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1.
The lessons of a retrospective study of 24 consecutive cases of Wallenberg syndrome observed during a 6-year span are described: the high frequency of signs and symptoms not considered typical, such as headache, diplopia, supranuclear homolateral facial paresis and homolateral brachiocrural hemiparesis; the unfavorable short term course in a high percentage of cases, and the risk of sudden respiratory arrest.
Sommario Viene descritta una serie di 24 casi consecutivi di sindrome di Wallenberg osservati durante 6 anni. Viene sottolineata da un lato l'elevata incidenza di sintomi e segni non considerati tipici, quali la cefalea, la diplopia, la paresi facciale omolaterale di tipo sopranucleare e l'emiparesi brachio-crurale omolaterale, dall'altro la sfavorevole evoluzione a breve termine di una percentuale rilevante di casi, dato in contrasto con quelli della letteratura classica. In particolare viene sottolineato il rischio importante di arresto respiratorio.
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2.
Only a few cases reported in the literature fulfil the currently established criteria for accepting the traumatic origin of some intracranial tumors.A case of post-traumatic glioma is presented. Several years after sustaining a commotive left parietal trauma, our patient developed symptoms of intracranial tumor. Neuroimaging (CT and MRI) showed a large neoplasia in the left temporo-parietal-occipital region, and stereotactic biopsy revealed a mixed glioma in continuity with the scar resulting from the trauma.
Sommario Solo pochi dei casi riportati nella letteratura scientifica soddisfano pienamente i criteri stabiliti per accettare l'origine post-traumatica di alcune neoplasie endocraniche. Presentiamo il caso di un paziente il quale, molti anni dopo aver subito un trauma cranico commotivo nella regione parietale sinistra, ha manifestato una sintomatologia compatibile con un processo espansivo endocranico. Le neuroimmagini (TC e RM) hanno mostrato una estesa neoplasia nella regione temporo-parieto-occipitale sinistra. Una biopsia stereotassica ha evidenziato un glioma misto in continuità diretta con la cicatrice del pregresso trauma.
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3.
Two cases of clinically and electromyographically proven ethylene oxide neuropathy occurred among 12 workers at the Lecco Hospital Sterilization Center. Cessation of exposure to the gas, which had lasted for two years, was followed by swift remission of the symptoms and complete normalisation of the EMG record at follow-up six months later. The paucity of published data on the subject may well mean that the real risk of ethylene oxide toxicity is being underrated.
Sommario Vengono descritti due casi di neuropatia da ossido di etilene, con sintomatologia clinica ed alterazione dei parametri elettrografici investigati, insorti in un gruppo di dodici lavoratori addetti al Centro di Sterilizzazione dell'Ospedale di Lecco. L'allontanamento dalla esposizione al gas (che datava da due anni) ha determinato una pronta remissione dei sintomi ed una normalizzazione completa del quadro elettrografico, ad un controllo eseguito sei mesi dopo. Si sottolinea la scarsità dei dati della letteratura al riguardo (sette casi in tutto, compresi quelli da noi descritti), possibile espressione, a nostro avviso, di una sottovalutazione del reale pericolo di neurotossicità dell'ossido di etilene.
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4.
The authors describe two cases of sarcomas of the skull following cranial irradiation in patients treated for other neoplasms, acute lymphatic leukemia, and astrocytoma, respectively. The patients (one man and one woman; mean age 24.5 years) developed sarcomas within the irradiated field after a mean latency period of 11.5 years. Histologically, the tumor proved to be a fibrosarcoma. Despite aggressive surgery and other therapy, the survival of the patients was short (10 and 8 months, respectively).The pathological and clinical aspects of this unusual complication are analyzed with reference to 41 cases taken from the world literature.
Sommario Gli autori descrivono 2 casi di sarcoma del cranio successivi a radioterapia per altre patologie neoplastiche. I pazienti (un uomo ed una donna; età media 24,5 anni) hanno sviluppato il tumore entro il campo d'irradiazione dopo un tempo medio di 11.5 anni. Istologicamente, entrambi i tumori erano fibrosarcomi. Nonostante la terapia chirurgica ed altre terapie complementari, i pazienti hanno avuto una breve sopravvivenza (10 ed 8 mesi rispettivamente).Vengono analizzati gli aspetti patologici e clinici di questa complicanza nei 41 casi riportati in letteratura.
