reported of an infant presenting paroxysmal dystonia during cisapride theraphy. We suggest that this drug, a substituted benzamide, probably interfered with the age-related modification of striatal neurotransmitters, provoking extrapyramidal symptoms. Considering the widespread use of cisapride in early infancy for the treatment of gastrointestinal disorders, attention must be drawn to this possible side effect.
Sommario Presentiamo il caso di una bambina di 5 mesi, trattata sin dalla nascita con cisapride per la prevenzione di reflusso gastroesofageo, in quanto affetta da atresia congenita dell'esofago corretta chirurgicamente in 1° giornata di vita. Dal 3° mese la bambina presentò, con frequenza ingravescente, distonie accessuali non più verificatesi dalla sospensione del trattamento farmacologico.La precocità di comparsa della fenomenologia accessuale, la relazione temporale tra cessazione della stessa e sospensione del farmaco, nonché alcune caratteristiche semeiologiche sottolineate nel lavoro, portano ad attribuire alla cisapride un ruolo causale.I processi di sviluppo all'interno dello striato propri di questa età della vita, che comportano rapidi rimaneggiamenti strutturali e di equilibrio funzionale tra i principali neurotrasmettitori, hanno sicuramente rappresentato una situazione favorente nei confronti di un disturbo extrapiramidale transitorio.
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10.
101 patients with multiple sclerosis (MS) (53 definite, 22 probable, 8 possible and 18 suspected according to the McDonald and Halliday criteria) were investigated by magnetic resonance imaging (MRI), to evaluate its diagnostic sensitivity compared to other diagnostic parameters such as cerebrospinal fluid (CSF) findings and auditory brainstem responses (ABR). In addition, correlations between severity of lesions on MRI and clinical data (disability duration of the disease and progression rate) and CSF immunoglobulin abnormalities were evaluated. MRI detected multiple demyelinating lesions in 96% of definite, 77% of probable, 50% of possible and 56% of suspected MS. In the same groups CSF was positive for oligoclonal banding in 85%, 68%, 50% and 37% and ABR in 82%, 50%, 80% and 28% respectively. Severity of MRI was found to correlate with disability and duration of the disease, but not with progression rate. The presence of CSF oligoclonal bands and a raised and IgG index were usually associated with more extensive white matter involvement as evaluated by MRI.
Sommario 101 Pazienti affetti da Sclerosi Multipla (SM) (53 definiti, 22 probabili, 8 possibili e 18 sospetti secondo i criteri diagnostici di McDonald e Halliday) sono stati studiati con Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) allo scopo di valutarne la sensibilità diagnostica in confronto ad altre metodiche diagnostiche quali l'esame del liquor cerebrospinale e lo studio dei potenziali evocati uditivi (ABR). Sono state inoltre valutate le correlazioni tra gravità degli aspetti RMN e parametri clinici (durata, grado di invalidità e tasso di progressione della malattia), e alterazioni delle immunoglobuline liquorali. Aree multiple di demielinizzazione venivano rilevate alla RMN nel 96% delle S.M. definite, nel 77% delle probabili, nel 50% delle possibili e nel 56% delle sospette. Negli stessi gruppi di pazienti l'esame del liquor cerebrospinale risultava positivo per la presenza di bande oligoclonali nell'85%, 68%, 50%, 80% e 28% rispettivamente. La gravità del quadro RMN si correla alla disabilità ed alla durata della malattia, ma non con il tasso di progressione. Le alterazioni delle immunoglobuline liquorali (presenza di bande oligoclonai o elevazione dell'indice IgG) è associata ad una maggiore estensione delle lesioni della sostanza bianca rilevate alla RMN.
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11.
In the present study, we compared Tc-99m HMPAO single photon emission computed tomography (SPECT) brain images obtained using the conventional filtered backprojection (FBP) reconstruction method with the new reconstruction method of conjugate gradients with modified matrix (CGMM). The two methods were employed to generate SPECT images of a brain perfusion study in a 41-year-old patient who had suffered from multiple embolisation of the right hemisphere. Marked improvement in spatial resolution was achieved by CGMM reconstruction as compared to FBP reconstruction; this considerably helped in defining grey matter structures and low-uptake white-matter areas, both in the normal cerebral areas and in the hemisphere that had been affected by stroke. Although the relatively long time still required by the CGMM procedure might be considered as a significant drawback to date, with the increasing diffusion of the new computer facilities the CGMM method can be proposed as a valuable alternative to the standard FBP technique in order to better recognise cerebral areas with different tracer uptake.
