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1.
5 consecutive cases of acute GBS were treated by plasmapheresis (PP). Clinical features and results of therapy have been compared with those of 10 consecutive acute GBS cases untreated by PP. PP treatment, applied early during the phase of deterioration, seemed to stop deficit progression, thus eliminating the stationary stage and triggering recovery immediately. Complete recovery seemed to occur comparatively faster than in the untreated group.
Sommario Abbiamo trattato con plasmaferesi 5 casi consecutivi di Sindrome di Guillain-Barré acuta. Le caratteristiche cliniche ed i risultati del trattamento sono stati confrontati con quelli relativi a 10 casi consecutivi precedentemente osservati e non trattati con plasmaferesi. Il trattamento con plasmaferesi, applicato precocemente, ancora in fase di deterioramento, sembra arrestare la progressione sintomatologica, eliminando la fase di stazionarietà e dando inizio ad un immediato recupero; il recupero completo appare occorrere più precocemente nei pazienti trattati.
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2.
Clinical features and MR imaging in children with repaired myelomeningocele   总被引:2,自引:0,他引:2  
The aim of the study is to define the role of associated malformations in the clinical evolution of children affected by myelomeningocele. MRI investigation of the spinal cord was carried out on 25 patients between the age of 7.3 and 18.10 with MMC repaired and followed up for at least 7 years. The relation between associated malformations demonstrated by MRI and clinical trend was analysed. The results are the following: 1) presence of asymptomatic tethered cord in all cases; 2) high frequency (92%) of Chiari malformation; 3) presence of syringomyelia in 20% of patients, symptomatic in 1; 4) presence of ventricular enlargement in 72% of cases without increased intracranial pressure syndrome. For a better therapeutic approach prospective MRI studies are needed in order to follow up associated malformations.
Sommario Scopo di questo studio è di contribuire alla definizione del ruolo delle malformazioni associate nell'evoluzione clinica del bambino affetto da mielomeningocele (MMC), sia essa stazionaria che peggiorativa. Sono stati studiati con Risonanza Magnetica 25 soggetti con MMC in età compresa tra i 7 anni e 3 mesi e i 18 anni e 10 mesi, seguiti con un lungo follow up clinico (almeno 7 anni). Sono state analizzate le relazioni tra le malformazioni associate, riscontrate all'esame di RM, e l'andamento clinico. I dati emersi sono i seguenti: 1) la presenza in tutti i soggetti di tethered cord fino ad ora rimasto asintomatico; 2) un'alta prevalenza (92%) di malformazione di Arnold Chiari; 3) una percentuale di siringomielia del 20%, corrispondente ai dati di letteratura con sintomatologia clinica presente in un solo caso; 4) la presenza di dilatazione ventricolare nel 72% dei casi, in assenza di sintomi di ipertensione endocranica. Si sottolinea l'importanza dell'individuazione precoce e di un follow up con RM degli aspetti malformativi per una più corretta condotta terapeutica.
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3.
Computerized tomography was performed in 31 patients presenting clinical signs of cerebellar degeneration. CT abnormalities consistent with cerebellar atrophy were found in all cases but one. Specific patterns of abnormality were found in olivo-ponto-cerebellar degeneration and in alcoholic atrophy. The CT findings in spino-cerebellar degeneration were varied, ranging from severe diffuse cerebellar atrophy to normality, possibly according to age and duration of symptoms.
Sommario 31 pazienti con segni clinici di un processo degenerativo cerebellare sono stati sottoposti a tomografia computerizzata. In tutti i casi eccetto uno sono state ravvisate alterazioni tomodensitometriche compatibili con la diagnosi di atrofia cerebellare. Specifici pattern di alterazioni sono stati riscontrati nell'atrofia olivo-ponto-cerebellare e nell'atrofia cerebellare degli alcolisti cronici. I rilievi tomodensitometrici nei soggetti con degenerazione spinocerebellare non sono stati omogenei, variando da un quadro di atrofia cerebellare diffusa di marcata entità ad un quadro di normalità, e sono apparsi in probabile correlazione con l'età dei pazienti e la durata della sintomatologia.