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5.
We describe a southern Italian couple, married for 28 years, who developed amyotrophic lateral sclerosis (ALS) within 30 months of each other. They had drunk water taken from an artesian well for nearly thirthy years. Samples of the water were investigated in the search for heavy metals and pesticides using high performances liquid chromatography, gas chromatography and absorption spectrometry. No heavy metals, pesticides or known environmental toxic substances were found in significant concentration. This would seem to support the view that conjugal ALS in Caucasians is due to mere coincidence.
Sommario Descriviamo il caso di una coppia dell'Italia del Sud in cui entrambi i coniugi, a distanza di 30 mesi l'uno dall'altra, si sono ammalati di Sclerosi Laterale Amiotrofica. In letteratura non sono descritti altri casi di SLA Coniugale in cui sia stata effettuata una estensiva ricerca di tossici ambientali.La coppia ha utilizzato l'acqua di un pozzo artesiano per tutta la durata della vita in comune (28 anni). Allo scopo di individuare sostanze tossiche abbiamo analizzato due campioni di acqua in tempi diversi. La ricerca di metalli pesanti e pesticidi con le tecniche di Cromatografia Liquida ad Alte Prestazioni (HPLC), Gas-Cromatografia con estrazione in fase solida e Spettrofotometria non ha evidenziato concentrazioni superiori ai limiti previsti. In conclusione questo studio sembrerebbe in favore del fatto che i casi di SLA Coniugale nella nostra popolazione siano dovuti ad una semplice coincidenza.
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6.
Cavernous angiomas are common lesions of the CNS characterized by abnormally dilated blood vessels lined by a thin endothelium, closely clustered together and not separated by normal neural tissue. They are more frequently found intracranially. In the spine, a common location is the vertebral bodies. Intradural extramedullary and intramedullary cavernous angiomas are less frequent lesions, while purely epidural locations are uncommon. Spinal dumbbell-shaped epidural cavernous angiomas are exceedingly rare, and only six cases have been reported in the literature. We describe one additional case whose MRI appearance was indistinguishable from that of a neurinoma, which is a much more common lesion. Surgical treatment is advised and complete radiological evaluation is necessary to rule out concomitant localizations in other organs.
Sommario L'angioma cavernoso è una lesione frequente nel sistema nervoso centrale. Esso è caratterizzato da un insieme di vasi dilatati rivestiti da un sottile endotelio e non separati da tessuto nervoso normale. Gli angiomi cavernosi si ritrovano più frequentemente a livello encefalico. A livello spinale la localizzazione più comune è quella intravertebrale. Gli angiomi cavernosi intradurali extramidollari e quelli intramidollari sono meno frequenti, mentre la localizzazione extradurale è rara. Gli angiomi cavernosi spinali extradurali “a clessidra” sono molto rari. Per quanto ne sappiamo, ne sono stati riportati solo 6 casi in letteratura. Descriviamo un caso giunto alla nostra osservazione con un quadro RMN che, seppure in accordo con tale tipo di lesione, non permetteva una diagnosi differenziale con il neurinoma, che è una patologia molto più comune. L'exeresi chirurgica rappresenta il trattamento di scelta degli angiomi cavernosi. è necessario comunque uno studio radiologico completo per escludere concomitanti localizzazioni a livello di altri organi.
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7.
We describe the case of a patient with a history of trigeminal neuralgia who suddenly developed the “top of the basilar” syndrome. MRI disclosed ischemic lesions in the left paramedian mesencephalic tectum, in the left ventral thalamus, in the left occipital lobe and a megadolichobasilar artery (MDBA). The association of MDBA with the top of the basilar syndrome is rarely reported. We discuss the possible hemodynamic mechanism producing a top of the basilar syndrome in the presence of MDBA.
Sommario Viene descritto il caso di un paziente, con una storia di nevralgia trigeminale, che ha improvvisamente presentato una “top of the basilar syndrome”. La RMN rilevava lesioni ischemiche a livello del tetto del mesencefalo in sede paramediana sinistra, nel talamo ventrale sinistro, nel lobo occipitale sinistro e la presenza di una megadolicobasilare. L'associazione di una megadolicobasilare con una “top of the basilar syndrome” è rara in letteratura. Gli autori discutono il possibile meccanismo emodinamico che può aver prodotto la sindrome in presenza di una anomala megadolicobasilare.