Sommario L'obiettivo dello studio è stato di valutare le immagini cerebrali SPECT con Tc-99m HMPAO, ottenute con il metodo di ricostruzione convenzionale “filtered backprojection (FBP)” versus il nuovo metodo di ricostruzione del gradients coniugato con matrice modificata (CGMM). I due metodi sono stati impiegati per generare immagini SPECT di uno studio perfusionale cerebrate in un uomo di 41 anni che aveva subito embolizzazione multipla dell'emisfero destro. Le immagini sono state acquisite con una gamma camera dedicates agli studi cerebrali the consists di una cristallo anulare di NaI(T1) (CERASPECT). Net metodo CGMM un (retro-) proiettore modella accuratamente la geometria dell'acquisizione dei dati e tiene in debito conto le effettive prestazioni del complesso cristallo-collimatore per la specifica gamma camera usata. Un algoritmo iterativo usa il (retro-) proiettore per stimare la distribuzione del tracciante in un insieme di dati. Il (retro-) proiettore definisce i coefficienti di un enorme insieme di equazioni lineari che legano la distribuzione del tracciante all'interno del campo di vista delta gamma camera ad i conti fotonici misurati, e l'algoritmo iterativo fornisce una valutazione filtrata della soluzione di quell'insieme di equazioni. Sono stati calcolati i dati effettivi della risposta specifica del complesso cristallo-collimators ad una sorgente lineare posizionata alla periferia del campo di vista, i quali sono poi stati usati per calcolare i fattori di misura del (retro-) proiettore. Net metodo CGMM il numero delle iterazioni effettuate svolge quindi una ruolo simile al parametro di frequenza “cut-off” nella ricostruzione FBP. Un notevole miglioramento della risoluzione spaziale é stato ottenuto con il metodo CGMM rispetto a quello FBP; questo ha aiutato considerevolmente a definire le strutture cerebrali grigie dalle strutture bianche a basses captazione sia nelle arse cerebrali normali the nell'emisfero colpito dall'ictus. Sebbene i tempi relativamente lunghi ancora necessari per la procedure CGMM possano essere considerati oggi un limits significativo, con la rapida diffusions dei più moderni sistemi informatici il metodo CGMM può essere proposto come valida alternativa alla tecnica FBP standard allo scopo di ottenere un migliore riconoscimento delle aree cerebrali a differente captazione.
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12.
Two methods of inducing convulsions were used in male Swiss albino mice of different ages: exposure to hyperbaric oxygen and pentylenetetrazole treatment. Hyperbaric oxygen proved to be a valid model of experimental epilepsy with an age-dependent trend. The youngest mice presented a much longer convulsion latency time than the adult mice but the curve of distribution of latency time versus age showed progressively increasing sensitivity. Pentylenetetrazole induced convulsions, apart from the youngest subgroup, without variations by age. Hyperbaric oxygen convulsions provide an interesting model for the study not only of the neurochemistry of convulsions but also of the membrane changes that occur in the course of cerebral maturation and aging.
Sommario Due diversi metodi di indurre la convulsità sono utilizzati in un gruppo di topi albino Swiss di sesso maschile, di differenti età di vita: la esposizione all'ossigeno iperbarico e il trattamento con pentilentetrazolo. L'ossigeno iperbarico si dimostra in grado di costituire un modello valido di epilessia sperimentale con modalità dipendenti dall'età dell'animale. I topi più giovani presentano una latenza nel tempo di convulsività maggiore rispetto ai topi adulti, con un andamento della distribuzione dei tempi rispetto all'età che segue una curva di tipo iperbolico. Il pentilentetrazolo agisce come convulsivante con modalità identiche nei gruppi di animali di diverse età. Il modello di convulsività da ossigeno iperbarico ci sembra pertanto interessante non soltanto per lo studio della neurochimica del fenomeno convulsivo ma anche come possibile schema di indagine dei fenomeni biochimici e delle modificazioni di membrana che si verificano nel corso della maturazione e dell'invecchiamento cerebrale.
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13.
Oligoclonal bands are a constant, non-modifiable feature of CSF examination in SSPE. We studied CSF oligoclonal IgG banding pattern in a long-surviving SSPE patient treated with serial courses of intrathecal α-IFN. α-IFN administration did not significantly modify the clinical status of the patient. Oligoclonal IgG banding pattern varied during the 58 month-long treatment. Oligoclonal bands disappeared at the end of the first course only to reappear during the third course, 2 years later, with a different electrophoretic pattern. We conclude that oligoclonal bands may transiently disappear from the CSF of long-surviving SSPE patients. Although α-IFN treatment induces no clinical improvement, it might affect the quality of Ig production.