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4.
We retrospectively examined 39 patients with AIDS and central nrvous system toxoplasmosis in order to determine the efficacy and safety of two combinations: pyrimethamine-sulfadiazine and pyrimethamine-clindamycin. The results showed a response rate of 79% for the sulfadiazine association and a high failure rate in the clindamycin group. Side effects with sulfadiazine were slightly more frequent, but with desensitization protocols discontinuation was kept down. The combination of pyrimethamine and sulfadiazine, associated, when necessary, with desensitization schedules, was confirmed to be first choice therapy for cerebral toxoplasmosis in AIDS patients. The role of alternative regimens needs further evaluation.
Sommario Al fine di determinare efficacia e tollerabilità delle associazioni pirimetamina-sulfadiazina e pirimetamina-clindamicina, sono stati studiati retrospettivamente 39 pazienti con AIDS e toxoplasmosi cerebrale. I risultati dimostrano un tasso di risposta del 79% per l'associazione con sulfadiazina, e un'elevata frequenza di insuccessi terapeutici nel gruppo trattato con clindamicina. Gli effetti collaterali in corso di terapia con sulfadiazina sono risultati lievemente più frequenti; l'impiego di protocolli di desensibilizzazione ha comunque consentito di ridurre la necessità di interruzione del trattamento. L'associazione pirimetamina-sulfadiazina si conferma terapia di scelta della toxoplasmosi cerebrale nei pazienti con AIDS, eventualmente in associazione con schemi di trattamento desensibilizzante. Da verificare ulteriormente il ruolo di protocolli terapeutici alternativi.
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5.
26 patients admitted with clinical pictures consistent with meso-dienephalic infarction were studied using computerized axial tomography, magnetic resonance imaging and angiography. All of the patients presented symptoms in two of three major categories which comprise the “top of the basilar” syndrome. Lesions in the territory of the basilar-communicating artery were demonstrated in 22 of them. The remaining patients died before adequate neuroimaging documentation was obtained. Overall prognosis appeared relatively good since 80% of the patients recovered completely or incompletely from the ictus. Meso-diencephalic infarction is a very important and not uncommon subtype of cerebrovascular disorder.
Sommario Vengono descritti 26 pazienti affetti da infarto meso-diencefalico. Tutti sono stati studiati con Tomografia Assiale, Risonanza Magnetica e Angiografia. In 22 pazienti sono stati dimostrati infarti nel territorio della arteria basilare. La prognosi è stata buona nella maggioranza dei casi con guarigione parziale o completa nell’ 80%. L’infarto meso-diencefalico è meno raro di quanto si pensava.
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6.
CT and EEG investigations in 100 patients with multiple sclerosis (MS)   总被引:2,自引:0,他引:2  
100 MS patients were followed up for an average of 5 years. We considered age at onset, duration of the disease, number of attacks, neurological and psychic status, CT and EEG findings and tried correlating the last two with all the previous factors. In remission the most frequent CT abnormality was diffuse atrophy. In acute exacerbations there were 3 possibilities: normality, hypodensity and, much more rarely, hyperdensity with pseudotumoral patterns. A normal CT and short duration of disease were positively correlated with a small number of attacks. There were no positive correlations between CT findings, age at onset and neurological and psychic status. EEG, like CT, may show no changes in a high percentage of cases but there is scant correlation between the two.
Sommario 100 soggetti affetti da Sclerosi Multipla sono stati seguiti per un periodo medio di 5 anni. Abbiamo indagato l'età di inizio, la durata della malattia, il numero di poussées, il quadro neurologico e psichico, i reperti TC ed EEG. Gli ultimi due parametri sono stati correlati con tutti i precedenti. In fase stabilizzata le alterazioni TC più frequenti sono risultate le atrofie diffuse. In fase acuta sono state riscontrate 3 possibilità: reperto negativo, ipodensità e, molto più raramente, iperdensità con quadri pseudotumorali. Correlazioni positive sono state riscontrate tra normalità TC e durata breve della malattia da un lato e numero scarso di poussées dall'altro. Invece non sono risultate correlazioni positive tra reperti TC, età di inizio della malattia ed obiettività neurologica e psichica. Anche l'EEG, come la TC, è risultata alterata in un'alta percentuale di casi; dalle correlazioni EEG-TC è risultato però che la concordanza di tali alterazioni è stata piuttosto scarsa.