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8.
Typical trigeminal neuralgia associated with posterior cranial fossa tumors   总被引:1,自引:0,他引:1  
A clinical diagnosis of typical trigeminal neuralgia does not rule out the possibility of a space-occupying lesion compressing the nerve along its course from the brainstem to Meckel's cave. 4 cases of typical trigeminal neuralgia, treated medically for several years and seen here recently before a space-occupying lesion was found in the posterior cranial fossa, point up the need for thorough neurological and neuroradiological examination of all patients with the typical symptoms. Lesion removal resulted in total relief from pain in 3 patients. In the fourth patient the pain was controlled by percutaneous surgery with thermocoagulation of the gasserian ganglion.
Sommario La diagnosi clinica di nevralgia trigeminale tipica non esclude la possibilità della persenza di una lesione espansiva comprimente il nervo lungo il suo decorso dal tronco encefalico al cavo di Meckel. La recente osservazione di quattro pazienti con nevralgia trigeminale tipica, trattati per vari anni con terapia medica, prima che fosse rivelata la presenza di un processo espansivo in fossa cranica posteriore ci offre l'occasione di sottolineare la necessità di sottoporre tutti i pazienti con tale sintomatologia ad un esame neurologico e neuroradiologico accurato. La rimozione del processo espansivo ha determinato la completa scomparsa del quadro doloroso in tre pazienti, mentre nel quarto caso la nevralgia è stata controllata con un intervento chirurgico percutaneo di termocoagulazione del ganglio di Gasser.
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9.
An analysis of all the head injuries occurring during one year within a well-defined geographical area was conducted in the region served by the Ravenna City Hospital in Northern Italy. This hospital does not have a neurosurgical service, so that patients suspected of having neurosurgical problems are transferred to the neurosurgical unit in Bologna, a distance of 65 Km (40 mi.). Of the 1468 head-injured patients seen in the emergency room, 644 (44%) were hospitalized, with an incidence of 372/105 pop/year) and were subjected to X-ray study of the skull (83%), EEG (64%), and CT scan (7,5%). 9 patients were transferred to the neurosurgical unit as emergencies on a clinical basis only, all were found to harbor cerebral lesions, and 7 were operated on. Of the patients hospitalized and subjected to CT scan in Ravenna, only one (0,17%) was found to have a lesion necessitating surgery. Mortality was 7.2% with 83% of these patients dying before admission. Three-month follow-up examination revealed the persistence of some symptoms in 20% of the 379 patients examined, but 91% had already returned to their previous occupation. Analysis of the risk factors present in the patients admitted to a non-specialized hospital seems to show that the presence of skull fracture, abnormal EEG, and alteration of the clinical condition constitute the indications for a CT scan, in order to detect the presence of intracranial lesions. In spite of the recommendation to reduce the number of hospital admissions after a minor head injury, no sure elements emerge from our series that can be used for this purpose, other than the already suggested but expensive policy of subjecting all patients seen in the emergency room to plain X-ray examination of the skull.
Sommario Gli autori hanno studiato per un anno tutti i traumi cranici che sono avvenuti all'interno di un'area geografica ben delimitata afferente all'Ospedale di Ravenna, nel Nord-Italia. L'Ospedale di Ravenna non possiede una Divisione di Neurochirurga per cui i casi con possibili problemi neurochirurgici vengono trasferiti nel Centro Specialistico regionale a Bologna, ad una distanza di 65 km (40 miglia). Dei 1.468 pazienti visti in Pronto Soccorso per trauma cranico, 644 (44%) sono stati ricoverati, con una incidenza di 172/105/anno, sono stati studiati con una radiografia del cranio (83%) con un E.E.G. (64%) e con una TAC (7,5%). Nove pazienti sono stati trasferiti d'urgenza in Neurochirurgia su sola indicazione clinica. Tutti presentavano lesioni cerebrali e 7 sono stati operati. Fra i pazienti ricoverati e sottoposti a TAC all'Ospedale di Ravenna, solo 1 (0.17%) ha presentato una lesione di pertinenza chirurgica. La mortalità è stata del 7,2% con un 83% di casi deceduti prima dell'ingresso in Ospedale. Un controllo clinico eseguito a tre mesi dal trauma in 379 pazienti ha mostrato la persistenza di qualche sintomo nel 20% ma il 91% dei casi era già tornato alla precedente attività lavorativa. Una analisi dei fattori di rischio presenti fra i pazienti ricoverati in un Ospedale non specializzato pare mostrare che la presenza di una frattura cranica, di un E.E.G. non normale e di condizioni cliniche alterate possa costituire indicazioni alla TAC in modo da poter rilevare la presenza di lesioni intracraniche. Nonostante la raccomandazione di ridurre il numero dei ricoveri dopo trauma cranico minore, nessun elemento sicuro pare emergere dalla nostra raccolta dati che possa essere usato per questo scopo al di là di quanto già suggerito, ma forse impraticabile a causa degli alti costi, cioé l'indicazione alla esecuzione della radiografia del cranio in tutti i pazienti che vengono visti in Pronto Soccorso dopo un trauma cranico minore.