Sommario Il ritrovamento di bande oligoclonali immodificabili nel tempo è una costante caratteristica del liquor di pazienti affetti da PESS. Viene qui descritto uno studio isoelettroforetico su campioni liquorali seriati di una paziente affetta da PESS, presentante un decorso particolarmente protratto e trattata con 4 cicli di α-IFN intratecale. Evidenti modificazioni qualitative del pattern delle IgG oligloclonali sono state evidenziate durante i 58 mesi di osservazione. Le bande oligoclonali, presenti al momento della diagnosi, sono scomparse alla fine del 1° ciclo terapeutico e sono ricomparse, con un pattern diverso dal precedente, alla fine del 3° ciclo. Gli autori concludono che, potendo le bande oligoclonali scomparire transitoriamente dal liquor di un paziente affetto da PESS, un esame liquorale non patognomonico non è sufficiente per escludere una diagnosi di PESS. Rimane, inoltre, possibile che il trattamento ripetuto con α-IFN, sebbene privo di rilevabile efficacia terapeutica, possa essere alla base delle modificazioni elettroforetiche qualitative da noi osservate.
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14.
We report two cases of lower cranial nerve palsies (XII in case 1, IX–X–XII in case 2) associated with abnormalities of the internal carotid artery at the base of the skull. In case 1 a limited dissection of the carotid wall produced both paresis of the hypoglossal nerve and Horners syndrome by compression of the nerve trunk against the base of the skull and stretching of the periarterial sympathetic fibres respectively. In case 2 we speculate that a narrow angled kinking of the internal carotid artery may have damaged cranial nerves IX, X and XII by interfering with the blood supply to the nerve trunks. In both cases the outcome was favorable with almost complete regression of the initial symptoms. We conclude that the association between lower cranial nerve disturbances and internal carotid artery abnormalities is probably more common than was thought. We suggest that the pathogenesis of the damage to the cranial nerves may differ from one case to the next.
Riassunto Gli Autori riportano due casi di paralisi dei nervi cranici bulbari (XII nel caso 1, IX–X–XII nel caso 2) causate da anomalie dell'arteria carotide interna alla base cranica. Nel caso 1 la paresi del XII nervo cranico, associato con sindrome di Claude Bernard Horner ipsilaterale, è state determinata da un anuerisma dissecante della carotide con conseguente compressione del tronco nervoso contro la base cranica e stiramento delle fibre simpatiche periarteriose. Nel caso 2 viene ipotizzato che la lesione del IX, X e XII nervo cranico sia stata di origine ischemica per la presenza di un'ansa ad angolo acuto dell'arteria carotide interna. In entrambi i casi il decorso è stato favorevole, con regressione pressochè completa dei sintomi iniziali. L'associazione fra anomalie della carotide interna e disturbi dei nervi cranici bulbari è probabilmente più frequente di quanto si ritenesse in precedenza e la patogenesi della lesione nervosa può essere variabile da caso a caso.
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15.
We present an unusual case of simultaneous bilateral cerebellar infarction in the territory of the medial and intermediate branches of the posterior inferior cerebellar arteries (mPICA). The patient, a 57-yr old woman, had no risk factors for cerebrovascular disease but a long-standing hypertension. Pathogenetic hypotheses of this unusual ischemic site of lesion may be referred to: A) two PICAs arising from an occluded basilar artery; B) both medial branches arising from the same PICA on one side; C) a haemodynamic mechanism with hypoperfusion in the most peripheral branches of the arteries; D) a double, simultaneous embolic stroke in mPICAs territory. Based on clinical course, supraortic duplex-scan, echocardiography, MRI, angioMRI and CT scans, and digital subtraction angiography, none of these hypotheses could be clearly associated with the pathogenesis of the lesion. Nevertheless, we propose that an anomalous common mPICA for both cerebellar territories should represent the necessary condition for the ischemic insult and, simultaneously, other factors should intervene as possible determining events.