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7.
We report two cases of internal carotid artery dissection in which MRI unequivocally demonstrated the intramural hematoma. We propose that, whenever the clinical presentation or the angiogram suggest arterial dissection, MRI be done to confirm the diagnosis.
Sommario Gli autori descrivono due casi di dissecazione della arteria carotide interna, in cui la Risonanza Magnetica dimostrò inequivocabilmente l'ematoma intramurale. Propongono che la Risonanza Magnetica sia eseguita ogni qualvolta la clinica o l'angiografia suggeriscano una dissecazione arteriosa.
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8.
Five patients with a severe form of chronic progressive multiple sclerosis no longer responsive to steroid therapy were treated for six months with high-dose intravenous immunoglobulin associated with plasmalymphocytapheresis and azathioprine. In spite of an apparent initial stabilization of the course of the disease, EDSS assesment after six and twelve months of therapy revealed progressive disability in all patients.
Sommario Cinque pazienti affetti da una grave forma di sclerosi multipla cronica progressiva (SMCP) resistente alla terapia steroidea sono stati trattati per sei mesi con IG e.v. ad alto dosaggio associate a plasmaferesi ed azatioprina. Durante il ciclo di trattamento, ben tollerato in tutti i pazienti, si è osservata una apparente riduzione della disabilità, ma l'osservazione clinica a sei mesi ed a un anno non ha confermato questo dato. L'associazione di IG e.v., plasmalinfocitoaferesi ed azatioprina, pur agendo verosimilmente su parte dei meccanismi umorali e cellulari coinvolti nel determinismo della malattia non sembra influenzare l'evoluzione clinica delle forme severe di SMCP.
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9.
We report the case of a 69 year old man who presented hemiplegia with an ascending spread suspected to be a primary form of Mills syndrome. The patient underwent MRI, which showed multiple lacunar infarcts of the periventricular and subcortical white matter. We recommend that patients with a suspected primary form of Mills syndrome should be studied with MRI.
Sommario Abbiamo descritto il caso di un uomo dell'età di 69 anni che presentava una forma di emiplegia ascendente, diagnosticata come una forma primitiva di sindrome di Mills. Il paziente è stato sottoposto all'esame di Risonanza Magnetica Nucleare che ha dimostrato la presenza di infarti multipli lacunari della sostanza bianca periventricolare e sottocorticale. Si consiglia pertanto di sottoporre ogni paziente con sospetta forma primitiva di sindrome di Mills all'esame di Risonanza Magnetica Nucleare
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10.
The relationship between cerebrospinal fluid (CSF) markers of HIV infection and the spectrum of neurological manifestations were studied in 15 AIDS patients (13 with and 2 without confirmed neurological disorders). We demonstrated the presence of intrathecally synthesized anti-HIV antibodies. Antibodies to HIV envelope proteins were present in all patients but those to HIV core proteins in 9/13 cases only. HIV antigen and HIV p24 antigen were present in 6/14 and 4/12 cases respectively. HIV was not isolated from 6 samples of CSF. We have demonstrated that CSF markers of HIV infection were present in all AIDS patients, with or without neurological manifestations. Moreover HIV p24 antigen seems to be a very reliable marker of HIV infection.