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10.
Intraneural cysts of the common peroneal nerve, as of other peripheral nerves, are rare. Their etiopathogenesis is unknown, though theories involving a tumor of synovial origin, mucoid degeneration or injury have all been proposed. An ex-amateur footballer with paralysis of the left CPN but unaffected peroneus longus proved, on surgical exploration of the CPN at the level of the head of the fibula, to have an intraneural cyst, which was removed. As it was a true intraneural cyst with no cleavage plane, no endothelial lining and no articular peduncle, and given the footballing history, the pathogenesis was considered to be traumatic. A year after cysts removal, the patient has fully regained the strength of the left foot.
Sommario Le cisti intraneurali dello S.P.E., come di altri nervi periferici, sono rare. La loro eziopatogenesi è sconosciuta: si ipotizza la genesi tumorale, considerata poco probabile, la genesi sinoviale, quella degenerativa mucoide e quella traumatica. Viene descritto il caso di un ex calciatore dilettante che ha presentato una paralisi dello S.P.E. di sinistra con risparmio del m. peroneo lungo. All'esplorazione chirurgica dello SPE a livello della testa del perone è stata rinvenuta ed asportata una cisti intraneurale. Per le sue caratteristiche anatomiche (vera cisti intraneurale, priva di piano di clivaggio, senza rivestimento endoteliale, senza peduncolo articolare) si è avanzata l'ipotesi di una patogenesi traumatica, anche alla luce dell'attività di calciatore del paziente. A distanza di un anno dalla asportazione della cisti, il paziente ha recuperato completamente la forza del piede sinistro.
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11.
A case with a median nerve lesion at the wrist without thenar atrophy and another with an ulnar nerve lesion at the elbow sparing the first dorsal interosseous are reported. Simultaneous multiple channel recording demonstrated in the first case a dual innervation of the abductor pollicis brevis by median and ulnar fibers via a Martin-Gruber anastomosis. In the second case, the cross over of the median fibers innervating the first dorsal interosseous was very proximal in the antecubital fossa. Stimulation at discrete points documented that the communicating fibers from the median joined the ulnar nerve 3 cm below the medial epicondyle.
Sommario Vengono descritti due casi: il primo con una lesione del nervo mediano al polso senza atrofia della eminenza thenar, il secondo con una lesione del nervo ulnare al gomito che risparmiava il muscolo primo interosseo dorsale. La tecnica di registrazione simultanea con canali multipli ha consentito di dimostrare nel primo caso una innervazione duplice (mediano ed ulnare) del muscolo adbuttore breve del pollice tramite una anastomosi di Martin-Gruber. Nel secondo caso, l'incrocio verso il nervo ulnare delle fibre a partenza dal mediano e destinate ad innervare il muscolo primo interosseo dorsale, era molto prossimale nella fossa antecubitale. La stimolazione nervosa in punti discreti permetteva di dimostrare che le fibre anastomotiche provenienti dal nervo mediano si univano all'ulnare 3 cm al di sotto dell'epicondilo mediale.
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12.