Sommario Descriviamo il caso di un infarto bilaterale nel territorio delle branche mediali della arteria cerebellare postero inferiore (mPICA). La paziente, una donna di 57 anni, non aveva fattori di rischio per cerebropatia vascolare, eccettuata una lunga storia di ipertensione arteriosa. Sono state formulate diverse ipotesi patogenetiche in grado di giustificare questo inusuale sito di lesione: A) due PICA che originino da una arteria basilare occlusa; B) entrambe le branche mediali che originino dalla stessa PICA in un lato; C) una genesi emodinamica con una ipoperfusione nelle branche più periferiche delle arterie; D) un doppio simultaneo stroke embolico nel territorio delle mPICA. Sulla base del decorso clinico e degli esami strumentali (Ecodoppler dei vv. epiaortici, ecocardiogramma, RM, angioRM, TC ed angiografia digitale intrarteriosa) nessuna di queste ipotesi può essere singolarmente considerata come responsabile della lesione. Proponiamo, quindi, che una anastomosi tra le PICA debba rappresentare la necessaria predisponente condizione sulla quale siano poi intervenuti ulteriori fattori determinanti l'evento ischemico acuto.
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16.
Sommario La presenza di patologie endonasali o fenomeni di accompagnamento al dolore cefalico, coinvolgenti la struttura nasale, dimostrano un legame bidirezionale tra naso ed endocranio. Indagini strumentali permettono di dimostrare varianti anatomiche ossee. Frequentemente la chirurgia rivolta alla correzione di tali anomalie sembra essere risolutiva del sintomo cefalea oltre che dei disturbi respiratori. Tuttavia, meccanismi di iperattività della mucosa e della microcircolazione nasale possono essere alla base del disturbo cefalico quale conseguenza di attivazione di sistemi neuro-vascolari (trigeminale, simpatico, parasimpatico) e rendere ragione del sintomo dolore e di fenomeni di accompagnamento dell'attacco emicranico o di cefalea a grappolo. Meccanismi scatenanti o esacerbanti periferici possono pertanto essere responsabili o almeno contribuire alla fisiopatologia di alcune forme di cefalea.
The presence of endonasal pathological conditions or headache accompanying symptoms involving the nose, show a bi-directional link between the latter and endocranial structures. Instrumental diagnostic procedures allow demonstration of anatomical variants of the bone. Frequently, surgical procedures addressed to correct such variants seem to resolve both headache and breathing disturbances. However, hyperactivity of nasal mucosa and microcirculation might be responsible for cephalic disturbance as a consequence of activation of neuro-vascular systems (trigeminal, sympathetic, parasympathetic) and explain both pain and attendant accompanying symptoms during migraine and cluster headache attacks. Peripheral triggering or aggravating factors may, therefore, be responsible for or, at least, contribute to pathophysiological mechanisms of certain headaches.
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17.
18.
Acquired immunodeficiency syndrome (AIDS), first described in 1981 [8,9], is produced by infection with a retrovirus of the lentivirus family, now called human immunodeficiency virus (HIV) [5,23]. While, initially, the disease was almost exclusively seen in homosexual men, it has become apparent that numerous other categories of people are at risk, i.e., drug addicts who share dirty needles, hemophiliacs and haitians [26, 37, 38, 43, 48, 52, 61, 65, 68, 75]. In addition, epidemiological data from the industrialized nations clearly indicate that eterosexual contact is becoming an important source of viral transmission, as it has been known to occur in several african nations for many years [23, 65, 67]. Initially, studies on patients with AIDS mainly focused on the immunosuppressive effects of the virus and on the various opportunistic infections and neoplastic complications that followed. Not much attention was given to a possible direct HIV infection of the nervous system. Consequently, patients who presented with neurological findings were simply considered to harbor in the CNS the same complications that occurred in other organs. While this was true in many cases, it has become also apparent that important changes in the central and peripheral nervous systems are due to direct viral involvement of these tissues [26, 37, 43, 48, 52, 61, 65, 68, 75]. The first important step in the understanding of nervous system involvement in AIDS was the demonstration, in 1985, of HIV in the CSF and cerebral tissues of patients with neurological symptoms (47). Further studies have shown that, while opportunistic infections and neoplastic complications certainly contribute to the neurological morbidity of AIDS, the most important neuropathological changes, particularly in the brain, are due to direct HIV infection [1, 2, 15, 20–22, 24, 28, 29, 31, 35, 43, 51, 53, 58–61, 65, 69, 72, 73, 82]. The aim of this paper is to review the pathology of HIV-induced encephalitis and to discuss pathogenetic hypotheses regarding mechanisms of HIV-mediated tissue injury and the clinical manifestations that follow, particularly the syndrome now known as AIDS-Dementia-Complex (ADC). First, however, it may be appropriate to quickly review some basic notions on the biology of the virus.