Sommario Gli AA. riportano i risultati di uno studio effettuato sul liquido cefalorachidiano (LCR) di 15 pazienti con AIDS (13 con e 2 senza, manifestazioni neurologiche) al fine di correlare i segni liquorali di infezione da HIV con il quadro neurologico. è stata evidenziata in tutti i pazienti la presenza di anticorpi anti-HIV di sintesi intratecale. In particolare in tutti i pazienti sono stati dimostrati anticorpi diretti contro le proteine dell'envelope dell'HIV, mentre anticorpi anti-core sono stati riscontrati solo in 9 dei 13 casi esaminati. L'antigene dell'HIV e l'antigene p24 dello stesso virus sono, stati evidenziati rispettivamente in 6 su 14 e in 4 su 12 casi. L'HIV, ricercato in coltura cellulare nel LCR di 6 pazienti, non è stato isolato da nessun campione. Gli AA. concludono che segni di infezione da HIV sono presenti nel LCR di pazienti con AIDS, indipendentemente dalla comparsa o meno di manifestazioni neurologiche. Infine, la presenza nel LCR dell'antigene p24 dell'HIV sembra costituire un importante segno di infezione del SNC da parte di tale virus.
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11.
In this paper we report Italian data on X-linked adrenoleukodystrophy (ALD) collected from 1985 to 1997. This disease appears to be the most common of the peroxisomal disorders and is associated with a functional defect of the peroxisomal very long chain fatty acid (VLCFA) oxidation. In Italy 117 cases have been recognized, but many cases may be unrecognized due to the heterogeneous clinical manifestations that vary from mild to very severe forms. To control the devastating course of this disease two therapeutic approaches are under evaluation: bone marrow transplantation (BMT) and dietary treatment based on a mixture of glyceroyl trioleate (GTO) and glyceroyl trierucate (GTE). Our experience of 68 subjects submitted to dietary treatment shows that almost all patients with signs of cerebral involvement at the beginning of treatment worsened or died, patients with the milder form, adrenomyeloneuropathy (AMN), remained stable, while 4 of the 15 presymptomatic subjects developed neurological signs of the disease. In recent years a more accurate selection of patients and donors for BMT has given favourable results, but some strict criteria should be respected.
Sommario In questo articolo sono riportati i dati riguardanti una casistica di pazienti affetti da adrenoleucodistrofia raccolti net periodo 1985–1997. Questo è il più frequente dei disordini perossisomiali ed è associato ad un difetto funzionale dell'ossidazione degli acidi grassi a lunga catena (VLCFA). In Italia sono stati identificati 117 casi, ma molti soggetti potrebbero essere sfuggiti alla diagnosi a causa dell'eterogeneita delle manifestazioni cliniche che possono essere lievi o estremamente gravi. Due differenti approcci terapeutici sono in corso di studio: il trapianto di midollo osseo e un trattamento dietetico costituito da una miscela di trioleato e trierucato. La nostra esperienza in 68 soggetti sottoposti al trattamento dietetico mostra che quasi tutti i pazienti con evidenti segni cerebrali al momento dell'inizio del trattamento sono peggiorati o deceduti, i pazienti con la forma piu lieve, l'adrenomieloneuropatia, rimangono in condizioni stabili, mentre 4 dei 15 soggetti presintomatici hanno sviluppato i segni neurologici della malattia. Per quanto riguarda i risultati ottenuti con il trapianto di midollo, si osserva the la piú accurata selezione dei pazienti e dei donatori attuata in questi ultimi anni ha permesso di ottenere risultati incoraggianti con questo tentativo terapeutico.
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12.
7 patients with relapsing-remitting multiple sclerosis (MS) were subjected to an intensive course of intravenous (I.V.) cyclophosphamide (CY) therapy. All patients received induction therapy with 11 daily doses of 300 mg/m2 and then a single dose every six months for three years. After one year of follow-up all patients showed a decrease in relapse rate (0.57.57); in the two subsequent years of follow-up 2 patients showed a mild worsening while the others were clinically stable. As suggested by others, our results indicate that I.V. CY therapy may influence the clinical course of relapsing-remitting MS.