This study presents the crude and age-adjusted annual incidence rates and diagnostic classifications of acute strokes and identified transient ischaemia cases in persons 25 years and over in an urban population slightly over one million.Ot the total of 2676 hospital admissions 1244 were stroke patients (the other 89 were unsubstantiated, 144 were resident outside the incidence area, 555 were asymptomatic lesions and 644 were TIA admissions); 139 patients were in chronic care facilities; 134 were managed in their own homes by their medical practitioners, with 84 certified community and 455 medical practitioners' reported deaths giving a total of 2056 strokes. Including the TIAs treated at home and admissions to hospitals there were 1877 TIAs (population at risk 660,598). The overall age-adjusted incidence rate for stroke was 1.22 or 40 percent of the crude rate per 1000 persons at risk, while the overall TIA age-adjusted rate was 1.20 or 43 percent. Aetiological classifications revealed thrombosis 0.46, embolism 0.09, intracerebral haemorrhage 0.19, subaracnoid 0.14, and acute but ill-defined events were 0.34 per 1000 persons. Early mortality was 32 percent with a significant winter peak with incidence unrelated to mean ambient temperature.
Sommario Lo studio riporta il tasso di incidenza (globale e aggiustato per età) e la classificazione diagnostica dei casi di ictus e ischemia transitoria occorrenti in soggetti sopra i 25 anni di età in una popolazione urbana di poco superiore al milione di abitanti.Dei 2676 pazienti ospedalizzati 1244 avevano presentato un ictus (degli altri, 144 erano residenti fuori dall'area di incidenza considerata, 555 presentavano lesioni asintomatiche e 644 avevano presentato un TIA; in altri 89 la diagnosi di incidente cerebrovascolare non fu confermata); 139 pazienti erano ricoverati in strutture per lungodegenti; 134 erano seguiti a domicilio dal medico di base. A questi 1517 casi di ictus vanno aggiunti 539 pazienti deceduti (84 identificati attraverso il certificato di morte e 455 attraverso la segnalazione del medico di base) per un totale di 2056 ictus. Ai 644 TIA ricoverati ne vanno aggiunti 1233 trattati a domicilio per un totale di 1877 TIA (popolazione a rischio 660.598). Il tasso di incidenza aggiustato per età per l'ictus risultò del 1.22 o 40 per cento del tasso globale per 1000 persone a rischio, mentre quello per il TIA rispettivamente 1.20 o 43 per cento.La classificazione etiologica rivelò trombosi nello 0.46, embolia nello 0.09, emorragia intraparenchimale nello 0.19, emorragia subaracnoidea nello 0.14 e incidente acuto mal definito nello 0.34 per 1000 persone. La mortalità precoce fu del 32 percento con picco invernale significativo non correlato con la temperatura ambiente media.
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13.
Sommario I risultati terapeutici di guarigioni o miglioramenti sostanziali ottenuti su 2124 casi di cefalee primarie (emicrania con aura, emicrania senza aura, cefalea a grappolo, emicrania cronica parossistica, cefalee di tipo tensivo) con la chirurgia funzionale morfocorrettiva e decompressiva neurovascolare della rino-base cranica (Bonaccorsi, Novak, Blondiau, Bisschop, Hoover, Clerico) impongono ormai una revisione del classico capitolo delle “cefalee rinogene”. Vi devono infatti essere comprese tutte quelle cefalee “apparentemente primarie” che invece hanno un'etiopatogenesi centro-periferica per una documentata (TC) ridotta volumetria delle “camere etmoidosfenoidali sottocribrose” ai fini emoangiocinetici della circolazione anastomotica endo-esocranica di questo distretto. Circolazione che costituisce “un'unità funzionale” per la continuità dei circuiti vascolari e trigemino-vegetativi rino-oftalmo-encefalici (Hannerz, Hardebo, Moskowitz). Tali anomalie morfologiche delle strutture osteo-vasculo-mucose della rino-base cranica acquistano significato fisiopatologico di “trigger neuroangioematochimico” solo nei pazienti con “bassa soglia dolorifica ed elevata capacità integrativa centrale” modulata e temporizzata dai bioritmi neurogeni. Viene descritta la chirurgia della rino-base cranica mediante l'intervento di “setto-etmoidosfenectomia decompressiva neurovascolare”, sia conservativo che radicale sino al III grado monolaterale con deafferentazione trigemino-vegetativa selettiva che permette di salvare l'olfatto e di risolvere anche il dolore controlaterale decomprimendo il circolo ed eliminando la stasi anche dal lato opposto. Inoltre, viene sottolineato che la sintomatologia neurologica deficitaria od irritativa centrale (aura visiva, paresi sensitivo-motoria, epilessia) scompare dopo l'eliminazione chirurgica del “trigger rinogeno periferico”. Ciò evidenzia un nesso di causa-effetto che è l'interdipendenza funzionale centro-periferica, se pur inserita nel terreno costituzionale biochimico, neuroendocrino, neuro-trasmettitoriale emicranico controllato dai bioritmi vegetativi, disnocicettivi e psichici. I risultati chirurgici sono dell'88% di guarigioni o sostanziali miglioramenti con un follow up annuale dal 1964 al 1994 su un campione di 1000 pazienti su un totale di pazienti operati di 2124.   相似文献   

14.