Sommario L'AIDS, descritto per la prima volta nel 1981, è prodotto da una infezione di un retrovirus della famiglia dei virus lenti, chiamato ora virus dell'immunodeficienza umana (HIV). Mentre inizialmente la malattia era stata constatata solo fra gli omosessuali, successivamente è apparso evidente che altre categorie di individui sono a rischio come i tossicodipendenti, gli emofiliaci e gli haitiani. In più i dati epidemiologici ricavati dalle nazioni industrializzate dicono che anche i contatti eterosessuali stanno diventando una importante sorgente di tramissione virale, come è avvenuto per molti anni in alcune popolazioni africane. Agli inizi gli studi sui malati di AIDS si sono focalizzati sugli effetti immunosoppressivi del virus e sulle complicazioni successive con infezioni opportunistiche e da complicazioni neoplastiche, mentre scarsa attenzione è stata posta ad una possibile e diretta infezione da HIV nel sistema nervoso; di conseguenza quei pazienti che presentavano interessamento neurologico erano considerati avere nel sistema nervoso le medesime complicazioni che si verificano negli altri organi. Se ciò è vero in molti casi, è anche però vero che importanti variazioni del sistema nervoso centrale e periferico sono dovute a un diretto coinvolgimento virale di questi settori. Il primo passo importante nella comprensione dell'interessamento del sistema nervoso nell'AIDS è stata la dimostrazione, nel 1985, dell'HIV nel liquor e nel parenchima cerebrale di pazienti con segni neurologici. Ulteriori studi hanno dimostrato che le variazioni neuropatologiche più importanti, soprattutto nel cervello, sono dovute a una diretta infezione da HIV al di là delle infezioni opportunistiche e delle complicanze neoplastiche. Scopo di questa revisione è di inquadrare la patologia delle encefaliti indotte da HIV e di discutere le ipotesi patogenetiche sui meccanismi dell'insulto parenchimale da HIV e delle manifestazioni cliniche che ne conseguono e in particolar modo delle sindromi oggi conosciute come complesso AIDS-Demenzia. Comunque è indispensabile rivedere sinteticamente alcune nozioni basilari sulla biologia del virus.
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19.
We report on a 34-year-old woman with advanced FA who achieved a successful pregnancy. The neurological and cardiological features of the disease remained unchanged during and after pregnancy. Because of a slight respiratory impairment, which appeared at the 6th month, cesarean section was performed at the 34th week. FA is not necessarily a bar to successful pregnancy, but early referral to a cardiologist and respiratory monitoring is mandatory. The risk of transmission of the disease for our couple was 1/95.5 compared with 1/36.000 for a non-affected couple.
Sommario Descriviamo il caso di una donna di 34 anni affetta da Atassia di Friedreich che ha condotto con successo una gravidanza. La sintomatologia neurologica e cardiologica non ha subito variazioni nel corso della gravidanza, mentre un modesto deficit respiratorio ha condotto a terminare la gravidanza con taglio cesareo alla 34.ma settimana. Con il supporto di uno stretto monitoraggio cardiaco e respiratorio, l'Atassia di Friedreich non è necessariamente una controindicazione alla gravidanza. Il rischio di trasmissione della malattia per la nostra coppia era di 1/95.5 contro 1/36.000 per una coppia di non affetti.
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20.
Supersensitivity to depolarization produced by succinylcholine and resistance to pancuronium were observed in paretic muscles of a patient with a right frontoparietal tumor. The abnormal sensitivity to relaxants is compared with observations reported in patients with myasthenia gravis and hemiparesis. We hypothesize that upper motoneuron dysfunction may be followed by the appearance of “new” junctional receptors, which may occasion a supersensitivity to depolarization and a poor affinity for both curare and anti-acetylcholine-receptor antibodies. A decrease in acetylcholinesterase activity of “decentralized” muscles should also be considered.
Sommario Ipersensibilità all'effetto depolarizzante della succinilcolina e resistenza all'effetto paralizzante del pancuronio vengono osservate nella muscolatura paretica di un paziente di 72 anni nel corso di un intervento neurochirurgico per la rimozione di un tumore fronto-parietale destro. La duplice anomalia della risposta viene paragonata alle osservazioni effettuate in pazienti nei quali coesistono miastenia gravis ed emiparesi da lesione centrale. Viene formulata l'ipotesi che la disfunzione del motoneurone centrale possa essere seguita dalla comparsa di “nuovi” recettori acetilcolinici giunzionali dotati di ipersensibilità alla depolarizzazione e di scarsa affinità per il curaro e per gli anticorpi antirecettore. Come ipotesi alternativa viene considerata la possibilità che le risposte anomale esibite dalla muscolatura “decentralizzata” siano attribuibili ad una riduzione dell'acetilcolinesterasi provocata dalla lesione neurologica.
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