Sommario Sette pazienti affetti da Sclerosi Multipla di tipo remittente sono stati sottoposti a terapia immunosoppressiva con ciclofosfamide. Il trattamento consisteva di un ciclo di induzione con dosi di 300 mg/m2 di ciclofosfamide e.v. somminsstrate giornalmente per 11 giorni e di successive singole dosi di mantenimento di 300 mg/m2 somministrate ogni 6 mesi per un periodo di 3 anni. Non sono stati osservati gravi effetti collaterali durante lo studio. Dopo il primo anno di trattamento tutti i pazienti hanno mostrato miglioramento nella frequenza di ricaduta; nei due anni successivi 4 pazienti sono rimasti stabili mentre gli altri hanno mostrato un nuovo peggioramento. Come indicato da altri Autori, i risultati dello studio indicano che la terapia immunosoppressiva con ciclofosfamide ad alte dosi non presenta gravi effetti collaterali e può modificare il decorso della Sclerosi Multipla di tipo remittente.
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13.
148 patients with various forms of cerebrovascular disease (CVD) were studied by means of a multiparametric analysis ofin vitro platelet aggregation, based on the following six parameters: ADP and epinephrine primary and secondary aggregation thresholds and percent maximum aggregation induced by optimal concentrations of ADP and epinephrine. These patients were assigned to four study groups, according to clinical diagnosis supported by CT scan, of transient ischemic attack and reversible neurological deficit (TIA-RIND), or completed stroke, in the presence or absence respectively of antiplatelet medical treatment at the time of the study. A statistically significant increase of thein vitro platelet aggregation was found in 44.4% of the untreated TIA-RIND patients and in 33.9% of the untreated stroke patients. However this last group showed a higher percentage of very marked hyperaggregation. Differences between the two treated study groups and controls were not signicant. No difference was found in collagen-and ristocetin-induced aggregation between the patient groups and the controls.
Sommario 148 pazienti con varie forme di malattia cerebrovascolare, sono stati studiati con analisi multiparametriche dell'aggregazione piastrinica in vitro sulla base dei seguenti sei parametri: le soglie di aggregazione primaria e secondaria e l'aggregazione massima percentuale indotta da ADP ed Epinefrina. Questi pazienti sono stati suddivisi in 4 gruppi di studio in accordo con la diagnosi clinica confortata dai dati della TAC e cioè: TIA, RIND, o rammollimento in presenza o in assenza rispettivamente di un trattamento antiaggregante nel momento dello studio. è stato trovato un aumento statisticamente significativo dell'aggregazione in vitro delle piastrine nel 44.4% dei casi TIA, RIND non trattati e nel 33,9% dei casi di rammollimento non trattati. Quest'ultimo gruppo, però, ha dimostrato una più alta percentuale di iperaggregazione molto marcata. Le differenze tra i 2 gruppi di studio trattati con antiaggreganti e i controlli non erano significative. Inoltre nessuna differenza è stata riscontrata tra i gruppi e i controlli nell'aggregazione indotta da collageno e ristocetina.
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14.
Somatosensory evoked potentials (SEPs) following median nerve stimulation were used to monitor cerebral function during 26 carotid endarterectomies. The patients with minor SEP variations had no neurological deficits on regaining consciousness while the one with more serious SEP variations had a transient deficit. The method thus seems useful in the early detection of ischemic brain impairment.
Sommario I Potenziali Evocati Somatosensoriali (PES) da stimolazione del nervo mediano sono stati usati come metodo per monitorare la funzione cerebrale durante endoarteriectomia carotidea. Sono stati eseguiti 26 interventi di endoarteriectomia carotidea in 23 pazienti. Durante il clampaggio carotideo, più frequentemente si è osservato un aumento della latenza della P25, che in nessun caso è risultato superiore ai 2 msec. In un solo paziente si è registrato un appiattimento monolaterale della traccia con scomparsa delle componenti N20 e P25; tale paziente era l'unico a presentare un deficit neurologico al risveglio. I nostri dati sembrano suggerire l'utilità del monitoraggio intraoperatorio del PES del mediano, al fine di svelare una sofferenza ischemica cerebrale.
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15.