Over the last few years, many authors have described the possibility of using transcranial Doppler to demonstrate the passage of microemboli in the cerebral arteries. We report the case of a 44-year-old woman with thrombotic diathesis and thrombocytosis who was admitted twice within a short period of time (one and a half months) to a neurological department because of multiple cerebral infarctions. On the occasion of the second admission, a colour-Doppler examination of the epiaortic vessels, which had previously been negative, showed a carotid lesion due to a mural thrombus and, on the same side as the carotid lesion, transcranial Doppler detected short-duration, high-intensity signals in the middle and anterior cerebral arteries, an expression of the passage of microemboli.As already described by other authors in similar clinical situations, our case confirms that transcranial Doppler can identify the passage of microemboli in the circle of Willis.
Sommario Negli ultimi anni è stata descritta da molti autori la possibilità di dimostrare mediante Doppler transcranico il passaggio di microemboli nelle arterie cerebrali. Riportiamo il caso di una donna di 44 anni con diatesi trombotica e trombocitosi ricoverata per due volte, a breve distanza di tempo (un mese e mezzo), in ambiente neurologico per infarti cerebrali multipli. In occasione del secondo ricovero l'esame Color-Doppler dei vasi epiaortici, che era risultato negativo in precedenza, ha evidenziato una lesione carotidea riferibile a un trombo murale e al Doppler transcranico sono stati rilevati, omolateralmente alla lesione carotidea, segnali di breve durata ed alta intensità nelle arterie cerebrali media e anteriore, espressione di passaggio di microemboli.Come già descritto da alcuni autori in situazioni cliniche simili, il nostro caso conferma la possibilità di individuare, mediante Doppler transcranico, il passaggio di microemboli nel circolo cerebrale.
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15.
389 focal brain-damaged patients were examined by means of a nonverbal Figure-Object Matching Test (FOMT) and standardized aphasia battery. An LH lesion proved to be more relevant than an RH lesion to the outcome on FOMT. Both the presence and severity of aphasia play a significant role in the poor out-come on FOMT while type of aphasia, intelligence impairment (WAIS performance IQ) and presence of a visual field defect do not. It is concluded that this type of nonverbal defect of aphasics reflects a basic disorder, linked in some way to language impairment.
Sommario 389 pazienti cerebrolesi focali non selezionati sono stati esaminati con un test non verbale di Matching Figura-Oggetto (FOMT) e con un esame del linguaggio standardizzato. Una lesione dell'emisfero sinistro si è rivelata più importante di una lesione dell'emisfero destro nella produzione di un deficit at FOMT. La presenza e la gravità dell'afasia hanno entrambe un ruolo importante, mentre il tipo di afasia, la presenza di un deficit intellettivo (WAIS-performance IQ) e di Difetto di Campo Visivo non risultano significativi per una scarsa prestazione al FOMT. Si trae la conclusione che questo tipo di difetto non verbale degli afasici implica un deficit di base collegato al disturbo di linguaggio.
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16.
There is strong evidence in the literature for a correlation between the two parts of the red nucleus, magnocellular and parvocellular, and different functions. Unfortunately in the cat, the species most studied both physiologically and anatomically, there are no morphological criteria distinguishing the two portions. With quantitative techniques applied to Nissl preparations the neuronal population of the Red Nucleus has been studied in serial sections along the rostrocaudal axis of the mesencephalon of the cat. Statistical analysis of the data revealed a horizontal plane dividing the two portions of the nucleus with a high statistical significance level. This plane lies between the caudal two-thirds and the rostral third of the nucleus. Although in the model two portions can be distinguished, it is not possible to assign to either a single type of neuron, whether or considered in terms of shape or size.
Sommario Vi è buona evidenza in letteratura che la presenza di due componenti, magno-e parvo-cellulare, nel Nucleo Rosso dei mammiferi è correlabile con parti funzionalmente differenti. Sfortunatamente nel gatto, la specie maggiormente studiata sia fisiologicamente che anatomicamente, mancano criteri morfologici di distinzione fra le due parti. Applicando tecniche quantitative su preparati Nissl, è stata studiata la popolazione cellulare del Nucleo Rosso in sezioni seriate lungo l'asse rostro-caudale del mesencefalo. Mediante una analisi statistico-matematica dei dati raccolti si è potuto dimostrare con un ottimo livello di significatività un piano orizzontale di divisione in due parti del nucleo. Questo piano risulta posto fra i due terzi caudali ed il terzo rostrale del nucleo. Pur riconoscendo due parti distinte nel modello ottenuto, non è però possibile assegnare a ciascuna di esse un tipo esclusivo di elemento cellulare, sia considerando la forma sia considerando la dimensione dei neuroni.
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17.
We here describe a case of superficial siderosis (SS) of the central nervous system (CNS), occurring in a patient with a previous lesion of the brachial plexus. Of the only 96 cases that have been described in the literature so far, there are now five with a positive history of a lesion due to the evulsion of the roots of the brachial plexus. This is the first time that, in addition to CT and MRI morphological investigations, an SS patient has also been studied metabolically by means of PET in an attempt to find new clues that may help to clarify the pathogenesis of the disease.
Sommario Viene descritto un caso di siderosi superficiale (SS) del sistema nervoso centrale (SNC), insorto in un paziente con pregressa lesione traumatica del plesso brachiale. In questa rara sindrome (96 i casi descritti in letteratura fino ad ora) sono ormai 5 i pazienti con anamnesi positiva per una lesione da strappamento delle radici del plesso brachiale. Per la prima volta, un caso di SS viene studiato oltre che da un punto di vista morfologico con TC e RM anche metabolicamente con PET per cercare nuovi elementi di chiarimento della patogenesi.
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18.
After introducing the problem of blepharospasm, we report our experience on treatment with purified botulinum A toxin in 16 cases of blepharospasm, symptomatic in two and essential in 14, than had not responded to drugs. The changes in intensity and frequency of spasm after treatment were evaluated on a clinical scale and by review of videotapes. The beneficial effect appeared within a week in most patients, lasting from 6 to 28 weeks (mean 13), and reached the maximum at the third-seventh week. Mild spasms and female patients responded better. Repeated injections were followed by better response to the drug. Complications, exclusively local, were represented by transient corneal exposure, ptosis, lacrimation or diplopia.
Sommario Dopo una breve introduzione sul problema del blefarospasmo, gli autori riportano la loro esperienza nel trattamento con tossina botulinica purificata di 16 casi di questo disturbo, sintomatico in due ed essenziale in quattordici. Le modificazioni di intensità e di frequenza degli spasmi palpebrali sono state valutate su una scala clinica e con la revisione delle videoregistrazioni effettuate prima del trattamento e a distanza di unodue mesi. La maggior parte dei pazienti ha riportato un miglioramento dopo 3–10 giorni dalla inoculazione. Tale miglioramento ha avuto una durata variabile da 6 a 28 settimane, con una media di 13, ed un massimo tra la 3a e la 7a settimana. Gli spasmi moderati ed i soggetti di sesso femminile hanno avuto una risposta migliore. La ripetizione delle somministrazioni della tossina si è accompagnata ad un miglioramento più marcato della sintomatologia. Le complicazioni del trattamento, unicamente locali, sono consistite in insufficiente chiusura della rima palpebrale, lacrimazione, ptosi e diplopia transitori.
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19.
The respiratory function has been studied in 37 patients with ALS. 15 of them (5 till death) were followed with serial spirometric tests. The data, as a whole, show a diminution of vital capacity, a diminution of forced expiratory volume per second, an increase of the residual volume and of the Motley index; blood gas analysis showed no significant alterations apart from slight hypoxemia. Patients with bulbar ALS presented marked abnormalities of the spirometric and blood gas analysis parameters. In the cases followed with serial spirometric tests VC, Motley index and FEV 1 gradually deteriorated as the disease advanced. In the deceased patients a sudden and serious aggravation of these values occurred. This was especially true for FEV 1 and Motley index during the 3 months preceding death. The variations in residual volume were less indicative. Finally, the influence of smoking and of pulmonary and bronchial pathology, present or past, was not significant.