30 subjects — 23 with amyotrophic lateral sclerosis (ALS), 4 with Charcot-Marie Tooth atrophy, 2 with progressive spinal muscle atrophy and 1 with radiation myelopathy —were given chronic low-dose TRH therapy. The effects of treatment were assessed on the scale of Norris et al. (1974). The outcome of the study, in agreement with some and at variance with other studies, was that TRH induced a statistically significant neurological improvement in 17 of the 23 ALS patients but little or none in the other ALS patients and in patients with other neurological diseases.
Sommario 30 soggetti di cui 23 affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica, 4 dalla malattia di Charcot-Marie-Tooth, 2 affetti da Amiotrofia Spinale Progressiva, 1 affetto, da una Mielopatia da Raggi X, sono stati sottoposti ad un trattamento cronico con basse dosi di TRH. Gli effetti della terapia sulle performances neurologiche sono stati valutati con la scala di Norris et al. (1974). I risultati dello studio, in parte in accordo, in parte in contrasto con quelli di precedenti studi, mostrano che il TRH induce un miglioramento, statisticamente significativo, delle performances neurologiche in 17 dei 23 pazienti con SLA mentre determina modificazioni insignificanti o nessuna modificazione nei restanti casi di SLA e nei soggetti affetti da altre malattie neurologiche.
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16.
We present the clinical and neuroimaging data of 4 patients (mean age: 62 years, range 54–67; mean follow-up: 19.5 years, range: 26 months-29 years) with chronic spastic atrophic hemiparesis (CSAH). Neuroimaging findings were non specific, CT scan and MRI showing white matter lesions located within the centrum semiovale in two cases, parieto-occipital lobe and pons in one case each. This study underlines that patients with CSAH may have a good long-term prognosis. MRI studies may demonstrate associated lesions within the white matter or brainstem and are advisable in all subjects with CSAH, but further studies are necessary to clarify the nature of the observed lesions.
Sommario Vengono presentati i dati clinici e neuroradiologici relativi a quattro pazienti (età media 62 anni, range 54–67; follow-up medio 19,5 anni, range 26 mesi-29 anni) affetti da emiparesi cronica spastica ed atrofica (CSAH). La TAC e la RMN cerebrale hanno evidenziato la presenza di lesioni localizzate nel centro semiovale in due casi, in regione parieto-occipitale e a livello del ponte in un caso ciascuno. Questo studio sottolinea il fatto che i pazienti con CSAH possono presentare una prognosi favorevole a lunggo termine. Lo studio con RMN cerebrale può evidenziare lesioni a livello della sostanza bianca emisferica o del tronco cerebrale ed è pertanto indicato in tutti i soggetti con CSAH. Tuttavia, ulteriori studi sono necessari al fine di chiarire la natura delle lesioni osservate.
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17.
Six cases of Ophthalmoplegia Plus (OP) have been studied: all the patients had palpebral ptosis, ophthalmoparesis and descending myopathy. Hypoacusia, cardiac conduction impairment, small stature, mental deficit and vestibulo-cerebellar dysfunction were present only in some cases. EMG showed a severe slowing of motor and sensory conduction velocity in one patient. Polyphasic and long duration MU action potentials, which are indicative of a neurogenic myopathy, were found in all cases. Every muscle biopsy showed many ?ragged red fibers? which, in EM, appeared to contain abnormal mitochondria. According to the literature and our data, OP appears to be a multisystemic disorder with severe muscle mitochondrial abnormalities, but it is not certain whether it must be considered a syndrome with multiple etiological factors or a single nosological entity with different possibilities of clinical manifestations.
Sommario Sono stati studiati sei casi di Oftalmoplegia Plus (OP): tutti presentavano ptosi palpebrale, una oftalmoparesi progressiva ed una miopatia discendente. Ipoacusia, disturbi della conduzione cardiaca, insufficienza mentale, microsomia e turbe vestibolo-cerebellari erano sintomi variamente presenti. L'elettromiografia rivelava in un caso un marcato rallentamento della velocità di conduzione motoria e sensitiva. Potenziali polifasici e di lunga durata, espressione di sofferenza neurogena del muscolo, erano tuttavia presenti in tutti i casi. L'esame istologico in ogni caso dimostrava la presenza di ragged-red fibers che, alla microscopia elettronica, presentavano importanti anomalie mitocondriali. In accordo con i dati della letteratura l'OP appare essere una affezione multisistetmica con importanti anomalie dei mitocondri muscolari. Non è ancora chiaro se essa debba essere considerata una sindrome con diverse possibili eziologie o una entità nosologica definita con differenti modalità di espressione clinica.
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18.
In a door-to-door survey of common neurological disorders in Sicily (SNES Project), we administered a screening symptoms questionnaire and a brief neurological examination to detect epileptic patients. All of the subjects effectively resident in the community of Riposto on 1 November 1987 (prevalence day) were investigated (n=9956). The subjects with a positive questionnaire or a previous diagnosis of epilepsy were extensively examined by a neurologist and then definitively classified for epilepsy by a panel of senior neurologists. The crude prevalence of active and non-active epilepsy was 3.21/1000; the prevalence of active epilepsy alone was 2.71/1000. Of the 27 active cases, sixteen were affected by genralized tonic-clonic seizures, four by absences and four by complex partial attacks. All except two were being treated with antiepileptic drugs, most with phenobarbital. Our prevalence rate is lower than that reported by most authors, but similar to the rates in other Sicilian communities.
Sommario Nell'ambito di un'indagine porta a porta su alcune comuni malattie neurologiche in Sicilia (Progetto SNES), abbiamo somministrato un questionario di screening mirato sui sintomi ed un breve esame neurologico allo scopo di individuare i pazienti epilettici. Tutti i soggetti effettivamente residenti al 1° novembre 1987 (giorno di prevalenza) nel comune di Riposto sono stati studiati (N=9956).Quelli positivi al questionario o con una diagnosi precedente di epilessia sono stati accuratamente valutati da un neurologo e quindi rivalutati per la diagnosi definitiva da un gruppo di neurologi esperti. Il tasso di prevalenza grezzo di tutte le epilessie (attive e non attive) à risultato di 3,21/1000; la prevalenza delle sole forme attive era di 2,71/1000. Su 27 casi di epilessia attiva, 16 erano affetti da crisi generalizzate tonico-cloniche, 4 da assenze, 4 da crisi parziali complesse. Tutti tranne due pazienti erano in trattamento con farmaci antiepilettici, la gran parte con fenobarbital. Il nostro tasso di prevalenza è inferiore a quelli riportati dalla maggior parte degli autori, ma molto vicino ai valori riscontrati in altri comuni siciliani.
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19.
The study covers 30 patients with idiopathic Parkinson disease, 13 men and 17 women, aged betwen 50 and 70, on stabilized L-Dopa and/or bromocriptine, which failed to ensure adequate control of the symptoms, especially tremor. To this regimen was added Bornaprine/placebo in randomized sequence. The patients were tested according to the Webster Rating Scale before, during and after each stage of the treatment. Statistical analysis of the results showed the superiority of Bornaprine over the placebo in reducing tremor (p<0.01) and, to a lesser degree, some other parkinsonian symptoms. No noteworthy side effects were found apart from dryness of the mouth, which was more frequent with Bornaprine.
Sommario Sono stati esaminati 30 pazienti affetti da morbo di Parkinson idiopatico, di cui 13 maschi e 17 femmine, di età compresa tra 50 edi i 70 anni, in terapia stabilizzata con L-Dopa o con Bromocriptina o con entrambe. In tutti i soggetti, questi farmaci non consentivano un adeguato controllo della sintomatologia, con particolare riferimento al tremore. Lasciando invariata la terapia in atto, si è somministrato Bornaprine od und placebo identico, secondo una sequenza randomizzata, in doppio cieco con cross-over. I pazienti sono stati esaminati per mezzo della Webster Rating Scale a tempi predeterminati, prima, durante e dopo ciascuna fase del trattamento con farmaco o con placebo. L'analisi statistica dei risultati ha dimostrato la significativa superiorità del Bornaprine rispetto al placebo nel ridurre il tremore (p<0.01) e, in minor misura, alcuni altri sintomi della serie parkinsoniana. Non si sono rilevati effetti collaterali di rilievo, sia dal punto di vista clinico sia da quello strumentale. L'unica eccezione è rappresentata dalla maggiore incidenza di xerostomia nel corso del trattamento con farmaco attivo rispetto a quello con placebo.