Sommario Prove di funzionalità respiratoria sono state eseguite in 37pazienti con Sclerosi Laterale Amiotrofica; 15 casi sono stati seguiti con spirometrie seriate e di questi 5 fino al momento del decesso. I risultati evidenziano una diminuzione della capacità vitale (CV) e del volume espiratorio massimo al secondo (FEV 1 ) un aumento del volume residuo (VR) e dell'indice di Motley;l'emogasanalisi non ha dimostrato modificazioni significative fatta eccezione per una lieve ipossiemia.I pazienti con SLA di tipo bulbare hanno mostrato una compromissione più marcata dei parametri spirometrici ed emogasanalitici. Nei casi seguiti con spirometrie seriate si è osservato un graduale peggioramento della CV, del FEV 1 e dell'indice di Motley lungo il discorso della malattia. Nei pazienti deceduti si è riscontrato un brusco e netto peggioramento di questi parametri ed in particolare del FEV 1 e dell'indice di Motley nei tre mesi che avevano preceduto la morte. Lo stato di fumatore e la patologia polmonare in atto o pregressa non hanno mostrato incidenze sinificative.
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20.
In the present study, we compared Tc-99m HMPAO single photon emission computed tomography (SPECT) brain images obtained using the conventional filtered backprojection (FBP) reconstruction method with the new reconstruction method of conjugate gradients with modified matrix (CGMM). The two methods were employed to generate SPECT images of a brain perfusion study in a 41-year-old patient who had suffered from multiple embolisation of the right hemisphere. Marked improvement in spatial resolution was achieved by CGMM reconstruction as compared to FBP reconstruction; this considerably helped in defining grey matter structures and low-uptake white-matter areas, both in the normal cerebral areas and in the hemisphere that had been affected by stroke. Although the relatively long time still required by the CGMM procedure might be considered as a significant drawback to date, with the increasing diffusion of the new computer facilities the CGMM method can be proposed as a valuable alternative to the standard FBP technique in order to better recognise cerebral areas with different tracer uptake.
Sommario L'obiettivo dello studio è stato di valutare le immagini cerebrali SPECT con Tc-99m HMPAO, ottenute con il metodo di ricostruzione convenzionale “filtered backprojection (FBP)” versus il nuovo metodo di ricostruzione del gradients coniugato con matrice modificata (CGMM). I due metodi sono stati impiegati per generare immagini SPECT di uno studio perfusionale cerebrate in un uomo di 41 anni che aveva subito embolizzazione multipla dell'emisfero destro. Le immagini sono state acquisite con una gamma camera dedicates agli studi cerebrali the consists di una cristallo anulare di NaI(T1) (CERASPECT). Net metodo CGMM un (retro-) proiettore modella accuratamente la geometria dell'acquisizione dei dati e tiene in debito conto le effettive prestazioni del complesso cristallo-collimatore per la specifica gamma camera usata. Un algoritmo iterativo usa il (retro-) proiettore per stimare la distribuzione del tracciante in un insieme di dati. Il (retro-) proiettore definisce i coefficienti di un enorme insieme di equazioni lineari che legano la distribuzione del tracciante all'interno del campo di vista delta gamma camera ad i conti fotonici misurati, e l'algoritmo iterativo fornisce una valutazione filtrata della soluzione di quell'insieme di equazioni. Sono stati calcolati i dati effettivi della risposta specifica del complesso cristallo-collimators ad una sorgente lineare posizionata alla periferia del campo di vista, i quali sono poi stati usati per calcolare i fattori di misura del (retro-) proiettore. Net metodo CGMM il numero delle iterazioni effettuate svolge quindi una ruolo simile al parametro di frequenza “cut-off” nella ricostruzione FBP. Un notevole miglioramento della risoluzione spaziale é stato ottenuto con il metodo CGMM rispetto a quello FBP; questo ha aiutato considerevolmente a definire le strutture cerebrali grigie dalle strutture bianche a basses captazione sia nelle arse cerebrali normali the nell'emisfero colpito dall'ictus. Sebbene i tempi relativamente lunghi ancora necessari per la procedure CGMM possano essere considerati oggi un limits significativo, con la rapida diffusions dei più moderni sistemi informatici il metodo CGMM può essere proposto come valida alternativa alla tecnica FBP standard allo scopo di ottenere un migliore riconoscimento delle aree cerebrali a differente captazione.
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