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20.
An analysis of all the head injuries occurring during one year within a well-defined geographical area was conducted in the region served by the Ravenna City Hospital in Northern Italy. This hospital does not have a neurosurgical service, so that patients suspected of having neurosurgical problems are transferred to the neurosurgical unit in Bologna, a distance of 65 Km (40 mi.). Of the 1468 head-injured patients seen in the emergency room, 644 (44%) were hospitalized, with an incidence of 372/105 pop/year) and were subjected to X-ray study of the skull (83%), EEG (64%), and CT scan (7,5%). 9 patients were transferred to the neurosurgical unit as emergencies on a clinical basis only, all were found to harbor cerebral lesions, and 7 were operated on. Of the patients hospitalized and subjected to CT scan in Ravenna, only one (0,17%) was found to have a lesion necessitating surgery. Mortality was 7.2% with 83% of these patients dying before admission. Three-month follow-up examination revealed the persistence of some symptoms in 20% of the 379 patients examined, but 91% had already returned to their previous occupation. Analysis of the risk factors present in the patients admitted to a non-specialized hospital seems to show that the presence of skull fracture, abnormal EEG, and alteration of the clinical condition constitute the indications for a CT scan, in order to detect the presence of intracranial lesions. In spite of the recommendation to reduce the number of hospital admissions after a minor head injury, no sure elements emerge from our series that can be used for this purpose, other than the already suggested but expensive policy of subjecting all patients seen in the emergency room to plain X-ray examination of the skull.
Sommario Gli autori hanno studiato per un anno tutti i traumi cranici che sono avvenuti all'interno di un'area geografica ben delimitata afferente all'Ospedale di Ravenna, nel Nord-Italia. L'Ospedale di Ravenna non possiede una Divisione di Neurochirurga per cui i casi con possibili problemi neurochirurgici vengono trasferiti nel Centro Specialistico regionale a Bologna, ad una distanza di 65 km (40 miglia). Dei 1.468 pazienti visti in Pronto Soccorso per trauma cranico, 644 (44%) sono stati ricoverati, con una incidenza di 172/105/anno, sono stati studiati con una radiografia del cranio (83%) con un E.E.G. (64%) e con una TAC (7,5%). Nove pazienti sono stati trasferiti d'urgenza in Neurochirurgia su sola indicazione clinica. Tutti presentavano lesioni cerebrali e 7 sono stati operati. Fra i pazienti ricoverati e sottoposti a TAC all'Ospedale di Ravenna, solo 1 (0.17%) ha presentato una lesione di pertinenza chirurgica. La mortalità è stata del 7,2% con un 83% di casi deceduti prima dell'ingresso in Ospedale. Un controllo clinico eseguito a tre mesi dal trauma in 379 pazienti ha mostrato la persistenza di qualche sintomo nel 20% ma il 91% dei casi era già tornato alla precedente attività lavorativa. Una analisi dei fattori di rischio presenti fra i pazienti ricoverati in un Ospedale non specializzato pare mostrare che la presenza di una frattura cranica, di un E.E.G. non normale e di condizioni cliniche alterate possa costituire indicazioni alla TAC in modo da poter rilevare la presenza di lesioni intracraniche. Nonostante la raccomandazione di ridurre il numero dei ricoveri dopo trauma cranico minore, nessun elemento sicuro pare emergere dalla nostra raccolta dati che possa essere usato per questo scopo al di là di quanto già suggerito, ma forse impraticabile a causa degli alti costi, cioé l'indicazione alla esecuzione della radiografia del cranio in tutti i pazienti che vengono visti in Pronto Soccorso dopo un trauma cranico minore.
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